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Autore: Terpsichore    24/07/2014    16 recensioni
Darren osservava Grace proprio come un pittore guarda la sua tela più bella, innamorato del suo lavoro tanto da guardarlo fino distruggerlo perchè troppo perfetto. Darren avrebbe voluto consumarla di baci, di carezze, e di tutto ciò che poteva farla sentire più sua, consapevole che una cosa tanto bella non lo avrebbe mai stancato.
Genere: Drammatico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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STAY

 
Dublino non era mai stata una cittadina famosa per il sole, eppure quel giorno la pioggia aveva cominciato a cadere giù dal mattino e ancora alle due di notte passate, non sembrava pronta a smettere.
Quella notte del 31 marzo, ormai primo di aprile, Grace non riusciva a dormire per il fastidioso rumore dall'acqua che gocciolava sul pavimento del suo bagno. Si era ripromessa più volte di far riparare il tetto, ma non ne aveva mai avuto il tempo ne' la voglia. 
Non riusciva a prendere sonno anche perchè aveva paura della pioggia, dei lampi e dei tuoni, ed avrebbe voluto che qualcuno dormisse con lei, qualcuno da abbracciare per rassicurarsi. Sapeva che avrebbe potuto chiamare Dylan in qualsiasi momento, ma nemmeno il suo ragazzo avrebbe saputo come farle passare quella stupida paura da bambini, come lui stesso la definiva.
Si giró nel letto osservando il muro bianco e freddo che le stava di fronte, percorrendo con lo sguardo la crepa formatasi nel muro un anno prima.
Sapeva che avrebbe dovuto cambiare appartamento, eppure non ne aveva il coraggio, troppi ricordi:
Tutte le feste che aveva dato da quando viveva da sola, quelle nelle quali puntualmente Samantha finiva per ubriacarsi e rompere diverse bottiglie di birra facendole finire sui muri. E poi c'era anche la parete del corridoio, quella che aveva dipinto con Alysse, una pittrice francese che viveva nel suo palazzo, proprio nel piano sopra il suo. Il motivo principale per il quale non aveva ancora traslocato peró, era la poca distanza dalla casa di Darren, il suo migliore amico. Darren non era mai stato l'amico perfetto, ma era stato presente in ogni momento della vita di Grace, ed era sempre stato pronto a darle un abbraccio; Si erano incontrati la prima volta per una serie di sfortunati eventi, e quando si erano conosciuti, non avrebbe mai nemmeno pensato che potesse entrare a far parte della sua vita, ma burrascosamente si era catapultato nella sua esistenza.
La prima volta in cui si fa un colloquio di lavoro, si spera di apparire al meglio per fare una buona impressione, e quella mattina d'inverno Grace, si era alzata di buon mattino per vestirsi, pettinarsi e truccarsi di tutto punto, e dopo ore di preparazione era uscita di casa pronta a fare la sua figura plateale, quando uno sconosciuto dagli occhi azzurri le aveva versato una tanica di caffé addosso.
Era passato molto tempo da quel momento, eppure ricordandolo le venne da ridere.
Il cellulare appoggiato sul comodino in vimini vibró, facendo più rumore del dovuto. 

Un nuovo messaggio ore: 02.31
Da: Darren

"Sei sveglia vero?"

Si rigiró il telefono tra le mani non convinta se rispondere o no. Voleva evitare che facesse una pazzia delle sue, proprio come quel giorno in cui le aveva portato una vaschetta di gelato allo yogurt in piena notte, solo perchè ne aveva voglia.

Un nuovo messaggio ore: 02.33
A:Darren

"Si.."

