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Autore: Fantasiiana    23/07/2014    9 recensioni
AU | Storia partecipante al contest "Choose your cabin" indetto da Daenerys Laufeyson
Nico di Angelo odiava le file, ma ancora di più odiava le file dei fast food. Per chi non conoscesse la differenza fra le suddette file, le prime sono normali ingorghi di persone intente ad aspettare di raggiungere la loro meta, cosa che avviene generalmente molte ore dopo; le seconde, invece, sono sì ingorghi di persone intente ad aspettare di raggiungere la loro meta, ma circondate da orde di bambini urlanti che girano loro intorno, lamentosi e irrequieti. Se poi a questo si aggiungeva il fatto che Nico fosse anche un perfetto soggetto da guardare in modo strano e indicare con curiosità, potrete capire il disagio, o meglio l'odio, che il quattordicenne cominciava a provare per i presenti e, in particolare, per sè stesso. Questo perché, se erano andati ad incappare in quell'orribile situazione, ovviamente, era solo colpa sua.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ade, Bianca di Angelo, Nico di Angelo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nickname: Fantasiiana
Titolo: Nico di Angelo offre gli Happy Meal... a suo padre
Rating: Verde
Personaggi: Ade, Bianca di Angelo, Nico di Angelo
Intro: AU | Storia partecipante al contest "Choose your cabin" indetto da Daenerys Laufeyson
Nico di Angelo odiava le file, ma ancora di più odiava le file dei fast food. Per chi non conoscesse la differenza fra le suddette file, le prime sono normali ingorghi di persone intente ad aspettare di raggiungere la loro meta, cosa che avviene generalmente molte ore dopo; le seconde, invece, sono sì ingorghi di persone intente ad aspettare di raggiungere la loro meta, ma circondate da orde di bambini urlanti che girano loro intorno, lamentosi e irrequieti. Se poi a questo si aggiungeva il fatto che Nico fosse anche un perfetto soggetto da guardare in modo strano e indicare con curiosità, potrete capire il disagio, o meglio l'odio, che il quattordicenne cominciava a provare per i presenti e, in particolare, per sè stesso. Questo perché, se erano andati ad incappare in quell'orribile situazione, ovviamente, era solo colpa sua.
Nda: E' solo una piccola OS senza troppe pretese, ma che mi sono divertita molto a scrivere^^ Trovo che il gruppo Ade-Nico-Bianca sia quello più interessante nel contesto "famiglia" perchè composto da caratteri forti e diversi fra loro, e pensare al mio dio preferito costretto ad entrare in un Mc Donald's pieno di gente urlante è il massimo! Insomma, spero che vi piaccia^^

Ps: il titolo della OS richiama quello di uno dei capitoli de "La battaglia del labirinto": Nico di Angelo offre gli Happy Meal ai morti.





