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Autore: Lunaire99    26/07/2014    0 recensioni
Due ragazze, completamente diverse ma accomunate da una passione. Un luogo misterioso all'interno della loro scuola.
Il ritrovamento di un'antica mappa.
Dal testo:
"Sono una Templare...Dovete uccidermi..."Desmond scosse la testa.
"Siete qui perché amate la Confraternita, non perché volete distruggerla. E non devi essere solo una Templare, non saresti qui se lo fossi."
Fanfiction scritta a quattro mani con Shizuka99.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Desmond Miles, Edward Kenway, Ezio Auditore, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 1


PICCOLA INTRODUZIONE AUTRICI

Salve a tutti. So bene di non essere stata per niente attiva in questo periodo,ho avuto un po' di problemi legati alla nuova scuola e l'ispirazione mancava eccome(tanto che ho ancora una fanfiction in sospeso). Ma in questa magica scuola ho conosciuto anche una meravigliosa ragazza (Shizuka99, che in questo momento sta muovendo il piede per salutare)che condivide i miei stessi interessi e con cui ho deciso di scrivere questa ff a quattro mani. Premetto che è ambientata nella nostra scuola, il Liceo Artistico Paolo Toschi dentro un edificio storico tra cui vi è anche un museo. 
Bene basta con le premesse e le chiacchiere. Vi lascio lascio al primo capitolo di questa fanfiction ^^



Liceo Artistico Paolo Toschi, Parma, 23 Gennaio 2014,ore 12.40


Aiko Vespucci salì le scale con calma, borsa a tracolla e giaccone aperto sui pantaloni larghi e la canotta larga nonostante fossero i mesi più freddi dell'anno. Non andava a scuola da una settimana esatta, sei giorni su sette, trentaquattro ore di scuola sostituite con ore di relax e divertimento. Non era proprio la brava figlia di papà che tutti si aspettavano. Con un gesto secco della mano scostò i corti capelli neri dal viso, le due ciocche avanti leggermente più corte, sulle labbra carnose nacque un sorriso quando entrò in tutta tranquillità nell'aula diciotto, quella in cui tutti i sacrosanti giovedì avevano le ultime quattro,noiosissime, ore. 
L'insegnate di storia smise di spiegare dal suo posto rialzato in fondo alla classe, i corti capelli castani erano sfibrati come sempre, lo sguardo annoiato e incazzato come al solito. 
Be', era da tre anni che lo pensava e avrebbe continuato a pensarlo: quella odiava profondamente il suo lavoro.
La professoressa rimase impalata per qualche secondo, non sapendo bene cosa fare, poi iniziò a urlare contro di lei e parlare del suo comportamento inaccettabile. Aiko liquidò il tutto con un gesto annoiato della mano, lanciando la borsa sul banco bianco panna accanto alla sua migliore amica. 
Isabel Ferri alzò le delicate sopracciglia, sorpresa da quell'arrivo inaspettato. Aiko si sedette mentre la professoressa le dava l'ennesima nota sul registro, guardò la piccola Isabel e scoppiò a ridere.
-Isabel, sembri proprio una giapponese vestita così-Le guance di quest'ultima si imporporarono velocemente, le guance piene d'aria e lo sguardo basso. Sapeva anche lei di sembrare una giapponese, ma le piaceva vestirsi così, lo aveva sempre amato da brava otaku. 
Cercò di coprire quel poco di pelle lasciata scoperta dalle calze, arrossendo ancora di più. I lunghi capelli le coprirono il viso in una cascata di platino, nascondendo i grandi occhi azzurri ereditati dalla madre. Aiko scoppiò a ridere di nuovo, scompigliandole i capelli con la mano libera, l'altra impegnata a rispondere a un messaggio.
-Ah, tu rimarrai eternamente dolce, vero Isabel?-Isabel le spostò la mano con una risatina, risistemandosi i capelli. Nel frattempo, l'insegnante, vedendo che veniva bellamente ignorata, sospirò e riprese a spiegare l'introduzione ai promessi sposi, smettendo di curarsi del chiacchiericcio delle due amiche.
-Aiko, lo sai che non mi piace quando mi tocchi i capelli...Comunque, come mai tutta questa assenza?-Aiko ridacchiò, tirando fuori dalla borsa una pergamena resa giallastra dal tempo. Era frastagliata, con buchi ovunque, così friabile che solo a toccarla si sgretolava tra le mani.
