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Autore: Edward_Son 2    26/07/2014    5 recensioni
Un chiarimento che, secondo me, c'è stato tra Hook e Rumplestiltskin.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Killian Jones/Capitan Uncino, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Una brezza primaverila lambiva le vele della Jolly Roger, placidamente ormeggiata al molo. E’ mattina presto ma qualcuno è già sveglio.
Vicino all’imponente mezzo fluviale vi erano due uomini, che scrutavano l’orizzonte.
O forse no: presi come erano dai loro pensieri.
Uno chiaramente vestito come un pirata, una giacca di pelle a coprire la sua figura, l’altro, invece, nel suo consueto completo elegante.
E’ stato un “appuntamento” silenzioso il loro. Un accordo tacito di incontrarsi nelle prime ore del corrente giorno che, tanti anni prima, era stato testimone di una tragedia.
“Era una giornata come questa, te la ricordi? Nuvolosa, il sole che non voleva uscire.”
L’altro uomo, al suo fianco non disse nulla. Respirò a fondo.
Non era piacevole ritornare con la memoria a quella giornata. Per niente.
“Sembrava una giornata come tante. Ma poi sei apparso tu.” Disse il capitano.
Già, voleva vendicarsi. Era già soggiogato talmente dal potere oscuro, da aver perso ogni raziocinio, le sue azioni dettate solo dalla rabbia e dall’odio.
“Tu me l’hai portata via. Ma ora non ha più importanza.” Parlò, finalmente, l’altro.
I due parlavano tenendo fisso lo guardo all’orizzonte.
“Voleva avventure, emozioni. Cose che tu, a quel tempo, non eri capace di darle.”
“Voleva un uomo diverso, lo so. Eppure…io avrei fatto di tutto per lei, di tutto.”
Hook sospirò.
“E’ per questo che hai disertato la guerra? Per lei, per loro giusto?”
Non arrivò risposta.
“Ho parlato con Emma. Mi ha fatto capire delle cose.  Hai semplicemente scelto la tua famiglia, vero?”
Il signor Gold annuì.
“Ma non è bastato.” Disse, con una punta di rabbia.
“Forse allora non eri davvero cosi codardo” ma lo disse più a sé stesso.
“Con l’uccisione di Milah ho raggiunto il fondo. E sono anche riuscito a scavare.” Disse, facendosi sfuggire una, breve, risata amara.
Hook scosse la testa.
“TI ho considerato, e anche tuttora lo faccio, un gran bastardo ma…”
“Ma?”
“Posso capire, in parte, le tue azioni.” Si guardò il braccio sinistro per arrivare dove avrebbe dovuto esserci la mano, sostituita da un letale uncino.
“Vedere Milah morirmi tra le braccia è stato quanto di più sconvolgente ci potesse essere.”
“Credi non ci abbia pensato? Pensi davvero che l’ucciderla mi abbia lasciato del tutto indifferente? No, ti sbagli”
“In ogni caso, non si torna indietro.”
“Ti faccio una domanda.  Se tu potessi farlo, invece? Cosa faresti?”
L’Oscuro stette qualche secondo in silenzio. Stava riflettendo sulla risposta, doveva ben calibrare le parole da usare.
“Rifarei tutto…”
L’altro sbarrò gli occhi sorpreso.
“Sei serio?”
“Certo, ovviamente non tutte, chiaro.”
Hook sbuffò.
“E, se è lecito saperlo, perché rifaresti “tutto”?”
“Perché altrimenti non conoscerei Belle.” Disse semplicemente, con voce un po’ acuta.
“Dovevo immaginarmelo.”
“Sono semplicemente…andato avanti. Come hai fatto tu del resto.”
Il pirata annuì.
“Senti, io proporrei di finirla qui eh?” disse dopo un breve periodo di silenzio.
“Intendi il fatto “ ti ucciderò coccodirllo, fosse l’ultima cosa che faccio” ?” chiese Rumplestiltskin.
“Bè quella fase ormai l’ho superata. Voglio dire, non saremo mai amici, forse, ma sopportarci a vicenda, si.”
Poi Hook tese la mano destra, aperta. Gold quardò Killian negli occhi, non leggendoci cattive intenzioni, poi la mano destra e…la strinse.
“Sono d’accordo” Disse semplicemente prima di lasciare la stretta. Rimasero in silenzio a guardare l’orizzonte, ormai l’alba era stata superata e il sole splendeva in alto nel firmamento.
