Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
Ricorda la storia  |      
Autore: Mozzafiato Mahoney    26/07/2014    5 recensioni
Ognuno di noi sa come tutto ha avuto inizio - partendo dalla scarsa puntualità della protagonista e proseguendo oltre - ma nessuno sa per certo come tutto è cominciato nel mondo degli alieni. Tanto per fare un esempio; Kisshu come ha conosciuto realmente la sua Micetta?
Io ho provato a immaginarlo così!
ATTENZIONE: Alcune scene sono diverse da come sono raccontate dal manga!
[Dal testo]:
Infine vidi il mio Chimero spazzato via da un fascio di luce proveniente dalla sua arma, ma non me la presi troppo; se era vero che sarebbe stata lei la nostra nemica sicuramente ci sarebbe stato da divertirsi.
Genere: Generale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish, Pai Ikisatashi, Taruto Ikisatashi/Tart
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hello, Kitty!

POV Kisshu


Non era nemmeno l'alba, quando quel moccioso di Taruto venne a svegliarmi con la sua solita "delicatezza".

<< Svegliati! >> urlò, infatti, scuotendomi fino a farmi cadere dalla brandina.

<< Ma cos ... >> mormorai confuso; ero abbastanza sicuro di non essere caduto a terra nel sonno. Poi il mio cervello cominciò a connettere: << Dammi un valido motivo per cui in questo preciso momento non dovrei trapassarti con i miei Sai. >> lo minacciai, alzandomi, con uno sguardo che avrebbe dovuto lanciare fiamme ... Dove sono le fiamme quando servono?!

Il marmocchio cominciò a sudare freddo; sapeva quanto io fossi intrattabile la mattina e che per nessun motivo al mondo avrebbe dovuto disturbarmi.

<< Profondo Blu vuole vederci. >>

Ottimo. Quella si che era una bella notizia. Soprattutto se data all'alba.

<< Arrivo subito. >> risposi annoiato, mentre spingevo il marmocchio fuori dalla stanza.

<< Ehi! Ehi, Kisshu! Se stai cerca ... >> protestò puntando i piedi per terra nel tentativo di fermarmi.

<< Ho detto che arrivo subito. >> ribadii prendendolo per il colletto della camicetta e buttandolo fuori, per poi chiudere velocemente la porta, prima che potesse rimettersi in piedi ed entrare di nuovo, lasciandolo a battere pugni su di essa.

Sospirai; se Profondo Blu voleva vederci non era certo per fare una tranquilla chiaccherata.

Mi presi tutto il tempo che mi serviva per lavarmi e vestirmi, acompagnato da rumorosi pugni e da numerose imprecazioni di Taruto. Quando uscii lo trovai seduto (quasi sdraiato, a dire il vero) accanto la porta.

<< Subito, eh? >> sbottò il moccioso, incrociando le braccia, con sguardo assassino << Sei stato talmente veloce che sei andato e tornato in un batter d'occhio! >> esclamò alzandosi, ma non cancellando quell'espressione infuriata che, onestamente, trovavo solamente molto buffa.

<< Per le mie ammiratrici, questo e altro. Come pensi che svengano al mio passaggio? >> spiegai alzando il sopracciglio sinistro con aria di ovvietà << Quante cose hai ancora da imparare! >>

Taruto alzò gli occhi al cielo con un moto di disperazione, scuotendo il capo << Andiamo, grande Latin Lover. >> aggiunse ironico senza, però, spostarsi di un centimetro.

<< Beh? Cosa ci fai ancora qui? >> domandai scocciato.

<< Mi assicuro che tu fili dritto da Profondo Blu! >> rispose il moccioso afferrandomi e teletrasportandosi e, prima che potessi realizzare la situazione, mi ritrovai in una stanza buia illuminata solamente da una fievole luce blu che altri non era se non Lui, Profondo Blu.

<< Eccomi. >> dissi inginocchiandomi al suo cospetto alla sinistra di Pai.

<< Finalmente. >> sbuffò Pai senza scomporsi più di tanto << Avevo mandato Taruto a chiamarti più di mezz'ora fa. >>

Incredibile come riuscisse a non muovere un solo muscolo facciale, eccezion fatta per la bocca, e risultare lo stesso infuriato. Come fanno tutte quelle ragazze ad andargli dietro, poi, ancora non me lo spiego!

