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Autore: Majakovskij    26/07/2014    0 recensioni
Premetto che non sono un grandissimo fan delle Fan Fiction. Scrivo questa solo per allenarmi nella scrittura di un romanzo mio.
La storia si ambienta nel futuro rispetto alla trama canonica Adventure Time: Finn è adulto e non vede suo fratello da anni. Il cane vive ormai in compagnia di Lady Iridella, mentre l'umano vive nel Regno di Fuoco, che però lascerà quando verrà a sapere della morte del Signor Maiale: allora si riunirà a Jake, alla ricerca del Lich, primo sospettato. Non ci sono sottotrame romantiche, non fanno per me: se sei qui per vedere i risvolti della relazione tra Finn e la Principessa Fiamma puoi lasciar stare, non ne troverai.
Due indicazioni importanti: 1) Io Adventure Time lo guardo in americano e in contemporanea con l'America: ho iniziato a scrivere dopo aver visto la puntata "Something Big", così, se non sei già arrivato lì, non leggere questa storia, rischi degli spoiler (anche se in generale non credo ce ne saranno molti della sesta stagione);
2) Per lo stesso motivo, ho un po' di difficoltà con i nomi italiani. Li ho tradotti cercando sulla Wiki italiana e ho fatto quel che ho potuto.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Finn, Jake, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi guardo intorno senza capire molto di quel che succede. Stavo sognando casa. Mah, sono partito da meno di un giorno e già mi manca la mia vita tranquilla. Comunque Finn mi indica la città e scendiamo dal nostro mezzo. È identica a tanti anni fa: solo demoni. Ovunque. Questo un po' mi preoccupa:lo vedo Finn, come sta. Lui e i suoi dannati discorsi sulla moralità, il suo mondo in bianco e nero, ha gli occhi allucinati: la mano sinistra va continuamente alla schiena, come se volesse collegarsi il braccio e ammazzare tutti. Sarà meglio che non lo faccia se vogliamo arrivare vivi fino a Abadeer.

Mi tocca la spalla. “Ehi Jake?”

“Sì?”

“Abbiamo dimenticato un camuffamento, non possiamo girare per la Nottesfera come se nulla fosse.”

“Oh, ma che diamine! Possibile che non possiamo fare un passo senza incontrare un ostacolo?”

“E ora che facciamo?”

“Io posso cambiare forma. Il problema è cosa farai tu.”

“Mmm... che ne dici di tentare col Jakesuit?”

“Mantenere la forma di un demone mentre tu mi schiacci il cervello? Non so, non credo sia facile. Ma possiamo tentare”.

Apro la bocca e Finn entra, dopo aver collegato il braccio alla spalla. Eccola di nuovo, quella sgradevolissima sensazione. La sua testa preme sul mio cervello, e immediatamente tutti i miei muscoli si intorpidiscono. Mi viene un gran sonno, e mi sembra di perdere il controllo di ogni mia facoltà. Sto respirando, almeno? Sì, credo di sì. Il mio corpo inizia a muoversi. Un po' per volontà mia, un po' per volontà di Finn. Sento la mia carne plasmarsi, ma non ho una precisa idea di che forma io abbia assunto. A guardare in basso, sono parecchio grosso, quello sì. Cammino su quattro zampe e ho dei grossi artigli. Finn, dal suo “centro di controllo”, inizia a correre. Li sento, sotto di me, pezzi di demone che si strappano per il peso delle mie zampe su di loro. Diamine! Finn sta ammazzando tutti i demoni che trova sul suo percorso! Maledetto, devo riuscire a riprendere controllo del mio corpo... non posso lasciargli fare una strage...

Tutto inutile. Più provo a contrastare i movimenti che Finn mi costringe a compiere e più lui mi fa fare ciò che vuole. Non capisco se la sua intenzione fosse questa fin dall'inizio, squartare un po' di demoni, o se abbia solo colto l'occasione. Ho le zampe piene di sangue e frattaglie, e in pochi minuti abbiamo raggiunto una lunga fila di demoni che porta fino alla casa di Abadeer. Tempo dieci secondi e abbiamo superato anche la fila. Lo sforzo che sto facendo per contrastare Finn è enorme, ma comunque non sta portando a nulla. Mi sento sempre più affaticato e indolenzito, mentre il ragazzone non ha alcun riguardo per il mio corpo. Come se non bastasse, per ogni passo che faccio mi indebolisco, incastrato come sono in quel portale. Mi schianto contro un muro, lo spacco. Siamo in casa di Abadeer. Mugolo: “Finn!”

“Eh?”

“Finn?”

“Che c'è?

