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Autore: SpaceDementia    07/09/2008    4 recensioni
Fa caldo, sono in canotta. Dalla finestra semiaperta entra un dolce e leggero vento, asciutto. Fa aumentare il sudore sulla mia fronte, sul mio collo, sul mio corpo. Il mio sguardo rivolto al soffitto, che fissa il bianco, si perde in esso. Il mio respiro sempre più pesante, sempre più profondo.
Mi volto lentamente verso te, amore mio.
Guardo il tuo viso, sudato, stanco, perso chissà dove. Hai gli occhi chiusi, la tua pelle lucida è diventata ancora più bianca. Accarezzo i tuoi capelli neri e lunghi.
Cosa siamo Gerard? Cosa siamo diventati amore mio? Dipendenti da quelle sostanza, che lenta entra nel nostro braccio, dolce come una ninna nanna. Quella che ora ci fa star bene, come mai nessuno a riuscito a farci sentire, come nemmeno il nostro amore ci fa sentire.
Alla fine del mondo, l’ultima cosa che vedo, sei tu.
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Evelyn Pov

Il mio corpo fragile ed esile è percorso di mille tremolii. Tremolii che non posso controllare, che non posso fermare. Vorrei ma non posso. Non posso perché il mio corpo emana un disperato grido d’aiuto, un aiuto che solo lei può dargli.
Mille goccioline di sudore bagnano la mia fronte, il mio viso oramai pallido, bianco come la neve. Poco mi arriva dal mondo esterno. Ogni suono è distante, quasi ovattato e io sento il bisogno crescere, l’astinenza farsi avanti. E vorrei sbagliarmi, vorrei che non fosse così ma… è così.
E sento il mio corpo gridare ancora aiuto mentre mi poggio al muro e scivolo lungo di esso.
Il sudore mi riga le tempie, i capelli chiari si attaccano fastidiosamente al viso mentre le labbra mi diventano secche, mentre la bocca diventa sempre più secca, più asciutta.
Grido con flebile voce il suo nome, cercando conforto, cercando qualcuno che me la ridia.
E lo vedo, lo sento. Si avvicina a me, mi accarezza dolcemente il viso. Incontro i suoi occhi verdi illuminati dalla fredda luce del neon. Mi scosta i capelli dal viso mentre butto indietro la testa, mentre mi porto le ginocchia al petto.
Un gemito di dolore esce dalle mie labbra mentre mi asciuga il viso. Un smorfia compare sul mio viso.
Mi dice di stare calma, che tutto andrà bene, che lui è qui per aiutarmi ora.
Ne hai bisogno anche tu, amore mio, lo so, lo sento, lo vedo.
Mi prende il viso tra le mani e mi costringe a guardarlo. Anche il suo viso è pallido, sudato, meno del mio, ma lo è.
Mi bacia delicatamente le labbra e mi dice ancora che andrà bene.
Lo guardo negli occhi, a stento ci riesco. Una lacrima mi riga il viso.
“Aiutami.” Dico in un soffio. E’ tutto ciò che per ora riesco a dire.
Abbassa lo sguardo mentre con mano tremante il stringo il braccio. Scuote il capo.
“Ti prego.” Lo supplico. Punta i suoi occhi nei miei e poi… sospira.
Dalla tasca dei jeans tira fuori un piccolo pezzo di carta argentata ed è come se i miei occhi si illuminassero.
Lo apre delicatamente poggiando il tutto su un piccolo specchietto posto sul tavolino accanto al divano.
Con forza aspiro, una forza che non credevo di possedere. Aspiro come mai ho fatto, forse perché non mi è mai capito di ridurmi così, di aver tanto bisogno di… lei.
Butto, ancora, indietro la testa poggiandomi al muro.
Chiudo gli occhi.
Qualcosa all’intero del mio corpo cambia.
Pace…

 

