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Autore: NightWatcher96    24/07/2014    7 recensioni
Sono sempre stato così protettivo nei confronti di Michelangelo... e poi...
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Splinter
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mi siedo sul letto in camera mia, strofinandomi il volto stanco nelle mani, ancora una volta. 
Mi sento davvero infelice ed è tutta colpa mia.
Ho urlato così tante cattiverie a Mikey, quest’oggi, che non credo mi perdonerà più.
-Come ho potuto...- mormorò in un ringhio frustrato.
Cado definitivamente a peso morto sul letto, con la pancia all’aria e mi soffoco il viso con il cuscino. Vorrei solo tornare a un’ora fa per fermare le mie cattiverie.
Io non sono mai stato così acido con il mio fratellino...
Anzi, da bambini eravamo proprio attaccatissimi...!

….

Se c’era una cosa che io e i miei fratelli adoravamo alla follia, erano i bagnetti nella vasca da bagno, con tutte le bolle e le nostre paperelle di gomma colorate.
Leo aveva quasi cinque anni, mentre io e Donnie quattro e Mikey appena uno e mezzo.
Era, come avrete capito, il più piccolo e birbante di tutta la famiglia ma custodiva un posto speciale nel mio cuore: era il fratello con cui condividevo il legame più forte.
Eppure, nonostante tutto, capitava spesso e comunque un litigio dove il più piccolo scoppiava in lacrime.
E sapete a chi si attribuiva la colpa se Mikey singhiozzava?
A me? No, di certo!
A Donnie! Sì, proprio il pacato genio che tutti voi ora conoscete!
Da piccolo era così pestifero nei confronti del mio fratellino preferito che gli tormentava letteralmente la vita, soprattutto nel rubargli qualche oggettino insignificante, magari pescato chissà dove dal sensei.
Mikey si lasciava facilmente incantare da luci, colori vivaci e sorrisi ed era per questo motivo che aveva avuto una paperella tutta gialla a puà arancioni, che suonava anche!
Sembrava più un giocattolo per cani, ma sta di fatto che a Mikey piaceva... e come al solito, prima del bagnetto serale, capitava sempre che sparisse misteriosamente.
-Ne ho abbastanza di te, Donnie!- urlai: -Fai sempre questo!-.
-Mikey ha la papera più bella!- si difese.
Il mio fratellino continuava a singhiozzare dietro di me, strofinandosi gli occhioni con le manine, mentre il suo maglioncino giallo lo rendeva ancora più carino.
-Raph ha ragione! Chiedigli scusa!- intervenne anche Leo.
Ero felice che almeno lui fosse dalla mia parte!
Donatello gridò arrabbiatissimo e lanciò la paperella proprio nello scarico del bagno, tirando lo sciacquone prima che potessimo fermarlo. Guardammo la povera papera vorticare nell’acqua e sparire nella conduttura fognaria senza pietà.
Il silenzio si levò nell’aria, ma poi Michelangelo scoppiò in lacrime e corse via, inciampando anche nel tappeto bordeaux che avevamo di solito fuori la porta della toilette.
-Mikey!- richiamai inutilmente.
A questo punto mi saltò la mosca al naso e afferrai Donnie per le braccia, bloccandolo contro il muro del bagno: avrei voluto schiaffeggiarlo e punirlo per ciò che aveva fatto!
-Perché?!- urlai: -Sei cattivo!-.
-Io lo odio!- gridò Don: -Lui è stupido e ha le cose più belle!-.
Un tonfo.
Una carne arrossata.
Leonardo era in posizione di sberla e fissava collerico un Donnie stordito e con il viso rivolto alla porta: era appena stato schiaffeggiato! Da mio fratello maggiore e al posto mio!
-Non ti permettere mai più!- ringhiò.
-Lo dirò a papà!- gridò di rimando, scappando dal sensei.
-Pensi tu a Mikey?- mi chiese Leo.
Annuii e insieme uscimmo dal bagno, prendendo, però, due differenti direzioni: io svoltai verso destra, mentre Leo si addentrò nel corridoio per raggiungere la camera del sensei o la cucina, visto che era quasi ora di cena.
Capite quanto male mi sentissi in quel momento per il mio fratellino piccolo?
Cattiverie così rimanevano nella memoria, indelebili nel tempo. Avrebbe finito con lo spaventarsi ogni qualvolta che avrebbe visto Don o anche odiato in futuro.
E se c’era -e c’è- una cosa che odiavo erano i litigi in famiglia, specialmente tra fratelli. 

Io amo molto la mia famiglia e non c’è niente di più importante, anche se a volte non lo dimostro.