Digitó velocemente quelle due lettere, per poi riappoggiare il cellulare sul comodino al suo fianco e rigirarsi nelle lenzuola rosse del suo letto.
Dopo dieci minuti si rese conto che l'opzione migliore non era rigirarsi nel letto alla ricerca del sonno, e di certo non poteva essere il posto adatto per schiarirsi le idee: sembrava proprio come una gabbia invisibile. Poggió i piedi sul pavimento dalle piastrelle gelide per ritirarli subito andando alla ricerca delle ciabatte dall'interno di pile.
Mosse qualche passo verso la cucina per poi appoggiarsi con la schiena al bancone, proprio accanto al lavandino. Provava una fitta al petto, una di quelle opprimenti e soffocanti, qualcosa di astratto ma allo stesso tempo troppo reale. Aveva girato tanto attorno alla causa di quel malessere continuo, e nonostante cercasse dei diversivi per spiegarselo, di rese presto conto che la vera causa era il pensiero fisso su Darren, e non poteva fare nulla per cambiarlo.
Aprí l'anta sopra il forno, estraendone fuori il pacchetto dei filtri della camomilla ed il pentolino.
Affogò due filtri nell'acqua per poi lasciare che bollissero.
Erano passati ormai due giorni da quando aveva abbandonato le sue certezze, dichiarando al ragazzo quello che realmente provava per lui.
Il suono stridulo del campanello fece sussultare Grace. Guardò stranita l'orologio sulla parete che segnava le tre passate. Prima di realizzare che quel rumore non era stata solo un'illusione della sua testa, ci vollero alcuni secondi ed altri trilli di campanello.
Ancora nel buio, percorse quel corridoio che ormai conosceva a memoria fino ad arrivare al portone in legno scuro, domandandosi chi fosse a quell'ora, nonostante conoscesse giá la risposta.
Aperta la porta, si ritrovó davanti gli occhi azzurri di Darren, ma più lucidi del solito.
《Ehi.》 Cominció lui abbassando lo sguardo sul pacchetto che teneva tra le mani. 《Questo è per te. Buon compleanno piccola.》 Era nata il primo di aprile, bello scherzo della natura eh? 
《Hai bevuto?》 Era una domanda retorica che confermava la sua tesi. Lo conosceva fin troppo bene per non conoscere quel suo stato.
《Due birre per trovare un barlume coraggio.》 Le rispose rimanendo fermo sul suo portone mentre Grace aveva ancora la maniglia di esso stretta nella mano destra.
《Vai a casa.》 Sospiró scuotendo la testa, andando contro ogni suo muscolo che la supplicava disperatamente di chiedergli di restare con lei. Cercò di chiudergli la porta in faccia, ma la determinazione di Darren non tardò a farsi vedere.
《Devo parlarti.》 Affermó muovendosi in avanti e sbattendo la porta dietro di lui, mentre Grace indietreggiava con il cuore in gola.
《In piena notte?》 Il suo esile corpo incontrò la parete fredda del corridoio. La penombra faceva si che l'uno non riuscisse a vedere pienamente il volto dell'altra. Grace si strinse di più nel maglione bianco che usava come pigiama, infreddolita per le basse temperature e per la poca distanza che la divideva da Darren.
《Non posso aspettare.》 Le rispose abbassando lo sguardo sulle sue gambe seminude sorridendo. Con uno scatto Grace si abbassó il maglione il più possibile ottenendo peró scarsi risultati.
《Mi hai portato la red velvet.》 Cercò di cambiare discorso estraendo un muffin rosso dal pacchetto. Rialzó lo sguardo verso Darren osservando il suo abbigliamento. La maglietta bianca delineava appena la forma del suo addome mentre i jeans scuri a vita troppo bassa, lasciavano intravedere i boxer grigi. 
《Ventitré anni si compiono una volta sola.》 Sorrise andandole vicino per accarezzarle una guancia. Come al solito arrossì. Odiava quella caratteristica di se stessa, non le permetteva di provare una qualsiasi emozione senza che ne venissero tutti a conoscenza.
《Esattamente come ventiquattro, venticinque,ventisei.》 Il suo tono da saputella che l'accompagnava dalle elementari o forse dall'asilo, veniva fuori in ogni occasione, fuori dal suo controllo.