“Ha, sai che stasera siamo dai Charming, no?” chiese Hook.
“Si Belle mi ha accennato qualcosa. Cucinerà la signorina Emma a quanto sembra.”
Hook fece un verso  di disapprovazione.
“Il problema è che la cucina di Emma è come il Kraken: pesante e letale” Disse con impertinenza e il sorriso sulle labbra.
Gold scosse la testa e fece un sospiro.
“Strano. In tutti quegli anni vissuti sola avrà dovuto imparare.”
“Fidati, non vuol dire niente.”
“Dirò a Belle se può preparare qualcosa allora.”
“E’ brava?”
“Era la mia governante al Castello Oscuro. E si, se la cava.” Disse con orgoglio.
“Bè allora mi pare proprio una buona idea che tu…”. Ma Gold lo bloccò. Si voltò e fissò un punto in particolare.
“Non siamo soli” disse semplicemente.
E aveva ragione. Poco lontano, parcheggiato vicino a un muretto, vi era un maggiolino giallo.
All’interno vi erano Emma al posto di guida, Belle al posto del passeggero e dietro Regina.
Emma era semplicemente furiosa. Come si permetteva quel pirata da strapazzo di offendere la sua cucina? In quell’anno a New York che aveva passato insieme a Henry aveva sempre cucinato per suo figlio, senza che avesse bisogno della lavanda gastrica tra l’altro.
E Belle…bè lei aveva lo sgaurdo lucido. Lucido e innamorato.
Lui avrebbe rifatto tutto per lei, avrebbe sofferto di nuovo tutti quei dolori solo per poter stare insieme alla sua governante preferita.
Qualche singhiozzo le era uscito dalla bocca e si era frenata, mettendosi una mano davanti.
Era un Oscuro dal cuore d’oro come soleva ripetergli.
Piuttosto seccata, invece, era l’ultima e non solo per le parole stucchevoli dello stregone e della conseguente reazione, a parer suo, esagerata di Belle. Era stata buttata giù dal letto dalle alttre due perché “devi assolutamente controllare la situazione, perché non capiti nulla”. Infatti la strega aveva lanciato un incanto che permetteva loro, anche se a notevole distanza, di sentire cosa i due uomini si stessero dicendo, aggiungendoci un altro sortilegio che le avrebbe rese invisibili.
“Ehi, perché tuo marito sta guardando nella nostra direzione?”
O almeno cosi doveva essere.
“Non saprei. O meglio non voglio saperlo.” Disse Belle che sembrava essersi ripresa da quel momento di intensa emozione.
Poi ad Emma venne un sospetto orribile.
“Regina?”
“Si?”
“L’incanto di invisibilità è ancora attivo, vero?”
“Si ma…”
“Non ha funzionato come avrebbe dovuto, o sbaglio?”
Si sentì solo un sospiro.
“Accidenti! E meno male che con te eravamo in mani sicure!” Strepitò Emma.
“Ehi! Che vuoi da me? Mi avete obbligata ad alzarmi a un orario indecente, a vestirmi di tutta fretta, a non farmi fare neanche colazione…e tu vuoi che ti faccia pure un incanto coi controfiocchi?!” Ribattè una piccata e innervosita Regina.
“Emma, fai marcia indietro. Siamo state scoperte.” Disse con sicurezza Belle.
Emma sbarrò gli occhi e la sua faccia era una smorfia di comica disperazione.
“Merda.” Poi fece come le era stato detto. Ma fu tanta la foga con cui schiacciò il pedale che Regina venne sbalzata indietro, dovendo poi subirsi i suoi improperi sul fatto che sarebbe da considerare illegale consegnare un auto a Emma Swan.
E, nella fretta, riuscì si ad andare in retromarcia ma non prima di aver strisciato la portiera, dal lato di Belle, contro il muretto adiacente per un buon metro, producendo un fastidiossimo rumore di lamiera contro cemento. Se non erano state notate fino adesso, speranza vana, ora sicuramente si erano accorti della loro presenza.
“Emma!” urlò Regina. Belle si portò le mani all’orecchie, per non sentire più quello sgradevole suono.
“Taci! E già un bruttissimo momento questo senza che ti ci metti pure tu!” disse pensando alla sua povera auto.
L’altra neanche rispose.
Con forza pigiò sull’accelleratore e, non seppe nemmeno lei come fu possibile, imboccò una stradina secondaria che però, dopo un breve tratto, costeggiava l’inizio del porto, cosi da trovarsi a passare pochi metri di distanza dai due uomini che le guardavano perplessi.
