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Autore: solomonty    27/07/2014    2 recensioni
“Sì, posso raccontarti di lei, di noi… di quello che è stato e di quello che è.”
Comincia così, questa chiacchierata fatta di parentesi matrimoniali e ricordi.
Martin Deeks ci svela piccoli retroscena della sua signora.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marty Deeks
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La signora Deeks
 


Mia moglie? Davvero?
Sì, posso raccontarti di lei, di noi… di quello che è stato e di quello che è.
D’accordo, cominciamo pure.
Il mio racconto comincia all’alba, dopo la mia prima notte di nozze, nel dicembre 2014.
 
“Ancora, marito, ancora” la voce squillante, esigente.
“Ti prego, moglie… dammi dieci minuti… fammi rifiatare” soffio stanco.
“Ma no, che vai a pensare… come mi chiamo? come mi chiamo, eh?” insiste elettrizzata.
“Signora Deeks” dico trattenendo una risata.
“Ancora… più forte” quasi grida, infervorata.
“Signora Deeks” le vado dietro. Alzo la voce ma al tempo stesso le faccio segno di abbassare i toni.
“Ma senti come suona bene” dice rilassata.
“Suona da dio, piccola” rispondo immediatamente.
Mi piace da matti, la mia signora!  
La tiro verso di me e sento che accompagna il mio movimento. La bacio e mi ricambia; in un attimo, ci travolgiamo.
Poi appoggio la testa sul cuscino; lei mi guarda con occhi fiammeggianti.
“Quanto manca? quattro minuti, mi pare…” chiede passando a piè pari a altro argomento. Mi appoggia una mano sull’ombelico, accarezzandomi.
“Ti pare male, imbrogliona… un po’ più di quattro minuti…” la redarguisco: spero mi dia qualche minuto per ricaricarmi!
“Va bene… ancora, dai” insiste capricciosa.
“Mi vuoi consumare la prima notte di nozze?”
“Assolutamente no, mica sono matta” dice seria, “di' il mio nome” alza la voce ancora una volta, caparbiamente.
“Signora Deeks” le ripeto con voce dolce e svelto le prendo il viso tra le mani e le bacio il naso.
“Ripetilo per il minuto che resta” mi incalza inventandosi una tempistica a proprio favore.
“Signora Deeks… hai uno strano modo di contare il tempo… ti mordicchio un po’ mentre aspettiamo” quasi le sussurro.
“Sì, bravo, mi piace… vieni qui, detective, voglio farlo anch’io” passa le dita tra i miei capelli e si avvicina alla mia bocca.
La bacio e lei si lascia girare su di me.
 
Il giorno dopo ricordo il nostro chiacchiericcio coniugale. Come potrei dimenticare il nostro botta e risposta.
La signora Deeks, mia moglie, è una donna divertente.
Mi sono innamorato di lei come l’ho vista e appena ha appoggiato il suo sguardo su di me ho avuto la certezza di essere ricambiato.
 