Gerard Pov

E io posso aiutarla. Io posso darle ciò che ora più desidera, ciò che più brama. Qual qualcosa che farà cessare i tremolii, le lacrime, i lamenti.
E fa male vederla così, fa male vederla soffrire così, come forse non l’ho mai vista.
E fa male sapere che ciò che le riporterà la pace è lei. Qualcosa che molti odiano, che molti però amano, proprio come me e lei.
La vedo tremare, chiedere aiuto, mentre il sudore le bagna la pelle bianca e morbida come petali di rose. Fa tremendamente male e solo io posso porre fine a ciò che ora la fa star così.
Mi avvicino al suo viso prendendolo fra le mani.
“Tranquilla, piccola, tranquilla.” Le sussurro sulle labbra prima di posarci un leggero bacio.
“Andrà tutto bene.” E vorrei che fosse vero.
“Aiutami.” Dice in un soffio e il cuore mi si stringe in una morsa. E sento le lacrime spingere mentre la mia fronte si impregna inevitabilmente di sudore.
Abbasso lo sguardo prima di scuotere il capo. Non posso, non posso darle ciò che la porterà prima o poi alla rovina. Non voglio che diventi come… me.
“Ti prego.” La goccia che fa traboccare il vaso. La guardo mentre dentro di me muoio. Muoio perché non posso vederla così, perché vedo la cosa più bella e importante della mia vita supplicarmi, chiedermi un aiuto che le posso dare ma che non le voglio dare.
E mille sono le sensazioni che mi pervadono, mille sono i contrasti all’interno del mio cuore, le lotte.
Una lacrima mi riga il viso e lei nemmeno se ne rende conto.
La guardo, la guardo dritta negli occhi e i secondi sembrano minuti, ore.
Sospiro.
Con mano tremante e sudata tiro fuori dalla mia tasca quella piccolo pezzo di carta argentata.
Non voglio che lei…
Ed è come se i suoi occhi si illuminassero e tutto ciò mi fa male, mi fa male perché mi rendo conto che sta gettando la sua vita, che stiamo gettando la nostra vita. Mi rendo conto che tutto ciò è terribilmente sbagliato e ammetto, finalmente, che ci siamo dentro, dentro come non mai.
Afferro il piccolo specchietto mentre la lacrime bagnano il mio viso.
Chiude gli occhi mentre con aria serena poggia la testa al muro.
Mi fa male…
“Oh Evelyn… cosa stiamo facendo?” E mentre sussurrò queste parole un’ultima lacrima rotola lunga la mia guancia prima che anch’io prenda ciò che può farmi dimenticare, anche per pochi istanti, il… dolore.

 

Evelyn Pov

Apro gli occhi.
Mi fa male il collo.
Mi fa male la spalla.
Mi metto a sedere poggiandomi al muro freddo.
Mi guardo intorno e lo vedo, lo vedo, qui, rannicchiato vicino a me, in posizione fetale.
La testa mi scoppia.
Gli accarezzo i lunghi capelli neri. Il suo viso è pallido, bianco. E’ freddo.
“Gerard…” Sussurro scuotendolo un po’, ma lui, rimane lì, immobile, impassibile. Non un suono, non un gemito, non un lamento. Mi metto sulle ginocchia spostandogli i capelli dal viso. Chiamo ancora il suo nome scuotendolo, ore, con violenza.
Non si muove, lui, rimane li.
Il suo polso è debole.
Il suo respiro… non lo sento.
Il mondo che mi crolla sulle spalle mentre il panico sale, tutto ciò che avevo costruito con lui sparisce, diventa solo un cumulo di polvere.
“Gerard!” Grido mentre mille lacrime rigano il mio viso, mentre gli accarezzo il viso, mentre lo scuoto. Ma lui non si muove, lui rimane lì.
E l’amore… non serve.
Prendo il telefono, chiedo aiuto.
“Arrivano, amore mio, resisti.” Chiudo gli occhi mentre poggio la mia fronte sulla sua guancia, mentre immagino una vita senza lui, senza colui che mi ha donato di nuovo il sorriso.
Ed è colpa mia, solo colpa mia. Mia e sua.
E’ colpa mia e della mia stupidaggine.
E spero che tutto si sistemi, che tutto torni come prima, ma so infondo al cuore, che nulla dopo questo potrà tornare come prima.
Perché lei c’è e ci ha cambiato per sempre la vita, perché noi, glielo abbiamo premesso.
Gli accarezzo la guancia mentre bagno il suo viso apparentemente tranquillo, con le mie lacrime.
“Resisti, ti prego…” Sussurro ancora fra le lacrime. Lo metto in posizione supina e non smetto di accarezzarlo, di sussurrarli che presto tutto si sistemerà, che stanno arrivando, che non è solo.
“Ci sono io…”
Ed entrano, con forza, ti prendono con forza, ti allontanano da me.
E grido ancora il tuo nome mentre qualcuno mi afferra per le spalle e mi attira a sé.
E grido ancora che devo resistere, che ti amo, che non me ne vado, che ti raggiungerò.
E mentre le lacrime scendono inesorabili sul mio viso qualcuno mi abbraccia.
E tutto perde di significato, amore mio.
Se non ci sei tu… il vuoto.
Resisti… per me.
“Andiamo in ospedale.” Guardo i suoi occhi.
Grazie… Frank.

