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Autore: Stilistire    26/07/2014    2 recensioni
Dopo un sabato sera di sballo, Arianna Villa si risveglia ubriaca e non ricorda più nulla della serata precedente. E' sudata, accaldata e seminuda sul suo letto. Questo significa solo una cosa: SESSO. Ma con chi?
"...- Quindi tu ti sei approfittato di me quando ero in uno stato di convalescenza! Non ci posso credere!- sbotto arrabbiata dandogli un pugno sul torace - peccato non aver mai fatto boxe - che afferra con la sua mano potente, al contrario della mia. - Villa non ti conviene giocare con il fuoco - ."
-Tratto dal capitolo 1
Una storia tutta da gustare!
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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Capitolo 7. Capodanno Rosso passione.


Driin driin.

No, non è una sveglia. Non è nemmeno il segnale che è arrivato un messaggio sul telefono. No, non sono io che gioco con le campanelle natalizie. È il campanello di casa. 

- Arianna vai tu - uno dei tanti riti di capodanno. Devo sempre essere io, ogni santo anno da quando abbiamo iniziato a fare questo tipo di cene e da quando ho iniziato a camminare. 
Apro la porta lentamente - come quando si ha paura di un'entrata irruente di un mascalzone - e faccio entrare i quattro moschettieri. Leonardo Costa, il capofamiglia; l'adorabile signora Stefania, madre di quei due coglioni; Jeremiah-non-so-se-si-scrive-così; e per ultimo Davide Il Terribile. Molto peggio dell'ultras serbo Ivan Il Terribile. 
Lo capirebbe chiunque che il mio sorriso è più falso di una borsa firmata a 50 euro, tanto che sono tentata di sbattere la porta in faccia a Davide prima che entri. 

- Stefania! - mia madre la saluta calorosamente con un abbraccio. - Prego ragazzi, accomodatevi - continua mia madre guidandoli nella sala da pranzo adornata di rosso. Mi potrei mimetizzare. 
Mio padre inizia a parlare di calcio con Leonardo e sarei tentata di andare a dire la mia, se non fossi stata già anticipata da quel coglione di Davide. 
Così rimango impalata in mezzo alla stanza con mia madre che sta facendo lo slalom intorno a me per portare in tavola i cibi e Jeremiah-non-so-se-si-scrive-così che mi si avvicina. Che vuole questo mostriciattolo?
- Wow Arianna, stasera spacchi - dice squadrandomi dalla testa ai piedi. Anni fa lo avrei preso come un complimento, ma non dopo aver conosciuto suo fratello. Il Dna da pervertito potrebbe essere lo stesso. Ragazzino in preda agli ormoni. Ma lo ringrazio lo stesso, poi lo sguardo mi capita involontariamente - oppure no - su di lui. Ma lui è così occupato a fissare lo schermo del suo Iphone ad non accorgersi di nulla. 
Ci mettiamo a sedere. Il tavolo rettangolare è un po' stretto, quindi dobbiamo sempre stare più stretti del solito quando ci sono gli ospiti. Sono così silenziosa che l'unica frase uscita dalla mia bocca è stata "Mi passi l'acqua?".
Il clima in casa è dei migliori. Tutti sembrano essere felici, e come biasimarli. È capodanno e ognuno spera nell'arrivo di un anno migliore. Invece io sono lì, come se fossi invisibile, nessuno sente la mia mancanza.
Ormai ho smesso di sperare in un anno migliore, visto che non migliora mai niente. Così l'unica cosa da sperare é che non mi arrivino le mestruazioni. 

Vorrei gridare che ci sono anche io in quella stanza, fra loro, che esisto. Ma mia madre se ne uscirebbe con: "Tesoro, non c'è bisogno di urlare." Quindi mi sembra inutile.
Anche se non riesco a vedere la mia espressione, sono quasi sicura che assomigli a quella di Davide. Ha gli occhi spenti, il viso che non lascia trapelare emozioni. Come se fosse stato trascinato lì con la forza, senza la sua volontà. 
Così anche le uniche due persone tanto simili in una stanza, si evitano.

Dopo il dolce Davide se ne va in bagno, forse per colpa dei vari vini in tavola. Anche la mia famiglia a Natale e Capodanno mi lascia bere un po', senza controllarmi. Forse perché sono più brilli di me.  
Devo cogliere la palla al balzo e andare a chiarire con lui. Come potrebbe migliorare un anno che inizia già male? Non si dice che chi inizia bene sta già a metà dell'opera? 

