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Autore: saramermaid    29/07/2014    2 recensioni
Thadatian | Niff | Trunter | Rating: Verde
Dal testo:
"«Ne siete davvero sicuri?» Proruppe ad un certo punto Nick alternando lo sguardo tra il suo ragazzo ed il suo migliore amico.
«Certo che si, Nicky. Io e Thad lo abbiamo sentito con le nostre orecchie e Trent non faceva che parlarne stamani a colazione.» Gli fece notare Jeff con molta diplomazia mentre Thad annuiva concorde a quelle parole.
«D’accordo. Ma continuo a pensare che non sia una buona idea impicciarsi e ficcare il naso.» Aggiunse Nick con una leggera nota di apprensione nella voce e sguardo contrariato.
«In cosa non dovreste ficcare il naso? E soprattutto di chi stiamo parlando?» Esclamò all’improvviso la voce di Sebastian facendo sobbalzare i tre a causa dello spavento."
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hunter Clarington, Trent Nixon, Un po' tutti | Coppie: Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spies







A Broken,
te l'avevo promessa quindi goditela. ❤









La stanza numero 36 della Dalton era stranamente in completo silenzio; dalla porta socchiusa si potevano notare due comodi letti con le coperte perfettamente sistemate, un ampio armadio in legno, due scrivanie occupate da libri e quaderni e due comodini. Sul letto addossato alla parete accanto alla finestra, Jeff se ne stava comodamente disteso a pancia in giù con il volto posato sui palmi delle mani ed un’espressione corrucciata mentre Nick alla sua sinistra lo fissava con sguardo indecifrabile. Al loro fianco, seduto sulla moquette del pavimento, vi era un Thad Harwood decisamente concentrato come denotavano le leggere rughe che gli increspavano la fronte.

«Ne siete davvero sicuri?» Proruppe ad un certo punto Nick alternando lo sguardo tra il suo ragazzo ed il suo migliore amico.

«Certo che si, Nicky. Io e Thad lo abbiamo sentito con le nostre orecchie e Trent non faceva che parlarne stamani a colazione.» Gli fece notare Jeff con molta diplomazia mentre Thad annuiva concorde a quelle parole.

«D’accordo. Ma continuo a pensare che non sia una buona idea impicciarsi e ficcare il naso.» Aggiunse Nick con una leggera nota di apprensione nella voce e sguardo contrariato.

«In cosa non dovreste ficcare il naso? E soprattutto di chi stiamo parlando?» Esclamò all’improvviso la voce di Sebastian facendo sobbalzare i tre a causa dello spavento.

Presi com’erano nelle loro riflessioni non si erano accorti della presenza di Smythe che evidentemente, complice la porta non proprio chiusa, aveva sentito l’ultima parte del discorso. Sebastian indossò la sua solita espressione impertinente premurandosi di chiudere l’uscio ed addossandosi alla parete a braccia incrociate. Le sue iridi verdi si alternarono dapprima tra Jeff e Nick ma, consapevole che da quei due non avrebbe ricavato una singola sillaba, decise di puntare su Thad. Con passo felpato ed un ghigno volutamente sensuale gli si avvicinò fermandosi a due spanne dal suo volto e si compiacque nel vederlo deglutire più volte a causa di quella vicinanza.

Le sue dita lunghe si sollevarono per andare ad inoltrarsi tra quelle ciocche scure prendendo a scorrere in un movimento circolare sulla cute. Thad si prese un labbro tra i denti per non farsi scappare il gemito di piacere che quelle carezze gli procuravano e non poté evitare di specchiarsi in quelle pozze verdi. Il respiro di Sebastian sulle sue labbra gli stava facendo perdere la lucidità ed era certo che tra meno di cinque minuti avrebbe mandato a farsi benedire l’autocontrollo incollandosi a ventosa sulla bocca del suo ragazzo. Sebastian parve intuire il flusso di quei pensieri perché fece scivolare con nonchalance una mano sulla sua coscia osservandolo con studiata sensualità.

«Mon amour non vuoi dire al tuo bellissimo fidanzato, che saprà ampiamente ricompensarti stanotte, di cosa stavate parlando?» Gli soffiò sulle labbra sfiorandole appena con le proprie.