 

Frank Pov

A volte ci sono cose che non si riescono a dimenticare. Vorresti ma non puoi. Non puoi perché sono cose che sono radicate dentro te, che sono lì, in quella parte nascosta del tuo cuore. Fuse con la tua anima e con ciò che veramente sei. Vorresti cambiare, vorresti debellarle, ma non puoi, perché non ne hai la forza, perché forse non vuoi, perché… oramai ti hanno fatto diventare ciò che sei. Ed è troppo tardi per cambiare, per cancellare quella piccola parte di te che odia il mondo, che ha sofferto a causa sua. Ma si sa, non è mai veramente troppo tardi per cambiare.
Guido guardando la strada, la pioggia che si infrange contro il vetro, che picchietta violentemente contro esso. I tergicristalli si muovono con ritmicità e costanza mentre nell’auto si odono solo i nostri respiri preoccupati.
Cosa hai fatto, amico…
Non ha il coraggio di parlare, Evelyn, perché lo so, si sente in colpa. Credevo che l’ignoranza fosse la soluzione migliore. Credevo che lei, che l’amore che lui provava nei suoi confronti, lo avrebbe salvato. Ma la verità è che non volevo vedere chi lei era davvero e chi lui era davvero. E ho sbagliato, ho sbagliato alla grande e infondo è anche colpa mia se ora ci dirigiamo verso l’ospedale.
Ho mollato la presa, mi sono fidato di lui, mi sono fidato del mio migliore amico, ma ora mi rendo conto che non puoi fidarti di chi affida i propri problemi, i propri pensieri, la propria vita a quella sostanza illegale che riesce, relativamente, a farti star bene.
L’ho capito, ma, forse, è troppo tardi. E questo mi fa paura, tanta paura perché potrei aver perso il mio migliore amico. E vorrei sbagliarmi, lo spero, con tutto il cuore.
Sento le lacrime farsi avanti e bagnarmi il viso. Il cuore perdere battiti.
Gerard…
Avrei dovuto restargli vicino, avrei dovuto costringerlo a smettere, avrei dovuto essere più presente. Quando le cose sembrano andare finalmente per il verso giusto, qualcosa accade nella tua vita e rovina tutto, demolisce ciò che avevi costruito dentro e fuori te.
Non una parola, infondo non c’è nulla da dire.
Ha il viso distrutto, gli occhi arrossati dal pianto e il viso pallido. Due grandi occhiaie sotto gli occhi.
Dove sei Evelyn?
Scendo dall’auto e non mi importa se la pioggia bagna il mio corpo o i miei vestiti, non importa. Corro dentro seguito da lei. Cerchiamo i medici, ci facciamo dire dov’è. Non ci permettono di vederlo.
Mi chiedono di restare calmo, di aspettare, qualcuno mi dirà cosa gli è successo.
La sento piangere disperatamente mentre si accascia sul pavimento col viso tra le mani.
Mi poggio al muro mentre le lacrime cadono ancora sul mio viso bagnato dalla fredda pioggia. Delle goccioline d’acqua mi cadono dai capelli confondendosi con la lacrime.
Mi lascio scivolare contro esso fino a sedermi sul freddo pavimento bianco di questo corridoio illuminato dalla fredda, glaciale, luce dei neon.
Resisti, amico.

