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Autore: Geggy_    27/07/2014    2 recensioni
Mickey ed Ian non sono i tipi da lasciarsi andare a effusioni amorose in pubblico, si sa, ma a volte i due proprio non vogliono saperne di starsene buoni.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Shameless (US).
Pairing/Personaggi: Ian Gallagher/Mickey Milkovich, Fiona Gallagher, Lip Gallagher, Carl Gallagher.
Rating: Verde.
Chapters: 1/5.
Genere: Comico, Slice of Life.
Warnings: Linguaggio volgare in alcuni punti.
Words: 1.188
Summary: La giornata di Mickey Milkovich non è iniziata nel migliore dei modi – niente latte in frigo e il tostapane è rotto -, e come se non bastasse Ian decide di metterlo in imbarazzo davanti a tutti i Gallagher.
Note: Essendo una raccolta di one-shot, ogni capitolo può essere letto come una storia a sé. Tutti i racconti sono ambientati in un futuro post-quarta stagione, ma non vi saranno spoiler rilevanti.
Per ulteriori informazioni, controllare le note dell’autrice alla fine del capitolo.
 
 


 
  
 
 
 


 

I. Breakfast.

 

 

La prima volta che accade, l’intera famiglia Gallagher – o quasi – è riunita in cucina, seduta intorno al tavolo da pranzo e intenta a fare colazione. Mickey contempla per non più di dieci secondi il frigorifero aperto, pizzicandosi distrattamente il fondo dei calzoni che continuano ad infilarsi tra le natiche prima di richiuderlo con un grugnito di disappunto.
“Dove cazzo è il latte?”, sbotta, con la mano che adesso risale dalle chiappe al labbro inferiore per accarezzarlo con il pollice; il gesto non sfugge al piccolo Carl.
“Cavolo amico, è disgustoso!”, commenta il ragazzino arricciando il naso, ma Mickey non è affatto offeso. È un dannato Milkovich dopotutto e devono ringraziare quel minimo di pudore che certamente non ha ereditato da suo padre o dai suoi fratelli se non ha ancora pisciato nel biberon del moccioso o deciso di girare nudo per casa.
“Perché non fai saltare in aria qualche fottuto giocattolo invece di guardare me?”, gli ribatte, senza perdere un colpo e mostrandogli contemporaneamente il dito medio per poi rivolgere la sua attenzione al tostapane alle sue spalle. Mickey è più che sicuro che i Gallagher lo abbiano preso in prestito dai loro vicini, Kevin e Veronica.
“Attento a come parli Mickey”, sibila Fiona in quel momento, scendendo le scale e  raccogliendo magliette e calzini sparsi sul pavimento mentre Mickey infila di malagrazia due fette di pane bianco nel tostapane. “Non usare quei termini con i miei ragazzi e tu, Carl, bada agli affari tuoi.”
“Sono i figli di Frank Gallagher cazzo, credo che un paio di parolacce non faranno la differenza”, le risponde Mickey, scrollando le spalle e contemplando il tostapane davanti a lui con la fronte aggrottata. Perché diamine non funzionava?
“Ha ragione, Fiona”, arriva inaspettato il commento di Lip, che rivolge a Mickey un ghigno divertito prima di ritornare a sorseggiare il suo caffè. “Voglio dire”, continua il ragazzo, “abbiamo visto Frank abbandonare i suoi stessi figli per qualche verdone, vomitare sul tappeto e distruggere i sogni di chiunque, non vedo come qualche parol...”
“La vuoi piantare?”, taglia corto la maggiore dei fratelli Gallagher, azionando la lavatrice, “Decido io cosa è permesso dire o meno sotto questo tetto. E tu non dovresti prepararti per andare al college, Lip? E dove diavolo è Ian?”, aggiunge la giovane notando l’assenza del fratello dai capelli rossi, esasperata.
Mickey percepisce la frustrazione nella sua voce e si ritrova a pensare che non vorrebbe essere nei suoi panni. Come diavolo faccia a gestire i cinque fratelli, andare al lavoro, tornare ad orari impensabili, cucinare, pagare le bollette e tirare fuori dai guai Frank, per lui è un fottuto mistero. Le sue labbra si incurvano tuttavia in un ghigno pieno di malizia mista ad affetto nel sentir nominare il suo ragazzo.
“Di sopra, suppongo, a dormire come un fottuto ghiro”, le risponde, rinunciando a capire perché cazzo quel fottuto tostapane proprio non ne voglia sapere di funzionare in favore di una ciambella preconfezionata pescata dalla credenza.
“Contento di averlo messo fuori combattimento una volta per tutte, Mickey?”

“Chiudi quella bocca Lip, prima che Mickey decida di averne abbastanza di te e delle tue cazzate!”, esclama qualcuno in cima alle scale prima di scoppiare in una risata argentina simile al suono di tanti campanellini tintinnanti, una risata che riconoscerebbe fra mille altre.

