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Autore: La Figlia Della Luna    25/07/2014    2 recensioni
In questo racconto, si vedranno protagonisti Bill Kaulitz il leader dei Tokio Hotel e Linda Seidel, una scrittrice di successo. Entrambi sono alle prese con il mondo della notorieta', cercando di vivere normalmente la propria privacy. Una vicenda che si svolge attraverso l'incontro dei due personaggi a distanza di cinque anni, e la stesura di un romanzo che sembra descrivere il loro destino. Quale sara'?
Genere: Angst, Commedia, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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In & Out Of Love.
 

Quando la vita in un romanzo, non è mai stata così reale.

 



Prologo.

Il concerto dei Green Day doveva cominciare a momenti. Una ragazza, da più di un'ora, spintonava delle fan nel parterre per arrivare alle prime file. Una di quest' ultime si sentì travolgere da una massa corporea, come se le avessero tirato addosso fantocci ripieni di chili di farina. Così tanta fu la pressione, che le fece perdere l'equilibrio.
 
"Stai bene?" chiese un ragazzo sui 15 anni. Aveva i capelli corti tinti di nero, in stile manga, e portava una maglietta scura che ritraeva il gruppo americano. Doveva essere una di quelle esposte sulle bancarelle fuori al palazzetto dove si sarebbe svolto il concerto. Questa poi, si intonava perfettamente con un pantalone attillato, [più o meno della stessa tonalità] ornato da diverse borchie.
 
"Sì, grazie" Rispose la ragazza tendendogli la mano per farsi aiutare ad alzare. Cercò di sistemarsi i capelli castani mettendosi un cerchietto illuminato. Molti lo avevano indosso, alle sue spalle gli spalti erano pieni zeppi di gadget luminescenti, dai cerchietti alle collanine di plastica e vederli illuminarsi nel buio rendeva l'insieme senza dubbio uno spettacolo. Il ragazzo di prima continuava ad osservarla ricomporsi, meditando in silenzio sul suo aspetto longilineo, tanto quanto suo,il suo viso era chiaro mentre il suo modo di vestire risultava un po' dark, senza che facesse risaltare le sue curve in maniera volgare e sfrontata inoltre aveva ai polsi diversi bracciali e anelli. Non c'era un lembo di pelle che non fosse ricoperto dal 'metallo'.
 
Quando entrambi si trovarono all'altezza da potersi vedere faccia a faccia, il ragazzo decise al momento di presentarsi:
"Mi chiamo Bill, piacere." Porse di nuovo la sua mano destra alla ragazza, questa volta per stringerle l'altra con cortesia.
"Il piacere è tutto mio, io sono Linda" Rispose un po’ imbarazzata per la figura di niente che riteneva di aver fatto cadendo in quel modo.
"Beh, Grazie per avermi aiutato. Rischiavo davvero di diventare un tramezzino, fra queste scatenate". Disse lei cercando di fare conversazione con l'altro, in attesa che il concerto avesse inizio
"Di nulla, figurati. E' l'effetto collaterale di chi sceglie un posto come il parterre." Rispose Bill, portandosi una mano dietro la nuca, arrossendo. Quando la poté vedere meglio, si rese conto di aver dato una mano ad un bella ragazza, dagli occhi chiari e un sorriso che avrebbe contagiato chiunque. Non poté fare a meno di mandarne uno a sua volta.
"E' la tua prima volta, ad un concerto?" Gli chiese Linda, mentre si incuriosiva degli indumenti del ragazzo, in particolar modo, della manicure accurata, che sfoggiava tenendo una mano sul fianco sinistro.
"No, la prima volta è stato al concerto di Nena"
"Ah, per me invece è la prima volta e sono agitatissima. E' normale?" Chiese Linda con un tremolio nella voce. Bill cercò di rassicurarla, semplicemente annuendo. Per un attimo rivide in lei la paura e l'eccitazione di quando vide Nena sotto il palco di Oberhausen, lo stesso sotto il quale si trovava con Linda, forse qualche fila più avanti, e non riusciva a trattenere le lacrime dalla felicità. D'un tratto si spensero le luci e lo sguardo dei ragazzi si perse nel buio. A sovrastarli furono solo le urla isteriche dei fan che appena videro i propri idoli esibirsi sul palco, cominciarono a scatenarsi a ritmo di musica.
 
Alla fine dello spettacolo, riaccesero le luci e Linda e Bill si ritrovarono a guardarsi l'un l'altro sconvolti ma felici, si scambiarono un sorriso e uscirono in coda dal palazzetto. Quando furono fuori si accorsero che pioveva a dirotto e Linda aveva dimenticato l'ombrello: "Oh che sbadata!" esclamò cercando di ripararsi con il suo zaino rosa. Bill la vide agitarsi sotto l'acqua e ghignò divertito, poi, tirò fuori un ombrello dalla tracolla che aveva appoggiata sulla spalla sinistra. Era piccolo l'ombrello per due ma abbastanza grande per coprire la testa di un'altra persona il tempo necessario ad arrivare ad un riparo più stabile.
"Seguimi!" disse il ragazzo rivolgendosi all'altra con fare sbrigativo. Linda gli si avvicinò guardandosi i capelli un po' umidi. Bill per evitare che la ragazza continuasse a stare sotto la pioggia, la strinse a sé: "Andiamo laggiù!" Indicò con lo sguardo un palazzo dai costoloni spessi con una sfilza di negozi in fila dalle saracinesche chiuse. Quando lo raggiunsero, l'ombrello di Bill minacciava di rompersi, una stanghetta di metallo pericolosamente allentata. Scosse il capo mentre Linda, con il fiatone, strizzò le punte dei suoi capelli castano scuro: "Mi dispiace molto.... Per il tuo ombrello" Disse lei esitante.
 
