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Autore: Ale_LoveBS    28/07/2014    3 recensioni
ciao a tutti, rieccomi con una nuova one-shot. ho voluto dare sfogo hai primi pensieri e alle prime emozioni che i personaggi hanno avuto dopo la scomparsa di Dan. non ditemi che non vi sarebbe piaciuto saperlo.
Ringrazio per l'attenzione, spero di avervi incuriositi e buona lettura. ^.^
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clackey/Clarky Ray, Hideto Suzuri, Mai Viole/Shinomiya, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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UN VUOTO ENORME ORA CHE NON CI SEI…



L’ultima cosa che ho visto prima di cadere in uno stato di trans, è stata la lacrima di Dan prima che venire racchiuso dalla luce accecante multicolore che se l’è portato via…   PER SEMPRE.

Pur correndo verso di lui, avendo capito cosa stava succedendo, non sono riuscita a bloccarlo, non sono riuscita a tenerlo con me. Il mio cuore si è come chiuso in una morsa dolorosa che non lascia traspirare più nessuna emozione. Sentivo, vedevo e capivo tutto quello che stava succedendo; ma il mio corpo non reagiva, era rimasto nello stesso punto dove avevo gridato in vano il suo nome con tutta la voce che avevo in corpo. Riuscivo a percepire due braccia che tenevano in piedi e che con fatica cercavano di portarmi a sedere alla mia postazione. Sapevo che era Hideto, sapevo che anche lui stava soffrendo, ma ciò nonostante  non riuscivo a farmi forza e mettermi al lavoro, per aiutare i miei compagni. Dopo quel momento di caos, appena che il nucleo che aveva creato Octo venne distrutto,  tutti noi dell’equipaggio ci mettemmo per conto nostro, a pensare.

Io, ancora sotto shock, come un robot, mi diressi senza parlare e senza guardare nessuno verso il portellone, che si aprì. Percorsi il corridoio che avevo davanti con un passo lento, traballante, ma anche con un filo di sicurezza, perché sapevo inconsciamente dove stavo andando. Entrai in una stanza, era vuota, immersa  in un silenzio perfetto, non aveva molta personalità, ma alcune foto me la fecero riconoscere, era la camera di Dan. Mi diressi verso il letto e mi ci buttai senza pensarci due volte e lì detti libero sfogo alle mie lacrime, che scendevano copiose sul viso.

Nel frattempo, ancora nella sala comandi, il silenzio regnava sovrano. Fu interrotto solo da un singhiozzo, che proveniva da una ragazzina dai capelli arancioni, copriti da un cappello verde e giallo che in quel momento usava come scudo per non far vedere le gocce salate che le rigavano il volto. Affianco a lei, un ragazzo dai capelli blu, che fino a pochi minuti prima stava governando la nave, aveva gli occhi lucidi, ma si vedeva che si stava trattenendo. Si stava dicendo mentalmente: "Devo farlo per Dan, devo riuscire a non piangere, lo voglio onorare, non deludere. Devo farmi coraggio e trattenere le lacrime. Lui era forte e lo voglio diventare anche io.”

Alle loro spalle due giovani della stessa età si guardavano , uno aveva i capelli biondo platino mentre l’altro di un blu notte. Entrambi non riuscivano ancora a credere a quello che era successo: il loro migliore amico, colui che aveva ridato la speranza a tutti loro nei momenti più difficili, colui che era stato sempre al loro fianco, colui che si era preso da solo la responsabilità di tutto, colui che aveva salvato il mondo per ben due volte,… (e potevano continuare all’infinito). Il Re dell’Impatto Devastante, il Guerriero Rosso, non era più fra loro e non sarebbe mai più tornato…  un’enorme tristezza li pervase, cercavano di trattenersi dal piangere ma non ci riuscivano. Solo dopo ore ripensarono a Mai, che era ancora nella stanza del ragazzo ormai scomparso. Stava urlando, piangendo, picchiando il cuscino in una maniera furiosa, per cercare di liberarsi dai mille ricordi di lui.