-Mikey?- chiamai timoroso nel buio della nostra cameretta.
I singhiozzi risuonavano flebili da una sola direzioni ma a causa del mio udito poco allenato -essendo un ninja alle prime armi!- ci misi un po’ a capire dove mettere i piedi.
Anche se poi scelsi un’ovvia opzione.
Saltellai e accesi l’interruttore della luce, visto che non ci arrivavo affatto. 
Il buio si diradò, lasciando spazio ai suoi vivaci colori... e per me fu un giochetto trovare il mio piccolo fratellino singhiozzante sotto al letto, con il suo solito piedino di fuori!
Aveva un modo strano per nascondersi, vi dirò: si infilava sotto al letto, a pancia in giù, lasciando sempre visibile un piedino per essere immediatamente localizzato.
-Dai, esci di lì!- ridacchiai, tirandolo per l’arto.
Il mio fratellino aveva occhioni rossi di lacrime e continuava a tremare per i residui di singhiozzi. Mi si strinse il cuore nel vederlo così e lo abbracciai forte forte.
-Su, non piangere. Troveremo la tua paperella- confortai.
Mikey  mi guardò speranzoso e mi poggiò la sua minuscola manina sul mio naso, sorridendomi con quell’unico dentino che gli era spuntato sull’arcata superiore.
Lo presi in braccio, com’ero sempre abituato a farlo e lo condussi tranquillamente in cucina, anche guidato dal brontolio del mio stomaco... quando ci ritrovammo dinanzi il sensei.
Era infuriato con Donnie, stando a giudicare dal volto triste di quella canaglia di mio fratello e sollevato che Mikey non si fosse dileguato nelle fogne.
Trovarlo sarebbe stato impossibile, no?
-Figlio mio- espirò il sensei, raccogliendo Mikey: -Sei più felice, vedo-.
Mikey annuì tubando e mi indicò, solo per far capire che aveva apprezzato il mio tentativo di rincuorarlo. Arrossii con le mani dietro la schiena e sorrisi.
-Donatello, come punizione, andrai a letto senza cena!-.
Mio fratello soffiò arrabbiato e si rintanò nella cameretta, sbattendo la porta.
Leo scosse il capo e rimase corrucciato, come gli capitava in caso di “cose storte”.
-Chi mi aiuta con la cena?- propose il maestro.
-Papà, Mikey non ha avuto il suo bagnetto- feci, tirandogli un lembo del kimono.
Nostro padre annuì, come se l’avesse dimenticato e si strofinò la fronte, cercando di destreggiarsi fra la cottura della cena e il bagnetto per il mio fratellino.
-Posso farlo io, visto che neanche io l’ho fatto- proposi felice.
Il sensei si inginocchiò davanti a me e mi abbracciò con un braccio, poiché nell’altro c’era Mikey che continuava a giocare con le dita delle mani di Leo.
Era un tenerone rubacuori, non c’era che dire!
-Molto bene-.
Il sensei mi consegnò il mio fratellino e tutti e due ci rintanammo nel bagno, mentre lo appoggiai in terra, pronto per riempire la vasca.
-Ba! Ba!- esclamò Mikey, riferito alle bolle.
-Sì, tante bolle!-.
Iniziai a spogliarlo, togliendogli il pannolino e il maglioncino e così feci con la mia maschera e la cintura. 
Presi un flacone del bagnoschiuma che amavamo tantissimo (al miele, per intenderci!) e ne versai la giusta dose nell’acqua, salendo una piccola scaletta di legno fissa alla vasca.
-E’ pronto!- esclami raggiante.
Mikey alzò le braccia per lasciarsi prendere in braccio e rimanemmo per un istante a contemplare la nostra immagine riflessa nell’acqua.
Il mio fratellino immerse un piedino e lo ritirò, solo per immergersi e... schizzarmi tutto!
-Ehi, non vale!- esclami, tuffandomi.
-Raphie!- applaudì Mikey, schizzando acqua dappertutto.
-Sì, bravo! Hai detto bene il mio nome! Adesso laviamoci-.
Il mio Otouto divenne improvvisamente serio: bastò il semplice sguardo alla mia paperella rossa di gomma per rimpiangere la sua. I suoi occhi si riempirono di lacrime e iniziò di nuovo a singhiozzare.
-No, no! Shhh! Va tutto bene- tentai di dire.
Ero straziato di vederlo così e così, istintivamente, gli feci colare dell’acqua sulla testa, mentre piccole bolle di sapone profumato si librarono nell’aria, catturando completamente l’attenzione di Mikey. Il mio piccolo fratellino allungò la manina per toccare una di quelle bolle e quando la fece scoppiare mi guardò confusamente.
Sperai con tutto il cuore che non si mettesse di muovo a piangere e per fortuna la prese a ridere con quella sua vocina armoniosa. Espirai sollevato!
Afferrai la nostra spugna marroncina e iniziai a strofinargli la testolina amorevolmente, notando quanto fosse rilassato e... concentrato a far le bolle con la bocca!
Risi, sperando che quel gioco sarebbe durato a lungo...

