Come ogni mattina Esther si svegliò per dirigersi verso la clinica, dove il suo ragazzo era in cura da quasi un anno ormai.
Quasi un anno fa furono vittima di un incidente stradale, Esther si ruppe una spalla mentre Davis perse la memoria, e tutt'oggi non l'ha recuperata del tutto. 
Non ricorda nulla di Esther, e si è innamorata di un'altra ragazza, Krystal. 
Lui vede Esther solo come la sua dottoressa, e lei deve sopportare di vederlo ogni giorno sorridere e ridere con un'altra ragazza che non è lei, ma nonostante tutto sorride, è felice, felice di vederlo iniziare una nuova vita, forse quell'incidente è stato un segno, non lo sa, ma non ha intenzione di rovinargli di nuovo la vita.
Lei si occupa soprattutto di pazienti malati di Alzheimer o che appunto perdono la memoria, ma non si sarebbe mai immaginata che avrebbe dovuto tenere in terapia quello che ormai non è più il suo ragazzo.

*Esther point of view*

Era ansioso, non vedeva l'ora che arrivasse Krystal per poterla abbracciare. Pensandoci da quanto non ho avuto l'occasione di stringerlo per un po', mi mancava nonostante lo vedessi ogni giorno. Era così lontano da me.
Mi amava così tanto, ma deve essere una disgrazia perdere la memoria all'età di 21 anni.
Tante volte ho pensato di lasciarlo in terapia a qualche altra infermiera, ma alla fine mi sono sempre convinta di non lasciar perdere, non ne valeva la pena.
Uscii dalla sua stanza e mi diressi nell'aula dottori per prendere un caffè.
«Ehy Esther, tutto apposto?», mi voltai e vidi il dottor Jack dietro di me sorridente, «Ehy Jack, tutto apposto, tu?», «Abbastanza bene. A proposito oggi hai un nuovo paziente malato di alzheimer, dovrebbe arrivare tra qualche oretta», «Uhm, va bene, hai già la sua cartella clinica?» chiesi.
Lui annuì e me la porse, lessi le informazioni principali a voce alta «George Bieber, 88 anni, Canada. Perfetto allora vado a preparare la sua stanza in attesa del suo arrivo. Ci becchiamo in giro!» finii di bere il mio caffè e salutai il mio collega per andare in cerca di una stanza vuota dove il nuovo paziente avrebbe potuto stare.
Tirai un sospiro di sollievo e mi incamminai alla ricerca della stanza, alcuni anziani in cura mi salutarono con un sorriso come ogni mattina, per loro ero la 'Piccola Esther', più che dottoressa ero la loro nipotina, e questo lavoro mi piace anche per questo, mi considerano tutti parte della loro famiglia, praticamente.
Trovai una stanza e iniziati a sistemare le lenzuola e il cuscino, segnai sul registro che era ormai occupata e le diedi un ultimo sguardo, «Ti aspetto caro George Bieber». #CanIstealyouaminute Eccomi ragazze, questo e l'inizio della storia. Continuerò solo se vedo che suscita il vostro interesse e dunque vi chiedo di recensire dicendomi il vostro parere e se volete che continui o meno. Buonagiornata!