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Autore: HeavenMayBurn    06/09/2008    4 recensioni
Ray ci aveva davvero provato a fare capire a Bob come stavano le cose perché, davvero, non è che fissasse tutti i suoi amici nella maniera in cui fissava Bob, e a rigor di logica se al batterista avesse dato fastidio, dopo le prime tre settimane di questo comportamento gli avrebbe dovuto dire “Ray, scusa, ti voglio bene ma mi sento anche un bel pò violato, quindi smettila di fare il pervertito e non parlarmi più, grazie, ciao”. Non l’aveva fatto, quindi non tutto era perduto.
Ma allora perché non faceva qualcosa, santissima miseria?!
[Bob Bryar/Ray Toro]
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bob Bryar, Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(N.b. "Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e non mi appartengono, gli eventi non sono accaduti realmente e questa storia non è scritta a scopo di lucro")

 

 

Drowning lessons.

 

-Tutti in coperta!-  gridò Mikey gonfiando il petto.

Ray sospirò afferrando il borsone che il bassista aveva lasciato indietro per la troppa felicità. –Calmati, Mikes, è solo un pomeriggio.. Non correre così, il ponte è scivoloso, rischi di farti male… - il chitarrista si portò una mano per asciugare le eventuali gocce di sudore presenti sulla propria fronte.

Sbang.

Ecco, appunto.

Dietro di sé, Ray sentì la voce di Frank.

–Niente panico, ciurma, lo aiuto io!- urlò il chitarrista cominciando a correre verso Mikey.

Sbang.

Oddio, ma quel pomeriggio in barca rischiava di decimare tutta la band.

Istintivamente voltò lo sguardo verso Gerard, per paura che anche lui volesse “aiutarli”.

Gee invece alzò le spalle accendendosi una sigaretta. –Oh, per me possono anche rimanere lì-

Bob invece si diresse con attenzione verso la parte di cemento in cui i due erano rimasti sdraiati come sacchi di patate, tendendogli un braccio e aiutandoli ad alzarsi.

Tutti salirono sul’imbarcazione ormeggiata davanti al porto, appoggiando gli zaini per terra.

-Che male al culo, vacca miseria- disse Mikey cominciando a massaggiarselo.

Ray sospirò ignorandoli e salendo a bordo dello yacht che avevano noleggiato anzi, che Mikey aveva noleggiato.

Aveva deciso che loro non passavano abbastanza tempo insieme, e così si era affettato ad organizzare una giornata solo per la band.

Niente aiuto esterno a salvarlo, si disse sconsolato.

Come se in un anno e mezzo di tour non si fossero visti a sufficienza, porca merda!

-Come diavolo funziona questa cosa- mormorò Gerard incerto guardando il timone come se fosse una specie di animale a tre teste geneticamente modificato.

-E’ a motore, funziona come una macchina-esclamò Mikey avvicinandosi a passo svelto a suo fratello.

-Mikey, per Dio, attento alla- cominciò il chitarrista incerto.

-Ehi,- lo interruppe Mike continuando a camminare -Mica sono così impedito a scivolare due volte in mezzor-

Sbang.

-Alla vela- finì Ray scuotendo la testa.

-Che male! Oddio, che dolore, santa merda!- imprecò il bassista cominciando a massaggiarsi la fronte.

-Lasciate stare, faccio io!- dichiarò Frank.

-NO!- un urlo generale partì da tutti i presenti.

-Oh-ok- mormorò Frank alzando le braccia. –Calmatevi, io volevo solo essere d’aiuto-  

-Bob, di grazia, ci puoi pensare tu?- chiese Gerard spegnendo la sigaretta.

Il batterista si avvicinò con aria sconfitta, sapendo di essere l’unico che, nonostante non avesse mai guidato una barca, aveva qualche speranza di far vedere agli altri e a se stesso l’alba del mattino successivo.

