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Autore: FinnAndTera    28/07/2014    2 recensioni
Ci son due gatti che lo osservano dalla finestra della vecchia signora che offre i biscotti e Nagisa vorrebbe solo chiedergli perché.
Raccolta Reigisa.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note d'autrice: scrivere dal punto di vista di Nagisa porta al nonsense incasinato. Oh, Rei, quanto ti comprendo.
 

Farfalle nello stomaco

 

«Nagisa, c'è qualcosa che non va?»
«No, niente, sei solo tu».
«Io? Cosa ho fatto?»
«Sì, no, niente, ho solo un po' di farfalle nello stomaco».

Una volta aveva letto su un giornale di sua sorella che quando si sente una specie di formicolio all'altezza dello stomaco vuol dire che si è innamorati – e se non lo si è ancora del tutto, si è comunque a metà strada. “Sono innamorato tutto intero oppure solo mezzo?” si chiedeva Nagisa massaggiandosi l'addome, perché sul fatto che lo fosse non aveva alcun dubbio. In realtà Nagisa non sapeva cosa volesse dire essere mezzi innamorati, perché il giornale non continuava la sua analisi – Rei avrebbe di sicuro dato più spiegazioni logiche (e noiose) e particolareggiate (e noiose) che non gli avrebbero lasciato alcuna domanda in sospeso – e in fondo si sentiva anche un po' stupido a farsi una domanda del genere la notte del 4 agosto steso sul suo letto dalle molle rumorose. Un piccolo movimento e il letto scricchiolava, forse per colpa di tutti i salti a cui aveva dovuto resistere negli anni, ma a Nagisa non dava fastidio – a dargli fastidio era quella sensazione fastidiosa che lo portava a domandarsi con fastidio se fosse mezzo innamorato o mezzo scemo. Le chiamavano “farfalle nello stomaco”: Nagisa lo trovava divertente e per questo motivo non voleva “ucciderle”, come diceva il giornale. Le farfalle erano belle. “Pensate ad altro”, “Mantenete il controllo”, “Non tormentatevi troppo” ed altri consigli inutili accompagnati dalle facce buffe delle ragazze in foto – ce n'era una che somigliava tanto a Gou, ma Gou il controllo non lo manteneva mai.
«Come se fosse facile!» sbraitò Nagisa rivolgendosi al soffitto, perché lui, come Gou, il controllo non sapeva neanche cosa fosse. E pensare ad altro era impossibile, perché – il mondo ne era testimone – Rei era troppo bello per poter essere pensato per secondo. Poi c'erano le farfalle che glielo ricordavano, ma le farfalle erano lì perché lui pensava a Rei ed era tutto un casino.
«Sono mezzo scemo...» concluse prima di girarsi su un fianco e cercare di chiudere occhio per quella notte. «Ma sono anche tutto innamorato, credo».

 

«Farfalle nello stomaco?»
«Sì, e sono insopportabili! Mi fanno sentire mezzo scemo».
«E non c'è un modo per ucciderle, queste farfalle?»
«Ti sei fatto tutto rosso. Comunque non voglio ucciderle, però tu devi stare fermo».

Nagisa allora lo baciò e per fortuna le farfalle non scomparvero mai.


(«Rendiamoci conto, per colpa tua ho passato delle notti a riflettere!»)






 
   
 
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