Nico di Angelo offre gli Happy Meal... a suo padre






Nico di Angelo odiava le file, ma ancora di più odiava le file dei fast food. Per chi non conoscesse la differenza fra le suddette file, le prime sono normali ingorghi di persone intente ad aspettare di raggiungere la loro meta, cosa che avviene generalmente molte ore dopo; le seconde, invece, sono sì ingorghi di persone intente ad aspettare di raggiungere la loro meta, ma circondate da orde di bambini urlanti che girano loro intorno, lamentosi e irrequieti. Se poi a questo si aggiungeva il fatto che Nico fosse anche un perfetto soggetto da guardare in modo strano e indicare con curiosità, potrete capire il disagio, o meglio l'odio, che il quattordicenne cominciava a provare per i presenti e, in particolare, per sè stesso. Questoperché, se erano andati ad incappare in quell'orribile situazione, ovviamente, era solo colpa sua.
Quando suo padre, quella mattina, contrariamente a quello che faceva di solito per passare del tempo con i figli -ovvero assolutamente niente-, aveva proposto loro di scegliere un posto tranquillo dove andare a cenare tutti e tre insieme, senza la presenza della loro odiosa matrigna e quell'ossessionata di cereali della madre di lei, aveva accolto la notizia con una gioia inaspettata. Da tempo aveva perso le speranze di essere notato dal padre, Ade di Angelo, e normalmente avrebbe reagito con un certo sospetto, ma non quella volta. Dopotutto aveva quattordici anni: l'irrefrenabile e insaziabile voglia di ingozzarsi di cibo spazzatura vinceva con notevole differenza di punti sulla coscienza già stordita dall'odore pungente di frittura.
E così, aveva proposto, mantenendo tutto il contegno di cui era capace, o almeno provandoci, di andare in un locale all'ultimissima moda, frequentatissimo e dall'alta ristorazione: il Mc Donald's.
Sua sorella Bianca si era voltata verso di lui di scatto, incredula.
-Non dirai sul serio!- aveva esclamato, ma il padre aveva alzato una mano liquidando il discorso.
-Tranquilla, Bianca. E' comprensibile. Andremo in questo... fast food dozzinale di serie C secondo il volere di tuo fratello. Sceglierai tu la prossima volta, e confido nella tua virtuosa capacità di giudizio.
Nico aveva stretto i pugni, ma non aveva ribattutto pur di evitare uno scontro col padre che avrebbe inevitabimente cancellato la sua unica possibilità di non mangiare qualcosa a base di cereali, quella sera. E così, eccoli lì a fare una stupida fila in mezzo al caos più totale.
Nico evitava accuratamente di sollevare lo sguardo sul volto del padre: sapeva che non gli avrebbe risparmito la sua occhiata di disapporvazione mista a sarcasmo e sapeva altrettanto bene quali pensieri stavano attraversando la mente dell'uomo in quel momento. Sicuramente dentro di sè, seppellita sotto strati e strati di disgusto, vi era una piccola parte che se la rideva chiendendosi come avesse potuto anche solo pensare che il figlio avrebbe potuto scegliere un posto con un minimo di classe.
Abbassò la testa, Nico, pentito di quello che aveva fatto e desideroso solo di tornare a casa e chiudersi in camera sua.
Ad un tratto, qualcosa andò a cozzargli proprio contro i polpacci. Si voltò di scatto, pronto ad urlare, e si ritrovò davanti gli occhi tremanti di un bambino.
-Mi scusi, signore...
-Gioca da un'altra parte- lo congedò borbottando e rivoltandosi Nico, le mani che correvano come conigli in fuga a infilarsi dentro le tasche del giubbotto da aviatore. Non aveva voglia di sgridare quel bambino...
Con orrore si accorse troppo tardi che Ade aveva osservato l'intera scena. Ma ancora il peggio doveva venire...

-Sì, signore, desidera?- chiese gentilmente una commessa.
Ade non le rispose nemmeno, troppo occupato a studiare con un sopracciglio inarcato e uno sguardo scetticco il tabellone con i "piatti" del locale.
-Signore?
Bianca si fece avanti, non sopportando più quella situazione, il cappellino verde ben calcato sui lunghi capelli neri.
-Ehm... Vorremo...
Personalmente, sarebbe semplicemente voluta uscire da lì, e non solo per quello che avrebbe pensato, o che stava pensando, il padre: lei odiava il cibo spazzatura, e odiava altrettanto l'idea che Nico ne mangiasse troppo.
Gettò un'occhiata dubbiosa ad Ade, intento a scrutare quasi divertito il piccolo frammento di tabellone dedicato alle insalate.
-Facciamo tre di quelle- concluse Bianca, sospirando.
-Io voglio l'Happy Meal- si intromise Nico.
Lei si voltò a guardarlo, furiosa, con un cipiglio straordinariamente simile a quello del padre.
-Non puoi proprio trattenerti per una sera?
-Ma...
-Un Happy Meal- esclamò rivolta alla commessa.
-Con un tost- aggiunse Nico.
-Con un tost- ripetè lei.
-E la sorpresa!
Bianca si massaggiò gli occhi stancamente, pregando che quel supplizio finisse presto.
-Ecco a voi, buon appetito!- augurò la commessa consegnado i vassoi ai tre.

