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Autore: Mrs_Safw    29/07/2014    1 recensioni
Questa Song-Fic è incentrata su “Il Mostro” dei Linea 77 e racchiude uno dei tanti momenti di crisi di Dean Winchester dopo la morte di Abaddon per aver ricevuto il Marchio di Caino e tutta la dipendenza che esso porta.
Lo sa lui per primo che il marchio lo sta cambiando nel profondo, nuove percezioni, nuovi missioni, nuovi obiettivi.
Quanto lo cambierà? Ma soprattutto: combatterà per riprendere in mano la propria vita o lo lascerà fare?
Genere: Introspettivo, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Angolo dell'autrice: Lo so! Lo so! Non mi uccidete! Lo so che devo aggiornare “I Tredici Passi” e sono anche a buon punto visto che l'ispirazione mi sta amorevolmente consigliando che manco la notte (?), lo so che sono una bruttissima persona e lo so benissimo di aver lasciato il terzo capitolo a metà sul più bello perché sto scrivendo qua.
E perché dite voi? Per una Song-Fic.
MAI scritte, signori, eppure ci sto provando ed è colpa dei Linea 77 che mi stanno rimbombando nella mente da tutto il giorno e mi hanno ispirato a voler tentare di fare questa cosa e lo so bene che se non seguo il mio istinto sarò con la voglia inespressa per non si sa bene quanto tempo e non finirò nemmeno la mia fic principale... quindi fate i bravi e sopportate questo mio delirio.
Questa Song-Fic è incentrata su “Il Mostro” dei Linea 77 – e se non li conoscete, ascoltateli che ne vale sicuramente la pena – e racchiude uno dei tanti momenti di crisi di Dean Winchester dopo la morte di Abaddon per aver ricevuto il Marchio di Caino e tutta la dipendenza che esso porta.
Non garantisco il risultato perché, ripeto, non ho mai scritto Song-Fic quindi è sicuro che farà schifissimo, ma se avete consigli da dare o critiche da fare sono sempre ben accette – del resto anche Rocky lo diceva “se io posso cambiare, anche il mondo può cambiare” *noncelapossofare* - nel mentre però vi auguro una buona lettura e spero di riuscire a rallegrarvi almeno per quei 15 minuti che ci mettete a leggerla <3


Il Mostro


Rifletto dentro uno specchio la mia faccia
mentre il freddo in questa stanza
è come la stretta di un gigante che mi abbraccia,
un brivido mi afferra la gola per buttarmi giù.


Sono ormai minuti che osservo il mio riflesso e niente sembra cambiare.
Non serve sciacquarsi la faccia, bagnarsi gli occhi, non serve sfregare la pelle con la spugna con forza, non serve trattenere il fiato ed immergersi completamente e sperare che una volta ripreso ossigeno tutto sia passato. Non serve a  n i e n t e.
Il sangue che ho versato impunemente non se ne va.
La bramosia di uccidere non sparisce.
Sento freddo e caldo al tempo stesso, qualcosa che mi trattiene all'altezza della gola, il mio sangue ribolle nelle vene a causa di quel marchio e mi alimenta, mi accende come una torcia.
Brucio e congelo.
Fuoco e ghiaccio.
E ancora mi lavo, a costo di farmi male da solo, di vedere il m i o sangue versato, a lasciar fluire via il dolore che sento, spazzato via dall'acqua corrente.
Ma non serve a  n i e n t e.
E io non mi sono mai sentito così sporco in vita mia.


Ma basta un attimo ed alimento con i miei occhi il mostro,
morboso di paure, già pregusto il suo trionfo.