Dopo circa mezzora arrivarono finalmente in acque internazionali, in modo da non essere arrestati se qualcosa fosse andato storto.

Bob lasciò il timone e andò a sedersi accanto agli altri, mentre Gerard cercava di buttare in mare l’ancora, senza grandi risultati e con versi degni di King Kong.

-Ti do una mano io- si offrì Mikey.

-No!- lo additò Ray. –Tu rischi di farti finire l’ancora in fronte-

Il chitarrista si avvicinò ed aiutò Gerard con l’ormeggio.

-E ora che si fa?- domandò Bob togliendosi la maglia e mettendosi gli occhiali da sole.

Erano tutti in costume, non gli andava di sembrare il pirlotto della situazione.

Dal divanetto sul quale Frank era seduto si sentì provenire una voce. Merda, aveva deciso di cantare, ancora.. -Tommy used to work on the docks, union's been on strike, he's down on his luck...it's tough, soooo tough-

Dio, no.

Tutto ma non Bon Jovi.

Perché Dio gli voleva così male?!

Dopotutto lui in chiesa qualche volta c’era stato.

Gerard saltò in piedi, afferrò il proprio cellulare come se fosse un microfono e si mise al centro della barca. -Gina works the diner all day, working for her man, she brings home her pay, for love.. foooor loveeee-

Ecco, ci mancava solo lo show.

Gerard cadde in ginocchio continuando a cantare con espressioni facciali degne di un videoclip. -She says: We've got to hoooold ooon to what we've got, it doesn't make a difference if we make it or not! We've got each other and that's a lot, fooor loveeee.. we'll give it a shot!-

Frank sembrò contento dello spettacolo a cui aveva dato inizio, si alzò ed improvvisò un duetto.

-Oooooohhhhh! We're half way there! Woaaaaah! Livin' on a prayeeeer! Take my hand and we'll make it, I swear. Oooohhh! Livin' on a prayeeeer-  

Si voltò sconvolto verso Bob e Mikey.

Ma che diavolo…? Stavano facendo i cori!

Maledetti traditori!

Ray scosse la testa e guardò l’acqua piatta del mare, decidendo che era davvero molto invitante.

Magari poteva fare un giro sotto e dire ciao-ciao ai pesci; meglio se con una bella boccia da 50 kg legata ai piedi, così era sicuro di non risalire.

-Dai, canta con noi!- esclamò Bob prendendolo per un braccio e cominciando a dondolarsi con lui. -We've got to hoooold on ready or not, you live for the fight when thats all that you've got!-

-Ehm…- Ray fece finta di pensarci e poi scosse la testa. –Anche no. Grazie comunque-

Intanto l’esibizione dei due era finita e loro ringraziarono dell’attenzione ricevuta con un inchino.

Dopo qualche secondo di silenzio, Mikey si grattò al testa. –Ok, e adesso che si fa?-

Gerard si voltò verso Frank. –Ehi, hai altre canzoni?-

-NO!- intervenne Ray prima che l’altro chitarrista potesse rispondere. –Facciamo un gioco!-

-Che gioco?- domandò Frank.

Già, che gioco?

Grande uscita Ray, si disse. Avanti, proponi un gioco che si può fare su una maledetta barca..

Il limbo? Il gioco della sedia? Mosca cieca? No. E perché? Perché oltre che essere giochi terribilmente idioti, erano impossibili da fare su una maledetta barca!

-Ci sono! Giochiamo a sette e mezzo!- esclamò infine.

Sette e mezzo è un gioco molto semplice. Si distribuiscono le carte e chi arriva al sette e mezzo poi può bere e.. oh, cazzo!