<< Si, effettivamente me ne ero accorto. >> risposi ghignando e lanciando un'occhiata al marmocchio inginocchiato, invece, alla destra di Pai.

Pai, per tutta risposta, assottigliò lo sguardo evidentemente contrariato; si è decisamente sprecato ...

<< Silenzio. >> proruppe Profondo Blu ricevendo subito l'attenzione da lui desiderata << Arriviamo subito al succo della questione; il motivo per cui vi ho chiamati. Ho una missione molto importante per voi ... forse la più importante che io abbia mai assegnato in tutta la mia gloriosa esistenza.

<< Una grave crisi si sta abbattendo lentamente sul nostro pianeta e ciò contribuisce ad aumentare il malcontento della popolazione. Ho riflettuto a lungo su una possibile soluzione al nostro problema - è chiaro che così non si può più continuare - e alla luce di queste riflessioni la soluzione più lampante è stata quella di riprenderci ciò che è nostro per diritto. >>

Non capii subito cosa intendesse dire, a differenza di Pai che chiese: << Si riferisce, per caso, al pianeta dei nostri antenati? La Terra? >>

<< Vedo con piacere che i dati sullo schedario dell' Accademia Militare si rivelano ancora una volta esatti. >> commentò la sfera fluttuante che se solo avesse avuto un corpo - o quantomeno una faccia - l'espressione sarebbe stata vagamente simile al mio affascinante ghigno derisorio << Mi riferisco esattamente a quello. Voi dovete sottomettere gli umani che tanto lo hanno degradato e inquinato, eliminare se necessario. Mi auguro che tre guerrieri valorosi come voi non abbiano alcun tipo di problema, sbaglio? >>

<< No, Signore. >> rispose Pai prontamente.

Ma per quanto Pai potesse essere onorato di tale incarico - difficile capirlo con una sfera emozionale tale e quale a quella di un cadavere - io non lo ero altrettanto; c'erano cose che non quadravano del tutto. Ad esempio; aveva affidato questa missione soltanto a noi tre - di cui uno era quasi un lattante. Una missione estremamente importante. Talmente importante da dover rivoluzionare il mondo - in tutti i sensi; ma in tre come avremmo dovuto farlo? Il piano non aveva ne capo ne coda e lo dice uno che la logica l'aborrisce.

<< Quando dobbiamo partire? >> domandò Pai imperturbabile.

<< Oggi pomeriggio. E' un viaggio lungo. >>

Minchia! E meno male che l'aveva anche specificato! Quasi mi slogavo la mascella, a differenza di Pai che sembrava un pezzo di dolomite, tanto era inespressivo.

<< Ma ... ma ... >> balbettò Taruto in un vago tentativo di protesta.

<< Certamente, Mio Signore. >> rispose Pai, al che io e Taruto lo guardammo in sincrono come se davanti a noi non avessimo avuto il nostro reale fratello, ma un suo sosia con la stessa sfera emotiva.

Non era mica una cosa semplice partire quel pomeriggio; c'erano un mucchio di cose da fare, tra cui controllare la carrozzeria della navicella, fare scorte di carburante, impostare il pilota automatico e anche controllare che forma avesse quel pianeta - all'Accademia dovrebbero averlo spiegato, ma non potevo di certo confermare.

Ci congedammo e seguimmo Pai; o meglio, io seguii Pai, di Taruto non ne avevo idea. Non sono mica la sua balia.

<< Ti ha dato di volta il cervello? E dire che, tra noi, tu dovresti essere quello con la testa sulle spalle. >> domandai a un Pai già intento a trafficare con i cavi della navicella.

<< Perché? >>

<< Come "Perché"? E' praticamente impossibile preparare il tutto in mezza giornata! >> Sembrava ci fosse stato uno scambio di corpi; io ero in quello di Pai e lui in quello mio. Cosa da far accaponare la pelle!