“Fermati un attimo!”

“Che hai detto?”

E che diamine. Ho la sua faccia in bocca e non riesco a parlare. Scandisco, più lentamente possibile: “Fermati!”

Si ferma. Immediatamente ne approfitto, lo raccolgo tutte le energie e lo sputo fuori. Poi lo colpisco in faccia, violentemente. Lui tira fuori la spada dell'elsa e io, scattando in avanti, gli sfilo il braccio dalla spalla e lo getto lontano.

“Diamine, Jake! Si può sapere cosa ti prende?”

“A me? A me?! Mi hai usato per fare una strage di demoni!”

“Dai, su, dimmi che non meritavano di morire!”

“No! Non lo meritavano!”

“Sono demoni! Sono cattivi! A prescindere, vanno ammazzati!”

“Razza di imbecille. Hai deciso tu che lo sono. Questi demoni non hanno mai danneggiato nessuno. Non sono nemmeno mai usciti dalla Nottesfera! Hai fatto molti più danni tu a loro negli ultimi dieci minuti che loro a chiunque altro nella loro intera esistenza.”

Devo cercare di convincerlo, perché non posso certo affrontare un combattimento. La metà di me è tra qui e il portale, e le forze non sono certo abbastanza per sconfiggere questo tizio che è diventato, negli anni, quel che è diventato.

”Sono demoni. Dannazione! Sono dannati demoni! Possono anche non aver fatto niente, ma prima o poi uccideranno! E bisogna uccidere chi uccide.”

“Finn, sei evidentemente pazzo.”

Finn inizia a correre verso la spada e mi salvo soltanto perché entra nella stanza Abadeer. È in mutande e canottiera. Espressione allarmata. Guarda me, poi Finn:- Cosa diamine sta succedendo?

Così fortunatamente l'ira di Finn si direzione verso di lui. Si riaggancia il braccio, tira fuori la balestra e spara a Abadeer. Il demone è veloce. Davvero veloce, sono scioccato. Afferra il dardo al volo e lo rilancia a Finn con tanta di quella forza che gli si conficca nella spalla sinistra. Poi scatta in avanti, lo afferra per il collo e lo sbatte contro il muro. Finn lo colpisce con un calcio in pieno petto, ma Hunson sembra non sentirlo nemmeno. La sua faccia si apre e i suoi occhi e la sua bocca si allungano verso Finn:- Cosa sei venuto a fare qui?

Finn è rosso in faccia: “Dicci... dove... è... il... Lich...”

Devo fare qualcosa per aiutarlo. Mi lancio in alto e poi mi ingigantisco, schiacciandomi contro Abadeer. Ingigantisco per modo di dire, non riesco a raggiungere una gran dimensione. Lui mi si scrolla di dosso come se niente fosse e poi si china su Finn. Oh Glob. Riesco a vedere la sua anima che gli viene succhiata via dalla bocca...

Allungo il braccio. Afferro il destro di Finn, glielo sgancio di nuovo, e lo porto a me. Poi inizio a armeggiare. Devo trovare qualcosa per fermare Abadeer entro pochi secondi... Che cavolo, perché Gommarosa non ha messo delle indicazioni? Sono solo un mucchio di pulsanti! Tiro una levetta a caso, e esce un pulsante sul polso Lo premo, parte l'arpione che si conficca a meno di un centimetro dalla testa di Finn. Oh Glob, l'ho quasi ammazzato. Abadeer finisce di succhiare l'anima di Finn e si gira verso di me. Mi guarda e dice: “Fuori uno. Sapete che non dovreste entrare qui?”

Premo un altro tasto, escono scintille, ma niente più. Un terzo tasto. La mano si deforma in una lama. Sto per premerne un quarto ma, nemmeno capisco bene come, Abadeer mi ha disarmato e afferrato per la gola.

“Ti do due secondi per dirmi perché siete venuti qui e avete ammazzato i miei sudditi. Poi prenderò anche la tua anima.”

Mi deformo e scivolo via dalla sua presa, ma lui mi riafferra, avvicina la bocca a me e inizia a succhiare.

 

Buio.

Buio.

Buio.

Sempre più buio.

 

Poi inizio a mettere a fuoco qualcosa. Una luce, credo. Sì, è decisamente una luce.

La luce diventa due, tre, non so quante luci.

Sono lampade.

 

Un volto.

Marceline? Sarà davvero lei?

“Ehi Jake, sei sveglio?”

Sì, è lei. Fatico cercando di parlare: “Marcy, sei tu?”

“Sì Jake, sono io.”

“Diamine, che bello vederti. Aspetta: sono morto?”

