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Autore: DarBk Angel    29/07/2014    4 recensioni
"NE HO ABBASTANZA DI TUTTO! SONO STUFO DI VIVERE COSì! E ADESSO FUORI DAI PIEDI E FAMMI USCIRE DA QUESTA STRAMALEDETTA CASA!"
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"...peccato cge tu ora mi tratti come un giocattolo usato. mi scarti. e la fratellanza e il tuo discorsone vanno a farsi fottere."
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"Bill mi dispiace...ma...io so vivere solo così. Ho paura dei cabiamenti. Non voglio perdere ciò che ho."
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"Questo è un arrivederci ,non un addio. Promettimelo." Bill sorrise debolmente:" Promesso."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Questa è la primissima FF (OS) che scrivo, quindi se trovate qualcosa che non va, ditemelo che almeno miglioro! L’ho scritta verso mezzanotte quindi se trovate qualche errore perdonatemi  ^.^ recensite in molti, anche se non vi piace u.u vi ringrazio in anticipo! Buona lettura ;)
Tutti i personaggi non mi appartiengono, ne i gemelli Kaulitz (peccato  -.-), tutto ciò è frutto della mia mente alquanto fantasiosa  @.@
 
                        “WHATEVER HAPPENS BELIEVE…”
“Bill che cazzo stai facendo? Dove credi di andare?!” Tom cercò con tutte le sue forze di trattenere il gemello, che lottava come una tigre chiusa in gabbia per divincolarsi dalla stretta del rasta. “NE HO ABBASTANZA DI TUTTO! SONO STUFO DI VIVERE  COSI’! E ADESSO FUORI DAI PIEDI E FAMMI USCIRE DA QUESTA STRAMALEDETTA CASA!” Bill con un ultimo sforzo che gli spezzò il fiato, riuscì a far togliere dalla porta il gemello più grande, che ora cercava di rallentarlo pregandolo e supplicandolo. “ Bill andiamo, ascoltami possiamo parlarne! Cosa è che non sopporti più? La vita frenetica?  Ci prendiamo una vacanza alle Maldive come l’ultima volta e non diremo niente a nessuno, così non ci saranno paparazzi! Non lo diremo ne a David, ne a Georg, ne a Gustav e neanche a mamma. O cosa è che non va…sono io, non è vero? E’ per la battuta di ieri in diretta? Ti prego perdonami, non dovevo farlo, ma mi è scappata, lo sai che sono molto impulsivo quando sono stanco! Ma forse non è nemmeno questo! Che cosa è allora? Ti prego ,io ti giuro che cambierò ,ma tu dimmi cosa cazzo non va nella tua vita, per favore non andartene!” Tom ormai si era messo in ginocchio con le mani giunte, disperato dal mutismo del fratello, che si rifiutava ormai da troppo tempo di rivolgergli la parola che non fossero insulti o la su idea dell’andarsene di casa. Tom non lo aveva mai ascoltato più di tanto, quando Bill iniziava i suoi lunghi discorsi, il rasta si limitava a grugnire qualcosa come cenno di assenso più per farlo tacere che altro. ‘se solo l’avessi degnato di un briciolo d’attenzione, forse non saremmo qui’ penso Tom amaramente. Era da quasi tre settimane che quella scena si ripeteva: Bill minacciava di andarsene e Tom che cercava di convincerlo a restare, gettandosi in ginocchio, giurando e spergiurando e la volta precedente addirittura scoppiando in lacrime; finora l’aveva sempre spuntata Tom, ma Bill sapeva che era questione di tempo, e poi se ne sarebbe andato, con o senza consenso del gemello. Bill era stufo, stufo di tutto, non si sentiva più padrone della propria vita e sentiva che gli mancava qualcosa…qualcosa che Tom non capiva o che non voleva capire. ‘perché sei cambiato? Dov’è finito il Bill sorridente e cola parlantina facile di sempre?’ si ritrovò a pensare Tom amaramente. “Bill, Bibi, ascoltami: se solo tu riuscissi a parlarmi…o a parlar con qualsiasi persona io…potrei aiutarti, non c’è bisogno che te ne vada! Siamo adulti cazzo, discutiamone!” Tom ora aveva cercato di afferrare una manica del giubbotto di pelle nero con inserti di metallo del moro, il quale aveva strappato rabbiosamente dalla presa del fratello , soffiando con voce un poco tremante:” mi hai sempre detto che avresti appoggiato ogni mia decisione, e ora vuoi rimangiarti la parola? Vuoi proprio sapere cosa non va? Bene te lo dico io: non sto più vivendo, Tom. Non riesco più a stupirmi delle piccole cose, tutto sta perdendo il suo significato per me...non trovo più nulla…” alzò timidamente lo sguardo e quando incontrò gli occhi sbarrati del gemello riabbassò gli occhi rapidamente e sospirando concluse la frase”…per cui valga la pena vivere o morire…”  qua la sua voce si spezzò un poco , mentre un Tom deluso lo fissava pendendo dalle sue labbra”…voglio solo uscire, andarmene e provare  vivere veramente…voglio trovare il pezzo mancante di me Tom… quel pezzo che mi farà apprezzare ancora il cinguettio degli uccellini di prima mattina, quando il sole è ancora tiepido, in procinto di svegliarsi…” Tom lo interruppe acidamente: ”ho capito. Non ti basto più. Non ti basta l’affetto che il tuo gemello ti dona continuamente. Dovevo immaginarlo:’ insieme per sempre fratellone, ciò che ci unisce è un legame più importante di qualsiasi altro legame esistente… quest’affetto solo i fratelli possono provarlo! Anzi...solo i gemelli!’ belle parole davvero. Io ti credetti. Peccato che tu ora mi tratti come un giocattolo usato. Mi scarti. E la fratellanza e il tuo discorsone vanno a farsi fottere.” Bill non disse nulla restando ancorato alla maniglia di ottone, voltato verso la porta bianca. “…sai cosa penso? Che vuoi andartene perché è la scelta più comoda: basta sgobbare, solo vita libera. Oh no, aspetta! Forse ho capito!” Bill tremava dalla rabbia e dall’umiliazione: come poteva dire e anche solo pensare queste cose su di lui, lui che lo conosceva meglio di chiunque altro? Ma il volto da SexGott di Tom si trasformò in un maschera di scherno puro :”Tu vuoi trovare l’Amore! Fratello ,lascia giù quella borsa ,disfala e resta qua. Perderesti solo il tuo tempo prezioso. Non lo troverai mai. L’Amore non esiste.” Furono queste parole a infuocare il cuore di Bill, ormai spento da ogni emozione che non fosse frustrazione e rimorso. Ad esse si aggiunse l’emozione della rabbia, che lo portò a scagliarsi sul fratello con parole molto dure:” COSA N SAI TU DELL’AMORE?! TI SCOPI LE TUE PUTTANE SOLO PER IL GUSTO DI FARLO! TU DICI CHE L’AMORE NON ESISTE, SOLO PERCHE’ NESSUNO E’ DISPOSTO A DONARTENE UN PO’! SEI PATETICO TOM!” tom lo fissò glaciale:” non mi sembra che per te il discorso sia molto diverso ,fratellino.” Il silenzio calò tra i due. Un silenzio che si poteva toccare, scandito solo dal regolare ticchettio del pendolo in salotto. Quel ticchettio che troppe notti bill aveva passato ad ascoltare insonne, pensando a tutto il tempo in cui si era dato alla pazza vita tra ragezze, droga e alcolici, pur di soffocare ed eliminare quel permanente bisogni che aveva nascosto dentro di se, quel bisogno ch ogni giorno si nutriva della sua disperazione e dolore per crescere e diventare incontenibile per l’anima straziata di Bill: aveva cercato di spegnere il bisogno di Amore, con il sesso e la vita dissoluta. E aveva funzionato? Macché.  