<< Siamo in tre. E, se tu smettessi di lamentarti e andassi a chiamare Taruto, forse ce la facciamo. >>

<< Il marmocchio? Ma se non sa nemmeno dove mettere le mani! >> Decisamente, non era in se e non c'era stato nessun scambio di corpi. Per cui mi chiedevo; che il suo cervello avesse chiuso per ferie anticipate? Probabile.

<< Chiamalo e basta. >> La sua espressione rimase immutata, ma perlomeno aveva alzato leggermente la voce.

Non ci fu alcun bisogno che andassia chiamare Taruto, poichè lui stesso ci degnò della sua presenza.

<< Mi spieghi adesso come facciamo? Non potevi provare a convincerlo a rimandare la partenza a domani? >> domandò assumendo quell'espressione imbonciata che lo faceva sembrare ancora più piccolo di quanto già non fosse.

<< Ma vi siete messi d'accordo? Avanti, a lavoro! >> sbottò fulminandoci con lo sguardo e, se non ci fosse stato un legame di sangue l'avrebbe fatto anche con i suoi ventagli.

<< Si, signore. >> rispose Taruto senza troppa enfasi.

<< Simpatia, portami via. >> dissi, invece, io ricevdendo una delle sue migliori occhiatacce gelide.


***

Dopo una lunga mattinata a trafficare con vari arnesi - di cui il nome solo Pai poteva saperlo - contro ogni previsione, eravamo pronti per partire. Quasi.

<< Dov'è Taruto? >> mi domandò Pai, una volta saliti sulla navicella.

<< L'ho mandato a prendere le ultime cose. >> rispose con nonchalance.

<< Non avevo chiesto a te di farlo, o sbaglio? >> Accompagnò la domanda con un notevole movimento del sopracciglio sinistro.

<< No, non sbagli, Solo che io l'ho chiesto a lui. Una specie di reazione a catena, hai presente? >> risposi gesticolando animatamente << Comunque, ho il dovere d'informarti su un fatto estremamente importante di cui, ti dirò, ne sono rimasto veramente impressionato perché credevo che non fosse assolutamente possibile. >> continuai con tono grave.

<< Ah, si? >> Il suo di tono non era esattamente preoccupato; sarà che avendo sempre vissuto con un tipo come me ormai ci si era abituato!

Assunsi la mia miglior espressione seria: << Dimmi che fine ha fatto l'algido Pai. Quello vero non avrebbe mai e poi mai cambiato espressione così tante volte in una giornata. C'è persino il rischio che ti si formino nuovi muscoli facciali! >> continuai, ne ero consapevole, con una perfetta faccia da schiaffi.

<< Eccomi! >> si auto-annunciò Taruto troncando sul nascere la replica di Pai << Ho interrotto qualcosa? >> domandò, poi, osservando la sua espressione leggermente - sia mai! - alterata.

<< Niente d'importante. >> ghignai trionfante.


3 - lunghissimi - giorni dopo

<< Siamo arrivati? >> domandò per la decima volta in quella giornata Taruto. Per la trentesima volta circa da quando ci eravamo messi in viaggio.

Vidi le vene di Pai crescere a dismisura e per l'incolumità del marmocchio decisi di rispondere io: << Ormai non manca molto, ma se non chiudi quella bocca non lo vedrai nemmeno con il telescopio. >>

Taruto roteò gli occhi e si sporse a guardare fuori dall'oblò: << E' quella? >> domandò con naso e indice appiccicati al vetro.

Lo raggiunsi e lo spostai con malagrazia: << Si, è quella. >>

Rimasi a fissarla per un tempo non ben determinato, per poi rivolgermi a Pai: << Quanto manca all'atterraggio? >>

<< Una mezz'oretta, all'incirca. >>


***

Atterrammo senza troppe difficoltà in un enorme spiazzo verde circondato da fitti alberi che sarebbero stati perfetti per nascondere il nostro mezzo di trasporto.

<< Credevo che gli umani avessero distrutto tutto e che posti del genere non esistessero più sulla Terra! >> si meravigliò Taruto scendendo giù dalla navicella.

<< Non farti tanta meraviglia, questo è solamente un parco. Il resto non è così. >> A smorzare il suo entusiasmo ci pensò Pai, freddo e duro come un pezzo di marmo. Che guastafeste!