In tutte la altre navi, che avevano assistito al duello, come stava accadendo nella Magnifica Sofia, l’aria era pesante, carica di emozioni negative, piene di rimpianto.
Quando Barone Chiaro di Luna entrò di ritorno dalla colibrì vide uno spettacolo da spezzare il cuore anche alla persona più dura e insensibile al mondo. Vide che tutti nella nave tenevano lo sguardo basso, con gli occhi che luccicavano. Decise di interrompere quel momento di tristezza, seppur anche a lui piangesse il cuore, e disse all’equipaggio: "Bene ragazzi, so che è un momento doloroso, ma vi chiedo di farvi forza per pochi minuti, il tempo di chiedere un collegamento con la Sofia e se poi volete coricarvi, io non avrò nulla al contrario, anzi, probabilmente lo farò anche io dopo la chiamata. Gentilmente ora collegatemi con il capitano Clarky Ray, gli devo parlare. Grazie “. Concluso il discorso, tutti i soldati si riscossero, eseguirono gli ordini dettati dal proprio comandante e poi, senza fare il minimo rumore quasi tutti loro, ad eccezione di Yorasu, che piangeva come una fontana al fianco del suo padrone, se ne andarono. Il collegamento fu immediato. Davanti ai suoi occhi comparvero quattro individui, che avevano tutti l’aria molto abbattuta, ma non del tutto disperata perché cercavano di contenersi e nella maggior delle ipotesi, nessuno aveva ancora compreso del tutto la situazione fino in fondo. Le parole della creatura oscura risuonarono come martelli nel cuore di ogni persona presente: "Salve ragazzi. Mi dispiace per come è finita, nessuno, e credetemi nessuno, avrebbe mai voluto che finisse con la morte di Dan Bashin.”
Aveva un tono fermo, che non lasciava intravedere quasi nessuna emozione, come sempre del resto, ma si percepiva un che di tristezza e di rammarico. La parola la prese Clarky che a nome di tutti parlò:” Grazie Barone, ti siamo grati per averci chiamato. Ci dispiace che tu ci veda così, ma ora non è il momento più adatto per parlare con nessuno di noi; Mai in particolare è sconvolta, sembra una statua. Si è diretta da qualche parte nella nave, a disperarsi. Ti voglio parlare con franchezza, ti siamo grati per quello che stai facendo, lo era anche Dan. Noi tutti sapevamo che lui non avrebbe esitato un attimo a sacrificarsi, è nel suo carattere e anche doveva mantenere una promessa che si era fatto a se stesso circa tre anni fa, dopo la morte di Yuuki Momose, il Guerriero Bianco. Quindi non fartene una colpa. Piuttosto ti chiedo di chiamarci fra un paio di ore, così potremo discutere di come organizzare la cerimonia per un nuovo inizio. Quello che Dan a protetto e che ha forgiato con le sue mani nonostante il dolore lo distruggesse. “
Concluso il discorso, il silenzio ricalò, interrotto solamente dopo diversi minuti da Barone, ” Non ti preoccupare Clarky. Abbi solo fede, Mai è forte, supererà la cosa. Comunque, ti chiamerò più tardi posso capirti. In ogni caso Ti ringrazio, mi hai alleggerito un peso dalla coscienza, che però non mi abbandonerà mai, in parte ho causato anche io la sua morte. “
Con quelle parole, dette in maniera fredda e distaccata solo per non far scendere delle lacrime, chiuse la videochiamata. Si diresse verso la sua stanza con passo frettoloso e deciso dove andò a riflettere.

Intanto, la Sofia continuava a ricevere richieste di comunicazione. Rispondevano a tutte, anche se sempre con più fatica. A parlare si alternavano Hideto e Clarky.

