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Autore: Sae    05/09/2008    2 recensioni
“Finirò all’Inferno”
Diceva e provocava clamore nel prossimo. “Tu?”
Ma nulla la smuoveva e certe volte nell’inverno muto di quella vallata la vedevi aggirarsi bianca tra quei fiocchi e sembrava che sulla sua testa gravasse una muta condanna.
“All’Inferno…” E sorrideva misteriosa con un luccichio strano negli occhi nocciola.

Buon Compleanno Sora89, Giò questo pensierino è per te ^_-!
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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"Alcuni una schiera di cavalieri, altri di fanti, altri di navi dicono che sulla nera terra sia la cosa più bella, io dico ciò che uno ama

"Alcuni una schiera di cavalieri, altri di fanti, altri di navi dicono che sulla nera terra sia la cosa più bella, io dico ciò che uno ama."

Saffo (650-590 a.C.), poetessa greca.

Così come sei

Pallida.

Hikari la osservava in quel bianco che era solo puro candore. Le labbra rosse spiccavano su quella carnagione assieme ai grandi occhi pieni di dolcezza, di parole. E i capelli ramati sembravano tingersi solo al sole ma, era troppo pallida come se qualcosa la stesse risucchiando lentamente.

“…Sora tutto bene?”

E lei sorrideva come il sole, alto, nel cielo. Sembrava irraggiungibile certe volte come una stella o la cima più alta da scalare. Arrossiva balbettando un confuso “si”, cercando invece di indagare, risolvere, i problemi degli altri.

Ma era pallida e lentamente malgrado il sorriso e le parole sembrava morire.

“…Le favole esistono Hikari” Lo diceva credendoci ed era difficile affermare il contrario. Lei stessa sembrava una creatura uscita da qualche libro.

Scherzava a volte anche se quando lo faceva era difficile da interpretare.

“Finirò all’Inferno” Diceva e provocava clamore nel prossimo. “Tu?”

Ma nulla la smuoveva e certe volte nell’inverno muto di quella vallata la vedevi aggirarsi bianca tra quei fiocchi e sembrava che sulla sua testa gravasse una muta condanna.

“All’Inferno…” E sorrideva misteriosa con un luccichio strano negli occhi nocciola. E come ogni giorno da secoli la luna sorgeva, dominando la scena, biancastra anche lei e sembrava si parlassero tali creature. La vedevi sparire e tornare felice anche se ancor più pallida.

“Non dovresti uscire di notte!”

“Che importa…-gridava- Ho visto il Paradiso stanotte!”

Si, sul suo capo gravava una condanna. L’amare e l’essere riamati. Era questo il suo peccato, la sua malasorte.

Correva, i passi si perdevano nella neve. Correva, il respiro mozzato nel petto. Hikari non seguirà mai la cugina…la felicità se arriva non ti devi mai chiedere il perché.

Sora sorrideva andando incontro al suo destino.

Si perdevano allora le mani in altre simili un po’ grandi. Si smarrivano gli occhi colmi di sole in iridi color ghiaccio.

Le gote parevano mele sulla carnagione lunare.

Le labbra rosse come disegnata affogavano le parole in teneri baci.

Crudele è la sorte di codesto amarsi?

Il destino unisce con dolci catene gli amanti e si diverte come un bambino capriccioso nel nascondere le ali agli angeli.

“Testarda” sussurra una voce fredda, glaciale. “Testarda” Ma invece lei sorrideva felice, viva.

“Nutriti, nutriti pure” Il tono basso, determinato mentre osservava dei ribelli fili biondi.

“…Insieme così la condanna sembrerà più dolce a entrambi…- e il nome, quel nome, le scivolava dalle labbra- …Matt”

Lui sotto la gelida luna, nella vallata dimenticata da Dio, accarezzava i capelli ramati della donna. Lo sguardo colmo d’ira, contro se stesso e nel petto il male che si espandeva traspirando dai suoi pori.

“Scappa! Scappa da me…Sora” Gridava malgrado la gola serrata, le mani a pugno, le labbra tremanti.

“Scappa via da me!” E dentro il cuore soffriva trovando però pace.

“Non ti lascerò morire!”Lo stringeva lei avvicinandosi ancora di più al suo destino. Matt ringhiava quasi, sentendo dentro l’insorgere della sua natura. E mai più di allora desiderò un coltello, un palo dritto nel petto.

“Vattene!”

Gli occhi severi la rimproveravano ma lei era cieca e di più lo cingeva.

“T’amo, scappa”

Ed era la sua agonia quella, consapevole che la sua anima di mostro solo lei voleva (solo il suo sangue cercava) e disperato scuoteva il capo per il suo cuore d’uomo che dentro gridava: “a me, a me, Amore a me”.

E Sora rideva aggraziata nella notte, mentre dentro le sue labbra due affilati pugnali luccicavano.

“Mordimi mio Vampiro…nutriti pure. T’amo. Del resto nulla m’importa”

E pallida ritornava la sera ma era solo amore…quella giustificazione bastava.

**

Buon compleanno Sora89!!

Lo so. Ehm, il tuo compleanno è domani ma causa connessione ho dovuto per forza postarti il regalino oggi -.-‘’ perdono!^,^ Spero ti piaccia lo stesso ed ecco un bel Yamato vampiro! Amica mia, auguri, auguri e auguri! ^^ Eh, mangia una fetta di torta (uhm sbav torta *ç*) anche per me!!

Spero vi sia piaciuto questo piccolo brano per Sora, anche perché ho una mezza idea di postarne dei continui ma non su questa coppia credo o.o… ah! Eh si sto molto disney-mode ultimamente… Sora mia ancora augurissimi !!!!

Un bacio a tutti voi.

Yours Sae

  
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