Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: noskizz2    29/07/2014    1 recensioni
"Tu non la amavi. Semplicemente non volevi stare solo. O forse, forse lei andava bene per il tuo ego. O forse lei faceva sentire migliore la tua vita, ma tu non la amavi. Perchè tu non distruggi le persone che ami."
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"ci ho provato a distaccarmi, a fare la ragazza menefreghista, a non guardare il suo sorriso. Io ci ho provato a non affezionarmi di nuovo ma sono debole e distrutta. Vorrei davvero avere un cuore di ghiaccio, vorrei non provare alcun sentimento, perchè ho bisogno di stare bene, perchè ho bisogno di tempo per incollare i pezzi distrutti dentro di me, ma naturalmente il destino non mi viene incontro, anzi, prende la direzione opposta."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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                           “e ci persi la testa per quell’amore sbagliato.”

-Chapter1.
Non sapevo quanto tempo era che le mie orecchie erano a contatto con la musica assordante dello squallido posto in cui mi trovavo ma in un certo senso mi ero abituata a quel rumore che sembrava potesse perforarmi i timpani da un momento all’altro, non era mio solito frequentare discoteche ma erano ormai i primi di settembre, l’aria a New York era ancora calda e come inaugurare l’inizio del terzo anno di liceo se non con una sbronza? Risi riflettendo su ciò a cui stavo pensando, mi girai nell’intenzione di ricominciare a scatenarmi con Vanessa, la mia migliore amica, ma non la trovai. Vanessa era una bellissima ragazza, aveva le forme più strabilianti che qualunque ragazzo potesse desiderare, i capelli esageratamente lunghi, corvini, ondulati, con una frangetta che quasi le copriva gli occhi color cioccolato, era bassina e come ad ogni festa spariva sempre con qualche ragazzo, ma non le importava del giudizio della gente, lei diceva che la vita era una sola e andava vissuta al meglio. Io la pensavo allo stesso modo, ma avevamo due modi di vedere le cose leggermente diversi, io mi divertivo ma non esageravo mai, lei invece esagerava troppo, ma era comunque la mia migliore amica e la adoravo anche per questo. Spostai i miei capelli biondo scuro dietro le spalle scoprendo il mio decolté prosperoso che era avvolto da una semplicissima canotta bianca che con le luci della discoteca risplendeva, sotto ad essa portavo dei semplici shorts i jeans chiari, aderenti e molto corti e come scarpe le mie inseparabili converse bianche alte, con i miei occhi fra il verde e il marrone cercavo la mia amica fra la folla, ma niente da fare era inutile, così mi lasciai andare sulle note della canzone. Sentii due mani che mi toccarono i fianchi, girai di poco il viso verso quello del ragazzo che mi ballava dietro, incontrai due occhi color caramello, gli occhi più belli che io avessi mai visto, senti il respiro del ragazzo avvicinarsi al collo per poi succhiare avidamente su una zona inumidita poco prima dalla sua lingua, mi lasciai andare per una volta, tanto cosa avevo da perdere? Girai il volto verso di lui quando si staccò per far incontrare le nostre labbra, era la prima volta che baciavo un ragazzo in discoteca, ma non l’avrei più rivisto quindi non mi facevo molti problemi. Seguii il ritmo della sua lingua che giocava con la mia, chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dal bacio di quel ragazzo, che per essere uno di quei baci squallidi, uno di quelli che non avresti mai raccontato, mi stava piacendo tanto. Non so cosa mi staccò da lui, la mano di Vanessa mi portò dalla folla, riuscii a cogliere le parole della mia migliore amica dirmi 
-muoviti è tardi, non ti posso lasciare due minuti da sola, guarda che combini-
non riuscii a comprendere l’ultima parte della sua frase, mi limitai a seguirla, ma prima di uscire del tutto dalla massa di persone sudice, mi voltai captando il sorriso perfetto del ragazzo che poco prima mi stava cullando fra le sue possenti braccia.
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Mi svegliai con un forte mal di testa, odiavo le sbronze, era il 2 settembre, mancava poco all’inizio di quel fottuto liceo, ogni tanto ancora mi chiedevo perché avevo scelto il classico invece di una di quelle scuole dove non si faceva niente, ma infondo sapevo che era la migliore scelta per il mio futuro. Mi girai verso la fonte del rumore che mi aveva svegliata, era il telefono, lessi il nome e risposi a Vanessa con la mia solita voce post sbronza 
-che vuoi?
-zuccherino sempre dolce te di prima mattina
-taglia corto Van
-fra mezz’ora sono a casa tua, dobbiamo parlare
Prima di permettermi di rispondere attaccò il telefono mandandomi un bacio, ma come faceva ad essere così pimpante ad ogni ora del giorno e della notte? Controllai i vari messaggi sull’iphone e poi lentamente mi alzai, ebbi un secondo di instabilità, ma subito acquistai l’equilibrio, entrai nel bagno della mia camera e mi avvicinai al lavandino, avevo il trucco sciolto dalla sera prima e non so con quale energia ero riuscita a infilarmi uno di quei magliettoni che mi coprivano fin sotto i glutei, legai i miei capelli in una crocchia veloce e mi sciacquai il viso con dell’acqua gelida, nell’asciugarmi il viso prestai attenzione a levarmi gli eccessi di trucco quando due occhi color caramello apparvero nello specchio, sbattei più volte le palpebre per farli andare via, cos’erano? Uscii dalla mia camera e mi spaparanzai sul divano in pelle accendendo la tv sul canale della musica quando bussarono alla porta andai ad aprire a Vanessa che fece il suo ingresso in casa con un semplice pantaloncino di jeans e una maglietta che cadeva a monospalla blu, stesso colore delle vans che aveva ai piedi, appoggiò la busta di starbucks sul tavolo della cucina e mi schioccò un bacio sulla guancia 
-i tuoi?
-sono a lavoro Van- dissi mentre estraevo i due frappuccini e le due ciambelle complete di glassa al cioccolato
-quanto amo la tua casa, è sempre vuota ed è fantastica- in effetti da quando mio padre aveva ricevuto quella promozione l’economia familiare era migliorata, vivevamo in una delle più ricche zone di New York in una villa completa di giardino e piscina, era fantastica. Sorrisi e addentai la mia ciambella per poi parlare 
-allora, di cosa dovevi parlarmi?
-non ti hanno mai detto che si parla a bocca chiusa Ash?
-non divagare-continuai per poi buttare giù il boccone
-tu ieri, di tante persone in quella discoteca, sai con chi sei andata a finire?
-in realtà no- risi all’idea ma mi tornarono nuovamente come in visione un paio di splendidi occhi color caramello
-terra chiama Ashley, era Bieber dio, Justin, sai le voci che girano sul suo conto vero?
-si Van, vivo anch’io qui, ma a parte che non ci ho mai creduto, pensi conti qualcosa? Lui ieri sarà stato fatto come al solito suo e non penso si ricordi di aver baciato una ragazza di cui nemmeno sa il nome
-hai anche ragione,  vestiti che andiamo a fare shopping- sorrisi alla mia amica e con nonchalance mi alzai dalla sedia.

-spazio autrice-
ei ragazzuole xx
è la prima ff che pubblico su efp quindi non siate crudeli.
come primo capitolo è un po' noioso lo so, ma serve per dare il via alla storia, inoltre anche la lunghezza non è il massimo ma anche quella aumenterà. Recensite e se vi piace fatela leggere alle vostre amiche, un bacio x
 
  
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