<< Ora che ci hai illuminato con le tue perle di saggezza e smorzato l'entusiasmo di un bambino - ci tenni a precisarlo - vado a dare un'occhiata in giro. >> annunciai volando via.

Quando uscii dalla zona delimitata del parco, constatai che quel pignolo di mio fratello aveva ragione. Era tutt'una cappa di fumo che ricopriva la città come un'enorme bolla.

Storsi il naso disgustato; a quanto pareva gli umani non avevano idea di quale bene prezioso possedessero e lo stavano, volutamente e non, rovinando con le proprie mani.

Fu con quel pensiero in testa che vagabondai per buona parte della mattinata, finché non vidi una ragazza con dei buffi codini in testa specchiarsi nella vetrina di un negozio. E fu così che i miei pensieri presero un'altra direzione.

Mi nascosi dietro ad alcuni alberi e la osservai nel riflesso del vetro; aveva occhi grandi marroni e capelli rosso fuoco. Nel complesso non era il mio tipo di ragazza abituale, ma non era da buttare. Anzi, era molto carina.

Improvvisamente, la vidi correre via e io con lei. La seguii fino a che non arrivò nei pressi di una "Mostra sugli animali in via d'estinzione" dove c'era un ragazzo - che scoprii chiamarsi Aoyama-kun, che razza di nome! - che l'aspettava.

Doveva essere uno sfigato se aveva avuto l'ardire di portare una ragazza a una mostra come un surrogato di appuntamento.

Li vidi entare e subito li seguii teletrasportandomi all'interno. E fu così che passai quel pomeriggio; fu una noia mortale - e con piacere constatai che anche la rossa sembrasse pensarla come me - e l'unica cosa più movimentata fu quando una signora troppo avventata era stata morsa da una specie di scimmia, quando aveva tentato di accarezzarla sebbene ci fosse un divieto enorme quanto una finestra.

Se non fosse stato per la ragazza me ne sarei andato e, sempre se non fosse stato per quella ragazza, sarei fuggito piuttosto che rimanere schiacciato sotto le macerie di quelle mura scosse da un violento e improvviso terremoto.

Lo sfigato - per me, ormai, non possedeva altro nome - si era allontanato un attimo prima del trambusto e non accennava a tornare. Nel frattempo, lei era svenuta; vuoi per lo spavento, vuoi per altre cose che non sto a specificare era svenuta.

Nel caos generale nessuno sembrò notarmi mentre mi avvicinavo alla ragazza e la sollevavo per portarla fuori di lì. Una volta fuori la posai in un angolo sicuro, ma non troppo nascosto - nel caso in cui l'ameba non possedeva un buon senso dell'orientamento e una vista di ferro - e, prima di andarmene, le scoccai un'altra occhiata. Si, era proprio carina.

<< A presto, dolcezza! >>


***

<< Dove sei stato per tutto questo tempo? >> mi domandò Pai come una mogliettina gelosa non appena misi piede nella navicella.

<< Mi sembrava di avelo detto. >> risposi con il mio immancabile e insostituibile ghigno.

<< Andare a dare un'occhiata in giro è ben diverso dal dare un'occhiata alle ragazze. >> mi rimbeccò seccato.

<< La verità è che sei geloso delle mie ars amandi. >> ribattei portandomi fuori dal suo raggio visivo. E d'azione.


Il giorno dopo mi alzai con una sola idea in testa; trovare la misteriosa ragazza. Ed ero più che intenzionato a metterla in pratica se non avessi avuto un pezzo di granito per fratello.

<< Dobbiamo parlare. >> E se già partiva con quel tono, potevo anche cominciare a salutare la mia idea << Riguarda la nostra missione. >> Potevo utilizzare anche un fazzoletto bianco, già che c'ero.

Stetti in silenzio, incitandolo, così, a continuare.

<< Ho individuato dei soggetti che potrebbero influire in modo negativo con il nostro piano. Non so se ieri, nel tuo giro di pattuglia, tu abbia notato un terremoto nei pressi di una mostra sugli animali. >>

Annuii col capo.