Così sgattaiolo via dal salotto, nessuno se ne accorge, un altro chiaro segno della mia invisibilità quella sera. Tanto in casa abbiamo due bagni, posso usare la scusa di esserci stata anche io.
Lo aspetto fuori dalla porta, così appena fa per uscire, lo spingo dentro, entro anche io e richiudo la porta alle mie spalle. Anche se c'è la luce spenta, sono sicura che ha disegnata una faccia confusa sul suo volto. Con la mano cerca di premere l'interruttore della luce, ma glielo nego. Al buio, senza vedere chiaramente il suo sguardo è più facile parlare. 
- Mi eviti come la peste per l'altra sera in camerino? - chiedo con tono pacato. Sembra non ribattere, poi se ne esco con un - fammi uscire - . No caro, questa volta parli e chiarisci con me. 
- Non mi parli, non mi guardi, chiami ragazze nuove ogni giorno a casa tua, eviti ogni sguardo perché non ti ho fatto vedere le mie tette? - il mio tono è aggressivo, ma non troppo alto, visto che potrebbero sentirci. - Quanti anni hai, 12? Sei come un bambino che vuole la palla appena gliela freghi anche se non ci gioca è? - 
- Smettila.- dice. - Non voglio parlarne.- 
- Ma io sì, ok? Sono 10 anni che mi eviti, e per il primo anno che abbiamo un tipo di rapporto, anche se strano, complicato e fatto solo di passione, è pur sempre uno straccio di rapporto. E io...- il mio coraggio è spezzato dalle sue mani su i miei fianchi. Dai suoi occhi che sono a stretto contatto con i miei. Dalla sua bocca sulla mia che blocca ogni flusso di parole. Lui mi sta baciando.
Sta risolvendo tutto con un bacio. 
Con un bacio che sta diventando sempre più profondo, più intimo. Le sue mani che corrono sul mio corpo, le sue braccia che mi stringono e mollano la presa. La sua mano destra - o sinistra, non sono in grado di cogliere certi particolare in certi momenti - mi alza il vestito e ci si insinua. Finisco a sedere sul piano del lavandino, con le mie gambe che gli cingono la vita e lui lì, in piedi a baciarmi e a spogliarmi. 

- Ti ho evitato perché non ce la faccio a resisterti - dice con la voce spezzata e ansante. - È diventato un problema anche solo starti vicino - continua tra un bacio e l'altro. 
- Allora perché non mi hai cercato?- cerco di raccogliere le forze in quel momento di intimità. - Perché ti portavi a casa troiette quando bastava bussare e chiedere scusa? - continuo. - Cazzo Davide, siamo anche sullo stesso piano.-
- Allora sei gelosa. - 
- Non sono GELOSA.- chiarisco. - Vorrei avere una minima certezza, anche se invana, che non mi stai usando solo per i tuoi sporchi giochetti. Che quando parli con i tuoi amici non mi chiami una delle tante.. Che fra 10 anni se ci rincontreremo non dirai alla tua ragazza "Guarda amore, quella me la sono fatta! Era anche la mia vicina!" - 
- Non sono così stronzo come pensi.- dice e poi ricomincia con la scia di baci sul mio collo. Ormai ha capito che servono per tranquillizzarmi. 
- Lo so, infatti lo sei anche di più.- ma mi arrendo alla sua presa, alle sue labbra che corrono incessantemente sul mio povero collo. Mi arrendo al momento e alle conseguenze di tutto ciò i prossimi giorni. 
Continuiamo così per altri veri minuti, che sembrano tanti, ma che in realtà non saranno più di 4 o 5. 
In quei momenti, in quegli attimi di ordinaria follia stretta dalla sua morsa, dalla sua passione unita dalla mia, mi sento felice. Di una felicità di cui non so niente. Non so quanto durerà, ma vorrei fosse infinita. 

Sbuuuuuum! Piuuuuuuuung! Sbaaaaam! I fuochi d'artificio. È un nuovo anno. É un nuovo anno che si apre all'insegna del sesso nel bagno con il solito coglione. Quel coglione. Quel coglione di Davide.

Sento che Davide non vorrebbe smettere nemmeno per vedere i fuochi pirotecnici che fanno una volta all'anno. Ma io prendo il controllo e smetto. La sua faccia è delusa e contrariata da quel gesto. 
Scendo dal lavandino, mi sistemo il vestito, gli prendo la sua mano calda e lo trascino con me. Non oppone resistenza. Apro il finestrone del bagno che porta alla terrazza e usciamo fuori per ammirare quello spettacolo di rumori e colori che illuminano il cielo notturno colmo di stelle.

- Abbiamo tutto un anno.- dico lasciandogli un leggero bacio a fior di labbra. 

  
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