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Autore: vivajackson99    26/07/2014    3 recensioni
E se Percy Jackson fosse fuggito di casa all’età di 7 anni? E se mentre stava fuggendo dai mostri incontra Annabeth, Luke e Thalia? Cosa succederebbe tra loro? Lo accetteranno nel loro gruppo? questo compito lo lascio a voi scoprire leggendo questa storia.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Luke Castellan, Percy Jackson, Talia Grace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Scappo di casa
"Salve a tutti mi presento. Mi chiamo Percy Jackson e ho 7 anni. Sono dislessico e iperattivo e soffro di deficit dell’attenzione. Vivo con mia madre, Sally Jackson e il mio patrigno Gabe Ugliano, soprannominato il Puzzone, in un appartamento di Manhattan. Non siamo una famiglia molto ricca, ma neanche molto povera. Mia madre gestisce un negozio di dolciumi, mentre il mio patrigno bhe... lui ha un negozio di elettrodomestici, anche se sta tutto il giorno a casa, a giocare a carte e a mangiare con i suoi amici. La mia stanza è diventata il suo studio. Io per lui sono un piccolo delinquente, mentre la mamma è la schiava del mio patrigno che può picchiare sempre, come del resto fa con me. Ho appena saputo da mia madre chi è il mio vero padre, si è lasciata spuggire troppo cose e poi lo costretta a dirmi tutto. Ho scoperto che mio padre è Poseidone, il dio del mare, e che tutte quelle storie sugli dei, i loro figli e tutti i mostri, che mia mamma mi raccontava per farmi addormentare sono tutte vere. Da pochi giorni ho imparato a comandare l’acqua e ho scoperto che posso respirare anche sott’acqua, senza dover per forza riemergere. Una cosa è certa.  Non potevo far vedere a nessuno il mio talento, ordini della mammma. Pochi giorni dopo mia madre mi ha dato una penna a sfera, dono di mio padre, e mi ripetè le sue stesse parole:”quando sarà il momento saprai come usarla”, e ovviamente non capii il significato".
Un giorno verso le cinque del pomeriggio, mentre sono nella mia stanza a fare i compiti, sento il puzzone urlare. Mi alzo dalla sedia e apro uno spiraglio della porta. Da li vedo gabe urlare contro mia madre e  picchiarla ogni volta che lei cerca di parlare. –Sally, ti sto dicendo che quel delinquente deve essere mandato in collegio- urlò lui- ma perchè, non ha fatto niente di male- disse mia madre che ricevette un’altro schiaffo in faccia.-Ah no. Allora perchè la sua maestra oggi mi ha detto che ha preso una nota per aver dato un pugno al suo compagno. Cosa rispondi???- - p-puo essere che il compagno lo abbia provocato o ah...-venne bloccata da un’altro schiaffo - Non voglio sentire scuse. Tuo figlio andrà in colleggio. Punto e basta.- -o-ok..., va b-bene.- Preso da un attacco d’ira, prendo l’ombrello vicino alla scrivania, spalanco la porta della mia camera  e approfittando del fatto che è messo di schiena gli do un colpo di ombrello – fermo lasciala- urlo. Gabe urla di dolore poi si gira verso di me e mi guarda come se mi volesse strangolare. Corro verso la mia stanza e chiudo la porta a chiave. Sento Gabe bestemmiare contro di me e forzare la maniglia della porta. Io, come una furia, prendo uno zaino e ci infilo dentro due cambi di vestiti, alcune merendine,due panini che prima avevo preso dal frigo, un pacco di biscotti blu fatti in casa e poi ci metto i 50 dollari della mia paghetta. Do un’ultima occhiata alla mia stanza e poi posai lo sguardo su una foto di me e mia mamma. Avevo cinque anni a quell’epoca e mia mamma mi aveva portato al parco giochi come regalo di compleanno. Mi sarebbe mancata. Presi la foto e me la misi in tasca. Come ultima cosa presi la penna a spera di mio padre, di certo non potevo lasciarla lì. Poi voltai lo suardo veso la porta chiusa dove c’era ancora il puzzone che urlava- addio mamma, lo faccio per te- detto questo, prendo il mio giubotto, apro la finestra e scappo dalla scala d’ingendio, per poi fuggire via da quella casa che non avrei più rivisto.
ANGOLO AUTRICE: questa è una storia che mi è venuta in mente ieri pomeriggio mentre leggevo una piccola fiction. Avvisatemi se c’è qualche errore di ortografia. Baci dalla vostra figlia di apollo.
   
 
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