Posò delicatamente la carta davanti a sé , un sorriso furbo sulle labbra carnose. Isabel guardò stralunata il sottile rotolo di carta fermato da un nastro rosso, al centro un simbolo che entrambe conoscevano più che bene.
Era la pergamena, non un foglio di carta vecchia qualsiasi.
 Era la mappa che stavano cercando da mesi, proveniente direttamente dal Rinascimento, disegnata dal Correggio in persona.
Era il loro biglietto d'ingresso per la Confraternita.
Le due ragazze, dagli stessi ideali e passioni, si conoscevano da tre anni esatti, dall'inizio della prima superiore all'incirca e una delle loro grandi passioni comuni era Assassin's Creed. 
Avevano letto i libri, studiato l'enciclopedia, giocato a tutti i giochi con il fuoco che le infiammava dentro, erano state ore a parlare in chat con altri giocatori, finendo i giochi senza mai hackerare o comunque barare in alcun modo. 
E poi, due anni prima, avevano iniziato a cercarli. Dalle semplici fonti su internet, avevano approfondito: si erano infilate in biblioteche antichissime e sconosciute e avevano letto vecchi tomi dalle pagine friabili e in latino, costrette a tradurre con un dizionario di Aiko. Traduzioni un po' alla mano, dato che nessuna delle due faceva realmente latino. 
Erano state costrette a interrompere per qualche mese le ricerche, per poi riprendere alla fine dell'estate. 
Dopo tutte quelle ore di lavoro, erano arrivate a un vicolo cieco ed Isabel era stata costretta a studiare giorno e notte dai suoi genitori, lasciando ad Aiko tutto il lavoro. 
Così, dopo un sacco di tempo era riuscita a mettersi in contatto con un'ex-Assassino, che aveva abbandonato la Gilda di Parma dopo che sua moglie era stata uccisa da un Templare,era un amico di famiglia da anni e Aiko era come una figlia per lui, sapeva di potersi fidare di lei ciecamente,dopo averle fatto superare un paio di prove le consegnò la mappa con l'unica raccomandazione di farne buon uso e di fare attenzione.
Era riuscita a trovare la mappa solo il giorno prima.
Isabel prese delicatamente la mappa, attenta a non rovinarla con le mani delicate. Slacciò il nastro rosso, aprendola lentamente, il fiato bloccato in gola. Non stava nemmeno respirando dal terrore di rovinarla. La mappa riempì tutto il banco, le linee nere ancora perfettamente visibili nonostante i secoli passati.
Isabel respirò l'odore di carta vecchia, scattando in piedi come una molla, il sorriso da un'orecchia all'altra. Per una volta non si stava minimamente preoccupando di ciò che pensavano gli altri. In mente aveva un solo pensiero: "sto per diventare un'Assassina! Non è un sogno!" 
-Ferri!- Guardò sorpresa la prof. Si era completamente dimenticata di lei. Avvampò, risiedendosi subito, gli occhioni azzurri luccicanti per l'emozione.
 -Scusi.-Aiko ridacchiò, abbracciandola e sussurrandole:-Visto come sono stata brava?- Isabel si voltò verso di lei, eccitata come un cucciolo davanti a un osso. 
-Quando ci andiamo?-
-Oggi, subito dopo l'uscita. Mi hanno detto che di solito sono in missione e quelli che ci sono si allenano. Non ci disturberanno.-Isabel strinse i pugni intorno alla gonna, accigliata.
-Voglio provare l'Animus, voglio sapere chi sono i miei antenati.-

-Si ma adesso stai calma. Manca ancora un'ora.-Isabel sbuffò, liberandosi dall'abbraccio amichevole di Aiko e provando a seguire la lezione, comunque troppo distratta dalla mappa sotto di lei. 
Non appena suonò la campanella, Isabel si alzò di scatto, afferrò tutte le sue cose e schizzò fuori, correndo impazzita. 
Aspettarono qualche ora, il tempo che non ci fossero più studenti lì intorno e che Aiko si cambiasse per mettersi qualcosa di più comodo. 
Si ritrovarono davanti ai porticati del grande edificio storico, una con un paio di pantaloni neri e una maglia larga candida, l'altra con ancora la divisa della mattina, per niente adeguata a ciò che stavano per fare, ma Aiko non era riuscita a farle cambiare idea. Passava solo qualche passante isolato, che si affrettava a tornare a casa per evitare la pioggia, nessuno poteva sospettare di due ragazze che cercavano riparo nel museo. Corsero dentro, Aiko con già in mano la mappa giallastra e Isabel con uno zainetto nero sulle spalle, con dentro una pistola a pallini di Aiko e l'enciclopedia di Assassin's Creed, oltre a una piccola macchina fotografica. Salirono le scale e la signora che lavorava alla biglietteria le salutò con un sorriso, parlarono un po' del più e del meno e non appena diede loro i biglietti, corsero dentro al teatro. 
