(N.b. "Tutti i
personaggi di questa storia sono maggiorenni e non mi appartengono, gli eventi
non sono accaduti realmente e questa storia non è scritta a scopo di
lucro")
Drowning lessons.
-Tutti
in coperta!- gridò Mikey
gonfiando il petto.
Ray
sospirò afferrando il borsone che il bassista aveva lasciato indietro per la
troppa felicità. –Calmati, Mikes, è solo un
pomeriggio.. Non correre così, il ponte è scivoloso, rischi di farti male… - il chitarrista si portò una mano per asciugare le
eventuali gocce di sudore presenti sulla propria fronte.
Sbang.
Ecco,
appunto.
Dietro
di sé, Ray sentì la voce di Frank.
–Niente
panico, ciurma, lo aiuto io!- urlò il chitarrista cominciando a correre verso Mikey.
Sbang.
Oddio,
ma quel pomeriggio in barca rischiava di decimare tutta la band.
Istintivamente
voltò lo sguardo verso Gerard, per paura che anche lui volesse “aiutarli”.
Gee invece alzò le spalle accendendosi
una sigaretta. –Oh, per me possono anche rimanere lì-
Bob
invece si diresse con attenzione verso la parte di cemento in cui i due erano
rimasti sdraiati come sacchi di patate, tendendogli un braccio e aiutandoli ad
alzarsi.
Tutti
salirono sul’imbarcazione ormeggiata davanti al porto, appoggiando gli zaini
per terra.
-Che
male al culo, vacca miseria- disse Mikey cominciando
a massaggiarselo.
Ray
sospirò ignorandoli e salendo a bordo dello yacht che avevano noleggiato anzi,
che Mikey aveva noleggiato.
Aveva
deciso che loro non passavano abbastanza tempo insieme, e così si era affettato
ad organizzare una giornata solo per la band.
Niente
aiuto esterno a salvarlo, si disse sconsolato.
Come
se in un anno e mezzo di tour non si fossero visti a sufficienza, porca merda!
-Come
diavolo funziona questa cosa- mormorò
Gerard incerto guardando il timone come se fosse una specie di animale a tre
teste geneticamente modificato.
-E’
a motore, funziona come una macchina-esclamò Mikey
avvicinandosi a passo svelto a suo fratello.
-Mikey, per Dio, attento alla- cominciò il
chitarrista incerto.
-Ehi,-
lo interruppe Mike continuando a camminare -Mica sono così impedito a scivolare
due volte in mezzor-
Sbang.
-Alla
vela- finì Ray scuotendo la testa.
-Che
male! Oddio, che dolore, santa merda!- imprecò il bassista cominciando a massaggiarsi
la fronte.
-Lasciate
stare, faccio io!- dichiarò Frank.
-NO!-
un urlo generale partì da tutti i presenti.
-Oh-ok- mormorò Frank alzando
le braccia. –Calmatevi, io volevo solo essere d’aiuto-
-Bob,
di grazia, ci puoi pensare tu?- chiese Gerard spegnendo la sigaretta.
Il
batterista si avvicinò con aria sconfitta, sapendo di essere l’unico che,
nonostante non avesse mai guidato una barca, aveva qualche speranza di far
vedere agli altri e a se stesso l’alba del mattino successivo.
Dopo
circa mezzora arrivarono finalmente in acque internazionali, in modo da non
essere arrestati se qualcosa fosse andato storto.
Bob
lasciò il timone e andò a sedersi accanto agli altri, mentre Gerard cercava di
buttare in mare l’ancora, senza grandi risultati e con versi degni di King Kong.
-Ti
do una mano io- si offrì Mikey.
-No!-
lo additò Ray. –Tu rischi di farti finire l’ancora in fronte-
Il
chitarrista si avvicinò ed aiutò Gerard con l’ormeggio.
-E
ora che si fa?- domandò Bob togliendosi la maglia e mettendosi gli occhiali da
sole.
Erano
tutti in costume, non gli andava di sembrare il pirlotto
della situazione.
Dal
divanetto sul quale Frank era seduto si sentì provenire una voce. Merda, aveva deciso di
cantare, ancora.. -Tommy used to work on the docks, union's
been on strike, he's down on his luck...it's tough, soooo
tough-
Dio,
no.
Tutto
ma non Bon Jovi.
Perché
Dio gli voleva così male?!
Dopotutto
lui in chiesa qualche volta c’era stato.
Gerard
saltò in piedi, afferrò il proprio cellulare come se fosse un microfono e si
mise al centro della barca. -Gina works the diner all day, working
for her man, she brings home her pay, for
love.. foooor loveeee-
Ecco, ci mancava solo lo show.
Gerard cadde
in ginocchio continuando a cantare con espressioni facciali degne di un videoclip. -She says: We've got to hoooold
ooon to what we've got, it doesn't make a difference if
we make it or not! We've got each other and that's a lot, fooor
loveeee.. we'll
give it a shot!-
Frank
sembrò contento dello spettacolo a cui aveva dato inizio, si alzò ed improvvisò
un duetto.