“Marito… mentre preparo la borsa, puoi mettere le mie cose del bagno nel beauty case?”
“Certo, tesoro.”
“Sei contento di tornare a casa?”
“Sì… perché sei con me.”
“Sono la tua mogliettina.”
“Per sempre.”
“Ci sei riuscito a riportarmi indietro…”
“Tu sei contenta di tornare a casa con me?”
“Non vedo l’ora d’iniziare la nostra vita familiare.”
“Sono il tuo maritino.”
“Sei tutto mio.”
“Dalla testa ai piedi, puoi giurarci.”
“Chi sono io?”
“La signora Deeks!”
“Più forte, chi sono io?”
“La signora Deeks!”
“Mi piace quando gridi.”
“Sapessi quanto mi piaci tu… quando gridi.”
“Hai pensieri sexy su di me?”
“Sempre, non mi abbandonano un attimo.”
“Ok… allora: io grido, tu gridi.”
“Ho una moglie pazzerella.”
“Sì, va bene… sei pronto?”
“Bambina… io sono nato pronto.”
“Ma non è la battuta di un film?”
“Probabile.”
“Affacciati, voglio vederti.”
“Eccomi.”
“Oddio, quanto sei bello… va bene, puoi tornare a fare quello che stavi facendo.”
“Sissignora!”
“Allora… io grido, eh?”
“Vai, pupa.”
“Chi sono io?”
“La signora Deeks!”
“Quanto mi piace.”
“Lo hanno capito tutti, nell’albergo.”
“Te lo faccio dire troppo spesso?”
“No no… una cosa normale…”
“Non prendermi in giro.”
“Non lo faccio… è normale far gridare al proprio marito la stessa frase per ore. ”
“Ma è una frase bellissima.”
“Oh, non c’è dubbio… è proprio bella.”
“Chi sono io?”
“La signora Deeks!”
“Fantastica.”
“A dir poco.”
“Ti amo, marito mio.”
“Ti amo, moglie mia.”
“Lo so… fai Giulietta, per favore?”
“Così?”
“Lo vedi che mi capisci al volo?”
“Va bene che non c’è il balcone… ma, Giulietta… t’affacci!”
“Mi piace guardarti.”
“E a me piace che ti piaccia.”
“Cosa succede se dico che mi piace che ti piaccia che mi piace?”
“Che mi piace che ti piaccia che mi piace che ti piaccia.”
“Capito il messaggio!”
“Moglie?”
“Dimmi, amore.”
“In bagno non ho trovato l’astuccio delle tue pillole… le hai già messe via?”
“No, non… ah!”
“Cosa succede, piccola?”
“Io… non… io, io… in… oh!”
“Cos’è, vuoi giocare alle sillabe?”
“Non… non ci ho pensato… non… io… non…”
“Smettila di balbettare, signora Deeks… cos’ hai combinato?”
“Non la prendo.”
“Di che parli?”
“La pillola… non la sto prendendo.”
“Davvero?”
“Davvero! Non l’ho ripresa.”
“No?”
“Ero tornata single!”
“Ah, sì, quando sei impazzita… va beh, che c’importa?”
“Non so, dimmi tu… sono la donna più inseminata del Nord America!”
“Che c’è? Voglio molti, tanti, troppi miniMarty… tanto vale cominciare, no?”
“Mi sono sposata ieri!”
“Che bello, vero? Fammi tanti Deeks… già che ci sei, fammi qualche parto gemellare.”
“Com’è che mi sento una fattrice?”
“Sì sì… voglio almeno sette figli!”
“Facciamo un paio di meno?”
“Facciamo un paio di più?”
“Ricordami… perché continuo a parlare con te?”
“Perché mi ami.”
“Ah, già.”
“Mi ami molto.”
“Non ti vantare.”
“Perché, no?”
“Uhm, hai ragione… perché, no?”
“Infatti!”
“Ma, sì…”
“Mi ami, mi ami, mi ami, mi ami!”
“Fanatico!”
 
Che roba… era un po’ che non ci pensavo.
Gli anni si inseguono e il chiacchiericcio continua… abbiamo una parlantina, tutti e due! Ci è sempre piaciuto parlare tra di noi.
Come ci piace dire: andiamo a braccio. Lei segue me, io seguo lei. Diamo vita a certe scenette!
Come quella volta, che bello; è ancora così chiaro nella mia mente.
Non scorderò mai quel giorno… come non ho mai dimenticato i giorni simili che, fortunatamente, mi sono capitati nella vita.
 
