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Autore: ciabysan    07/09/2008    2 recensioni
una maledizione aleggia nello spogliatoio di un liceo coreano...
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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"Dopo ci vediamo?" chiese Hae-Yong, di uscita da quel dannato liceo fatto solo di snervanti lezioni di cui nessuno ne capisce l'utilità "Certo" rispose Su-mi, la migliore amica di Hae-Yong "Anzi...potremmo andare ora a farci un giro per Seoul...che ne dici?" "Ok...ho voglia di fare shopping" "Perfetto..." "No...aspetta un attimo, devo andare a riprendere le scarpe nello spogliatoio, le ho dimenticate...scusami" "Ma...sono le 16.45" "E allora?" "La leggenda..." "Credi a quelle baggianate? Aspettami piuttosto...e non darmi buca" "Ti aspetto qui" E Su-Mi scomparve all'interno delle mura scolastiche. La sua amica rimase davanti all'ingresso, si mise nelle orecchie le cuffie dell'i-pod e si fece trasportare da "Creep" dei Radiohead, canticchiando le parole con un inglese imperfetto da far rabbrividire anche chi non sa cosa voglia dire "Hello". Tuttavia, Su-Mi ci stava mettendo troppo. Povera Su-Mi, era una casinista: il suo disordine creativo era dato anche da un disordine mentale, non ricordava le cose e perdeva tutto quello che possedeva. Il contrario di Hae-Yong, perfetta ed ordinata come una ossessionata, che usava prendere in giro spesso Su-Mi per la sua sbadataggine. Le due erano grandi amiche: a soli sette anni si erano addirittura promesse che sarebbero morte insieme. Se la loro amicizia fosse finita, anche la loro vita sarebbe finita.Non avevano mai litigato: né per una bambola, un giocattolo o un ragazzo. Mai. Ma nel caso una delle due si fosse buttata giù dal tetto del liceo, l'altra l'avrebbe seguita nel tragico destino e sarebbero morte dissanguate l'una abbracciata nell'altra. Ora basta però, Hae-Yong si stava arrabbiando. Non è tollerabile così tanto ritardo. È impossibile. Snervata, la ragazza si piombò nelle mura appena abbandonate in ricerca della amica. L'edificio appariva molto diverso da come se lo aspettava: a quell'ora comunque la scuola era gremita di gente, nonostante le ore scolastiche fossero finite. Chi per iniziative extrascolastiche, chi per ripetizioni... quell'atrio invece si presentò vuoto e claustrofobico, con le luci al neon intermittenti di un colore quasi bluaceo. La ragazza, però, non aveva timore: corse fino allo spogliatoio, attraversando la palestra sgombra, seppur ampia. Davanti alla porta, però, le venne un dubbio: il paio di scarpe da ginnastica di Su-Mi erano rimaste intoccate. Dell'amica nessuna traccia. "Su-Mi?" chiamò disperata Hae-Yong "Su-Mi?" Nessuna risposta. "Sai che non mi piace questo tipo di scherzi...e che non sopporto i film horror...ti prego sbuca fuori" Nessuna risposta. "Su-Mi...Stai bene?" "Sto benissimo" Finalmente qualcuno rispose, una voce femminile, sottile, proveniente forse dai gabinetti adiacenti allo spogliatoio. Per accedervi bastava entrare in una porta accanto agli appendiabiti. "Sei una bastarda...mi hai spav...". Su-Mi era là, di spalle, contro il muro. "Su-Mi ma che stai facendo?" "Ridammi i miei piedi" "Cosa?" "Ridammi i miei piedi" "Dai che Ji-Woo e gli altri ci aspettano" "Come diavolo faccio a danzare senza i miei piedi?" alzò la voce, urlò "Ridammi i miei piedi" "Ma che stai dicendo? Andiamo...non fare la stronza" All'ennesimo "Ridammi i miei piedi", Hae-Yong non potè resistere: abbassò la testa e notò con orrore che i piedi dell'amica erano mozzati ed il sangue usciva silenziosamente da essi. "Lalalalalalal" Su-Mi cominciò a cantare una nenia infantile, mentre cercava di realizzare qualche passo di danza senza piedi. No, era più di uno scherzo. Su-Mi si voltò, il volto era vitreo quasi come quello di Hae-Yong, impietrita dal terrore e sbiancata. I capelli le coprivano il volto e del sangue cominciò a cadere a tocchi giù dal viso e delle goccioline scarlatte caddero a terra come una tranquilla pioggerellina. Tic, tic, tic,tic la leggenda era vera. Quella stupida leggenda che un cafone come Hung-Woo aveva diffuso si era rivelata reale: una ragazza di Yo-Harum, appassionata di danza classica, si fermava ogni giorno dopo le lezioni, per svolgere un corso di balletto tenuto dalla professoressa di educazione fisica. Il suo talento era così geniale, che la ragazza fu scritturata persino ad una prestigiosa scuola di danza russa. Ma l'invidia delle compagne del corso era troppo grande: esattamente alle 16.45 la trascinarono nello spogliatoio e la uccisero con un coccio di porcellana. Prima la sgozzarono e poi le recisero i piedi, quell'arma di seduzione e talento che tanto contraddistingueva quella ragazza. Mentre ricordava la storia, Yo-Harum si presentò da parti a lei, con un taglio profondo sul collo. Hae-Yong urlò, ma non riuscì a fuggire, visto che persino i suoi piedi furono mozzati all'improvviso ed il sangue zampillò sulle mura. Le urla non erano però scomparse, erano un crescendo. "Sai Yae-Yong" disse Su-Mi, con i capelli calati sugli occhi "Prima di uccidermi definitivamente, Yo-Harum voleva che uccidessi anche te" "Come Su-Mi? Noi siamo amiche!" "Cosa? Non ricordi del nostro patto...noi saremmo morte insieme! E ora che la maledizione mi ha presa, anche tu mi seguirai." I due fantasmi si diressero vero la ragazza, di cui non rimase nulla, se non un urlo che lacerò il silenzio, riassorbito da quelle mura imponenti e candide. Le due vennero date per scompare, ma nessuno dette peso alla leggenda, è vero però che pochi giorni dopo, tutte le assassine della ballerina si impiccarono ad un'altalena. Un suicidio di massa. La maledizione si stava propagando ed ogni anno, in quello spogliatoio, almeno una studentessa sarebbe entrata alle 16.45 in quello spogliatoio, per placare la sete di sangue e rancore di quella ragazza, i cui sogni furono spezzati così di colpo.
  
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