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Autore: Jessica Fletcher    28/07/2014    4 recensioni
"Sei tu la mia mamma?" è il titolo della fiaba che il piccolo Christian amava farsi leggere quando era nella casa-famiglia dei Colliers. Lui aspettava che la mamma venisse a prenderlo ma...se qualcosa fosse andato storto?
Piuttosto angosciante ma con una sorpresa finale
Spero che vi piaccia
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Grace Trevelyan Grey
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sei tu la mia mamma?

Lui adorava quel racconto. Voleva sempre che la Signora Colliers glielo leggesse.

Lui aspettava che la sua mamma lo venisse a prendere, a portare via da lì.

Del resto glielo avevano detto più volta che la sua nuova mamma sarebbe venuta a prenderlo, un giorno.

La sua mamma era volata in cielo ma ci sarebbe stata una nuova mamma a prendersi cura di lui.

Sapeva che sarebbe arrivata presto, sapeva che sarebbe stata quella bella dottoressa bionda, tanto dolce e gentile, che lo aveva accudito quando la sua mamma era volata in cielo.

Queste cose lui le sapeva, ne era certo in cuor suo.

Ma lei non arrivava, ancora non si vedeva.

E lui continuava a farsi leggere quel racconto, in cui il passerotto cerca a lungo la sua mamma, nella speranza di non dovere aspettare più a lungo. E la Signora Colliers, continuava a dirgli "Vedrai, Christian, vedrai che arriva la tua mamma a prenderti. Un giorno lei sarà qui e ti porterà via, si prenderà cura di te. E avrai anche un padre e un fratello"

Ma lui non sapeva che cosa è un padre, non sapeva che cosa è un fratello. Sapeva che con la sua mamma di prima c'era un signore che gli faceva tanto male e sperava che un padre o un fratello non fossero quella cosa lì.

Ma più di ogni cosa aspettava che arrivasse "lei" la signora bionda, la sua nuova mamma.

E, in un bel giorno di sole, lei era arrivata, gli si era avvicinata, gli aveva sorriso; aveva fatto il gesto di prenderlo per mano e...si era fermata. Lo aveva guardato di nuovo, uno sguardo triste, poi aveva scosso la testa ed era andata via.

Avrebbe voluto chiamarla, farla tornare indietro ma non poteva; era tanto tempo ormai che non riusciva più a parlare. Così aveva cercato di rincorrerla, ma lei camminava troppo velocemente ed era sparita quasi subito.

Aveva incominciato a piangere e a gemere come un cucciolo spaventato, come il cucciolo spaventato ed abbandonato che era in quel momento.

E tutto intorno si era fatto buio, il sole non c'era più; il sole se ne era andato insieme a lei e lui sentiva qualcosa che gli chiudeva la gola e gli faceva uscire le lacrime, tante lacrime, tantissime lacrime e...

"Christian, svegliati, Christian! Ti prego svegliati. Svegliati, amore mio, va tutto bene. Sei in casa, al sicuro, ci sono io con te. Svegliati, oddio, svegliati, ti prego, Christian!"

Cos'è questa voce che mi chiama, da dove viene?

E perchè sta quasi singhiozzando?

Apro gli occhi; non è più così buio. C'è una luce fioca: la luce dell'abat-jour che rischiara la stanza.

Sopra di me c'è Ana, la mia dolce Ana, mia moglie; il mio unico amore.

Ha gli occhi umidi di lacrime e mi scuote leggermente, si accorge che mi sto svegliando e mi sorride dolcemente. Mi accarezza il viso, mi aiuta a tirarmi su.

"Ana" la chiamo e la voce mi trema mentre chiamo quel nome tanto amato che, solo, riesce ad allontanare angosce e paure.

"Sono qui, amore mio, sono qui. Ssshh, è finita, ci sono io, ci sono io con te. Stavi piangendo, Christian, piangevi nel sonno. Non stavi urlando, non ti muovevi quasi, ma piangevi, piangevi forte. Non ti avevo mai sentito piangere così. Povero amore mio" e così dicendo mi accarezza il viso e mi sfiora i capelli.

Ma non mi basta, non è sufficiente a sciogliere il nodo che ho in gola e a far rallentare il cuore che mi martella nel petto.

"Abbracciami, Ana!" le chiedo allora "abbracciami forte, tienimi stretto."

Lei non se lo fa dire due volte: allaccia le sua gambe intorno ai miei fianchi e le sue braccia intorno al mio corpo. Appoggia la fronte sulla mia spalla, il calore che emana dal suo corpo mi riscalda il cuore, mi da' sollievo e conforto.

Chiudo gli occhi, la stringo a me e affondo il viso fra i suoi capelli...

e...poi il resto ... chi lo sa? Ce lo possiamo immaginare. Ma alla fine non è che importi più di tanto vero?

Che cosa triste, però! L'ho scritta tempo fa in un momento in cui ero piuttosto depressa e certo si sente. Però, rileggendola, mi sono resa conto che non è poi tanto male, anche se è molto breve.

Quindi la pubblico.

Spero che vi piaccia, e che vi commuova un pochino

Ho tante idee in testa, spero di riuscire a scriverle tutte e spero di non annoiarvi troppo.

A presto

Love

Jessie

  
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