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Autore: veronica85    25/07/2014    5 recensioni
L'addio a una persona cara, persa nell'ultimo modo che si sarebbe potuto pensare. Un lutto ingiusto. Una persona che si rende conto di aver perso l'ultimo componente di quella famiglia che ha disprezzato per troppo tempo. La volontà di porre rimedio, anche se è troppo tardi.
Terza classificata al "Lasciati ispirare - Contest flash sulle flash" di Saruccia97_LTD sul forum di EFP
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caleb Prior
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Questa storia nasce da un momento di ispirazione fulminante: dopo aver letto il bando di un contest, i fandom accettati e uno dei prompt, ha cominciato a girarmi in testa e non mi ha lasciato in pace finché non mi sono decisa a metterla giù come si deve. È la prima volta che scrivo su questo fandom e non so se capiterà ancora, ma voglio comunque lasciare questa piccola flash.
I risultati sono arrivati e sono fiera di dirvi che questa flash si è classificata TERZA. Qui sotto metto il banner opera di Larryx/DarkElf13, davvero azzeccato:
Chiudo quest’introduzione dedicando queste poche righe a Raffaela, che è stata la prima a parlarmi della saga e mi ha fatto venire la curiosità di leggerla. Si può dire che questa flash esiste grazie a lei 






Non doveva andare così
Questo è l’unico pensiero che mi martella incessantemente la testa da giorni e giorni.
Non avrebbe mai dovuto finire in questo modo.
Mio padre, mia madre, mia sorella… loro non avevano nessuna colpa.
Eppure loro hanno perso la vita… ed io sono rimasto qui, l’unico sopravvissuto della nostra famiglia, io, l’unico colpevole, indegno del dono della vita, sono stato l’unico a riuscire a conservarla.
Sono un vigliacco e lo sono stato per tutta la vita, lo sono stato ancor più nel momento in cui era necessario sopra ogni cosa che mi facessi forza e seguissi gli ordini.
Era stato tutto deciso, non c’era null’altro da dire: io sarei dovuto entrare in quella stanza e attivare il dispositivo, ero quello che meglio di chiunque altro conosceva la procedura. Eppure, all’ultimo momento, non ce l’ho fatta, mi sono tirato indietro e ho lasciato che fossero gli altri a prendersi una responsabilità che era soltanto mia. E non altri qualsiasi ma… mia sorella.
Questa è la cosa che in assoluto mi fa più male: eravamo fratelli... consanguinei, coetanei… anzi… io ero il maggiore… eppure, dal momento in cui iniziò la simulazione che si concluse con lo sterminio della nostra vecchia fazione, ho delegato a lei tutte le scelte più difficili, tutti i compiti più pesanti. E lei, se li è accollati senza protestare, perché lei era così… si metteva in gioco, rischiava, si spingeva fino al limite per le cose che riteneva giuste. Aveva calcolato tutto, sapeva che sarebbe riuscita a resistere al siero della morte, che sarebbe tornata da noi, sapeva di essere l’unica in grado di farlo. Aveva considerato anche l’eventualità di non farcela e me l’aveva detto chiaramente. E in quel momento io avrei dovuto agire, costringerla a non andare, fare qualsiasi cosa ma tenerla fuori da quella stanza.
E invece, troppo vigliacco anche solo per concepire un pensiero del genere, ho lasciato che lei si sacrificasse, entrando in quella stanza. Quando, dopo quelle che mi sono parse ore interminabili è tutto finito ed ho visto il suo corpo a terra sarei voluto morire con lei.
Non doveva finire in questo modo, è solo colpa della mia vigliaccheria se lei ora non c’è più. In un primo momento, non ho nemmeno avuto il coraggio di vederla…  non potevo dirle addio, non era giusto, non era tollerabile. Ma devo essere forte, per una volta e accettare di vederla e di darle il mio addio.
E ora sono qui, nella stanza in cui è stato composto il suo corpo, a guardarla per l’ultima volta, a farle un’ultima carezza, prima di andare alla ricerca delle tombe dei miei genitori: anche loro meritano un ultimo saluto, quello che non ho mai voluto dare. Glielo devo.
“Spero che tu ora stia bene lì dove sei, sorellina. Ti ho sempre voluto bene…. Addio”. Poche parole, inutili, come lo è stata la mia esistenza finora. Ma lei capirà, lo so. E io continuerò a rivolgerle il mio addio fino al mio ultimo respiro.
   
 
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