Mi guardo nello specchio ancora, il mio volto segnato dall'orrore che ho creato.
Non dormo da giorni, la stanchezza si vede perfettamente su ogni centimetro della mia pelle. Sbattuta. Distrutta. Occhi arrossati per averli sfregati costantemente sotto il getto corrente e freddo dell'acqua e ancora con la forza di guardare, di notare i segni che ora più che mai vorrei dimenticare di aver causato.
Abbasso un attimo lo sguardo sulle mie braccia, il sangue cola dalle ferite provocatemi, rischiando anche di macchiare il pavimento. Ma non mi importa.
Un sospiro prima di rialzare lo sguardo sullo specchio... ed è lì che lo vedo.
Il mio riflesso mi sorride soddisfatto con una strana luce negli occhi, divertimento? Sì.
Sembra sul punto di ridere. Di me.



La vita ride di te mentre tu fissi i tuoi stessi piedi.


Riabbasso lo sguardo sul lavabo dove sono piegato, le mani stringono con forza il bordo di ceramica macchiato di rosso, dal mio stesso sangue.
Vigliaccamente non mi guardo allo specchio, non riesco a reggere quel sorriso del mio riflesso. È troppo.
Ho la rabbia che scalcia dentro di me, il desiderio di far sparire quel sorriso sulla faccia del mio riflesso e non so nemmeno quanto passa prima che riesca a prendere coraggio e tornare a guardarmi.
Lui è sempre lì, l'altro Dean, che mi osserva con un'espressione tronfia, provocante con quegli occhi che lentamente mutano sino a diventare completamente neri ad assorbire tutta la luce e non farla più uscire.
La mia mano destra agisce da sola. Si alza, si piega e si scontra contro quella superficie all'apparenza resistente ma in realtà troppo fragile.
E' così che accade: basta che guardi lo specchio, ne vedi lo spettro e ti ritrovi a fare a pugni con l'ombra di te stesso.


E non sento più l'effetto che fa,
guardo la città dall'altro mentre i mostri arrivano.


Alcuni vetri si conficcano nelle mie nocche.
Altri vetri cadono a terra.
Altro sangue a macchiare quello già versato.
Altro sangue mio a mischiarsi con quello di uno sconosciuto.
Altro dolore provocato.
Abbasso lo sguardo su quei cocci: sono circondato da tanti me, che continuano a guardarmi, a sorridere con quei grandi occhi neri.
Li pesto con ferocia con la suola degli anfibi, macchiando tutto il bagno di altro sangue, ma non mi interessa, loro devono sparire dalla mia vista. L'immagine deve cessare nella mia testa.
C'è acqua, c'è sangue a macchiare il pavimento e nella mia opera di distruzione, nel tirare fuori tutta la mia rabbia spaccando quei pezzi di specchio che cado rovinosamente a terra.
Sento benissimo alcuni pezzi conficcati nella pelle, che mi graffiano, che fanno uscire altro sangue, altra cattiveria, altro m a r c i o.


Ora che vorrei nascondermi,
ora che non so resistere,
ora che vorrei solo fuggire lontano da qui.
Ora che son disteso qui
con la mia testa che urla,
ora che la mia lingua tace
portami via da qui.
E non sai più chi sei, cosa vuoi e in cosa credi.


Mi tengo la testa tra le mani, le voci e i sussurri del mostro dentro di me non scemano e non ho la forza di scacciarle via perché la mia lingua non si muove. Esausta come lo sono io.
E' una nuova dimensione, dove non è più il mio riflesso a ridere, ma sono io a farlo.
Con tutto l'odio espresso, con tutto il male che ho fatto, con tutto quello che ho scontato e ho fatto scontare agli altri. Rido.
Una risata amara, una risata non mia ma che viene generata dalla mia anima.
E rido.
Rido fin quando ne ho la forza, sa di lucidità e di insana follia, fino a quando non crollo.

Oggi ha vinto il mostro, domani sarà una nuova battaglia.



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Eccoci qua, siete liberissimi di mandarmi a quel paese per l'oscenità che ho postato ma davvero... se non lo avessi fatto è probabile che avrei continuato a pensarci come una cretina senza più fare nulla.
Ovviamente la fanfic non è a scopo di lucro, i personaggi appartengono ai rispettivi autori e la canzone "Il Mostro" appartiene al gruppo dei Linea 77.
<3
  
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