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Autore: Eevy    29/07/2014    6 recensioni
Seduti vicini sui seggiolini della sala di attesa, lanciamo occhiate nervose all'orologio appeso alla parete, poi alla porta chiusa davanti a noi, poi a Gray -che sprizza agitazione da tutti i pori-, e di nuovo all'orologio e così via. L'odore del disinfettante mi fa prudere le narici, ma sono troppo agitata per poter anche solo pensare di grattarmi. La mia migliore amica è stesa sul letto della camera dell'ospedale, e ormai sono ore che cerca di far venir fuori quel piccolo fagottino che ultimamente l'aveva resa tanto grassa.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'ATTESA CHE AUMENTA IL DESIDERIO



Che cosa bizzarra il tempo: tanto veloce e inarrestabile da far passare un quarto della tua vita in un batter di ciglio, o tanto lento da farti chiedere se davvero un minuto non possa corrispondere ad un'ora. Se c'è una cosa che odio profondamente è l'attesa. Aspettare mi crea un senso di ansia che mi rende decisamente irascibile, e  mi permette di mandare delicatamente a quel paese perfino quel -non proprio- santo del mio ragazzo che, nonostante i miei mille sbalzi di umore, riesce a rimanere ancora qui con me per cercare di farmi dare una calmata. Seduti vicini sui seggiolini della sala di attesa, lanciamo occhiate nervose all'orologio appeso alla parete, poi alla porta chiusa davanti a noi, poi a Gray -che sprizza agitazione da tutti i pori-, e di nuovo all'orologio e così via. L'odore del disinfettante mi fa prudere le narici, ma sono troppo agitata per poter anche solo pensare di grattarmi.  La mia migliore amica è stesa sul letto della camera dell'ospedale, e ormai sono ore che cerca di far venir fuori quel piccolo fagottino che ultimamente l'aveva resa tanto grassa. Il mio cuore perde un battito quando, al di là della porta, la sento gridare come se la stessero torturando.  Il mio sguardo cade immediatamente su Gray, anche lui seduto insieme a noi, che si morde un labbro perdendo decisamente colorito. Non ho nemmeno il tempo di pensare a qualcosa da dire, perché sento che al mio fianco Natsu si alza per fiondarsi sulla macchinetta e comprargli una bottiglietta d'acqua. Sospiro, sentendomi la gola leggermente secca: ci siamo, il momento che aspettavamo da nove mesi è ormai arrivato.
« Forza Juvia, spingi! » sento urlare l'ostetrica, e mi invade una strana emozione che mi riscalda il petto e mi fa pizzicare gli occhi. 
« Manca pochissimo, un piccolo sforzo! » sussurro, quasi immaginando di  essere al suo fianco a tenerle la mano. Ricordo bene quando, un po' dispiaciuta, mi disse di non voler nessuno accanto a sé. In quel momento io rispettai la sua scelta senza contestarla, ma adesso mi rendo conto che sarebbe stato meglio fare di testa mia, per darle sostegno e incoraggiarla a mettercela tutta.
« Ho bisogno di aria » dice improvvisamente Gray, alzandosi e percorrendo a grandi passi il corridoio che dava sul giardino del reparto. Si allontana senza degnarci di uno sguardo, lasciando sulla sedia l'acqua che Natsu gli ha appena comprato.
Mi volto verso il mio fidanzato e vedo che anche lui mi sta guardando, con i suoi occhi verdi lucidi e colmi di gioia che mi scrutano con interesse e un pizzico di preoccupazione. Gli sorrido, facendogli intendere che sto bene e che, invece, deve occuparsi del suo amico. Natsu annuisce, si alza e sparisce dietro di me. Nello stesso istante, davanti ai miei occhi appare una coppia che procede nella mia direzione. La scenetta mi pare alquanto comica, dato che lui è il doppio di lei, ma sorrido intenerita alla vista delle loro dita intrecciate che mettono in mostra due anelli scintillanti con orgoglio.
« Lucy! » mi saluta l'altra mia migliore amica e compagna di avventure, colei che conosco da una vita e di cui non potrei fare proprio a meno. Si stacca dall'uomo al suo fianco, venendomi incontro e abbracciandomi calorosamente.
« Ciao Levy!  » ricambio il saluto quasi commossa, rendendomi conto solo adesso di quanto mi fosse mancata.
« Ehilà, Bunny girl. Ti trovo in forma, hai preso qualche chiletto? » ridacchia l'ormai marito di Levy che, nonostante i venticinque anni di età, mi da ancora l'impressione di un ragazzetto pestifero. Un po' come Natsu, comunque.
