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Autore: CreepyGirl    27/07/2014    4 recensioni
Chi sono?
Mi chiamo Gale, Gale Lightning Storm per la precisione, e ho 18 anni.
Se provate a tradurre il mio nome capirete che mia mamma è una fissata con la meteorologia, che oltretutto è il suo lavoro.
Prendete Gale, vuol dire tempesta.
Prendete Lightning, vuol dire lampo.
Prendete Storm (il cognome di mio padre) e avrete temporale.
Quindi il mio nome e cognome sono una presa per il culo, sia ben chiaro a tutti.
Per presentarmi basta poco: sono alto un metro e settantotto, capelli biondo scuro, occhi verde scuro e tratti abbastanza duri che mi rendono almeno un po’ più sicuro di me stesso (la natura è stata benevola con me, menomale), fisico asciutto da giocatore da basket e basta. Sono un ragazzo semplice, no? Almeno dal punto di vista fisico intendo.
A scuola mi conoscono come “Uragano” (come se già il mio nome non rovinasse tutto) perché sono abbastanza permaloso e aggressivo, e forse sono anche nevrotico e un po’ menefreghista. Ah, e mi piace starmene per conto mio, odio stare in compagnia. Quindi, quando vi verrà l’insana idea di avvicinarvi a me, sarà meglio per voi pensarci due volte...
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuova generazione di Semidei, Tre Pezzi Grossi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chi sono?

Mi chiamo Gale, Gale Lightning Storm per la precisione,  e ho 18 anni.
Se provate a tradurre il mio nome capirete che mia mamma è una fissata con la meteorologia, che oltretutto è il suo lavoro.
Prendete Gale, vuol dire tempesta.
Prendete Lightning, vuol dire lampo.
Prendete Storm (il cognome di mio padre) e avrete temporale.
Quindi il mio nome e cognome sono una presa per il culo, sia ben chiaro a tutti.
Per presentarmi basta poco: sono alto un metro e settantotto, capelli biondo scuro, occhi verde scuro e tratti abbastanza duri che mi rendono almeno un po’ più sicuro di me stesso (la natura è stata benevola con me, menomale), fisico asciutto da giocatore da basket e basta. Sono un ragazzo semplice, no? Almeno dal punto di vista fisico intendo.
A scuola mi conoscono come “Uragano” (come se già il mio nome non rovinasse tutto) perché sono abbastanza permaloso e aggressivo, e forse sono anche nevrotico e un po’ menefreghista. Ah, e mi piace starmene per conto mio, odio stare in compagnia. Quindi quando vi verrà l’insana idea di avvicinarvi a me, sarà meglio per voi pensarci due volte...
 
“descriviti”
 
Questa era la traccia che il professor Orpheus Hustler ci aveva dato. Una traccia del cazzo come il suo cognome, che era anche il titolo di una delle riviste porno del compagno di mia madre. Mi diverto a prenderlo in giro per questa cosa, e dovreste vedere come si incazza quando ne porto una in classe e la lascio sulla sua cattedra.
 
Beh, credo che Hustler sia gay, ogni volta che vede quelle donnacce sulla copertina il suo viso diventa biancastro, come se gli facessero schifo le donne. Prima o poi prenderò qualche rivista gay di mio cugino Stan e gliela regalerò perchè in fondo sono un ragazzo buono.
 
Finalmente avevo finito di scrivere il tema, era lungo quasi una pagina intera.
Voi penserete “perché hai scritto così poco di te?”. La verità è che su di me c’è poco da dire, sono un ragazzo normale a cui piace stare da solo. Niente di più niente di meno.
 
Forse però avrei potuto inventare qualcosa di figo, tipo che appena nato stavo per morire e mi hanno salvato per miracolo, ma non è successo. Quando sono nato ero il bambino più sano che i medici avessero mai visto.
 
Avrei potuto inventare qualcosa sulla mia prima cotta, ma sinceramente, odio quelle cose sdolcinate.
 
Poi, vediamo...ah, sì, avrei potuto raccontare della mia avventura alla ricerca di mio padre, ma a dirla tutta di lui non me ne frega un cazzo, se avesse voluto bene sia a mia madre che a me, non se ne sarebbe mai andato via ma sarebbe rimasto con noi. Quindi perché cercare chi mi ha abbandonato? È una cosa inutile, mi abbandonerebbe di nuovo, e non potrei sopportarlo.
 
Mia madre dice che non dovrei serbare rancore per lui, ma non posso farne a meno, lo odio per quello che ha fatto a mia madre, che per quanto stramba possa essere, è l’unica persona a cui tengo davvero.
 
–già consegni Storm?– mi fa Hustler guardandomi perplesso. Penso di piacergli, ma non ho intenzione di scoprirlo.
 
Annuisco –qualcuno ha dimenticato il deodorante stamattina, sto soffocando- mi lamento girandomi verso Wilson, noto per la sua “scia”.
 
Ricordo che una volta abbiamo progettato insieme una mappa delle stelle per astronomia, e lui puzza davvero. Puzza da morire, come se avesse addosso la carcassa di un animale.
 
Adesso basta o vomito.
 
Dopo aver consegnato esco con molta nonchalance dalla classe, e mentre mi dirigo verso il mio armadietto due ragazze del primo anno mi fissano da lontano ridacchiando tra di loro e bisbigliando qualcosa sulla mia cresta e sul mio sedere. So di fare un certo effetto sulle ragazze, ma davvero mi infastidisce il fatto che non vengano a parlarmi direttamente, ma lo facciano attraverso occhiate ammiccanti e risatine.
 
Cazzo guardate?
 
Mi verrebbe da dire, ma mia madre dice che non devo rivolgermi così alle ragazze. Quella santa donna mi ha fatto diventare un vero gentiluomo.
Quando dormo.
 
Scuoto la testa e prendo le cuffie collegandole all’i-pod, l’unico regalo decente che mi abbia fatto il compagno di mia madre, e vado dal Mister Keys che sta allenando le riserve, quando all’improvviso un fulmine cade dritto davanti ai miei piedi.
 
Alzo gli occhi al cielo, stranamente tranquillo, e quando vedo altri fulmini scintillare nel cielo improvvisamente grigio sorrido.
 
Non so perché, ma il cattivo tempo accompagnato da fulmini mi mette di buon umore.
Forse è strano, ma anche il rombo dei tuoni mi fa sentire meno solo.
  
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