"Se fossi stata più previdente" La ragazza si rimproverò tra sé, vedendo Bill scostarsi delle ciocche dalla fronte, leggermente bagnate. Lui la guardò raggiante, come se non fosse accaduto nulla che al posto di una perturbazione ci fosse stato invece, un cielo notturno puntellato di stelle splendenti.
 
"Non preoccuparti. Ad ogni modo, dovevo disfarmene" Bill rise, mentre Linda arrossì appena, incrociò le sue iridi color nocciola,dettaglio di cui non si era accorta fino ad allora, forse a causa dell'ansia e dell'agitazione nel momento del concerto. Poteva essere talmente presa da non essersi accorta di una cosa che avrebbe potuto benissimo catturare la sua attenzione? No, Linda amava i particolari, analizzarli secondo il suo punto di vista, andare spesso oltre la superficialità delle cose e l'essere delle persone. In quel preciso istante, gli occhi di Bill erano un soggetto piuttosto interessante e non solo a livello estetico, anche di più.
 
"Ti va di mangiare un boccone? Conosco un fast food qui vicino che è aperto fino a tardi" Propose Bill avvicinandosi alla ragazza ancora assorta nei suoi pensieri, continuando a tenere fisso lo sguardo su di lui.
 
"Va tutto bene? Hai da avvisare qualcuno, prima di andare?"
"Ehm... Si scusami. Avverto mio padre al cellulare che saremo qui all'angolo. Ho una fame" Linda rispose frettolosa alla sua domanda per non fargli notare che aveva tutt'altro per la testa, anziché un big-mac. "Bene". Bill sorrise compiaciuto ed entrambi si avviarono verso il fast-food.
 
Linda e Bill erano seduti ad un tavolino all'angolo, avevano ordinato un menù semplice in modo che non facesse peso al proprio stomaco, in particolar modo a Bill il quale teneva molto al suo peso forma a differenza di Linda che era capace di ingurgitare anche cibo poco commestibile, riusciva comunque a mantenere una linea perfetta. Questione di costituzione. Ma non era orario di cena, per cui sentiva il bisogno di mangiare leggero, in ogni caso.
 
Conversarono del più e del meno, tra un boccone e l'altro. Scoprirono in pochi minuti di avere molte cose in comune ma soprattutto un sogno: diventare famosi.
 
"E cosi', vuoi sfondare nel mondo della musica?" Chiese Linda incuriosita. Anche se con occhio prevedibilmente critico, aveva intuito subito che Bill avrebbe potuto avere un'ottima carriera come artista.
"Si io e mio fratello, con altri due compagni, formiamo una band e suoniamo nei locali in attesa che qualcuno ci proponga un contratto" Spiegò Bill speranzoso.
"Ti capisco sai, anche io spero di riuscire ad avere accordi editoriali, per un libro che vorrei pubblicare. Anche se non l'ho ancora ultimato" Disse Linda mentre giocherellava con una patatina fritta, affondandola in un po’ di kechap rimasto sul bordo del suo piatto.
 
"Una scrittrice dunque" disse Bill interessandosi subito.
"Gli hai dato già un titolo?" Le chiese sporgendosi di più sul tavolo.
"Ancora no" Rispose l'altra quando si sentì vibrare i pantaloni. Sfilò il cellulare e rispose alla chiamata. La telefonata fu molto telegrafica, forse implicando che il padre di Linda fosse venuto a prenderla e che l'aspettasse all'uscita del fast-food.
 
"Devo andare" Disse,infatti, lei con rammarico. Bill si rabbuiò quando prese coscienza che la breve serata con lei fosse giunta già al termine.
"Ti rivedrò?" Chiese Linda, alzandosi da tavola.
"Quando diventeremo famosi" Rispose divertito, Bill.
"Certo" Lei sorrise ed uscì dandogli l'ultimo saluto con lo sguardo.
Solo poco dopo, Bill ebbe l'idea di chiederle il numero, ma quando tentò di raggiungerla era troppo tardi, la vettura del padre di Linda era già sparita lungo la strada.
"Stupido..." Si disse, dandosi uno schiaffo sulla guancia.



Avvertenze: Storia Ispirata dai testi delle canzoni seguenti: "In & Out Of Love" di Armin van Buuren ft Sharon den Adel , e "Starstruck" di Sterling Knight. I contenuti sono adatti a tutti, La vita dei Tokio Hotel non appartiene all'autrice della fan Fiction, non ha scopo di Lucro, la storia è puramente inventata non e ha un secondo fine particolare. L'autrice è consapevole che per la seguente canzone "Starstruck" è stato realizzato un film, con il medesimo titolo. Precisa inoltre che non avendo mai visto la proiezione di questi, gli eventi e le situazioni della Fan Fiction sono realizzati solo ed esclusivamente basandosi sulle parole del testo.
   
 
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