Conoscevano quella donna da anni ormai, sapevano a memoria dove andava a sistemare i corti capelli castani e dove comprava sempre lo stesso paio di occhiali grigio, che nascondeva gli occhi scuri circondati da rughe e segni dell'età. 
Si fermarono sul grande palco, aprirono la mappa e la consultarono velocemente, mentre Isabel tirava fuori la macchina fotografica Aiko andò avanti, capendo che l'ingresso era nella sala dedicata al Barocco, con quadri dell'Accademia seicentesca e settecentesca. Restava solo da capire dov'era...
I muri grigio-argento erano tappezzati di quadri, gli orli definiti da un bordo candido e a dominare la scena, oltre al grande tavolo pieno di piccoli manufatti, una statua di Maria Luigia in marmo, dentro una nicchia illuminata a giorno. 
L'ingresso a quella sala era più che imponente, con due enormi statue, di tre metri se non di più, in bronzo e raffiguranti due elementi della mitologia greca.
Aiko guardò ovunque, notando un paio di porte segrete per la security, ma troppo in vista per gli Assassini. Doveva essere qualcosa di discreto, che nessuno avrebbe mai pensato, doveva pensare alla cosa meno ovvia, il contrario di quello che avrebbero pensato tutti gli altri. 
Isabel le posò una mano sulla spalla sorridendo e le sussurrò allegra:-La statua Aiko. C'è un distaccamento dal polso alla mano.-
-Ne sei sicura? E se ti sbagliassi?-Isabel la ignorò, avvicinandosi alla statua e premendo con grazia la mano della donna, che scese sotto quella piccola pressione. 
Il muro davanti a loro tremò, Aiko fece appena in tempo a spostare Isabel prima che cadesse nel buco lasciato dalla statua. La parete si aprì in due, la pesante statua scomparì in una botola, lasciando vedere il passaggio dietro di sè. 
Aiko e Isabel si sorrisero, poi Aiko trascinò Isabel nel passaggio, senza pensare minimamente alle conseguenze. 
Il passaggio aveva una grande scala che scendeva verso il basso e sulle pareti in pietra vi erano delle torcie, che si illuminarono automaticamente al loro passaggio. 
I gradini erano alti e scomodi, ma erano stati costruiti in tempi antichi ed entrambe indossavano abiti comodi. Isabel saltellò di gradino in gradino, ridacchiando. 
L'unica cosa a cui riusciva a pensare Aiko era che le avrebbero beccate e uccise...soprattutto se Isabel fissò per qualche secondo la console Xbox One incredula, con la bava alla bocca, poi afferrò Isabel e gliela indicò cacciando un urletto. Isabel lanciò un grido muto e iniziò a saltellare con lei, le dita delle mani intrecciate e uno sguardo folle negli occhi.
Dopo qualche minuto riuscirono a calmarsi, senza smettere di ridacchiare.
Attraversarono quell'immenso salone per ritrovarsi in una grandissima mensa, con tavoli in acciaio e sedie bianche. Stavano per entrare nei dormitori quando le porte si riaprirono di nuovo e una ventina di Assassini entrarono, alcuni con le divise sporche di sangue e silenziosi, altri ridendo e scherzando. 
Ma si zittirono tutti non appena le videro. 
Nel giro di pochi secondi erano attorniate, Isabel afferrata da un ragazzo dalla pelle abbronzata e da un altro moro. Aiko venne trattenuta da un ragazzo molto più alto di lei, biondo platino con lineamenti duri.  
Si ribellò, scalciando e urlando. Sembrava un'animale in gabbia, tanto che morse anche il ragazzo, riuscendo a liberarsi anche per qualche secondo. Venne subito riafferrata dal biondino insieme ad altri due energumeni. Come se non bastasse le puntarono anche una lama celata alla gola. 
Isabel la guardò con il cuore che batteva a mille e iniziò a guardarsi attorno, in cerca di una via di figa. Poi vide un chiodo. Era sotto un tavolino e avrebbe dovuto sgusciare tra due divanetti, ma era piccola e sottile, ce l'avrebbe fatta.
