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Autore: Pink Lela    05/09/2008    5 recensioni
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“Sai qual è il mio fiore preferito?” chiese la giovane, voltando la testa verso Caspian.
“No”
“La margherita” rispose Susan “peccato che qui attorno io non ne veda…”
“Se vuoi, posso accompagnarti in posto dove potrai trovare tutti i fiori che vorrai” disse Caspian, senza pensarci.
Lo sguardo di Susan si illuminò.

One-shot sulla coppia Caspian/Susan.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caspian, Lucy Pevensie, Susan Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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One-shot.
Io, come altri credo, appena visto il film Le Cronache di Narnia – Il Principe Caspian, sono rimasta intenerita dalla appena accennata storia d’amore tra il principe e la bella Susan. Nonostante io abbia letto il libro, mi è piaciuta come idea, e ho voluto dare il mio, seppur minimo, contributo.
Chiamiamolo un tributo al film^^ Fatemi sapere che ne pensate, accetto qualsiasi tipo di commento!

Grazie per l’attenzione, vi lascio alla storia!




Margherite






Susan Pevensie era seduta su una delle numerose poltrone di cintz rosso presenti nel salone del castello di Cair Paravel, intenta a leggere un voluminoso libro sulla storia di Narnia, che le era stato procurato da Cornelius, il precettore del re Caspian X.

Nonostante pensasse fossero cose da bambini, l’affascinava leggere della storia di quel regno, di cui, anni prima, era stata la regina.

“Interessante?” chiese una voce dietro di lei, facendola sobbalzare.

Si voltò, alla ricerca della fonte di quel suono, e i suoi occhi incontrarono quelli scuri e profondi di un giovane.

“Caspian! Cosa fai qui?” chiese la giovane, richiudendo il libro “Se non erro, non è tra i tuoi passatempi preferiti la lettura”.

Il giovane re si passò una mano tra i capelli scuri, abbassando lo sguardo sul pavimento.

“No, non ti sbagli. Infatti non sono qui per dedicarmi alla lettura, ma…” si interruppe, senza riuscire a continuare, bloccato dalla timidezza.

“…Ma?” lo spronò la regina Susan, piegando un poco la testa.

Il giovane prese un respiro infinitamente profondo, prima di rispondere.

“Pensavo solo… che con una giornata così bella, forse, Vostra Maestà vorrebbe seguirmi per fare una passeggiata a cavallo…”.

Susan sentì le guance pizzicare ed abbassò a sua volta lo sguardo sui piedi del re.

Dopo alcuni attimi di silenzio, la regina annuì.

“Sì… Sì, mi piacerebbe molto seguirvi, Maestà” rispose, sottolineando con particolare attenzione l’ultima parola. Questo fece sfuggire un sorriso divertito dalle labbra del giovane re, che alzò lo sguardo su di lei, avvicinandosi alla poltrona.

“Vuole seguirmi, Maestà?” chiese, sempre sorridendo, porgendole un braccio.

“Con piacere” rispose la giovane Pevensie, alzandosi.



“Coraggio, Caspian!” disse Susan, aumentando l’andatura del suo bel cavallo. Dietro di lei, poteva sentire la risata argentina del giovane. Le faceva uno strano effetto sentirla, un piacevole effetto.

Attorno a loro si estendeva un prato verde e rigoglioso, dove sorgevano secolari querce, con le fronde che si facevano cullare del vento leggero.

“Fermiamoci qui” disse Caspian, tirando le redini del suo stallone.

Susan fece altrettanto.

“Hai bisogno di aiuto per smontare da cavallo?” chiese il giovane, ma la bella Susan era già a terra e si era accovacciata sotto una quercia.

Caspian si soffermò ad osservarla. Era davvero bella. Erano vere tutte quelle storie che raccontavano della celebre e tanto decantata bellezza della sovrana, alla quale erano state sottoposte numerose richieste di matrimonio. Le quali, ogni volta, erano state puntualmente rifiutate con cortesia. Lui, poteva soltanto immaginare i preziosi regali che le erano stati offerti in dono…

Si accovacciò accanto a lei nel modo più silenzioso possibile, mantenendo una distanza di sicurezza.

“E’ talmente bello qui” disse Susan, osservandosi attorno.

“Già” rispose il giovane, osservando lei “Bellissimo”.

“Sai qual è il mio fiore preferito?” chiese la giovane, voltando la testa verso Caspian.

“No”

“La margherita” rispose Susan “peccato che qui attorno io non ne veda…”

“Se vuoi, posso accompagnarti in posto dove potrai trovare tutti i fiori che vorrai” disse Caspian, senza pensarci.

Lo sguardo di Susan si illuminò.

“Certo, verrei molto volentieri!”

“Seguimi” disse il giovane, prendendole la mano ed alzandosi.

I due cominciarono a correre per il prato mano nella mano, ridendo senza motivo. Susan aveva entrambe le mani occupate: una, le serviva per tenere sollevato il lungo abito che le avrebbe altrimenti impedito di correre… l’altra, era intrecciata con quella di Caspian.

Le piaceva quel contatto tra la loro pelle, la sua mano era talmente calda…

“Dove mi stai portando?” chiese ad un certo punto la giovane, che aveva un leggero fiatone.

“Tranquilla, ci siamo quasi” rispose Caspian, rallentando appena l’andatura, fino a fermarsi del tutto. Il giovane si voltò verso la ragazza, portandosi un dito sulle labbra. Susan cercò di fare il meno rumore possibile, tanto che poteva sentire lo scricchiolio della terra e dei sassi sotto i loro piedi, o lo strisciare della sua gonna sul terreno.

