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Autore: namirrucobi    24/07/2014    0 recensioni
Sembrava una giornata qualunque, finché non ha provato a uscire di casa accorgendosi di essere in trappola.
Dopo ore di disperazione crede di essere finalmente libero, ma le cose non stanno che per peggiorare
Genere: Horror, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Abitavo in quell'appartamento ormai da 4 anni, un bel appartamento, piccolino ma grande quanto basta per una persona che vive da sola. L'appartamento comprendeva in totale 5 stanze : un piccolo soggiorno davanti all'ingresso, cucinino, saletta da pranzo, camera da letto e infine un piccolo bagno.

Come ogni giorno, immerso nella più totale monotona routine, mi risveglio nel letto di malumore sentendo i fastidiosi rumori del programma mattutino della radio. La luce entra soffusa dalla finestra, anche se poca è abbastanza per infastidire i miei occhi stanchi da una notte non abbastanza lunga. Con quella che sembra una forza immane metto i piedi fuori dal letto e mi alzo in piedi. Il pavimento è freddo, una sensazione all'inizio spiacevole durante l'inverno, ma dopo pochi secondi tendi a dimenticartene, alzo un po' il piede lo infilo dentro una pantofola, successivamente anche l'altro lo segue. Mi dirigo verso il bagno, una piccola stanzetta contigua alla camera da letto. Apro la porta che come al solito emette un fastidioso cigolio, la mattina presto è incredibilmente fastidioso ma mi dimentico sempre di aggiustarlo. Faccio due passi e sono davanti al lavandino, giro le due manopole e subito inizia a sgorgare l'acqua. Con gli occhi ancora increspati e una visione sfocata del mondo, metto le mani a campana e raccolgo il fluido per lanciarmelo in faccia. Un piccolo rito mattutino ma che aiuta ad avviare l'ennesima giornata. Dopo essermi asciugato mi guardo allo specchio, il mondo ora è decisamente meno sfocato; ho uno sguardo terribile come ogni mattina. Inizio a spogliarmi, subito dopo essermi tolto il pezzo di sopra del pigiama inizio a sentire un odore pungente, questa notte devo aver sudato parecchio penso tra me e me. Tiro la leva della doccia e l'acqua inizia a scendere fredda come il ghiaccio, ritiro velocemente la mano, nel mentre che l'acqua inizia a diventare più calda inizio a guardarmi allo specchio. Noto un grosso ematoma sulla schiena, sotto la scapola, non la reputo una cosa importante, infondo non ricordo mai come mi procuro i miei lividi. Entro sotto la doccia senza farmi troppe domande. L'acqua è ancora fredda, non si è scaldata nemmeno di un grado, purtroppo non ho tempo di stare ad aspettare che si scaldi altrimenti farò tardi a lavoro. Finita la doccia fredda mi asciugo e vado a vestirmi, apro il mio armadio ben organizzato e prendo i primi vestiti adatti al lavoro che trovo, tanto l'abbinamento è sempre lo stesso : jeans,maglietta e camicia. Nonostante la doccia fredda, essere vestito e profumato mi mette sempre un po' di buon umore, con un piccolo sorriso vado in cucina per fare colazione. Appena entro come prima cosa prendo il telecomando e accendo la TV, una routine quotidiana di cui non riesco a fare a meno. Vado ad aprire il frigo, come apro lo sportello noto subito che la luce non si accende, ci penserò stasera a cambiarla, prendo il latte, chiudo e vado a prendere cereali e tazza dalla credenza. Mi siedo a tavola e mi chiedo perché la TV non si sia ancora accesa, si vede che ho premuto male il bottone prima, lo premo una seconda volta per poi notare che la lucina rossa del TV è spenta, strano non la stacco mai dalla corrente. Non ho molta voglia di alzarmi per riattaccare la presa, oggi mangerò senza la compagnia della TV. Inizio a fare colazione, appena porto il cucchiaio alla bocca subito noto che il latte non ha un buon sapore, deve essere scaduto, vado a gettare tutto nel lavandino, mi prenderò una pasta nel panificio sotto casa. Mi dirigo in bagno per lavarmi i denti, come metto lo spazzolino in bocca mi accorgo immediatamente che anche il dentifricio ha uno strano sapore. Oggi è proprio una pessima giornata, dovrò fare un salto dal dentista a farmi dare una controllata, è impossibile che oggi tutto abbia un pessimo sapore.