 

Evelyn Pov

Fisso il muro bianco dinanzi a me. Lo fisso con insistenza, con sguardo perso.
Frank è su una sedia e di certo non è messo meglio di me.
I nostri cuori sono pieni di paura.
E se non ce l’avesse fatta? Se fosse troppo tardi?
Ogni domanda è una lacrima, un singhiozzo, troppo difficile da evitare.
E’ colpa tua, Evelyn.
E’ colpa mia. Se io non lo avessi pregato, se io non gli avessi dato…
Se non lo avessi mai incontrato tutto ciò non sarebbe successo e lui, ora, sarebbe con loro, i suoi amici, a ridere e scherzare.
Sono tutti qui, Frank gli ha chiamati prima e come lampi di sono precipitati. Ti amano, amore mio, darebbero la vita per te.
Darei la vita per te.
Sono tutti sconvolti, loro non sapevano?
Tuo fratello piange sorretto da Ray. Gli dice che ti riprenderai, che starai ancora bene, che non ti  successo nulla.
Bob è accanto a Frank e beve un caffè con occhi arrossati e umidi.
Cosa ne sarà di me, ora?

Se u dovessi… E al solo pensiero, le lacrime bagnano il mio viso, ma questa volta non riesco a trattenere i singhiozzi e coprendomi il viso con le mani scoppio in un pianto disperato che riecheggia per tutto il corridoio.
Dei passi si avvicinano a me.
“Sssh…” Qualcuno mi accarezza i capelli mentre delle braccia mi stringono ancora.
“Ti prego non dirmi che andrà tutto bene. Non farmi soffrire ancora.” Grido fra i singhiozzi. Non voglio illudermi.
“Non lo dirò.” Sussurra al mio orecchio mentre mi accarezza i capelli.
“Non promettermi ciò che non puoi promettermi.” Grido ancora mentre i singhiozzi non cessano.
“Non lo farò.” Guardo i suoi occhi nocciola bagnati dalle lacrime.
“Siete qui per il signor Way?” Una voce mi riporta alla realtà. Scatto in piedi e anche gli altri lo fanno. Tutti in contemporanea, tutti con a stessa paura negli occhi.
Guardiamo il medico dinanzi a noi.
Abbassa lo sguardo e sento il cuore balzarmi in gola. Sento il pavimento crollarmi sotto i piedi, le gambe farsi molli. Perdo l’equilibrio, Bob mi afferra aiutandomi a stare in piedi.
Si toglie gli occhiali.
Nei miei occhi il terrore, la vista si annebbia, la testa mi gira, gli occhi mi bruciano, le lacrime scendono calde e taglienti.
“Il signor Way… siamo riusciti a salvarlo per un pelo.” Affondo il viso nel petto di Bob mentre mi lascio ancora andare alla lacrime.
“Cosa gli è successo?” Chiede Mikey mentre Bob mi accarezza la schiena e mi tiene stretta a sé.
“Overdose.”
“Cosa?” Tutti increduli, tutti sorpresi, tranne lui, Frank.
“Possiamo vederlo?” Chiede Frank.
“Solo una persona.”
“Va tu.” Mi dice senza nemmeno pensarci.
“Sicuro?” Chiedo asciugandomi le lacrime. Annuisce col capo.
“Solo per poco però. Dorme e non credo che per il momento si sveglierà. Non deve.” Annuisco.
Seguo il medico lungo il corridoio lasciandomi alle spalle quei visi stanchi e distrutti.
E tutto ancora mi si annebbia e il cuore ancora mi balza in gola quando si ferma davanti a una porta bianca, quando attraverso il vetro vedo il suo corpo steso, coperto da un lenzuolo bianco, quando vedo mille tubicini e fili collegati al suo corpo.
E ancora le lacrime scendono mentre afferro al maniglia e apro la porta.
Cosa ti ho fatto, Gee?
Cosa ti ho fatto, amore mio?
Mi avvicino al letto e ti accarezzo la mano, delicatamente.
Il cuore riprende la sua lenta marcia mentre mi siedo accanto a te.
“Mi ha fatto prendere un colpo.” Sussurro con voce incrinata.
“Non farlo mai più, capito?” Il suo viso ha un’espressione così tranquilla e rilassata. Il suo petto si muove piano.
Tiro su col naso prima di avvicinarmi a baciare quelle labbra che tanto amo, che tanto conosco.
“Ti prego, amore, non farlo mai più…”