Una chiamata toccante, più delle altre, fu quella che fecero con Kenzo, che era rimasto nella sala con la dottoressa Stella ed Anger, da dove aveva monitorato il duello e la crescita di energia.
In realtà la comunicazione non ci fu, si scambiarono solo sguardi, le parole erano inutili. Lui, solo lui perché Maestro della Luce poteva capire cosa stessero provando. Infatti dopo neanche un minuto, le lacrime scendevano inarrestabili dal volto dei tre. Le avevano trattenute fino a quel momento, ma ora si erano lasciati andare. Calrky, stritolava il cappello da capitano, frustrato, per aver perso il proprio migliore amico, quello con cui aveva vissuto quasi tutti i momenti più belli della sua vita. Hideto di era portato il cappello da caoboy, che teneva in testa, davanti alla faccia e se lo premeva come se volesse soffocarsi, o almeno interrompere le lacrime. Kenzo invece si tolse gli occhiali dalla montatura rotonda, nera e leggera, poggiandoli delicatamente del tavolo per poi sbattere con forza i pugni su di esso.
I tre rimasero degli istanti infiniti a fissarsi poi, contemporaneamente si dissero a vicenda:” Possiamo dire che la nostra missione è compiuta,… “ lasciarono a metà la frase, senza finirla e chiusero la chiamata.

Mai, intanto aveva finalmente smesso di piangere, rimaneva immobile, a fissare il vuoto, con la testa immersa nel cuscino, intriso ancora di un odore a lei familiare, troppo familiare, e anche bombo d’acqua. Chiuse gli occhi, poi fece un profondo respiro per calmarsi, il suo corpo continuava a sobbalzare e tremare. I suoi pensieri erano rivolti solo a lui, a Dan, colui che lei aveva amato, che prima di lasciarla le aveva dato un bacio, facendole capire che il suo amore era ricambiato, facendola sentire immensamente felice, ma ora, infinitamente triste. Di addormentò così, per lo stres accumulato, per una moltitudine di problemi che le affliggevano la mente e il cuore.

Nella nave, il silenzio era smesso, lasciando spazio ad una musica formata da pianti e singulti. Ma vennero interrotti, grazie alla forza di volontà e ad una preoccupazione che si fece strada nelle loro teste: dov’era finita Mai? Era passata almeno un’ora da quando le acque si erano calmate, dove si era nascosta?
Cominciarono a cercarla anche se silenziosamente, un’idea balenò contemporaneamente nelle menti di Hideto e Clarky che senza dirselo, si erano avviati verso la stanza di un loro amico, quello che stavano piangendo. Entrarono e videro che la ragazza dai capelli viola era sdraiata davanti a loro. Qualcosa in loro si calmò, entrambi avevano temuto per il peggio, in un atto folle da parte sua.

Nonostante tutto, verso fine giornata, le cose erano messe meglio del previsto, tutti avevano accettato il fatto che Dan non ci fosse più, anche Mai apparentemente. Il giorno dopo si sarebbe svolta una cerimonia, per proclamare l’inizio di una nuova era.

Sembrava tutto andare verso un nuovo capitolo, dove il ricordo del ragazzo li avrebbe per sempre accompagnati.
Soprattutto per la ragazza che in quel momento stava incorniciando una foto, una che raffigurava lei, Clarky e Dan; sembravano felici. La foto risaliva al giorno in cui i due giovani si erano sfidati.  Gli occhi ametista della ragazza erano arrossati, a causa dei pianti che aveva fatto per tutto il giorno. Le scese un’ultima lacrima, se era ripromessa di non piangere più, perché lei sperava ancora, sperava con tutte le sue forze che un giorno anche in un lontano futuro, sarebbe riuscita a rivederlo, e rincontrarlo, a riabbracciarlo,…
E quella flebile speranza che era dentro di lei non di sarebbe mai spenta, lo sapeva.


FINE


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Ciao!!!!!! In anzi tutti, grazie per aver letto la storia. Mi scuso in partenza per eventuali sbagli nella scrittura o cose simili. Ringrazio Hikari per aver recensito la mia precedente one-shot. Spero che questa breve fic vi sia piaciuta. Mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate in merito.
Ringrazio nuovamente tutti e arrivederci. <3 
Ciao. 

 
   
 
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