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Autore: Krista Kane    23/07/2014    2 recensioni
"Vi offriamo in dono quello che tutti i mortali bramano. L’immortalità.”
Leo guardò i suoi amici: poteva leggere la meraviglia e l’indecisione sui loro volti, mentre cercavano di capire cosa fosse meglio fare. Ma lui no, lui sapeva esattamente cosa rispondere.
“Accetto il dono”
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calipso, Leo Valdez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’Olimpo era finalmente stato riaperto.
Annabeth aveva raccontato agli altri semidei com’era ma Leo non aveva capito realmente la sua imponenza e la sua maestosità fino a quando non aveva messo i piedi fuori dall’ascensore che li aveva portati, tutti e sette, al seicentesimo piano dell’Empire State Building. Osservava stupefatto i templi, le colline, i laghi e le abitazioni mentre si dirigevano verso la sala dei troni.
Quando entrarono gli Dei erano già sistemati, ognuno sul proprio trono, e posarono tutti e tredici (era infatti presente anche Ade) gli occhi su di loro. Leo sentì un brivido corrergli lungo la schiena e immaginò che anche per gli altri fosse così. Insomma, erano al cospetto degli esseri più potenti al mondo, radunati tutti insieme. E ovviamente tra loro, c’erano anche i propri genitori.
Leo temeva che Efesto, nonostante la guerra contro Gea fosse stata appena vinta, non fosse fiero di lui. Ma quando incontrò gli occhi del padre, lui lo rassicurò con un lieve sorriso. Leo rilassò appena le spalle e pensò che per colpa delle deformità sul viso, il padre quando sorrideva sembrava ancora più brutto.
“Eroi” esordì quella che capì essere Era. “La guerra contro Gea è stata portata a termine con successo e sia noi che il mondo siamo salvi, grazie al vostro spirito di sacrificio e al vostro coraggio. Inoltre, sebbene con alcune difficoltà –guardò Leo in modo molto eloquente-, le nostre famiglie, quella greca e quella romana, si sono finalmente riunite. Avete reso a tutti noi un gran favore”
Tutti gli Dei annuirono.
Il prossimo a parlare fu Giove, data la toga romana. “Per questo motivo vi offriamo in dono quello che tutti i mortali bramano, sperando che uno di voi non abbia la sfacciataggine di rifiutarlo di nuovo. Vi offriremo in dono l’immortalità.”
Leo non capì subito ciò che gli stavano offrendo, ma quando ci arrivò l’unica cosa cui riuscì a pensare era lei.
Guardò i suoi amici: Annabeth guardava Percy e Percy guardava Annabeth. Piper guardava Jason e Jason guardava Piper. Hazel guardava Frank e Frank guardava Hazel. Leo poteva leggere la meraviglia e l’indecisione sui loro volti, mentre cercavano di capire cosa fosse meglio fare. Ma lui no, lui sapeva esattamente cosa rispondere.
“Accetto il dono”
 