Gerard sbuffò. –Grazie per avermi incluso nel vostro divertimento.. Ehi, mi divertirò una cifra!- esclamò sarcastico alzando i due pollici in direzione di Ray. –Ma vaffanculo!-

-Ma perché non mi lasci spiegare?- domandò Ray in direzione del proprio migliore amico cercando di non farlo incazzare; perché è dura sopportarlo quando è incazzato, questa è la verità. –Al posto dell’alcol facciamo che chi arriva a sette e mezzo può.. che ne so.. dire a un altro di fare obbligo o verità, o qualche cazzata simile-

Gerard sembrò convinto del nuovo gioco. Si mise a sedere per terra, seguito dagli altri, mentre Mikey andava a cercare le carte in uno dei borsoni.

-Che palle.. Io volevo l’alcol, però- si lamentò Frank ricevendo in cambio un pugno dal cantante.

Mikey cominciò a dare le carte.

La prima mano di Ray era andata benino, aveva avuto un cinque. Certo, c’era il rischio di sballare, ma anche di vincere..

Durante la seconda gli era capitato un due, già immaginava l’Ipod di Frank finire nell’oceano.

Ciao-ciao stupide esibizioni di Bon Jovi.

Non avrebbe mai più dovuto sentire e soprattutto vedere ridicoli balletti di Livin on a prayer o You give a love a bad name, o..

-Sette e mezzo!- esclamò Frank con un sorriso a trentadue denti.

Ray lasciò cadere le carte sul pavimento.

Cazzo, gli mancava tanto così! Una figura e non avrebbe mai più dovuto sopportare coreografie assurde.

-Bob!- urlò.

-Presente!- rispose il batterista.

-Voglio che tu.. mhn..- Frank si fermò per pensare.

Ecco, qui c’è una cosa da specificare.

Questa variante del gioco non era stata inventata solo per fare partecipare anche Gee ma c’era un piano un po’ perverso dietro.

Il fatto era che Ray aveva un problema di timidezza.

Erano ormai, quanto? Due anni che aveva questa specie di cotta per Bob?!

Tutti lo sapevano.

Lo sapeva Gee, quindi di conseguenza lo sapevano anche Mikey e Frank, metà dell’industria musicale d’America e.. bhe, probabilmente lo sapeva anche il tizio che lavorava al discount all’angolo della piazza, conoscendo la discrezione del suo amico.

Ma, nonostante questo, nessuno dei due aveva fatto una mossa.

Cioè, Ray ci aveva davvero provato a fare capire a Bob come stavano le cose perché, davvero, non è che fissasse tutti i suoi amici nella maniera in cui fissava Bob (cioè, a dire il vero gli avrebbe anche fatto un po’ impressione scoparsi con gli occhi Brian o Worm.. cazzo, che brutta visione!) e a rigor di logica se al batterista avesse dato fastidio, dopo le prime tre settimane di questo comportamento gli avrebbe dovuto dire “Ray, scusa, ti voglio bene ma mi sento anche un bel violato, quindi smettila di fare il pervertito e non parlarmi più, grazie, ciao”. Non l’aveva fatto, quindi non tutto era perduto.

Ma allora perché non faceva qualcosa, santissima miseria?!

Ora tutte le sue speranze erano nei suoi amici.

Stava pregando che facessero fare a Bob qualcosa di estremamente compromettente, in modo che Ray capisse come stessero le cose.    

Insomma, non è che facendo sette e mezzo potesse ordinargli di baciarlo, non è così?

-Bob.. – riprese il chitarrista. –Voglio che tu.. Mi prenda una birra!-

Se non fosse stato seduto per terra sarebbe caduto dalla sedia.

-Ok- disse il batterista alzandosi.

Nuova partita, nuova vittoria di Frank, nuova birra.

Ray cominciava ad irritarsi.

-Vittoria!- esclamò ancora Frank. –Bob..?-

Ray a quel punto non ci vide più dalla rabbia. –Te la prendi da solo la tua fottutta birra, Frankie! – esclamò istericamente. –E io che pensavo che foste miei amici! Mi avreste dovuto aiutare, soprattutto oggi e soprattutto adesso!- esclamò verso Gerard, Mikey e Frank, che avevano assunto un’espressione davvero stralunata. –E tu!- continuò additando Bob. –Tu! Maledetto!!-

-Io?- domandò il batterista esitante.