-Oooooohhhhh! We're half way there! Woaaaaah! Livin' on a
prayeeeer! Take my hand and we'll make it, I swear.
Oooohhh! Livin' on a prayeeeer-
Si
voltò sconvolto verso Bob e Mikey.
Ma
che diavolo…? Stavano facendo i cori!
Maledetti
traditori!
Ray
scosse la testa e guardò l’acqua piatta del mare, decidendo che era davvero
molto invitante.
Magari
poteva fare un giro sotto e dire ciao-ciao ai pesci; meglio se con una bella
boccia da 50 kg legata ai piedi, così era sicuro di non risalire.
-Dai, canta
con noi!- esclamò Bob prendendolo per un braccio e cominciando a dondolarsi con lui. -We've got to hoooold on ready or not, you live for the fight when thats all that you've got!-
-Ehm…- Ray fece finta di pensarci e poi
scosse la testa. –Anche no. Grazie comunque-
Intanto
l’esibizione dei due era finita e loro ringraziarono dell’attenzione ricevuta
con un inchino.
Dopo
qualche secondo di silenzio, Mikey si grattò al
testa. –Ok, e adesso che si fa?-
Gerard
si voltò verso Frank. –Ehi, hai altre canzoni?-
-NO!-
intervenne Ray prima che l’altro chitarrista potesse rispondere. –Facciamo un
gioco!-
-Che
gioco?- domandò Frank.
Già,
che gioco?
Grande
uscita Ray, si disse. Avanti, proponi un gioco che si può fare su una maledetta
barca..
Il
limbo? Il gioco della sedia? Mosca cieca? No. E perché? Perché oltre che essere
giochi terribilmente idioti, erano impossibili da fare su una maledetta barca!
-Ci
sono! Giochiamo a sette e mezzo!- esclamò infine.
Sette
e mezzo è un gioco molto semplice. Si distribuiscono le carte e chi arriva al
sette e mezzo poi può bere e.. oh, cazzo!
Gerard
sbuffò. –Grazie per avermi incluso nel vostro divertimento.. Ehi, mi divertirò
una cifra!- esclamò sarcastico alzando i due pollici in direzione di Ray. –Ma vaffanculo!-
-Ma
perché non mi lasci spiegare?- domandò Ray in direzione del proprio migliore
amico cercando di non farlo incazzare; perché è dura sopportarlo quando è
incazzato, questa è la verità. –Al posto dell’alcol facciamo che chi arriva a
sette e mezzo può.. che ne so.. dire a un altro di fare obbligo o verità, o
qualche cazzata simile-
Gerard
sembrò convinto del nuovo gioco. Si mise a sedere per terra, seguito dagli
altri, mentre Mikey andava a cercare le carte in uno
dei borsoni.
-Che
palle.. Io volevo l’alcol, però- si lamentò Frank ricevendo in cambio un pugno
dal cantante.
Mikey cominciò a dare le carte.
La
prima mano di Ray era andata benino, aveva avuto un cinque. Certo, c’era il
rischio di sballare, ma anche di vincere..
Durante
la seconda gli era capitato un due, già immaginava l’Ipod
di Frank finire nell’oceano.
Ciao-ciao stupide esibizioni
di Bon Jovi.
Non
avrebbe mai più dovuto sentire e soprattutto vedere ridicoli balletti di Livin on a prayer
o You give a love a bad
name, o..
-Sette
e mezzo!- esclamò Frank con un sorriso a trentadue denti.
Ray
lasciò cadere le carte sul pavimento.
Cazzo,
gli mancava tanto così! Una figura e non avrebbe mai più dovuto sopportare coreografie
assurde.
-Bob!-
urlò.
-Presente!-
rispose il batterista.
-Voglio
che tu.. mhn..- Frank si fermò per pensare.
Ecco,
qui c’è una cosa da specificare.
Questa
variante del gioco non era stata inventata solo per fare partecipare anche Gee ma c’era un piano un po’ perverso dietro.
Il
fatto era che Ray aveva un problema di timidezza.
Erano
ormai, quanto? Due anni che aveva questa specie di cotta per Bob?!
Tutti
lo sapevano.
Lo
sapeva Gee, quindi di conseguenza lo sapevano anche Mikey e Frank, metà dell’industria musicale d’America e.. bhe, probabilmente lo sapeva anche il tizio che lavorava al
discount all’angolo della piazza, conoscendo la discrezione del suo amico.
Ma,
nonostante questo, nessuno dei due aveva fatto una mossa.
Cioè,
Ray ci aveva davvero provato a fare capire a Bob come stavano le cose perché,
davvero, non è che fissasse tutti i suoi amici nella maniera in cui fissava
Bob (cioè, a dire il vero gli avrebbe anche fatto un po’ impressione scoparsi
con gli occhi Brian o Worm.. cazzo, che brutta
visione!) e a rigor di logica se al batterista avesse dato fastidio, dopo le
prime tre settimane di questo comportamento gli avrebbe dovuto dire “Ray, scusa, ti voglio bene ma mi sento anche
un bel pò violato, quindi smettila di fare il
pervertito e non parlarmi più, grazie, ciao”. Non l’aveva fatto, quindi non
tutto era perduto.