Emma aveva praticamente smesso di respirare appena accortasi della direzione presa, Belle cercava di sorridere, ma si vedeva che era a disagio e Regina fissava ostinatamente davanti a sé.
 “Hai notato, c’era pure Regina.” Disse il pirata.
“E qualcosa mi dice anche che hanno sentito tutto.” Aggiunse abbastanza seccato il signor Gold.
“E se è cosi…io sono fottuto.” Disse serio in risposta Uncino.
 
Poco dopo, una trafelata Belle preparava la colazione, sperando di riuscire a terminarla prima dell’arrivo di suo marito. Era cosi impegnata nell’apparecchiare la tavola che non si accorse che non era più sola.
“Manca lo zucchero, tesoro.” Disse mentre vedeva Belle trafelata nel preparare la colazione.
“Si hai ragione…” e mise il barattolo in tavola, per poi voltarsi di scatto.
“R…Rumple!” disse con un sussulto
 “Da quanto sei qui?” chiese timorosa.
“Abbastanza.” Disse sibillino,prima di alzarsi e avanzare verso di lei.
“Piaciuta la gita al molo?” chiese. Non sembrava arrabbiato, anzi.
Lei ridacchiò, innervosita e imbarazzata.
“La gita. Si. Di che stai parlando?” Sapeva di essere patetica, ma sperava, povera illusa, che non avesse fatto caso alla sua presenza.
Lui la guardò, allo stesso modo in cui la guardava quando, ancora al Castello Oscuro, lei combinava qualche pasticcio e lui già sapeva del danno.
Aveva un sopracciglio alzato e quel sorrisetto ironico che la faceva impazzire.
“Ok. Si…ero li. Va bene?” disse diplomatica.
Lui fu soddisfatto della risposta.
“Ottimo. Però ora…c’è un prezzo da pagare…” disse
“un prezzo…da pagare? E per cosa?”” chiese confusa.
“Bè come la magia, ogni azione ha un prezzo, una conseguenza.”
“E sarebbe?” chiese ma aveva una mezza idea di cosa fosse. Le si era avvicinato, con le intenzioni più ovvie. La stava squadrando per bene, soprattutto i suoi occhi e le sue labbra.
Lei indietreggiò, fingendosi spaventata. Quando toccò con la schiena lo stipite della porta, capì di essere fregata.
Rumple catturò le sue labbra in un bacio mozzafiato mentre le cingeva i fianchi, attirandola a sé.
Lei rispose subito, prendendo il viso del marito tra le mani e e acccarezzandone i capelli. La cosa si fece seria quando lui le accarezzò i fianchi sotto la maglia, le mani a contatto diretto con la pelle.
Lei gemette contro le sue labbra poi Rumple si spostò e scese sul collo, sfiorandolo.
La ragazza inarcò la schiena lasciando che fosse lui a condurre.
“Andiamo….in camera” disse sospirando Belle, in risposta lui la sollevò per le cosce , accarezzandole,  poi si spostarono nella camera matrimoniale. Poco dopo da essa arrivarono solo gemiti e sospiri.
Un’ora dopo circa, i due erano beatamente abbracciati sotto le coperte. Rumple cingeva con un braccio le spalle di Belle che si era accoccolata vicino a lui.
“E cosi…rifaresti tutto eh?” gli chiese, con tono dolce.
“L’ho già detto e non mi piace ripetermi: tutto per di stare con te.” Lei sorrise.
“Ho vissuto per anni coi sensi di colpa, e quando Regina mi ha detto quella bugia, che al tempo non sapevo essere tale, volevo morire.” Disse con tono serio.
“Avevi ragione, come sempre: avevo solo un cuore vuoto e una tazza sbeccata. Se fossi stato meno idiota.”
“Ehi,è passato. Ora siamo insieme e solo questo conta” gli disse sincera.
Lui sorrise, cercando di mostrarsi sereno anche se dentro di sé i sensi di colpa c’erano ancora, e molto forti.
“Allora…” esordì Belle, cercando di cambiare discorso.
“Vuoi che prepari qualcosa per stasera?” gli chiese
“Sarebbe una buona idea si. Potresti fare qualche dolce. Ma deve essere adatto.”
“Adatto a cosa?” chiese non capendo cosa volesse intendere il marito.