-Sì, tu! Dio, che cosa devo fare per farti capire che mi piaci? Saltarti addosso e violentarti! Due anni e tu non reagisci, ma sei rincoglionito?!-

Bob sbattè le palpebre. –Io ti piaccio?-

-Certo che mi piaci, porca puttana, mi piaci fottutamente tanto!-

Oh, cazzo, pensò Ray quando capì di avere appena detto, anzi urlato in faccia, i propri sentimenti a Bob.

Oh, cazzo. Oh, cazzo. OH, CAZZO.

Il fatto era che Ray aveva anche un piccolo problema di rabbia inespressa. Se lo si faceva incazzare, la sua bocca diventava un’entità a se e agiva per conto proprio. E, in effetti, si era visto.

-Io ti piaccio?- ripetè Bob con la stessa espressione ebete in volto che aveva assunto da quando Ray aveva fatto quella sua specie dichiarazione.

-Sì- mormorò Ray coprendosi il volto con le mani.

-Io ti piaccio!- questa volta era un’affermazione. –Io ti piaccio!- disse scoppiando a ridere.

-Perché.. perché ridi?- piagnucolò Ray sentendo una gran voglia di piangere.

Ma perché diavolo non era andato davvero a salutare i pesci? Almeno così adesso avrebbero potuto consolarlo.

-Ma perché io ti piaccio!- spiegò Bob allegramente. –Prima pensavo che tu ti comportassi in quel modo perché eri strano, ma è perché io ti piaccio!-il batterista rise ancora come se la sua spiegazione fosse la più logica del mondo. –E anche tu mi piaci, Toro, e adesso io ti bacio!-

E poi Ray fu letteralmente soffocato dalle labbra del batterista.

Ma si abituò subito e senza alcun problema.

Rise e lo baciò di nuovo e ancora, circondandogli il collo con le braccia e avendo l’impressione che quei due anni non fossero mai passati, di avere aspettato non più di un secondo per averlo.

Perché adesso era suo, e nessuno glielo avrebbe portato via; non dopo tutta la fatica e le crisi di nervi!

-Halleluja!- esclamò Frank battendo le mani. –Finalmente vi siete decisi! E adesso..- sorrise compiaciuto tirando fuori dalla tasca il proprio Ipod. -Ci vuole una canzone per festeggiare la nuova coppietta!-

-Oddio, no!- mormorò Ray nascondendo la testa nell’incavo del collo del suo ragazzo. –Non Bon Jovi.. Non di nuovo!-

 

 

[Drowning lessons.

the end.]

 

[NdA: Allora, avrete notato che in questo momento io sto scrivendo un sacco di short..

Il fatto è che ho deciso di dedicarmi un alle coppie sfigate.. non che siano sfigate davvero, ma nelle mie ff o per una storia o per l’altra, o non hanno affatto spazio o non sono approfondite, perché sono una persona senza cuore perché quando devo approfondire troppi personaggi vado in crisi..

Quindi se riesco ogni giorno di questa settimana pubblicherò una short su coppie a cui finora non ho mai dato l’attenzione che meritavano.

Le prime due le avete già lette, poi c’è questa (che ho pubblicato sta sera perché domani di sicuro non avrei trovato il tempo) e poi ne seguiranno altre 4.. non anticipo nulla sui pairing però xD

Per quanto riguarda Bon Jovi avevo letto qualcosa di Gerard che cantava una sua canzone ad un karaoke mi pare, e così ho deciso di mettercelo dentro, anche perché ho ascoltato questa canzone in loop mentre scrivevo la storia.

Un bacione a chi leggerà e recensirà.]

Luv ya

Fede.

 

   
 
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