<< Bene, sappi che non è stato scatenato da nessun fattore naturale, ma da una mente umana. Purtroppo non sono riuscito a individuare lo scopo, ma qualunque esso sia è potenzialmente pericoloso per noi. E dobbiamo assolutissimamente scoprire di che si tratta. >>

<< Taruto lo sa? >>

<< Gliel'ho già detto ieri, quando tu eri ancora in giro. >> rispose con una punta - facciamo un quintale, và! - di risentimento << A proposito! Hai notato qualcosa di strano? >>

<< Solamente il terremoto. >> E la gonna della rossa, ma non doveva mica saperlo << Ora vado. >>

<< In giro come ieri? >>

<< Ancora ti rode il fegato, eh? Comunque, posso creare un debole Chimero per attirare l'attenzione di questi "soggetti". >> aggiunsi più svogliatamente.

Pai borbottò una specie di assenso che io presi per un "via libera" e mi teletrasportai.

La cercai a destra e a manca e poi di nuovo, a manca e a destra, ma non la vidi. Così, mi dedicai a quella mezza proposta che avevo fatto a Pai prima di teletrasportarmi.

Una volta creato, non aspettai molto prima di ritrovarmi tra i piedi quella mezzacartuccia di Aoyama e pensai che se il mondo si era affidato a lui come salvatore allora era veramente disperato.

Per fortuna - o sfortuna, dipende dai punti di vista - era capitato lì per caso, ma quello che mi stupì fu vedere la ragazza misteriosa precipitarsi preoccupata per le sorti dello sfigato.

Se prima la mia era semplice curiosità, da quel momento in poi decisi che l'avrei conosciuta meglio e magari ... chissà!

Il mio Chimero prese in pieno quell'inutile essere - guadagnandosi la mia ammirazione - e per poco, mancò la rossa che venne prontamente salvata da un ragazzo biondo. Che ricevette il mio odio a pine voti perché l'aveva toccata.

Mentre indirizzavo mentalmente le peggiori maledizioni al biondino, successero molte cose. Primo tra tutti la rossa era diventata improvvisamente rosa; i suoi capelli, i suoi occhi, i suoi vestiti. Le erano spuntate persino le orecchie la coda da gatto. Roba da non crederci, anche se non disnegnavo quella visione.

La sentii persino pronunciare una frase un po' ridicola - "Per il futuro della Terra sarò di servizio, nya" mi sembra - e, dulcis in fundo, richiamare a se la sua arma: un enorme cuore di peluche rosa.

Infine vidi il mio Chimero spazzato via da un fascio di luce proveniente dalla sua arma, ma non me la presi troppo; se era vero che sarebbe stata lei la nostra nemica sicuramente ci sarebbe stato da divertirsi.

"Ci vedremo presto Micetta, per giocare ancora insieme." E questa era una promessa. Una promessa che avrei mantenuto.

<< Ciao, Micetta! >> urlai e, prima di teletrasportarmi via, la vidi voltarsi nella mia direzione. Se mi avesse visto o no non lo saprei dire, ma non era quello il mio pensiero in quel momento. Piuttosto, come avrei fatto a dire a quell'eremita di mio fratello che per l'ennesima volta aveva avuto ragione?









   Come come Kitty Kitty
You're so pretty pretty
Come come Kitty Kitty
Stay with me
Hello Kitty - Avril Lavigne












Miss Mahoney's Corner


Buonasalve(?) popolo di EFP! Con questa ... cosuccia sono (ri)approdata su questo fandom - la miaè una storia un po' lunga - dopo essermi trapanata i timpani con questa canzone (anche se il significato lascia leggermente a desiderare =3="). Dopo aver fatto una sorta di collegamento tra "Hello Kitty" e "Ciao Micetta", ammetto che il mio primo pensiero è stato un Kisshu in gonnella rosa piena di gattini di peluche, ma *colpo di tosse* sorvoliamo ...
Che dire, spero di essere riuscita a strapparvi almeno un sorriso, anche una piccola smorfia ... Non mi lamento! Ma fatemelo sapere; almeno così avrò la certezza se mi conviene o no emigrare in Pinguinia - i diritti della Pinguinia sono strettamente riseravati a E. U.U






Mozzafiato
        Mahoney
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Tokyo Mew Mew / Vai alla pagina dell'autore: Mozzafiato Mahoney