“Resta dove sei, devo parlarti.”
“Dimmi tutto.”
“Ho deciso, signor Deeks.”
“Uhm, sei formale… ti ascolto, signora Deeks.”
“Non ti piacerà… ti lascio.”
“Ma oggi vado a fare surf, il suv tocca a me… non puoi fare domani?”
“No! L’auto è tua, come i tuoi sei figli, ti lascio anche quelli… il cane e il gatto sono miei e prendiamo un taxi.”
“Cosa ho fatto? Perché ce l’hai con me?”
“Avevi promesso.”
“Di che parli?”
“Avevi promesso.”
“Cosa… ho promesso?”
“Basta miniMarty in viaggio, finish, stop, niet, nada, adios. ”
“Ok… ho capito.”
“Non ridere.”
“Va bene.”
“Non battere i piedi per la contentezza.”
“D’accordo.”
“Però continui a farlo. ”
“Non resisto, scusami.”
“Ti odio.”
“Invece io ti amo da morire in questo momento.”
“Mi hai ingannata e te lo sei fatto!”
“Ti amo, piccola.”
“Perché sette?”
“Perché così ho la mia squadra di basket.”
“Ma si gioca in cinque…”
“Cinque, sette… stai a guardare il capello… due per le sostituzioni.”
“Te lo stai inventando.”
“No no… ho letto da qualche parte che forse, da cinque, diventeranno sette.”
“A sapere che parlavi sul serio, una squadra di basket… l’avrei chiesta a Babbo Natale!”
“Perché? No no… io sono felice, mi piace averla fatta con te.”
“Sei molto bravo a fare figli.”
“E tu sei abbagliante, gravida!”
“Quanto ti piace mettermi incinta?”
“È la cosa che mi riesce meglio.”
“Sono un po’ stanca, ti ho dato un figlio dopo l’altro.”
“Sì… ah, ho fatto un altro maschio!”
“Credo che sarà bellissimo.”
“Lo credo anch’io.”
“Tu, sei bellissimo.”
“Adesso mi muovo e vengo lì per fare l’amore con te.”
“Sbrigati!”
 
Sono passati tanti anni e i nostri figli sono tutti adulti, laureati, professionisti e sparsi per il mondo; qualcuno ci ha anche fatto nonni.
Come li volete, noi li abbiamo: un poliziotto, un fotografo per il Nat Geo, un procuratore distrettuale, un vigile del fuoco che gioca a rugby, un M° batterista che fa rock, un professore di matematica e un veterinario di campagna. Ce n’è davvero per tutti.
Mia moglie ed io, la sera, ancora litighiamo per il cuscino a forma di Kermit che ho vinto.
No, no… l’ho vinto io, furbetta… non è vero, non l’hai vinto tu. Ti ricordi male, fatina smemorina… duecentocinquanta colpi, lo ricordo bene.
Ah, beh! Come dicevo… chi arriva per primo al cuscino si accomoda sul divano e l’altro si adegua.
La signora Deeks è quella che perde più spesso e nonostante l’età cerca comunque di sedurmi per sfilarmi dalle mani questo cuscino qui. A volte ci riesce, altre volte pure!
Ho un debole per lei, da sempre… e lei, da sempre, ne approfitta a piene mani.
Sì, bambolina, sto parlando di te… sì, grazie tesoro, certo che ci va la cioccolata calda al rum… poi ti sbrighi e vieni a sederti qui, vicino a tuo marito?
A meno che non sia necessario, noi due, non stiamo mai separati. Non la vedo da dieci minuti e già mi manca… per questo l’ho chiamata.
La scorsa settimana abbiamo festeggiato trentotto anni di matrimonio.
Mi sembra ieri… ancora ho nitida nella mente l’immagine di lei che mi viene incontro, nel suo abito chiaro corto alle ginocchia. Portava i capelli tirati su e il suo collo era scoperto.
Che emozione: il cuore mi batteva fortissimo, non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. Ancora oggi fatico a farlo.
Oh, eccola!
Ti do una mano, pasticcino*, vieni… appoggiamo il vassoio qui. Certo che sei in grado… ma è pur vero che ti muovi sempre come un Caterpillar, eh! Sì, prendi i biscotti alle mandorle, vanno bene.
Prima che torni… uhm, questa cosa… che le faccio fare avanti e indietro… è perché mi piace guardarla camminare!
Non ho mai avuto la possibilità di resisterle né l’ho mai voluta avere.
Per la miseria, hai visto quant’è bella, mia moglie?

Dicembre 2052
 
 




La signora Deeks non ha nome né viene descritta fisicamente. Questo perché vorrei essere io, la signora Deeks e come me, molte di voi, ne sono certa. Così potete immaginarvela alta, bassa, magra, in carne, bionda, rossa o mora (come piacciono a lui), orientale, caucasica, di colore… insomma, tutte le donne del mondo. Almeno una volta nella vita possiamo essere tutte, la signora Deeks!
 
* Dean Winchester viene spesso chiamato “pasticcino” e non posso non essere d’accordo; quant’è bello. Gnam!
Monty

Disclaimer: Martin A. Marty Deeks, Kermit, Nat Geo e Caterpillar non li ho inventati io.
  
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