Si guardò intorno, gli alberi cominciavano a farsi sempre più radi, lasciando maggior spazio all’erba che cresceva rigogliosa e verde, come una grande macchia soffice color smeraldo.

Vide un farfalla nera, un macaone, passarle accanto, elegante e leggera.

“Ci siamo…” sussurrò Caspian, fermandosi.

Soltanto in quel momento Susan si rese conto che si trovavano sul fianco di una bassa collina. Ma la cosa più impressionante si trovava ai piedi di essa, praticamente davanti a lei: in contrasto con il cielo azzurro intenso, dove qualche piccola nuvola bianca faceva capolino, si trovava un prato, un enorme prato, costellato di tanti piccoli fiori, di tutti i tipi possibili ed immaginabili.

Caspian cominciò a scendere il fianco della collina, tirandole la mano. Lei lo seguì, incantata dallo spettacolo. Da quando aveva compiuto dodici anni, aveva sempre ritenuto la caccia ai fiori una sciocchezza, una cosa da bambini.

Ancora una volta, però, doveva ricredersi. Attorno a lei c’erano fiori di tutti i colori, dal blu oltremare al rosso fuoco, e tantissimi tipi di farfalle, ed api, e colibrì, intenti a succhiare il polline.

“Bello, vero?” chiese Caspian, con un sorriso.

“Si…” disse Susan. Non trovava nient’altro da dire, ma sperava che quel semplice monosillabo spiegasse tutto quello che sentiva.

Si sedettero entrambi sul prato, sempre mano nella mano, ridendo ed osservando le farfalle curiose che probabilmente scambiavano il colore sgargiante dell’abito di Susan, per i petali di un fiore troppo cresciuto.




“Che cosa hai fatto questo pomeriggio?” chiese Lucy, sedendosi sul letto della sorella, la quale era intenta a sciogliere i capelli dallo chignon, ormai sfatto, in cui li aveva raccolti quella mattina.

Susan sorrise a quella domanda.

“Ho fatto una passeggiata a cavallo…” disse, vaga. In effetti, il cavallo l’aveva portato con sé, anche se non l’aveva usato per tutto il tempo.

“Capisco… l’hai fatta con Caspian, la passeggiata, vero?” chiese Lucy, con un sorriso enorme. Susan si sentì avvampare.

“Lu, non è ora che tu vada a dormire?”

“Ma Sue…” piagnucolò la sorellina.

“Coraggio, domani dovrai essere sveglia ed attenta, non mezza addormentata!”

“Sue, per favore…” disse la piccola Lucy, facendo gli occhi dolci. Quel metodo funzionava sempre con Peter, suo fratello maggiore.

Ma Susan, purtroppo per lei, non era come Peter.

“No, forza, a letto!” disse, alzandosi dalla sedia ed indicandole la porta.

Lucy si alzò dal letto, sbuffando. Una volta arrivata alla porta, si voltò un’ultima volta verso la sorella maggiore.

“Ti sei divertita, almeno?” chiese.

“Lu, a dormire!” rispose la sorella, sedendosi sul letto, rossa come un peperone.

Lucy richiuse la porta, con sorriso furbo sulle labbra.

Susan si coprì con le coperte e osservò il baldacchino del suo letto.

Sì, si era davvero divertita quel pomeriggio, aveva scoperto un lato di Caspian che l’aveva incantata… e poi, adorava la sua risata.

Si voltò su di un fianco ed osservò fuori dalla finestra, dove il cielo si era ormai tinto di nero, ed era drappeggiato da tanti, piccolissimi, puntini luminosi.

Il suo unico rammarico, era di non aver visto nemmeno una margherita in mezzo a tutti quei fiori… pazienza. Aveva visto decisamente ben altro!




Una farfalla macaone le si era posata sulla mano, ancora intrecciata con quella di Caspian, che la osservava sorridendo. Susan, sentiva le guance bruciare, mentre sosteneva lo sguardo profondo del giovane seduto davanti a sé.

Caspian le si avvicinò lentamente, le labbra dischiuse, gli occhi socchiusi. Sentiva il proprio cuore battere terribilmente forte, TUM TUM TUM TUM, probabilmente ci aveva fatto caso anche lui, perché le sue labbra si curvarono in un dolce sorriso.

Erano a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altra, poteva percepire il suo respiro regolare sul volto, sentire il suo profumo leggero.

“Sue” disse Caspian, avvicinandosi al suo orecchio “Sue, svegliati! Aslan ti cerca!”

“Eh… come?” chiese Susan, aprendo lentamente gli occhi.

Davanti a sé c’era effettivamente un volto, ma non assomigliava affatto a quello di Caspian. No, era molto più infantile, con gli occhi chiari e i capelli legati in due trecce ai lati del volto. Era più un viso che si addiceva a sua sorella Lucy.

“Sue, muoviti!”

“Lucy!” disse Susan, alzandosi a sedere “che cosa succede?”

“E’ un’ora che ti sto chiamando! Ho bussato alla porta, ma tu dormivi come un ghiro!” disse la sorellina, mettendo le mani sui fianchi “Ho detto che Aslan ti vuole parlare!”

“A me?” chiese Susan, alzandosi dal letto e cominciando a vestirsi.

“No, veramente ha fatto chiamare anche Peter… comunque, io scendo a fare colazione, tu muoviti!”

“Susan indossò un abito lungo, azzurro, come il cielo del giorno precedente.

Si avvicinò allo specchio, dove vi era poggiata la spazzola, ma accanto ad essa, vi trovò due fiori. Avevano i petali bianchi e ovali, uno in fila all’altro.

Susan sorrise tra se e se, rigirandosi le margherite tra le dita.

Forse sapeva chi le aveva portate lì…

  
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