« Bentornato Gajil » sbuffo, alzando gli occhi al cielo e in un tentativo di celare il sollievo per averli rivisti. Questi tre mesi devo dire che la loro assenza è stata davvero pesante. Sono felice che stiano bene e che siano riusciti ad essere presenti in un momento come questo, devono essersi impegnati molto per portare a termine la loro missione in tempo. Ma in fondo sapevo che sarebbero arrivati: Levy vuole troppo bene a Juvia, non poteva e non voleva perdersi questo giorno. Anche prima di partire glielo aveva promesso, e l'azzurra aveva assunto un'espressione talmente contenta che per la scripter sarebbe stato difficile rimangiarsi le parole.
« Sempre il solito burbero » borbotta Levy, rivolgendogli un'occhiataccia e sedendosi accanto a me, al posto di Natsu. Gajil ghigna, prendendo posto accanto alla moglie. Rimaniamo in silenzio, decidendo di rimandare i discorsi a dopo il parto. E riecco la tensione di prima, riesco a percepirla sulla mia pelle che viene attraversata da piccoli brividi. Sento la mano di Levy posarsi sulla mia, ma abbasso lo sguardo, stringendo i denti. Un urlo più lungo e assolutamente inquietante ci fa alzare di scatto e fissare la porta ancora chiusa di fronte a noi. Con la coda dell'occhio vedo Gray correre e fermarsi a pochi metri da me.
« Che è successo? » chiede, isterico. Mi guarda ansioso, e cerco di rilassare il viso per non farlo innervosire troppo. Riesco a sentire un suono stridulo che -in condizioni normali- potrei associare ad un pianto.
« F-forse è.. è finita » balbetta Natsu incredulo. Io non riesco a fare a meno di sbattere più volte le palpebre. E' davvero finita?
« Signori » un uomo con addosso un camice bianco esce dalla camera di Juvia, ma non so decifrare la sua espressione perché ha ancora il volto nascosto dalla mascherina «è nata ».
I miei occhi cercano immediatamente Gray, e vedo che i suoi si fanno sempre più lucidi. Sono certa che tra poco piangerà.
Qualcuno mi cinge la vita da dietro e voltandomi noto che anche Natsu si è emozionato. Mi appoggio al suo petto, lasciandomi coccolare da quelle calde e muscolose braccia.
« Possiamo entrare? » chiede Levy, con voce tremante.
« La signorina dovrebbe rimanere da sola con il padre, prima » risponde il dottore con fare gentile, abbassandosi la maschera con una mano  e facendo mostra di uno splendido sorriso incorniciato da folti baffi grigiastri.
Vedo Gray guardarsi attorno terrorizzato, così faccio una piccola pressione sul braccio di Natsu per farlo andare da lui e aiutarlo ad affrontare quella crisi psicologica. E lui lo fa, si allontana dolcemente da me e lo spinge senza tante cerimonie dentro la sala. Mi sfugge una risata, mentre penso a come siano buffi. Tanto spavaldi nei combattimenti quanto impacciati in situazioni delicate e intime. Eppure affrontano tutto insieme da anni ormai e, anche se non lo ammetteranno mai, l'uno è il fratello dell'altro. Non di sangue, certo, ma c'è qualcosa di più intenso e forte che li lega e non li farà separare mai.
Natsu cammina avanti e indietro davanti a noi, e so che è curioso di sapere cosa stia succedendo lì dentro. Dopo una buona mezz'ora, Gray apre la porta e vedo i suoi occhi brillare come mai avevano fatto prima di allora: è una luce nuova, una luce che lo renderà più forte e coraggioso. E' la luce di un uomo appena diventato padre. Rimane imbambolato sulla soglia, e io lo fisso divertita.
« E' femmina » riesce a dire alla fine, tutto d'un fiato. Natsu arrossisce di botto, per poi dargli una pacca sulla spalla.
« Congratulazioni! » esclama, felice. Io rido, finalmente libera da quell'enorme peso che mi aveva resa tanto nervosa. Sono sopresa di vedere Natsu così compiaciuto. Lui mi rivolge uno di quegli sguardi così belli da mozzarmi il fiato, e come al solito sento lo stomaco contrarsi. Lo amo ogni giorno di più, e non riesco a far niente per poter controllare questo sentimento. Se penso che fino a qualche anno fa lo consideravo il mio migliore amico, mi viene da ridere. Stringo lievemente la mano dove, qualche settimana fa, ho indossato il piccolo anello argentato che mi ha regalato per chiedermi di sposarlo. Aggrotto le sopracciglia, non riuscendo a ricordare per quale assurda ragione la nostra amicizia si sia trasformata in questo. Ma ne sono felice, con lui mi sento me stessa e riesco a stare veramente bene. Abbasso lo sguardo sul mio ventre, non riuscendo a trattenere un sorrisetto. Sento dei passi e poi vedo Natsu inginocchiarsi a pochi centimetri da me e appoggiare la testa sulla mia pancia, mentre con le braccia mi circonda le gambe.
« Non vedo l'ora che arrivi anche tu, Nashi » sussurra dolcemente, rivolgendosi alla piccola creatura che porto in grembo. Poso una mano sulla sua testa, e prendo a giocare con alcune ciocche di capelli rosa.