Rimasero qualche secondo in silenzio, osservandosi attentamente, come se stessero scattando una fotografia l'uno all'altra. Grace si gustava le lentiggini appena visibili di Darren, il suo collo che tanto le piaceva, e le sue mani che amava più di ogni altra cosa. Darren osservava Grace proprio come un pittore guarda la sua tela più bella, innamorato del suo lavoro tanto da guardarlo fino distruggerlo perchè troppo perfetto. Darren avrebbe voluto consumarla di baci, di carezze, e di tutto ciò che poteva farla sentire più sua, consapevole che una cosa tanto bella non lo avrebbe mai stancato.
《Grace?》 La richiamó dal suo stato di trance. Lei sbattè velocemente le palpebre piú e piú volte, riprendendo l'autocontrollo di se stessa. Qualunque cosa avesse risposto sarebbe stata fuori luogo, o almeno così le sembrava, così rimase in silenzio, quel tipo di silenzio accogliente, quello nel quale si sta aspettando una risposta importante, quel tipo di ansia che mette ansia e sicurezza allo stesso tempo.
《Sono innamorato di te.》 Darren sputò quelle parole con ancora gli occhi lucidi per l'alcool e per l'emozione di aver condiviso un sentimento tanto grande, con la persona a cui era riferito.
《Dai Darren, ancora con i pesci d'aprile?》 Rise continuando guardarlo incredula. Si ricordò di aver lasciato la camomilla sul fuoco e si mosse velocemente per andare a prenderla. Probabilmente erano il sonno e la tarda ora a giocarle brutti scherzi, ma si rese conto solo dopo di avere il braccio intrappolato dalla mano del suo amico.
《Non ero così serio nemmeno quando ho discusso la mia tesi di laurea.》 Il suo volto si fece serio e serró la mascella. Il suo senso dell'umorismo faceva parte di lui più di qualsiasi altra parte fisica del suo corpo.
《Non ti conviene innamorarti di me.》 Lo guardava fisso negli occhi non riuscendo a pronunciare alcuna parola. Il suo braccio era abbandonato completamente alla presa della sua mano destra. Non riusciva a staccarsi da lui, dal suo tocco e dal suo profumo che la faceva arrivare dritta in paradiso. Per quanto possibile si sentiva più emotivamente vicina a Darren, come se i loro cuori battessero l'uno in funzione dell'altro.
《Mi sono innamorato di te per le tue lentiggini così carine che ti stanno benissimo, mi sono innamorato perchè odi arrossire e quando te lo faccio notare ti arrabbi, e sei ancora più bella se è possibile. Mi piace farti il solletico perchè so che ti fa ridere e amo quando ridi. Amo le tue labbra così rosse, e credo che per te parlare sia uno spreco, perchè labbra come le tue andrebbero baciate ogni ora, ogni minuto, ogni secondo della giornata. Amo la tua paura di essere sempre inadeguata e sinceramente non me la spiego perchè per me sei sempre perfetta. Ogni volta che piove penso a te e penso a quanto hai bisogno di qualcuno che ti abbracci per addormentarti, e penso a quanto quel qualcuno vorrei essere io.》 Prese un sospiro mentre passava in rassegna tutti i suoi pensieri, ed il discorso che probabilmente non si era preparato, perchè Darren era cosí.《Mi sono innamorato di te perchè quando cerchi di camminare sui tacchi e non ci riesci mi fai ridere. Ho capito di essere innamorato di te cosí perdutamente, perchè posso andare a letto con tutte le ragazze di questo mondo, ma penso sempre a te. Questi sono solo pochissimi motivi per i quali sono innamorato di te, e ne posso trovare talmente tanti per dirtene uno al giorno, fino alla fine dei nostri giorni. Grace, ti amo, e non ti lascerò andare via da me, ancora.》 Grace non aveva mai pensato che uno come Darren potesse provare simili sentimenti. In realtá lo sapeva, ma non avrebbe mai pensato che potesse esternarli tutti insieme. Rimase impassibile, aspettando e sperando che la sua bocca pronunciasse altre parole belle come quelle.
《Lascia Dylan.》 Chiese come una supplica in un sussurro. 
《Perchè quando sono venuta da te mi hai respinta? Cosa è cambiato in due giorni?》 Aveva la rabbia in corpo, probabilmente perchè era sempre stata lei a fare il primo passo, e perch3 era sempre stata abituata ad avere il controllo su tutto, ed ad avere tutto ció che voleva, quando lo voleva.