Ma
allora perché non faceva qualcosa, santissima miseria?!
Ora
tutte le sue speranze erano nei suoi amici.
Stava
pregando che facessero fare a Bob qualcosa di estremamente compromettente, in
modo che Ray capisse come stessero le cose.
Insomma,
non è che facendo sette e mezzo potesse ordinargli di baciarlo, non è così?
-Bob..
– riprese il chitarrista. –Voglio che tu.. Mi prenda una birra!-
Se
non fosse stato seduto per terra sarebbe caduto dalla sedia.
-Ok-
disse il batterista alzandosi.
Nuova
partita, nuova vittoria di Frank, nuova birra.
Ray
cominciava ad irritarsi.
-Vittoria!-
esclamò ancora Frank. –Bob..?-
Ray
a quel punto non ci vide più dalla rabbia. –Te la prendi da solo la tua fottutta birra, Frankie! – esclamò istericamente. –E io che
pensavo che foste miei amici! Mi avreste dovuto aiutare, soprattutto oggi e
soprattutto adesso!- esclamò verso Gerard, Mikey e
Frank, che avevano assunto un’espressione davvero stralunata. –E tu!- continuò
additando Bob. –Tu! Maledetto!!-
-Io?-
domandò il batterista esitante.
-Sì,
tu! Dio, che cosa devo fare per farti capire che mi piaci? Saltarti addosso e
violentarti! Due anni e tu non reagisci, ma sei rincoglionito?!-
Bob
sbattè le palpebre. –Io ti piaccio?-
-Certo
che mi piaci, porca puttana, mi piaci fottutamente tanto!-
Oh, cazzo, pensò Ray quando
capì di avere appena detto, anzi urlato in faccia, i propri sentimenti a Bob.
Oh, cazzo. Oh,
cazzo. OH, CAZZO.
Il
fatto era che Ray aveva anche un piccolo problema di rabbia inespressa. Se lo
si faceva incazzare, la sua bocca diventava un’entità a se e agiva per conto
proprio. E, in effetti, si era visto.
-Io
ti piaccio?- ripetè Bob con la stessa espressione
ebete in volto che aveva assunto da quando Ray aveva fatto quella sua specie
dichiarazione.
-Sì-
mormorò Ray coprendosi il volto con le mani.
-Io
ti piaccio!- questa volta era un’affermazione. –Io ti piaccio!- disse
scoppiando a ridere.
-Perché..
perché ridi?- piagnucolò Ray sentendo una gran voglia di piangere.
Ma
perché diavolo non era andato davvero a salutare i pesci? Almeno così adesso
avrebbero potuto consolarlo.
-Ma
perché io ti piaccio!- spiegò Bob allegramente. –Prima pensavo che tu ti comportassi
in quel modo perché eri strano, ma è perché io ti piaccio!-il batterista rise
ancora come se la sua spiegazione fosse la più logica del mondo. –E anche tu mi
piaci, Toro, e adesso io ti bacio!-
E
poi Ray fu letteralmente soffocato dalle labbra del batterista.
Ma
si abituò subito e senza alcun problema.
Rise
e lo baciò di nuovo e ancora, circondandogli il collo con le braccia e avendo l’impressione
che quei due anni non fossero mai passati, di avere aspettato non più di un
secondo per averlo.
Perché
adesso era suo, e nessuno glielo avrebbe portato via; non dopo tutta la
fatica e le crisi di nervi!
-Halleluja!- esclamò Frank
battendo le mani. –Finalmente vi siete decisi! E adesso..- sorrise compiaciuto
tirando fuori dalla tasca il proprio Ipod. -Ci vuole
una canzone per festeggiare la nuova coppietta!-
-Oddio,
no!- mormorò Ray nascondendo la testa nell’incavo del collo del suo
ragazzo. –Non Bon Jovi.. Non di nuovo!-
[Drowning lessons.
the end.]
[NdA: Allora, avrete notato che in questo momento io sto
scrivendo un sacco di short..
Il
fatto è che ho deciso di dedicarmi un pò alle coppie
sfigate.. non che siano sfigate davvero, ma nelle mie ff
o per una storia o per l’altra, o non hanno affatto spazio o non sono approfondite,
perché sono una persona senza cuore perché quando devo approfondire
troppi personaggi vado in crisi..
Quindi
se riesco ogni giorno di questa settimana pubblicherò una short su coppie a cui
finora non ho mai dato l’attenzione che meritavano.
Le
prime due le avete già lette, poi c’è questa (che ho pubblicato sta sera perché
domani di sicuro non avrei trovato il tempo) e poi ne seguiranno
altre 4.. non anticipo nulla sui pairing però xD
Per
quanto riguarda Bon Jovi avevo letto qualcosa di
Gerard che cantava una sua canzone ad un karaoke mi pare, e così ho deciso di
mettercelo dentro, anche perché ho ascoltato questa canzone in loop mentre scrivevo la storia.
Un
bacione a chi leggerà e recensirà.]
Luv ya
Fede.