Il più bel ricordo che ho. 
Capite? Anche se Donnie aveva smarrito la paperella di Mikey, ero riuscito ugualmente a renderlo felice con qualche bolla di sapone.
Però, fortunatamente, il sensei riuscì a recuperare la papera che si era incastrata nel tubo di scarico che correva lungo la parete nella nostra cameretta! Bastò chiudere momentaneamente la chiave dell’acqua per poter smontare i fermi del tubo e recuperare il giocattolo sporco...!
Ricordo che Mikey se la rise così tanto che si mise anche a correre per tutta la casa, raggiante...


….

-Che cosa ho fatto...- mormoro ancora...

-Mi hai rotto le scatole, Michelangelo! Sei un parassita che vorrei non averti nella mia vita! Sei così fastidioso che ti odio!- gli urlai.
Tutto per aver semplicemente trovato una pagina strappata nel mio fumetto preferito.
-Non l’ho fatto apposta! Credimi! Stavo cercando una cosa quando sono inciampato sul fumetto e l’urto ha strappato la pagina! Ma con dello scotch sarà riparata!-.
-E’ questo il problema! Il mio fumetto era nuovo di zecca!- ringhiai: -Non potevi farti male tu?!-.
Mikey chinò lo sguardo, deglutendo le lacrime.
Sospirai pesantemente, stringendomi il divario tra gli occhi e lo guardai. 
Rabbia... rossa, brillante rabbia scorreva in me.
-Sei soltanto un buffone!-.
Michelangelo spalancò gli occhi, prendendo un respiro tremante e indietreggiò, con le lacrime sugli occhi. Prima di rintanarsi in camera sua mi mise qualcosa sulla scrivania, singhiozzando via...


Mi volto verso la scrivania: mi alzo per guardare meglio l’oggettino consumato dal tempo.
La paperella di gomma!
La raccolgo, sfiorandola con le dita dolcemente. Il mio cuore piange per ciò che ho detto...
Io ho sempre amato Mikey e non so perché sono scattato in questo modo... o forse sì. Dopo che Donnie mi ha detto che Michelangelo avrebbe necessitato una sgridata per capire che il troppo gioco porta ai guai, mi sono infuriato perché c’era stato del veleno in quelle parole.
E anziché sfogarmi sul mio sacco da box, me la sono presa con quell’anima innocente.
Che razza di bastardo che sono!
Rimetto la paperella sul bordo della scrivania, lasciando cadere le spalle.
La sensazione salata delle lacrime pizzica nel mio naso e si insinua negli occhi, rendendo sfuocata la mia visione: sto piangendo? Sì. 
Alzo lo sguardo e rimango quasi stupito di vederlo: lui, Mikey è fermo sulla soglia della porta, fissandomi con aria triste.
Non ho nemmeno il coraggio di guardarlo in faccia e così distolgo lo sguardo.
Però lui si avvicina e a un passo da me mi inghiotte in un abbraccio, premendo la testa sul mio petto. Prende un respiro tremante e piange in silenzio con me.
Mi sciolgo dalla mia pietrificazione: gli cinghio il corpicino nelle mie forti braccia da diciassettenne e cadiamo in ginocchio, abbracciati strettamente.
-Non volevo dirti tutte quelle cose...- mormoro soffocato: -Mi dispiace...-.
-No, scusami tu... volevo solo mostrarti la paperella... ma ho incasinato le cose-.
Nego e gli bacio la fronte: gli cancello le lacrime e in piedi non possiamo che guardarci per un po’, prima di fare delle smorfie e scoppiare a ridere, ormai liberi dal nostro dolore.
-Ti voglio bene, Raphie!-.
-Ti voglio bene anch’io, piccolo! Per sempre! E ti proteggerò anche da me stesso se necessario- replico.
-Non servirà. Tu sei il mio eroe!-.
Sorrido e gli poggio il mento sulla testa: la sensazione del petto formicolante dal dolore è scomparsa e posso respirare di nuovo tranquillamente. Mi sento meglio, adesso.
Avere Mikey qui con me è stata un’ottima medicina.
-Che ne dici di una pizza?-.
-Con doppia mozzarella e salame?- continuo.
-Proprio quella e fatta in casa dal sottoscritto!-.
Il mio stomaco brontola così forte che scoppiamo ancora a ridere: con un braccio sulla spalla ciascuno ci dirigiamo verso la cucina... anche se Donnie ci si pianta davanti, guardando Mikey con aria addolorata.
-Scusami, fratellino... per il male che ti ho fatto in tutti questi anni-.
Mikey mi fa l’occhiolino e faccio un passo indietro: lascio che i due si abbraccino dolcemente e sorrido raggiante a Leo che sale anche l’ultimo gradino che porta alla zona giorno. 
-Ehi, che ne dite di mangiare ora?- chiede: -La pizza si fredda!-.
-Pizza in cinque!- esclama Mikey, prendendo me e Donnie sottobraccio: -La miglior famiglia di sempre!-.
Sì. Non posso che essere d’accordo con quella pallina di energia.
Una splendida famiglia...!

The End



Angolo dell'Autrice

Immagine non mia. Quando l'ho pescata, mi è subito venuta in mente questa storiella molto fluff e io adoro il fluff! 
  
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