La parte peggiore, probabilmente, fu trovare posto.
Girarono per un po' fra i tavoli, guardandosi intorno circospetti in cerca di un piccolo frammento di vuoto in mezzo a quella calca urlante e pozze di Coca-Cola radunatesi nel pavimento in ceramica bianca.
Alla fine, Bianca intravide un tavolo in un angolo, poco lontano dai bagni, con ancora degli scatoli di Happy Meal sventrati sopra. Mollò il vassoio a Nico e vi corse incontro saltando le pozze, agile come una gazzella. Ripulì in fretta il tavolo e si sedette dando le spalle al bagno, così che il padre non ne avrebbe sentito il lezzo... non quanto lei, almeno.
Nico arrivò tutto contento e le si sedette accanto, mentre Ade si sistemava lentamente e con un'espressione di puro disgusto davanti ai figli.
La cena fu silenziosa, ovviamente.
Mentre Nico infilava una mano nella buffa scatola dell'Happy Meal -Bianca non capiva proprio perchè avesse quella forma- per pescare la sorpresa, Ade sollevò la testa a guardarlo.
Per distogliere la sua attenzione dal fratello che scartava tutto emozionato un pupazzino di Nemo, Bianca si fece coraggio, raddrizzò la schiena e si sporse a chiedere: -Allora... Com'è l'insalata?
-Oliosa.
-Oh, bè... Qui sono soliti usarlo molto, sai... Persino nel...
-Quindi tu... mangi molto spesso questa roba, Nico?- la interruppe Ade, squadrando il figlio con un sopracciglio alzato.
-Se ne mangiassi così spesso come dici, papà, credi che sarei ancora rinchiuso in questo corpo mingherlino?
Ade socchiuse le palpebre, irritato per il tono del figlio.
Nico, allora, roteò gli occhi e gli allungò una patatina.
-Assaggia e basta.
Gli occhi dell'uomo parvero infiammarsi, e Bianca temette per un momento che il padre avrebbe presto preso a strangolare il figlio. Ma, fortunatamente, una sola mano si sollevò per prendere con due dita l'oggetto fradicio d'olio e sale, come ad accogliere una sfida, il volto del suo proprietario già pronto ad esibire uno sguardo di trionfo per un'emminente vittoria.
Quando il frammento dorato sparì oltre le labbra chiare del padre, Bianca ebbe un fremito impercettibile senza sapere neanche perché. Si era aspettata... Bè, a dire la verità non sapeva neppure lei cosa si fosse aspettata, ma di certo non la scena che ora aveva davanti.
L'uomo masticava cauto la patatina, le sopracciglia aggrottate e gli occhi confusi a cercare di rincorrere una spiegazione invisibile nell'aria.
-Allora?- chiese Nico.
-E'...
Nico sorrise e gli porse l'intero pacchetto.
-E non hai assaggiato le crocchette di pollo!
-Hanno... Fanno anche quelle?- chiese l'uomo, improvvisamente interessato.
-Sei stato quasi un'ora a fissare il tabellone! Come hai fatto a non notarle?- chiese stupito il ragazzo.
-Ecco, io...
-Devi assolutamente provarle!
Ade rimase in silenzio, gli occhi fissi sul pacchetto bianco davanti a lui.
-C'era anche... Quello strano gelato con quei cosetti colorati...
-Si chiamano Smarties, papà. Possibile che tu non li abbia mai mangiati?
-No- rispose un po' piccato Ade, ma davanti al viso gentile di Nico si addolcì appena. -Non ho mai provato, no.
-Vedrai quanto sono buoni! La prossima volta ordino io per te!
Bianca a quel punto esplose.
-Aspetta! Stai dicendo sul serio? Ti piace veramente questa roba?!
-Ehi! Di che ti stupisci? L'olio bollente scioglie anche i cuori più freddi come il suo!- esclamò Nico.
Bianca gettò un'occhiata disperata a suo padre, che però la guardò senza sapere cosa ribattere.
-E' veramente buono...- si schermì.
-Io... Io non posso crederci!!!
-Credici, invece, sorellina. Con questo si potrebbero risvegliare anche i morti!
-E sentiamo un po', com'è che ci riusciresti?- chiese beffardo Ade, ma Bianca intravide una nota di divertimento dietro i suoi occhi.
-Bè, si potrebbe fare come con i greci, no? Si scava una buca e ci si getta tutto dentro!- rispose Nico scrollando le spalle con semplicità.
-E secondo te questo basterebbe?
-Bè, ovvio che sì! Chi potrebbe mai rinunciare al dolce profumo di hamburger e patatine fritte?
-Io no di certo- confessò infine Ade, decidendosi finalmente a tuffare una mano nel pacchetto bianco. -Raccontami ancora di questa cosa di risvegliare i morti con il cibo spazzatura.
E così la serata procedè straordinariamente e incredibilmente liscia come se, commentò Nico molto tempo dopo, fosse stata immersa nell'olio da frittura.

  
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