« Come fai ad essere sicuro che sia una lei? » chiedo incuriosita, mentre continuo ad accarezzarlo. Natsu alza lo sguardo verso di me, e si finge offeso.
« Ehi, non ti fidi del mio istinto di drago, per caso? Dopotutto con Gray ci ho azzeccato » borbotta, facendo il broncio. Rido, abbassando una mano sulla sua guancia e dandogli un pizzicotto.
« Mi fido » ridacchio « ma.. Nashi? Da dove salta fuori? » chiedo, lanciandogli un'occhiata divertita. Lui fa spallucce, e si alza senza allontanarsi da me.
« E' carino come nome, no? » mi chiede, sperando che anche io la pensi allo stesso modo. Sorrido, annuendo.
Nashi Dragneel. Suona bene.  
Nashi... nostra figlia. Sento un calore piacevole alla zona del petto quando realizzo veramente il tutto.
« Speriamo che non sia tremenda come il padre » sospiro, sapendo in cuor mio che lo sarà sicuramente. Lui mi lancia un occhiataccia, facendomi ridere.
« E io che speravo che fosse bella come la madre! Pff! Ora spero che ne prenda tutto dal padre! » esclama lui, profondamente convinto.
« Non sia mai, Salamander. La gilda non reggerebbe » si intromette Gajil, sghignazzando. So che Natsu vorrebbe prenderlo a pugni, questa scena l'ho già vista fin troppe volte, ma lo trattengo avvicinandolo a me.
« Sarai un ottimo padre, Natsu » sussurro al suo orecchio, poggiando la testa sulla sua spalla.
« SONO IN RITARDOOOOOOOOOOOOOOOOO! » urla qualcuno poco distante da noi che, come una furia, corre per i corridoi trascinandosi dietro il resto della Gilda.
« Ci manca solo Erza » sospira lo scorbutico, alzando gli occhi al cielo. La rossa si ferma ad un passo da lui, fissandolo dal basso del suo metro e settanta -sempre se di basso possiamo parlare-.
« Cosa vorresti dire? » sibila minacciosa, rivolgendosi a Gajil. Lui fa spallucce.
« Anche tu hai un ritardo? » chiede maliziosamente, e io non riesco a trattenere una risata vedendo il viso della mia amica diventare dello stesso colore dei suoi capelli. Prima che Erza possa rispondere, Gajil vola -letteralmente- qualche metro più in là. Mi volto confusa verso Gerard che mi sembra leggermente accaldato.  
« Gerard è un vero uomo! » esclama Elfman, spuntando da chissà dove.
« Andiamo a fare gli auguri a Juvia » sorride Mirajane, dietro di lui. Mentre tutti entrano nella stanza io resto più indietro, perché qualcosa mi si è smosso ai piani bassi e ho paura anche solo a fare un passo.
« Lucy-chan, hai bisogno di aiuto? » chiede gentile Wendy, accompagnata dagli exceed, poggiando una mano sulla mia spalla. Annuisco, e lei mi fa sedere. Natsu corre verso di me, e lo vedo sgranare gli occhi impaurito.
« Cosa? Lucy, ma sta nascendo ora? Non è troppo presto? Il dottore aveva detto che sarebbero passati altri tre mesi! E' normale? » continua a sparare domande a raffica ma non lo sento più, troppo in estasi per quello che è appena accaduto dentro di me. Allungo una mano stringendola in un pugno per dargli un cazzotto sulla fronte.
« Ahia! »
« Finalmente stai zitto! Dammi una mano » dico seccata, alzando gli occhi al cielo. Lui lo fa con una certa titubanza, e io gliela faccio posare sul mio pancione. Quando lo vedo spalancare la bocca, sono certa che anche lui abbia capito.
« Ma che diamine... » farfuglia, incurvando le sopracciglia. Posa una guancia sul mio grembo e poi lo sento scacciare un urletto che sa tanto di prima donna.
« Lucy, qualcosa si muove! » si allontana, indicandomi con espressione spaventata. Sospiro, non riuscendo a crederci. Come può essere così idiota?
« Chissà, chi potrà mai esserci qui dentro? » domando sarcastica, roteando gli occhi. Le sue labbra formano una perfetta "O".
« Diamine, ma non ti fa male? E' una tipa tosta! » scherza divertito. Io scuoto il capo. Lo vedo avvicinarsi al pancione e scrutarlo con espressione seria.
«  Nashi, ho capito che vuoi fare vedere al tuo papà quanto sei forte, ma non c'è bisogno di fare fuori la mamma! »
Rido, pensando che in fondo, anche se non mi piace l'idea, varrà la pena di attendere; così poi potrò godermi in pace il mio tesoro.
Sempre se il mio futuro marito lo permette.  

 

 

SONO TORNATA! *-*
Ciao cuori, Yvichan è qui per voi con un'altra one-shot. Questa volta è una Nalu, e l'ho scritta ieri notte. Non ho idea da dove mi sia uscita, sarà che per ora vedo gente incinta ovunque.
Spero che vi sia piaciuta comunque. E' abbastanza tenerosa, con i nostri eroi venticinquenni alle prese con i pancioni. Quanto mi sento dolce oggi ^^
Fatemi sapere che ne pensate!
Baci <3

 

 

   
 
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