“No, non sei morto. Per un pelo, a dire la verità. Sono riuscita a convincere mio padre a ridarvi le vostre anime.”

Mi tiro su molto lentamente, e mi fa male tutto il corpo. Erano così tanti anni che non combattevo, e ora mi trovo con troppe battaglie tutte insieme. Guardo Marceline: “Che fine avevi fatto? Sono anni che non ti fai più vedere in giro, hai idea di come è ridotto ormai Simon? Ti ha cercata ovunque! E tu te ne stai qui, nascosta da tuo padre?”

“Ne parleremo dopo”. Fluttua verso Finn, che nel frattempo sta riprendendo conoscenza. Io mi sdraio e riprendo fiato, mentre li sento confabulare a bassa voce.

Dopo un quarto d'ora siamo tutti in cucina a mangiare panini. Abadeer si è mostrato decisamente scontroso nei nostri confronti (come dargli torto?), mentre Marceline è molto felice di vederci. Mastichiamo silenziosamente, lentamente. Nessuno vuole essere il primo a prendere la parola, ma abbiamo tutti molto da dire. Alla fine sono l'unico a non cedere. Marcy e Finn aprono bocca insieme, parlandosi uno sopra l'altra: “Perché ti sei nascosta qui nella Nottesfera in tutti questi anni?”

“Perché cavolo siete venuti qui e avete fatto una strage?”

“Rispondi prima tu, Marcy. Ne avrai tante di cose da raccontare”. Il tono di Finn è tagliente. Leggermente arrabbiato. Immagino non sia felice per la scelta di Marceline di vivere in mezzo ai demoni. Quanto a me, sono ancora arrabbiato con lui. Molto. Alla fine la vampira prende la parola: “Nascosta? Ah ah! Questa è bella. Non mi sono nascosta. Perché non chiedete alla vostra amata Bonnibel che fine ho fatto?”

Ecco, ancora lei. Possibile che Gommarosa o chi la sostituisce sia ormai in mezzo alla vita di tutti? Finn le risponde: “Cosa c'entra Bonnibel in tutto ciò?”

“Dai, non ne sapete niente? Non mi dite! È pazza, Finn. Sappi questo. Gli anni si sono abbattuti su di lei senza pietà. Non sembra, eh. È sempre bella, giovane, carina, ma dentro sta invecchiando. Ha sacrificato tutta la sua vita alla guida del regno e ora Dolcelandia non ha un re, non ha un successore, non ha niente. Lei si sente sola. Così, la solitudine e la consapevolezza di non aver discendenti si sono rivelati due macigni che premono sulle sue spalle delicate. Non la vedo da molti anni. Una volta ero la sua maggior confidente. Me le diceva, queste cose. Aveva paura di morire. Però si è sempre messa in testa di sposarsi alla scienza. Questo non le fa bene. Così ha iniziato a rifiutare la morte. I cloni, cloni su cloni, tutti allo scopo di clonare se stessa. Ma non è ancora soddisfatta, vuole il clone perfetto. Tutte queste cose su una mente come la sua, portano solo a brutte cose. Alla follia. L'ultima volta che sono stata a Dolcelandia, era il trionfo della tecnologia. Ha reso illegale tutto ciò che la sua scienza non può spiegare. E qui si arriva alla mia presenza qui: Marcy, perché sei nella Nottesfera? Perché quella stronza mi ci ha confinato. Mentre dormivate mi sono fatta un giretto,” dice indicandomi “e ho deciso di seguire quel meraviglioso spaghetto peloso, per vedere dove si era incastrato. Mi avrebbe fatto piacere liberarti. E poi l'ho trovato sospeso in mezzo al nulla. Sei rimasto incastrato nel portale, vero?”. Annuisco. “Ecco. Non ho idea di come, ma ha trovato il modo di destabilizzare i portali. Ormai non durano più di pochi secondi. Mi ha confinata qui e ora sta cercando di chiudermici per sempre. Perché? Perché non vuole che il sovrannaturale metta piede su Ooo! Non mi sono nascosta”. Si asciuga una lacrima che nel frattempo è sbucata. Poi d'improvviso cambia espressione: più ansiosa, più triste: “Simon come sta?”