Finse un mancamento, lasciandosi andare tra le braccia dei due ragazzi e respirando più lentamente. 
-Isabel! Porco Giuda Isabel! Aiutatela cazzo, soffre di attacchi di panico!-Aspettò che la sistemassero a terra e le iniziassero ad alzare le gambe prima di agire. Tirò un calcio in faccia al moro e una gomitata nello stomaco a quello abbronzato. La mollarono subito entrambi,colti alla sprovvista, dandole la possibilità di alzarsi e correre fino al chiodo. 
Non appena lo afferrò corse da Aiko, conficcandolo nella coscia del biondino e tirando un calcio nelle parti intime del primo dei due, mentre Aiko buttava a terra l'altro con una mossa di Judo. Poi l'afferrò e iniziarono a correre verso i dormitori, con tutta la forza che avevano nelle gambe.
Andarono completamente a caso, ritrovandosi bloccate in un'unica stanza infondo a un vicolo cieco. 
Si barricarono dentro, entrambe con il fiatone e Isabel sul punto di svenire davvero. 
Si sedette sul letto bianco, con le ginocchia che tremavano. 
-Cazzo Izzy...mi hai fatto prendere un colpo...-Le parlò piegata in due, respirando a fatica.
-V-volevo l-l-liberarti..a-a-amiche per sempre n-no?-Aiko sorrise e scoppiò a ridere,un po' per il pericolo scampato un po' per la tensione, abbracciando Isabel. La bionda rise a sua volta, felice. Erano salve almeno per un po'...po' che durò molto poco. 
Infatti dopo una ventina di minuti in cui pensarono a come fuggire, un'Assassino uscì dall'impianto di aerazione, atterrando in ginocchio di fronte a loro. 
Non credettero ai loro occhi quando si abbassò il cappuccio. 
Desmond. 
Desmond Miles. 
Desmond Miles era davanti a loro in carne e ossa. 
Si guardarono per un secondo negli occhi, poi urlarono di gioia e Isabel schizzò in piedi, inciampando come al solito nei suoi stessi piedi e finendo dritta tra le braccia dell'Assassino. Lo guardò a bocca aperta, gli occhioni azzurri sgranati. 
Poi avvampò di colpo, allontanandosi di scatto e abbracciando Aiko, che la strinse forte a se pronta per reagire a un eventuale attacco dell'Assassino. 
-Mi hanno detto quello che è successo...Hanno creduto che foste Templari...Ma non credo sia vero, giusto?-Aveva un accento quasi perfetto, ma si poteva capire subito che era americano. Scossero entrambe la testa con forza. 
-Non siamo templari, ti prego credici!-
-E allora che cosa ci fate qui?-Isabel si fece avanti, stringendo i pugni e deglutendo a vuoto. 
-è stata un'idea mia! Aiko non centra nulla! Sono stata io a convincerla a trovare la mappa e a venire qui!-
-Non dire idiozie, sono stata io a proporre sta' ricerca l'anno scorso!-si intromise Aiko.
-Si, ma sono stata io a farti cercare quella mappa!-E iniziarono a discutere, urlandosi quasi contro. 
-Basta così! Voglio solo sapere che cosa ci fate qui!-Isabel si fece piccola piccola, torturando l'orlo della gonna. 
-V-volevamo vedere se esistevate davvero...- Aiko la tirò per un braccio, nascondendola dietro di sè.
-Vogliamo unirci a voi fin da quando abbiamo conosciuto la Confraternita...Vogliamo solo essere come voi...-Isabel annuì con forza, guardando Desmond negli occhi. Lui la fissò a sua volta,con occhi impenetrabili, studiandola in ogni minimo dettaglio, dalla punta dei piedi a gli occhi azzurro cielo. 
Sembrò vedere qualcosa, che intimidì subito Isabel, già pronta a nascondersi di nuovo dietro Aiko. 
Desmond si avvicinò, scambiando un'occhiata con Aiko. 
-Come vi chiamate?-
-Io sono Aiko e lei è Isabel, studiamo all'artistico.-Guardò di nuovo Isabel, crucciato, perso in pensieri solo suoi. Camminò avanti e indietro per un po', per poi fermarsi di colpo e dire a Isabel:-Saresti disposta a entrare nell'Animus?-Gli occhi di Isabel si illuminarono e scattò in avanti, afferrando le mani di Desmond. 
-Si! Certo che sarei disposta! Voglio sapere cosa di prova!-trillò entusiasta. 
  
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