Per Mickey, quello è il suono più bello del mondo. Quando finalmente riesce a scartare la sua ciambella, getta la confezione di plastica nel lavello e si volta, scontrandosi quasi con qualcuno di una spanna più alto e in piedi di fronte a lui.
“Fuori dalle palle, Gallagher”, bofonchia, prima di addentare la ciambella.
“Lo sai che quella ciambella è lì dentro da almeno due mesi, giusto?”, gli domanda Ian dopo un attimo di silenzio, comprimendo le labbra per non scoppiare a ridere. Mickey trattiene a stento una smorfia di disgusto quando un secondo dopo il suo cervello registra che effettivamente la pasta è stantia e insapore. E la glassa pizzica sulla punta della lingua.

Regola n.1: il Rosso ha sempre ragione.
Regola n.2: Mickey non da mai ragione ad Ian.

“’i dis’iace ‘er te ‘a è ‘ott’amente ‘uona”, gli ribatte il brunetto con la bocca piena, testardo e incurante dello spettacolo fin troppo disgustoso che stava dando di sé. È compreso nel pacchetto, pensa, divertito, mentre briciole del dolce cadono dalla sua bocca depositandosi ai suoi piedi.
Ian sospira, roteando gli occhi con aria esasperata.
“Perché non puoi fare colazione come un normale essere umano, Mickey?”
“Perché il fottuto tostapane non funziona, cazzone!”, sbraita Mickey, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Ian gli si avvicina ancora di più, gettando un’occhiata obliqua al tostapane alla sua sinistra prima di rivolgere di nuovo la sua attenzione a Mickey. Adesso non ci sono più di quindici centimetri a separarli.

“Mickey”, comincia Ian, e il suo respiro rotola sul viso del più basso, che non può fare a meno di notare che la testa rossa ha già lavato i denti, a giudicare dall’alito che sapeva di menta. “Hai provato ad accendere il tostapane?”

A quanto pare, Lip ha seguito quella conversazione per filo e per segno mentre continuava a sorseggiare il suo caffè, e il secondogenito di Frank Gallagher non si preoccupa di nascondere un grugnito divertito quando si accorge che effettivamente la spina elettrica era sì inserita nella presa di corrente, ma il tasto d’accensione era ancora fermo su OFF. E a quel punto sembra notarlo anche Mickey, che annuisce e sbuffa, squadrando Ian con la sua solita aria da sbruffone. Ian lo aveva messo in imbarazzo davanti a tutti? Benissimo. Si sarebbe vendicato una volta al Kash and Grab. Dovevano esserci ancora un paio di preservativi e del lubrificante nel retro del negozio. Avrebbe decisamente fatto rimpiangere a quel bastardo dalla lingua lunga quell’attimo di spavalderia.
“Sai una cosa, spaccone?”, gli ringhia, accorciando ancora di più la distanza fra loro e mordendosi il labbro inferiore, gesto che fa allargare impercettibilmente le pupille di Ian. Solo adesso Mickey ha occasione di notare l’eyeliner della sera prima che gli cerchia gli occhi dandogli un’aria fottutamente sexy e scopabile. “Goditi il tuo tostapane, ho chiuso. Chiuso, chiuso, chiuso. Vado al lavoro, ci si vede stronzetti!”, esclama, prima si spintonare Ian di lato, attraversare il salotto in quattro passi a afferrare il giaccone all’ingresso.
“Certo Mickey!”, gli urla Ian in risposta, e Mickey può giurare che quel piccolo bastardo si stia sforzando di non ridere. “Se hai chiuso proprio come avevi promesso di fare l’ultima volta allora non ho nulla di cui preoccuparmi!”
 

Merda. Figlio di puttana. Fottuto Gallagher.
 

Mickey non gli risponde, e sebbene si sforzi di restare serio e accigliato l’ombra di un ghigno aleggia sul suo volto pallido. Si affaccia un’ultima volta per mostrare il dito medio a tutti in segno di saluto e un attimo dopo è in strada, il suo respiro che forma nuvolette di fumo bianco per via del gelo.
E se adesso un certo Mickey Milkovich ha un fottuto bisogno di scopare Ian Gallagher per dargli una bella lezione e ricordargli che non potrebbe mai chiudere del tutto con lui beh, sono solo affari suoi.

 

 


 







 

N. d. A.

Al solito, qui è Geggy a parlare.
Ebbene sì, in questi giorni sembra che il mio cervello sia impazzito e abbia deciso di darmi millemila idee per altrettante fanfiction, e miracolosamente sono riuscita a pubblicarne già due.
Questa volta sono ritornata in piazza per una raccolta di one-shot sullo stile “30 Days of your OTP”. Non sono così ambiziosa da scrivere trenta racconti  e pretendere che li leggiate, tranquilli. Pubblicherò cinque piccoli episodi che vedranno come protagonisti Mickey ed Ian alle prese con un piccolo problema: tenere a bada la tensione sessuale fra loro in pubblico.
Spero abbiate la bontà di recensire i miei scarabocchi. Sono una persona molto timida e insicura e gradirei moltissimo un sincero parere esterno su ciò che scrivo.
Sappiate che questo capitolo non è stato betato, avevo troppa fretta di pubblicarlo, quindi chiedo perdono per qualsiasi orrore grammaticale che sarò felice se mi verrà fatto notare con gentilezza. E a proposito, vi comunico che avendo già bene in mente come sviluppare gli altri quattro episodi, salvo imprevisti aggiornerò ogni settimana o poco più.
Credo non ci sia altro da dire, quindi raggedy readers, goodbye!

See you then.

 
  
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