Finn continua a mangiare il suo panino come se nulla fosse. Oh Glob, tocca a me rispondere. Non voglio farle male, ma nemmeno voglio dirle bugie: “Simon sta male. Veramente male. Per qualche tempo ho vissuto nel Regno di Ghiaccio. Ogni sera gli impedivo di ammazzarsi, e passavamo le giornate a cercarti ovunque. Il suo disturbo della personalità intanto s'è fatto più accentuato, non sapeva dove sbattere la faccia, e alla fine ha iniziato a chiamarmi Gunther. È peggiorato. Davvero molto. A quel punto ho capito che non era più un pericolo nemmeno per se stesso. Ha iniziato a chiamare Gunther qualsiasi cosa veda. Sbava mentre parla, ride da solo, sembra sempre allegro. Ma dentro, è in pezzi. In compenso, non ha pi la forza di ammazzarsi”

“Oh Glob. Devo riuscire a uscire di qui. Devo andare da lui. Ma voi, piuttosto, perché siete qui? Lo sapete che è illegale?”

Finalmente Finn riprende a parlare. “Hanno ammazzato il Signor Maiale. Il Lich. Così, visto che tuo padre è un bastardo, non che uno dei vari Signori del Male, che sa ingannare persino la morte, e tutte quelle cose lì, abbiamo pensato: non è che sa dove si trova il Lich? E chi sa, se mi impegno può darsi che io riesca a ammazzarlo o farlo parlare?”

“Finn, da quando ti sei fatto così? Una volta eri un eroe. Ora sembri più un mercenario e un assassino.”

“Grazie. È quel che sono, dopotutto.”

“Non era un complimento. Mio padre non sa dove è il Lich, comunque.”

“Possiamo parlarci a ogni modo?”

“No”.

Finn posa il suo panino, scatta in avanti, spinge Marcy e è fuori dalla stanza. Diamine se si è fatto forte, Marceline ha accusato il colpo e è finita contro il muro. Lo inseguo. È molto più veloce di me, e io sono pesantemente affaticato e rallentato. Alla fine lo trovo in una stanza, insieme a Abadeer. Il braccio meccanico emette uno strano suono, una ventola gira sul palmo, puntato contro il demone che se ne sta inginocchiato in terra, le mani sugli occhi, sangue che trapela, e urla “basta!”. Ovviamente Finn non smette. Parla a voce alta, per contrastare le urla di Abadeer e il rumore della ventola: “Dimmi! Dove! È! Il Lich!”. È palese che Abadeer non lo sappia: sta soffrendo terribilmente e sotto una tale tortura avrebbe già parlato.

“Finn! Smettila! Lo stai massacrando e si vede che non sa nulla!”

Poi Finn viene colpito da qualcosa e si accascia sul pavimento. Sputa sangue, e appare Marceline, che lo tiene bloccato. Ha le sembianze di un grosso pipistrello, e ringhiando gli dice: “Non ti ammazzo solo in nome della nostra amicizia. Ora lascerete la Nottesfera e non tornerete mai più. Se lo farete, siete morti”. Guarda me. “Entrambi”.

 

Marceline ci ha portati, in volo, fino a dove si è aperto il portale. Il viaggio è stato silenzioso e carico di tensione. Ci lascia sopra la roccia e ci dice: “In realtà siete stati fortunati. Anzi, siamo stati fortunati. Se Jake non si fosse incastrato nel portale probabilmente sareste rimasti bloccati qui per sempre. A quel punto, non nego, vi avrei ammazzati senza un minimo di rimorso. Ora aprirò il portale. Jake, potrebbe farti un po' male. Sempre nel caso io ci riesca. Poi voi andrete dove dovete andare, e per un po' di tempo non vi farete vedere, almeno fin che la mia ira non si sarà sbollentata. Io me ne andrò da Simon, e vediamo se posso aiutarlo”.

Vola verso l'alto, e infila una mano nel portale attraverso il mio braccio, mentre io mi contorco urlando. Un po' male? Il dolore è insostenibile! Con la coda dell'occhio vedo Finn, che guarda per terra e calcia un sasso, , l'espressione tra l'arrabbiato e l'imbarazzato. Poi il dolore passa: Marcy, tremante e sudata, tiene aperto il portale e ci urla: “Svelti! Entrate!”. Afferro Finn, allungo il braccio fino a trovare qualcosa di solido fuori del portale, mi ci aggrappo e insieme torniamo sulla terra di Ooo. Marceline esce a sua volta e il portale si richiude. Ora che la vedo alla luce del giorno, mi rendo conto che è profondamente cambiata: ha le rughe, la sua pelle è anche più pallida e i capelli, tagliati corti, sono secchi e ispidi. Le porgo la mano. Controvoglia me la stringe, e mi dice. “Ci vediamo, Jake”. Poi vola via.

Guardo Finn. Si è seduto in terra, pensieroso. Non capisco se si senta in colpa o umiliato.

E così siamo ancora al punto di partenza, ma abbiamo nuova gente che ci odia.

   
 
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