Calipso guardava il mare, come ogni sera. Per cosa poi, non lo sapeva neanche lei. L’unica cosa che sapeva era che lui, anche volendo, non sarebbe tornato. Non sarebbe potuto tornare, era impossibile, Ogigia non si sarebbe lasciata trovare una seconda volta.
Si alzò per tornare alla sua caverna quando, dirigendo un ultimo sguardo al cielo illuminato dai colori del sole mentre tramontava, vide qualcosa che non riuscì a identificare venire verso di lei. Solo quando l’oggetto fu più vicino si rese conto che era un drago. Rimase talmente meravigliata da non riuscire a muoversi e guardò il drago a bocca aperta. Non ne aveva mai visto uno dal vivo, Ogigia non era esattamente un luogo adatto alla vita dei draghi. 
Doveva però ammettere che il drago era meraviglioso, soprattutto la sua pelle: era di colore bronzeo e in certi punti rifletteva la luce del sole. Calipso era certa di non aver mai visto niente di più bello, a parte Leo. Arrossì a quel pensiero e si diede della stupida: lui poteva anche essere morto e lei non sarebbe mai riuscita saperlo.
Rimase ad osservare il drago mentre atterrava sull’isola, muovendosi irrequieto.
“Sta calmo Festus! Va tutto bene bello”
Solo in quel momento si accorse che c’era qualcuno sulla groppa del drago, qualcuno che lei già conosceva. Rimase a bocca aperta dallo stupore mentre l’unico pensiero coerente che riuscì a mettere insieme fu: ‘lui è qui’.
Leo scese dal drago e osservò Calipso, ancora a bocca aperta dalla sorpresa di averlo di fronte a sé. Lui le sorrise.
“Non dirmi che mi hai già dimenticato. Mi aspettavo un’accoglienza un po’ più calorosa, raggio di sole”
Solo a quelle parole lei si riscosse e iniziò a corrergli incontro, gettandosi poi nelle sue braccia.  Stretta tra le sue braccia, iniziò a ridere dalla felicità. Leo le alzò il volto per poi premere le sue labbra su quelle della ragazza. Lei ricambiò il bacio e poco dopo si staccò da lui per poterlo osservare meglio.
“Sei davvero qui” costatò.
Leo annuì. “Leo Valdez mantiene sempre le sua promesse piccola”
“Ma... come hai fatto? È impossibile tornare ad Ogigia una seconda volta.”
Il ragazzo le mostrò un strano oggetto e lei lo guardò con aria interrogativa. “È un astrolabio. L’ho usato per ritrovare l’isola con il cristallo che mi avevi dato l’altra volta.”
Calipso lo guardò negli occhi. “Cos’è successo da quando sei andato via?”
“Lunga storia. Ti prego fammela raccontare mentre mangiamo, sto morendo di fame!”
 
Quando Leo finì di raccontare tutto, Calipso rimase in silenzio un po’ per soppesare le sue parole. Erano sdraiati uno accanto all’altra sulla spiaggia, a guardare le stelle.
“Sei… immortale?” chiese, esterrefatta. Il ragazzo annuì. “Ma perché hai accettato di diventarlo?”
Leo rimase sorpreso da quella domanda. “Beh per stare con te per sempre no? Mi sembrava ovvio”
Calipso rimase ancora più sorpresa di quando lo aveva visto scendere dalla groppa di Festus. “Per me?” chiese incredula.
“Certo”
Dopo qualche secondo di perplessità, gli gettò le braccia al collo e lo baciò, più felice che mai. Leo ridacchiò e ricambiò il bacio.
“C’è anche un’altra novità” disse Leo dopo che ebbero finito di scambiarsi effusioni amorose. “Ho parlato con mio padre, durante la festa per la celebrazione della vittoria su Gea. Puoi lasciare Ogigia”
Calipso inarcò un sopracciglio. “Sul serio?”
“Certo. Gireremo il mondo, aprendo l’officina ‘Leo & Calipso’ nella città che più ci piace. Abbiamo l’eternità per farlo, quindi ce la prenderemo comoda. E ogni volta che sentirai la mancanza di Ogigia, grazie all’astrolabio e a Festus, torneremo qui in vacanza”
Calipso gli sorrise, grata per l’ultima frase. Non era pronta ad abbandonare Ogigia per sempre.
Appoggiò la testa al suo petto e lui la strinse con fare protettivo. “Mi sembra un’ottima idea. Sai già dove vuoi aprire la prima officina?”
Leo sorrise al cielo stellato. “Che ne dici di Houston?”
 
 
 
 

Angolo autrice:
Buongiorno people! 
Era un'eternità che non pubblicavo un storia su EFP, quindi per prima cosa vorrei ringraziarvi se siete arrivati a leggere fino a qua. 
L'altra sera stavo pensando 'chissà se ai soprivvisuti dei sette offriranno l'immortalità' e mi è venuta l'idea per questo obrobrio sulla coppia che shippo di più in assoluto (i miei Caleo **). Sinceramente, penso sia una delle storie più brutte che ho scritto. Ma, comunque, spero che almeno a voi piaccia. 
L'unica cosa che mi sembra opportuno spiegare è la presenza di Giove mentre gli altri dei sono nella loro forma greca (eccetto per Marte e Plutone). Ho preferito immaginare che i gionitori dei romani si presentassero sotto forma romana, piuttosto che in quella greca. 
è la prima ff che pubblico in questo fandom, quindi vorrei chiedervi di lasciare una recensione, anche misera e/o negativa, giusto per avere un'idea di come mi sia riuscita. 
E ora basta, penso di avervi annoiato abbastanza. 
Alla prossima e grazie a chiunque lascierà un suo parere. 
Krista
 
  
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