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Autore: aturiel    26/07/2014    2 recensioni
Prima confessione: tristezza.
Seconda confessione: ricordi.
Terza confessione: stupidità.
Quarta confessione: vita.
Quinta confessione: amore.
Un'ipotetica lettera/analisi di coscienza che lo stregone scrive ad Alec per fare finalmente chiarezza sui suoi sentimenti e le sue intenzioni.
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Prima classificata al contest "Lasciati ispirare - Contest flash sulle flash"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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How I wish, how I wish you were here
We're just two lost souls
swimming in a fish bowl
Year after year,
running over the same old ground
What have we found?
The same old fears.
Wish you were here.
 
Prima confessione: tristezza.
La mia casa è uno schifo.
I tappeti sono quelli dell’ultima volta, il divano non lo cambio ormai da più di due settimane, il lampadario in stile gotico della camera da letto sta ancora lì a penzolare come un arto mozzato.
Il problema è che non ho la forza di fare altro che non sia farmi comparire cibo spazzatura tra le mani ogni volta che mi vieni in mente. E lo fai spesso, accidenti a te.
Forse non avrei dovuto lasciarti. Ovviamente te lo sei meritato, ma allora perché sto così? Pensavo di essere troppo vecchio per soffrire per un ragazzino - un bambino - , ma evidentemente mi sbagliavo.
Confesso che tutto ciò sta diventando piuttosto fastidioso.
Perché mi sento così vuoto?
Seconda confessione: ricordi.
Sei insistente.
No, non sto parlando delle 27 chiamate perse, dei 54 messaggi con frasi senza senso o dei tuoi amichetti che vengono come venditori porta a porta a casa mia a decantare le tue lodi e la purezza del tuo amore.
Sei insistente quando, nei momenti più inopportuni, spunti nella mia mente e inizi a ridere, a sussurrarmi “ti amo”, ad accarezzarmi, a giocare con Chairman Meow, ad abbracciarmi, a baciarmi o a fare l’amore con me. E per momenti inopportuni intendo mentre sogno, mentre parlo, mentre cammino, mentre mangio, mentre faccio la doccia. Sempre.
Confesso che vorrei riaccadesse davvero. Una qualsiasi di queste cose andrebbe bene, basta che tu ci sia.
Terza confessione: stupidità.
Ci sono due tipi di persone che ritengo fondamentalmente stupide: quelle che hanno un Q.I. piuttosto limitato e quelle che prendono una decisione e poi tornano sui propri passi come se nulla fosse.
Ecco, io non sono stupido.
E allora perché sono già arrivato alla terza confessione? A volte vorrei maledirmi.
Come si fa ad essere così incostanti, idioti e masochisti? Ti ho lasciato. Fine. Dovrei smettere di volerti.
Però non ci riesco, non riesco a non pensare a te.
Confesso di sentirmi stupido. Molto stupido.
Quarta confessione: vita.
Non penso di avertelo mai detto, ma ho fatto una promessa tanto tempo fa: quella di non pietrificarmi.
Ho visto fin troppi Nascosti che, convinti di poter fare qualunque cosa volessero, rimandavano dicendo: «Tanto abbiamo tempo». Così le fate si tramutavano in alberi e mettevano le radici nel loro amato terreno umidiccio, i vampiri perdevano addirittura la fame perché da ormai troppo tempo immobili e gli stregoni impazzivano aspettando qualcosa che li liberasse da quell’eternità.
Me l’ero promesso, sì, ma ormai era quasi un secolo che non amavo più, che mi sentivo troppo stanco per andare avanti. E confesso che tu… tu mi hai salvato da tutto ciò.
Quinta confessione: amore.
Questa è la confessione che confessa tutte le altre, quella più importante, ma anche più scontata.
Questa confessione non è solo per te, è soprattutto per me.
In fondo l’ho detta tante volte da quando ci siamo conosciuti, ma vorrei che tu la riascoltassi ancora una volta: confesso che ti amo, Alexander Lightwood.


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Note: la citazione ad inizio testo è presa da Wish you were here dei Pink Floyd, così come il titolo.

 
   
 
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