genere generale, introspettivo
rating verde (G/PG)
avvertimenti shonen ai (?), one shot
parole 812 (con Works)
personaggi Ryoma Echizen; Takeshi Momoshiro; Sakuno Ryuzaki (citata)
pairing Momo/Ryoma
timeline dopo che Ryuzaki-sensei chiede a Ryoma di accompagnare Sakuno a far aggiustare le stringhe della sua racchetta. (Episodio 24 dell'anime)
ringraziamenti a Sonny per il titolo, agli utenti del Demy in generale per la lettura ^^
disclaimer i personaggi non sono miei, ma degli autori e di chiunque ne ha diritto; tanto meno sono utilizzati a fini di lucro, ma solo per mero piacere personale.
note d'autore non pensavo che Momo-chan e Ryoma fossero tanto complicati... Spero di non averli fatti OOC... ^^''



Più andavi avanti e più saresti voluto tornare indietro. Più ripetevi frasi di incoraggiamento per Echizen e più ti ripetevi che non poteva essere un appuntamento. Non doveva esserlo, gridava qualche parte di te che non volevi ascoltare e che quindi sovrastavi con la tua voce che si lamentava di quanto insensibile fosse quello stupido ragazzino a trattare così la povera Ryuzaki.
Certo, poi, obbligarlo a scusarsi non è stata una mossa tanto furba…
Ma è inutile stare a piangere sul latte versato, no? E poi, che male ci sarebbe se Ryoma si mettesse con la nipote della vostra allenatrice? E’ una ragazza carina, gentile e tranquilla… Troppo tranquilla per uno come Echizen, sì, ma perché ripeterlo come se fosse un grave difetto? Se Sakuno riesce a perdonare le sue uscite, magari è la persona giusta, no? Inutile che ti ripeti che lui la farà solo soffrire perché non capisce nulla né di lei né delle donne in generale e che questo non sarebbe giusto per lei.
Su, Takeshi, sii sincero almeno con te stesso: della piccola Sakuno non te ne frega niente. Anzi, se possibile, in segreto quasi speri che Ryoma le dica qualcosa di veramente cattivo, che glielo faccia odiare, forse… magari?
Certo, poi ti maledici subito dopo per averlo anche solo pensato, ma è un desiderio che è presente nel tuo cuore, anche se non ne sai ancora bene il perché, e devi conviverci.
In queste poche settimane puoi dire di essere entrato abbastanza in confidenza con il vostro Ochibi; nonostante sia un tipo taciturno riuscite a parlare di tutto e quindi è per questo che stamani non sei passato a prenderlo come ogni mattina; non l’hai nemmeno avvisato, ma quando hai pensato che forse c’era una seppur remota possibilità che ti parlasse dell’uscita del giorno prima e hai automaticamente deviato strada per non passare davanti casa sua, era troppo tardi per potergli telefonare.
Non hai pensato alla sua reazione, così quando te lo ritrovi di fronte all’ora di pranzo, davanti alla porta degli spogliatoi e chiedendoti di parlare, sei assolutamente impreparato.
Ti guardi intorno cercando un senpai o addirittura quella stupida Vipera - e Dio solo sa come mai preferiresti anche litigare con lui, piuttosto che affrontare Ryoma -, per una via di fuga qualsiasi, ma sembra che per quel giorno tutti abbiano avuto altri impegni per il pranzo.
Arreso, lo osservi immobile davanti a te; non sembra particolarmente arrabbiato, però c’è qualcosa che non va’.
“Non sei venuto, stamani.” dice semplicemente.
“Non mi sono svegliato in tempo.” menti “Sei arrivato tardi?” chiedi preoccupato, ma lo vedi scuotere le spalle, come se la cosa non fosse rilevante.
“… Non me lo aspettavo.” commenta e si abbassa di più la visiera sugli occhi, sembra che voglia dire qualcos’altro, ma che non ne abbia il coraggio.
Tocca a te, ora. Sai che devi dire qualcosa, qualsiasi cosa, qualche frase stupida va bene lo stesso… Sei o non sei Momo-chan?
Fai per aprire bocca, ma Echizen ti precede con una frase che te la fa spalancare dalla sorpresa. “Ti ho fatto qualcosa?”, quattro parole che non ti saresti mai aspettato da lui.
Anche lui ne deve essere sorpreso, forse imbarazzato, non ti guarda e tiene le mani in tasca. Ti stupisce anche, incoerentemente, di non vederlo giocare con la sua racchetta e una pallina.
Ora però devi rispondere.
Ti sforzi di fare una delle tue migliori risate, sperando di suonare reale, ma non puoi ridere per sempre. Prendi coraggio.
“Perché pensi questo?” chiedi in risposta.
Scrolla nuovamente le spalle, minimizza sempre tutto, lo sai. Sorridi, sincero ora, a pensare a come riesci a capirlo bene.
Posi una mano sulla sua testa - beh, sul cappellino - e poi scuoti la tua come un genitore apprensivo che ha visto tornare il proprio figlio in ritardo a casa, dispiaciuto per aver disobbedito. “E’ tutto okay.” rispondi.
Ed è vero, lui non ha fatto nulla, sai che la colpa non è sua. Sei tu che ultimamente non ti capisci nemmeno da solo e comunque, anche se così non fosse, non riusciresti ad essere arrabbiato con Ryoma.
Fai per andartene, ritenendo chiarita la questione, quando lo senti parlare. “Ieri eri strano.” mormora sovrapensiero, “Anche se non capisco perché tutti pensavate che avevo un appuntamento…”
Ti volti verso di lui, sorpreso. “Ryuzaki-chan è una ragazzina carina, tranquilla…” dici spontaneo.
“Mhm… sì.” ammette “Ma ora devo occuparmi del tennis.”
Sulle prime non sai come sentirti, ma ti ritrovi a sbuffare e sorridere. “Ochibi.” mormori.
“Cos’hai detto, Momo-senpai?” chiede voltandosi a guardarti ingenuamente. Scrolli nuovamente la testa e gli sorridi, “Domani sarò puntuale.”
“Ci conto.” risponde ed anche se ha già voltato la testa sei riuscito a vedere chiaramente che anche lui stava sorridendo.
Te ne vai definitivamente, più tranquillo.
Ancora non sei riuscito a capire cos’è che ti turba tanto, ma almeno sai che hai tempo per pensarci.



Fine.