 

 

 

Allora, chiedo umilmente perdono per il ritardo ma ero in “vacanza”.
Bene, chiedo ancora perdono per il capitolo. Si, è finito in overdose, ma non è morto! E’ già qualcosa no?
Avrei voluto farlo più lungo ma mi piace com’è finito. E poi credo avrei rovinato il tutto, cioè, il finale intendo. Spero comunque vi sia piaciuto perché a questa storia ci tengo tantissimo! Sarò ripetitiva ma per me non è molto facile scrivere di persone fatte non essendomi mai… fatta.
Ora basta con le chiacchiere e passiamo ai ringraziamenti!

Chemical Lady: Jeeeee! Ciao! Questo capitolo l’ho scritto ieri notte e domani. Inaspettato? Boh (oggi sparo tante cavolate, sappilo). Bene, ti ho quasi fatto morire il porcellino, ti prego non odiarmi! Spero ti sia piaciuto questo capitolo! Ti voglio bene tesoro! Un milione di ciambelline al cioccolato! <3

Crazyangie: Ciao! Sono contenta di sapere che il capitolo ti è piaciuto! Spero ti sia piaciuto anche questo! Fammi sapere cara! Grazie mille per la recensione! ^^

ElfoMikey: Si la mamma è tornata ma in questo capitolo non ha fatto al comparsa. Aspetta ancora un po’ e… bum! Bene, spero di non avere il tuo odio ora! Spero ti sia piaciuto il capitolo, lo spero tanto! Sai che ci tengo al tuo parere! XD Ti voglio bene Grè, alto fino alla luna e grande quanto il mare! <3

Jessromance: Jejè! Dolcezza! Ce l’ho fatta a postare! Siiiii! Chiedo perdono per aver quasi ucciso il tuo “amato”. *me si mette nell’angolino* La mamma qui non fa la sua comparsa, almeno non qui. Aspetta un altro po’. Ti voglio beeeeeeeeene! :*

Tragic_Poetry: Ciao! O.O  Ti sto facendo impazzire? Davvero? Sono senza parole… davvero, non so che dire. Ho quasi ucciso Gerard e chiedo anche a te perdono! Capitolo cortino ma… d’effetto (?)… credo… Spero comunque ti sia piaciuto perché ci ho messo tutta me stessa! (non fraintendermi però). Grazie mille per la recensione! A presto cara! :*

MickyA: Ciao adorata seconda moglie! Sapere che trovi la mia storia interessante e stupenda mi rende felicissima! Sembrerò ripetitiva ma per me è davvero importante il tuo parere (amo le tua storie!). Scrivere di persone fatte mi piace un casino (piacere perverso). Non so se mi riesce però… mi piace (sia chiaro non faccio uso di sostanze!) Spero il capitolo ti sia piaciuto! Fammi sapere! XD A presto! :*

FuckingChemicalGirl: Ciao! Sono contenta di sapere che la storia ti è piaciuta! Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo! Fammi sapere! Ci tengo davvero tanto… a presto! :*

 

A voi, Rò.

  
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