“A digerire la cena della signorina Emma!” disse ridacchiando prima di beccarsi una leggera sberla sulla spalla da parte di Belle.
“Ehi! Non è carino che dici cosi sai?”  gli disse in un finto rimprovero, anche se pure lei stava sorridendo.
“Oh perdonami Dearie.” disse cercando di dimostarsi dispiaciuto.
“Comunque si, preparerò qualcosa.”
“Magari uno di quei fantastici dolci che preparavi al Castello Oscuro. Li  apprezzavo molto.”
Lei fece una smorfia.
“Strano. Io direi che apprezzavi ben altro!” Disse scherzando.
“Non capisco cosa intendi…” rispose cercando di sembrare serio.
“Ti rinfresco la memoria allora.” Gli disse mentre alzava la testa per poi sporgersi verso di lui.
“Quando hai fatto una delle tue solite battute idiote. Ho fatto cadere la tazzina e mi sono abbassata a raccoglierla.”
“Oh si, ricordo bene.”
“Direi, ti sei sporto oltre il bordo del tavolo e...”
“E ti dissi che era solo una tazza.”
“No, non solo. Mi hai squadrata, e dubito tu guardassi la tazzina…” Disse maliziosa.
“Oh si effettivamente hai ragione. Controllavo che non si fosse scheggiato il pavimento in marmo. Sarebbe stata una disgrazia!” stava dicendo prima di essere interrotto dalla moglie che lo spinse bonariamente.
“Rumplestiltskin!”
“Direi che sarebbe ora di alzarci no?” le disse a un certo punto.
“Mh, e io che stavo cosi bene a letto,stretta stretta a te.”
Lui le sussurrò all’orecchio.
“Bè dopo la cena a casa Swan, avremo tutto il tempo.” Le rispose mentre una mano sfiorava con tocco gentile il viso di sua moglie.
Con un sospiro, Belle si alzò, coprendosi con il lenzuolo e raggiungendo l’armadio.
 
Alle 18.30 Belle e Gold erano davanti all’ingresso di casa Swan.
“Dici che siamo in ritardo?” chiese Belle.
“No…e poi anche se li avessimo fatti aspettare, che male c’è?”
“C’è che non è cortese. A te piacerebbe se non arrivassero puntali alla scadenza dei tuoi amati patti?”
“No. Ma non corro il rischio. Nessuno osa mai mancare a una scadenza, con me…” Disse con tono inquietante.
Belle alzò gli occhi al cielo.
Quell’uomo era impossibile.
La porta di casa Swan si aprì.
“Eccovi arrivati. Ciao Belle!” sorrise Emma all’indirizzo della castana. Poi si voltò verso l’uomo.
“Signor Gold” lui rispose con un saluto educato.
Una volta entrati, e riposto in cucina il pacco con la torta al cioccolato, si diressero verso la sala.
C’erano proprio tutti.: i Charming,Henry,Regina, Hood col figlio e…un Hook dall’aria imbronciatissima.
Rumple si azzardò a chiedere come mai non avesse proferito parola fino ad ora.
“Oh, niente di che: dato che ho sentito tutta la vostra splendida conversazione ho deciso che dovevo fargliela pagare un po’ no? Cosi l’ho privato del suo amato uncino.”
Infatti L’Oscuro aveva notato l’assenza dell’arma letale.
“E se dovesse replicare sa già a che destino andrà incontro,…” disse Emma, con finto tono amorevole.
“Sarebbe?” chiese Belle.
“Oh una cosetta proprio: farò smantellare la sua nave, asse per asse, senza che lui possa far niente.” Disse risoluta.
Da quando era diventata cosi …diabolica?. Decisamente la vicinanza del pirata non aveva fatto molto bene, alla Salvatrice.
Nonostante ciò, la serata andò bene, e Rumple, anche se non lo avrebbe mai ammesso, avrebbe giurato di…essersi trovato bene con quella stramba compagnia. Di essersi addirittura,quasi, divertito. Ovviamente solo perché c’era Belle, mica per altro.
Ma non era il caso di dirlo in giro…la sua reputazione di Oscuro inossidabile, senza cuore e bastardo ne sarebbe stata gravemente e irremediabilmente danneggiata!
 

Ed eccomi qua, con una nuova OS. Che ve ne pare? Sono accette anche critiche purchè costruttive . Ringrazio anticipatamente anche chi solo leggerà
Spero vi piaccia.
Alla prossima! Ciao!!!
  
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