Prendo la mia borsa e mi accingo ad uscire di casa. Apro la serratura e tiro la porta, non si apre, penso : bene anche la porta incastrata, ci mancava solo questa. Tiro con più forza. Nulla. Gli do una spallata, magari cosi se c'è qualcosa che la blocca si staccherà. Anche dopo la spallata la porta continua a non spostarsi. Mi sto iniziando a sentire davvero innervosito, provo a sollevarla e tirare, nulla,è è proprio bloccata. Me ne torno in cucina, chiamerò il fabbro, prendo il cordless appeso affianco al frigo e compongo il numero, TUU TUU TUU, non c'è linea, ora sono veramente nervoso, riaggancio con forza e nervosismo. Se non posso telefonare posso sempre sperare che qualche vicino possa andare a chiamare il fabbro, vado alla porta e mi apposto alla spioncino. Il corridoio è deserto, la visione dello spioncino è cosi distorta, il mondo sembra curvo e dai colori di un giallo seppia. Non vedo passare nessuno, e il nervoso sta iniziando a diventare una sorta di tristezza, rassegnazione, ora non è più il fatto che non voglio fare tardi a lavoro, voglio solo fuggire da questo appartamento. Finalmente vedo una signorina passare, tacchi a spillo, una minigonna nera e un portamento fiero manco stesse facendo una sfilata. Inizio a prendere a pugni la porta e urlare, "scusi, può chiamare soccorsi?", passa dritta, non si gira, nemmeno un minimo turbamento. Do un calcio violento alla porta, inizio a prenderla colpi con tutta la mia forza, nulla non si apre, e di certo non si ammacca, per una volta mi rammarico di aver preso una porta blindata. Mi lascio cadere sedendomi per terra, sono stanco e disperato, mi sento quasi piangere, voglio fuggire da questo posto, basta è impossibile che sia rimasto intrappolato dentro casa mia. A un certo punto ho un'idea, chiederò a qualche passante, attraverso la casa e vado alla finestra del salotto, giro la maniglia e tiro, non si apre, questo non ha senso, come è possibile che nemmeno la finestra si apra. A questo punto non me ne frega più nulla, sono disperato, prendo la sedia e la lancio contro la finestra, la sedia rimbalza come se l'avessi lanciata sul muro, il vetro non si fa nemmeno un graffio, mi butto a terra, basta non c'è la faccio più, questa cosa non ha senso, inizio a prendere a pugni il pavimento e piangere, voglio andarmene ormai non penso più ad altro. Finita la sfuriata torno quasi rassegnato alla porta, riproverò a chiedere aiuto alla prossima persona che passa. Sembrano passare ore, giorni, sembro un idiota, sono li attaccato a uno spioncino piangendo, se mi potesse vedere qualcuno richiederebbe un TSO, dopo quella che sembra un'eternità finalmente passa una persona, ne vedo solo l'ombra ma questo mi basta, inizio a colpire la porta a urlare, guardo nello spioncino e la vedo passare dritta, anche questa come se nulla fosse, come se fosse sorda.
Basta mi getto a terra esausto, son disperato e stanco, ma sono più stanco che disperato, sono ore davanti a quello spioncino e piano piano inizio a sentire la stanchezza, le palpebre si fanno pesanti e senza rendermene conto mi ritrovo addormentato.

Mi risveglio, o almeno credo, guardo la porta ed è socchiusa, ringrazio il cielo, mi sento felicissimo, vorrei abbracciare la prima persona che incontro, mi alzo e corro fuori. Mi guardo intorno e il corridoio è deserto, non so nemmeno che ore siano, ma non importa, voglio uscire, andare per strada, scendo le scale facendo gli scalini due a due, ho paura di prendere l'ascensore, non vorrei trovarmi bloccato di nuovo. Finite le scale mi ritrovo nella hall, un po' per curiosità guardo la mia posta, forse mi avranno mandato una qualche lettera di licenziamento, nulla : vuoto, non mi ha scritto nessuno; chissene. Vado ad aprire il portone di ingresso, questo si apre senza problemi, fuori è buio, deve essere per questo che non ho incontrato nessuno.

Vado in giro per le vie della città, mi sento strano, leggero come se potessi volare, la cosa mi riempie di entusiasmo, sono cosi felice di essere fuggito da quella piccola prigione. Vedo passare una signora con un cane dall'altro lato della strada, dopo essermi sentito invisibile per una giornata intera, voglio salutare tutti per compensare un po', e la saluto, mi ignora. Penso tra me e me, che stronza, si crede superiore perché se ne va in giro con il cane di razza, non voglio demoralizzarmi per colpa della solita aristocratica snob, continuo la mia felice passeggiata notturna, c'è una bella luna, illumina più dei lampioni. Questo da all'aria un'atmosfera un po' mistica, il giallo artificiale è sopraffatto da quella bellissima luce bianca riflessa dalla luna.