Chissà quanto tempo della sua vita aveva sprecato fino a quel momenti per seguire quello stupido consiglio che Tom gli aveva ficcato in testa:’ ricordati sempre, fratellino: Carpe Diem! Non pensare a quello che farai, andiamo! Buttati e lasciati andare, non sei più un ragazzino!” Bill si ridestò da quei pensieri grazie alla voce fredda di Tom: ”comunque sia non andare. Non mi interessa se non provi più affetto per me.” Tom strinse i denti alla sua stessa frase, cercando di trattenere il conato di dolore che gli provocava “Fallo per Gustav. Per Georg. Per mamma. Per Gordon. Fallo per le Alien. Resta. L’ Amore non ti porterà da nessuna parte.” Bill era esasperato:” Allora nulla mi porterà da nessuna parte! Cosa mi porterà alla liberta? Alla gioia di stringere al petto la persona che amo?” “Guarda il nostro successo, la nostra fama. Guarda NOI! Grazie a noi quattro siamo arrivati i vetta alle classifiche, milioni di ragazzi e ragazze comprano i nostri CD ,la nostra musica! Cosa vuoi di più? Siamo liberi di fare quello che vogliamo!” Bill lo guardò spento:” Da troppo tempo mi chiedo chi tu sia Tom. Non ti interessa più della mia felicità. Te ne freghi quando ti parlo dell’amore o di quando sto male. Pensi solo al sesso e al denaro. So perché non vuoi che m ne vada: hai paura che distrugga la band e di tutte le possibilità per te di essere felice…felice come dici tu. Vorrebbe dire basta groupie, basta festini, basta successo ci saresti solo tu e il nulla. Perché è di nulla che ti stai circondando.” Tom si bloccò e Bill seppe di aver fatto centro. La voce flebile di Tom giunse faticosamente all’orecchio carico di piercing e orecchini di Bill, di nuovo immobile nella posizione di andarsene:” Bill…mi dispiace ma…io so vivere solo così. E’ questa la mia vita da…troppo tempo. Ho paura dei cambiamenti. Perdonami. Non voglio perdere ciò che ho.” Solo a questo punto Bill si girò e, fissati i suoi occhi in quelli identici del gemello, vide le sue paure, i suoi desideri, i suoi dubbi, le sue speranze. Alla fine era uguali loro due: entrambi vivevano freneticamene senza ormai più cercare di dare un senso a tutto ciò che vivevano. Era così e basta e loro subivano la loro stessa vita. Erano la stessa persona divisa in un due corpi uguali eppure diversi, la stessa anima scissa in due parti identiche assegnate a due ragazzi l’uno l’opposto dell’altro, ma identici. Bill negli occhi del gemello vide tutto quello che anche lui aveva provato in tutta la sua vita e venne invaso da una sensazione di pace e tranquillità. Si avvicinò al rasta, il quale si sbattè nervosamente i pantaloni extralarge, nel tentativo di lisciare le pieghe che si erano formate. Un occhiata, uno scambio di sguardi tra le due paia di occhi color nocciola, decorate da tante pagliuzze dorate all’interno dell’iride, fu più che sufficiente di qualunque parola. Tuttavia Bill parlò:” Tom, so che sono diverso, che siamo diversi, che forse non sono stato il fratello che tu avevi desiderato…io ho provato a esserlo, a essere come te…però non ci sono riuscito. Ma ti voglio bene. Sappilo. E se prima ho detto il contrario perdonami, ma non lo pensavo veramente. Sei il miglior gemello che potesse capitarmi.” Tom abbandonò il distacco e la freddezza: lo strinse affettuosamente a se, insultandosi mentalmente per tutte quelle volte che lo aveva picchiato e preso in giro:” Bill io non voglio che tu sia diverso da quello che sei, perché tu sei perfetto, proprio così come sei...e mi dispiace di essere stato a volte insensibile. Forse troppe volte. Ti chiedo di perdonarmi.” Bill passò una mano tra i capelli neri pettinati in una cresta all’indietro; tirò rumorosamente su il naso e col magone disse:” Lo sai che odio gli addii. Non mi piacciono” Tom cercò di ingoiare il groppo che aveva in gola, ma la voce uscì strozzata comunque:” neanche a me” Bill lo guardò con gli occhioni lucidi pieni di lacrime:” Beh...allora… addio…” Tom gli afferrò la mano che ora aveva spalancato la porta, aprendosi sul giardini: da lì poi Bill sarebbe andato in strada e di certo scomparso per molto tempo. Il fratello più grande di soli dieci minuti, guardò