《Non lo so.》 Sussurró sinceramente aprendo le braccia in segno di resa. 《Mi sei mancata in questi due giorni, ma non come ti manca un'amica. Io non te lo so spiegare, non sono bravo con le parole.》 Cercò maldestramente di spiegare il suo stato d'animo. Avanzó qualche centimetro stringendo la vita di Grace tra le sue mani.
《Non farti male. Stammi lontano.》 Le pesava dire quelle parole, ma l'ultima cosa che avrebbe voluto era sofferenza di Darren.
《Stai con me.》 Sembrava una supplica mascherata da ordine. Due frasi cosí contraddittore e stridenti tra loro, e cosí cariche di significato. 
Grace sorrise amaramente, a conoscenza di una veritá che avrebbe distrutto i loro sogni di una vita progettata insieme.
《Spero che amerai anche il mio tumore allora.》 Una pugnalata arrivó dritta nello sterno di Darren, per arrivare direttamente al cuore, trafiggendolo trucemente. Si riprese subito sorridendo con le fossette che rendevano il suo sorriso ancora più bello.
《Questa volta dovresti smetterla tu con i pesci d'aprile.》 Continuò convinto che niente di quello che aveva detto fosse vero. Si ricredette soltanto quando una lacrima rovente, scese sulla guancia perfetta di Grace, abbattendo il suo muro interiore fatto di quell'orgoglio che non le permetteva di dare a vedere la sua fragilitá.
《Sono più seria del giorno del diploma.》 Fece eco ad una delle risposte di Darren, con la voce spezzata dal pianto. Era completamente esposta, come mai era stata con nessuno. Nessuno sapeva che dire per paura di sembrare inopportuni.
《Che bello scherzo della vita. Ti divo che ti amo mentre mi faccio un sacco di film sulla nostra vita insieme e tu mi dici che hai un tumore?》 Mollò la presa su di lei, si morse il labbro inferiore fino a farlo sanguinare, e quando si rese conto che niente di tutto ciò avrebbe funzionato, scagliò un pugno contro il muro. Avrebbe urlato, ma non avrebbe risolto niente, e sicuramente uno dei vicini avrebbe sporto denuncia.
《Ehi.》 Grace gli si avvicinò poggiandogli una mano sul petto cercando di tranquillizzarlo. 《Andrá tutto bene.》 Darren la guardó. Le sembrava quella Grace di sempre, così vitale, eppure qualcosa la stava distruggendo da dentro. 
《Io però mi aspettavo una di quelle scene da film, con il bacio perfetto, e non queste lacrime ed un ragazzo con una mano semi-fratturata.》 Grace non perdeva la sua simpatia e la sua solaritá nemmeno nei momenti in cui avrebbe avuto tutto il diritto di urlare al mondo quanto la vita fosse ingiusta.
Darren la guardó fissa negli occhi azzurri per poi baciarla intensamente, con tutta la passione e l'amore che il suo corpo poteva contenere.
《Resta.》 Sussurrò Grace sulle labbra di Darren, e si sentì messa a nudo di fronte a lui, come non lo era mai stata prima. 
Riusciva a sentire la rabbia, la frustrazione, l'amore e tutto il mix di sentimenti che provavano. Era felice di poterlo dire a pieni polmoni, senza paura che potesse ferirsi da sola, involontariamente. Nonostante la gola che le prendeva fuoco, sentiva che chiedergli di restare era la cosa piú giusta; sentiva che se fosse rimasto con lei, ogni pericolo, paura o malessere sarebbe svanito, dissolvendosi nel nulla.
I loro sorrisi ed i loro occhi sognanti, erano la prova lampante che l'amore vince su tutto, e che spesso bisognerebbe guardare un po' più in la del proprio naso per trovare la felicitá.
BUONGIORNO GENTE!
Sono tornata con una nuova one shot originale che bhe, è stata immaginata di notte, come al solito ahah.
Come al solito è una cosa romantica (forse anche troppo) ma che ho dovuto concludere drammaticamente (o quasi).
Cretemi, ho sofferto moltissimo scrivendo questo finale così, e ammetto si stare pensando ad uno spin off.
Mi innamoro sempre di più di tutto quello che scrivo (non la prendete per modestia), è solo perchè mi ci affeziono sempre tantissimo.
Ho scritto questa storia ascoltando ''Heartbreak girl'' che mi ha ispirato tantissimo, ed al momento è la canzone che amo di più.
Bhe, anche il banner l'ho fatto io, o almeno ci ho provato, quindi fatemi sapere che ne pensate, sia di quello ma soprattutto della storia. 
Bhe, ho finito le parole quindi mi dileguo un bacione.
Michela.
 
  
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