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Autore: Janta    24/07/2014    1 recensioni
Dal testo:
"La testa gli pulsava terribilmente. Una folla accorse attorno a lui, per circondarlo. Riconobbe le figure di due Baskerville che gli presero la pistola, e poi gli misero il braccio dietro la schiena. Non poteva piú reagire. Ma non l'avrebbe comunque fatto, perchè le gambe gli cedettero nuovamente e cadde riverso in avanti, per terra."
L'angolo dell'autrice:
Beh, ho provato a immaginare un finale diverso da quello proposto nel volume 19. É la mia prima storia, quindi siate clementi~
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gilbert Nightray
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aveva approfittato di un momento in cui non c'era nessuno in corridoio per uscire all'aria aperta. Sapeva che, altrimenti, nessuno gli avrebbe permesso di andarsene dalla sua stanza. Tantomeno Vince. Aveva percorso i corridoi lentamente, con lo sguardo che passava da un oggetto all'altro in modo molto casuale. Un pilastro, una porta, un vaso. Era vuoto, confuso. I ricordi che aveva recuperato gli turbinavano in testa in modo quasi inquietante, e lo facevano impazzire. Ma piú di tutti, gli faceva male quello che era appena accaduto. Lui aveva sparato a Oz. Lui, che era il suo servitore. Lui, che aveva promesso di proteggerlo. Lui... Un Baskerville. Tutto quello sembrava un sogno. Anzi, un incubo. Ma non lo era. No, era la realtà. Una realtà che non ti risparmia mai niente. Ma proprio dopo aver riflettutto per ore, aveva finalmente capito cosa doveva fare. Non gli importava nulla delle sue origini, della povertà che era stato costretto ad affrontare a causa di Vince, della successione dei Glen. Un unico pensiero gli dominava la mente. "Proteggi Oz". Si, era questo che doveva fare. E l'avrebbe fatto ad ogni costo. Aprì l'ultima porta che lo separava dall'esterno, e uscì. La pioggia battente continuava a cadere, e appena Gil fece qualche passo, questa inizió a bagnarlo dalla testa ai piedi, ma lui non se ne curó. In fondo, quel tempo rifletteva perfettamente il suo stato d'animo. Con gli occhi nuovamente inondati dai ricordi, osservó alcuni fiocchi cadere dal cielo. Erano luminosi, e davano all'atmosfera un qualcosa di magico, nonostante fossero un chiaro segnale dell'imminente tragedia. Gil sospiró. Sapeva chi si nascondeva all'interno di Oz. O meglio, chi era lui in realtà. Peró, non poteva non proteggerlo. Oz era il suo padrone. Da quando era arrivato a casa Vessalius era sempre stato protettivo nei suoi confronti, e ritrovarlo dopo la caduta in Abyss era stato un sogno per lui. Era pronto a chiamare Raven. Voleva che eseguisse la sua condanna. Sapeva che in quel modo avrebbe perso il suo braccio sinistro, ma non gli importava, perchè aveva capito chi voleva proteggere. Sentì qualcuno che lo chiamava. Era Vince. Gli venne da ridere e piangere insieme, aveva bisogno di sfogarsi. E lo fece. Ma poi... Era giunto il momento di chiamarlo davvero, il suo chain. "Raven!", urló, con quanto fiato aveva in gola. Vincent tentó di fermarlo, ma ormai era troppo tardi. Sentì le lacrime rigargli il volto, ma poco gli importava. Non si sarebbe piú fatto fermare dalla paura, o dal dolore dei ricordi. Gli rimaneva poco tempo ancora. Appena la fiamma del corvo lo raggiunse, sentì un grande bruciore al braccio. Subito dopo, vide che quest'ultimo era scomparso. Senza perdere altro tempo si voltó e si mise a correre. Un vento forte si era appena alzato, e nella sua corsa contro il tempo gli sferzava il volto e gli scompigliava i capelli fradici. Sapeva che in quel momento Leo, o meglio, Glen, stava eseguendo la condanna di Jack, e se non fosse arrivato in tempo, Oz sarebbe morto. Arrivato di nuovo alla villa, aprì la porta con violenza, ed entró nella sala dell'esecuzione. Era troppo tardi. La spada di Elliot aveva giá trafitto il corpo di Oz. Le gambe gli cedettero, e si ritrovó in ginocchio. Un dolore lancinante gli investì il petto, come se la spada avesse trafitto lui. Calde lacrime invasero il suo volto, e caddero sul pavimento. Si costrinse ad alzarsi in piedi, e come guidato dal dolore, senza piú ragionare, premette il grilletto della pistola. L'aveva puntata verso Glen, e fece appena in tempo a vederlo vacillare che sparó di nuovo. Premette il grilletto ancora e ancora, anche se sapeva che sarebbe stato inutile. Un Baskerville poteva guarire benissimo da dei colpi di pistola. Comunque, questo non voleva dire che non si percepisse il dolore. Vide Glen cadere in seguito alla raffica di colpi, e subito fu il caos. La testa gli pulsava terribilmente. Una folla accorse attorno a lui, per circondarlo. Riconobbe le figure di due Baskerville che gli presero la pistola, e poi gli misero il braccio dietro la schiena. Non poteva piú reagire. Ma non l'avrebbe comunque fatto, perchè le gambe gli cedettero nuovamente e cadde riverso in avanti, per terra. La vista inizió ad annebbiarsi, e l'ultima cosa che vide fu il corpo di Oz, in lontananza, circondato da una pozza di sangue. Poi, tutto divenne nero.
   
 
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