attentamente il più ‘piccolo’ :” questo è un arrivederci e non un addio. Promettimelo.” Bill sorrise debolmente :”Promesso.” Si abbracciarono un ultima volta. Tom ,mentre Bill usciva di casa, cercò di tenere ancorato a se ogni ricordo della vita vissuta col gemello: le lotte con le padelle, i momenti di gioco condiviso, gli scherzi organizzati insieme ai danni degli amici, i momenti di tristezza seguita dalla gioia, le chiacchierate fino a tardi nel letto di Bill ,il quale cercava di convincerlo sulla bellezza dello shopping, l’emozione dei concerti vissuti insieme….l’emozione, nel ricordare tutti quei bei momenti, invase il Kaulitz maggiore, costringendolo ad acciambellarsi sullo zerbino fuori dalla porta, mentre vedeva l’altra metà della sua anima lasciare il nido dove erano cresciuti insieme. Bill si voltò un ultima volta, e vedendo il gemello più grande così abbattuto, distendendo i muscoli del volto e mescolando la dolcezza alla tristezza, pronunciò:” Whatever happens, believe in you..." "…believe in life…believe in tomorrow…” la voce di Tom, seppur tremula, giunse piena di speranza e fiducia fino a Bill, riscaldandolo come un raggio di sole dopo una tempesta. Sorrise mentre, voltandosi nuovamente verso la strada, concluse la frase assieme al gemello, sempre immobile davanti alla porta d’ingresso :” …Believe in everything you do, any time.” Bill era ormai scomparso dagli occhi di Tom, così il rasta ,controvoglia, decise di rientrare. Con un cigolio chiuse la bianca porta, e per il resto, si ritrovò immerso nel silenzio. Con passo strascicato si diresse verso la mensola sulla quale teneva varie foto. Prese quella dove venivano inquadrati lui e Bill, ancora all’asilo, ancora biondi entrambi e con lo stesso sorriso, ancora irriconoscibili per tutti  tranne che per loro due. Accarezzò la cornice e mormorò:” me l’ha promesso…” Il silenzio e il vuoto che Bill aveva lasciato dietro di se era troppo opprimente per Tom, faceva pulsare dolorosamente la sua povera  testa. Non si ricordava come mai, ma alla fine si ritrovò a urlare nella casa abitata ormai solo da lui:” tanto ritornerà, me l’ha promesso! Ehi, il mio gemello non mi ha abbandonato, MI HAI SENTITO?!”” non sapeva esattamente chi avrebbe dovuto sentirlo, ma urlare quella frase lo fece sentire meglio. “Non mi lascerà per sempre” Dopo aver versato qualche lacrima sfuggita al suo autocontrollo, si addormentò, con la consapevolezza che Bill, in fondo, sarebbe stato presente per sempre dentro di lui, nel suo cuore.                 Bill intanto, camminava per le strade di Magdeburgo , con il cuore in subbuglio per come aveva lasciato Tom. Era felice che alla fine avesse accettato la sua decisione, ma sapeva che il gemello, sebbene facesse tanto il duro, ne avrebbe sofferto. ‘ E comunque’ pensava il moro camminando con gli occhiali da sole sul naso per non farsi riconoscere dalla gente ‘ tornerò da lui. In qualunque caso. Anche se non dovessi trovare l’amore, tornerei da Tom, perché lui alla fine, nonostante tutti i difetti e le sue idee, sarà sempre pronto ad accogliermi a braccia aperte. Ti voglio bene Tomi.’ Bill, pensato ciò ,continuò a camminare, pieno di aspettative , certo che il suo futuro, bello o brutto, lo avrebbe condiviso con la persona più importante per lui, che nessuna ragazza avrebbe potuto superare. Il suo gemello. Perché loro erano, sono e saranno per sempre gemelli. Fino alla morte. Qualunque cosa accada, saranno sempre legati l’uno all’altro, perché essi sono la stessa cosa, la stessa persona, ma sono anche due cose, due persone diverse.  Bill e Tom, Tom e Bill. Per sempre.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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