Dopo forse un'ora di passeggiata mi ritrovo in un quartiere che non conoscevo, stranamente ho incontrato solo quella signora in tutta la sera, passeggio in una strada con vicino un parco, guardo dentro e mi sembra di vedere un cavallo, sgrano gli occhi e penso : non è possibile, cosa ci fa un cavallo in un parco pubblico ?. Mi avvicino alla recinzione per poter vedere meglio, ed effettivamente quello che vedo è un cavallo, un enorme cavallo nero, dalla pelle che sembra stranamente troppo lucida, ma si vede che la mia conoscenza di fauna è davvero scarsa. Continuo a guardarlo ammaliato dalla presenza di una tale creatura in un così strano luogo. Il cavallo si gira, deve avermi notato, ha 2 occhi rosso fuoco incredibilmente acceso, sento che qualcosa non va, sento una paura irrazionale crescere dentro di me, voglio fuggire da quella bestia. Inizio a fare dei piccoli passi all'indietro senza distogliere lo sguardo dalla bestia, quella in tutta risposta inizia a correre verso di me, mi giro e inizio a correre lontano con tutta la forza che ho in corpo, mi guardo indietro e vedo il cavallo che ha colpito la recinzione ed è rimasto incastrato con la testa tra le sbarre. Smetto di correre visto che la bestia non può più seguirmi, noto che ha un collo anormale, che si allunga, ha il corpo incastrato ma sta cercando lo stesso di seguirmi, il suo collo si dimena come un serpente, si allunga e cerca di raggiungermi mentre mi guarda con i suoi occhi rossi e inquietanti. Sono molto spaventato ora, quell'essere non è nulla che abbia mai visto, non è qualcosa di naturale, continuo a tornare indietro, facendo le falcate più lunghe che posso, ma senza distogliere lo sguardo da quella creatura. Quando mi sento abbastanza a distanza di sicurezza inizio a correre all'impazzata, dopo aver voltato l'angolo inizio a sentire orribili lamenti venire da quella creatura. Il mondo inizia a sembrarmi un posto incredibilmente pericoloso di notte, all'improvviso l'idea di tornarmene a casa e starmene li finché non sorge il sole inizia a sembrare poi una cosa non tanto brutta.
Continuo a camminare per la strada riflettendo su quale sia la scelta migliore, da un lato c'è quel mostro in quel parco che spero di non incontrare una seconda volta, dall'altra ho paura di non riuscire a uscire una seconda volta da casa. Tutta l'euforia per essere riuscito a fuggire è svanita facendo posto allo sconforto, cammino a testa basta con le orecchie tese a qualsiasi rumore, le strade in questa città sembrano tutte uguali e non so minimamente dove mi trovo ma per fortuna il cielo sta iniziando a schiarirsi.

Come svolto l'angolo mi vedo davanti una orrenda visione : un enorme cane sta mangiando la carcassa di una persona. Non avevo mai visto un cane di quella razza, sembra un Pitbull incredibilmente grosso, e direi stranamente muscoloso, ha un pelo nero e lucido. Vedo i brandelli di carne e sangue cadere dalle sue mascelle come alza la testa tra un morso e l'altro. Mi sale il vomito e parecchia paura, non riesco a trattenermi e vomito per terra, il cane si gira immediatamente, anche questo ha degli inquietanti occhi rossi, e dei denti per nulla simili a quelli di un cane, appuntiti, lunghi e con un misto di sangue e bava che penzola dai bordi della bocca, in più sembra avere più file di denti. Non ci penso due volte inizio a correre, vedo un palazzina che sembra aperta e mi ci fiondo dentro chiudendomi la porta alle spalle. Ho il cuore a mille, tremo di paura e non ho il coraggio di aprire la porta per vedere se quel coso è ancora la fuori, mi giro per vedere l'androne della palazzina, per poter andare alla ricerca di qualcuno, e mi accorgo di essere nel mio appartamento. La cosa non ha nessun senso visto che il mio appartamento è al quarto piano, ma mi ritrovo li, senza nessun motivo logico.

Sono stanco e non ho molta voglia di rifletterci, è stata la notte più stressante della mia vita e sono ancora turbato, mi dirigo in camera da letto e mi addormento.

   
 
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