«Non azzardarti a dirgli una sola parola Thad! E Sebastian smettila di utilizzare il sesso come arma per corromperlo.» Sbottò Jeff puntando un dito in modo accusatorio sul castano che, deciso a non mollare, aveva iniziato a massaggiare la coscia di Thad.

«Abbiamo scoperto che Hunter ha mandato un messaggio a Trent per chiedergli se potevano incontrarsi.» Esclamò tutto d’un fiato il moro capitolando miseramente alle avances di Sebastian. «Scusa Jeff.» Aggiunse subito dopo con sguardo implorante.

Il biondino sbuffò in tutta risposta passandosi una mano tra i capelli e borbottando qualcosa di molto simile a dannato francesino da strapazzo, cosa che provocò una risata divertita in Nick prontamente cancellata in tempo record da un bacio passionale di Jeff. Sebastian storse il naso a quella scena beccandosi un pizzicotto sul fianco da parte di Thad ed un’occhiataccia per fargli capire di tenere la bocca cucita evitando le sue solite frecciatine. Non poté però impedirgli di schiarirsi rumorosamente la voce interrompendo quel bacio diventato fin troppo da bollino rosso e riportando i due piccioncini alla realtà.

«Bene ora che Barbie e Ken hanno finito di esplorarsi le tonsille a vicenda, dite tutto a zio Sebastian.» Mormorò mettendosi seduto sul letto libero e tirandosi Thad sulle ginocchia in un gesto altamente protettivo e possessivo al tempo stesso.

«Visto che ormai la frittata è fatta tanto vale dirglielo», concesse Nick dopo un cenno di assenso da parte di Jeff, «abbiamo pensato di seguire Trent in incognito per scoprire che accidenti succede tra lui e Hunter.»

«Fatemi ben capire, avete combinato tutto questo casino solo per scoprire se quei due ci danno dentro come ricci alle vostre spalle?» Sbottò sorpreso salvo poi schiaffarsi una mano sulla faccia di fronte all’espressione colpevole dipinta sul volto di quei due. «Mon dieu qui ci vuole un piano più dettagliato o Clarington vi sgamerà in meno di cinque secondi. Fortunatamente per voi sono la persona giusta in proposito.» Aggiunse mentre l’ennesimo ghigno compiaciuto si estendeva sul suo volto.

Dopo molte ore e diverse proteste per convincere Sebastian a seguirli, finalmente la fase di spionaggio ebbe inizio. L’insegna luminosa e sobria del BreadStix lampeggiava ad intermittenza ed i quattro riuscirono fortunatamente ad amalgamarsi ad un gruppo di studenti che stava proprio entrando dalla porta in quel preciso istante. Velocemente presero posto nel tavolo più appartato nel locale utilizzando i menù rettangolari per coprirsi meglio il volto e per tenere d’occhio Trent seduto ad uno dei banconi centrali dalle panche imbottite.

Passarono diversi minuti e ad ogni trillo della porta Jeff sobbalzava nervosamente stringendo spasmodicamente la mano di Nick tra la sua e mordendosi le labbra di tanto in tanto, mentre quest’ultimo cercava di calmarlo accarezzandogli la schiena. Sebastian frattanto cercava senza successo di posare la mano sul sedere di Thad beccandosi di conseguenza degli scappellotti ben assestati dietro la nuca.

«Spiegatemi per quale diavolo di motivo devo partecipare anche io a questa pagliacciata.» Esclamò ad un certo punto il francese in modo scocciato beccandosi, questa volta, una gomitata tra le costole.

«Smythe vuoi chiudere quella boccaccia? Se continui ad urlare possiamo dire addio al tuo piano dettagliato», lo scimmiottò in risposta Nick fulminandolo con lo sguardo, « e per l’amor del cielo smettetela di amoreggiare sotto il tavolo. Non mi interessa sapere con quale posizione del kamasutra Thad è riuscito a convincerti.» Aggiunse poi in un bisbiglio.

A quelle parole Thad sputò poco elegantemente l’acqua che stava bevendo osservando in modo shoccato il suo migliore amico ed ignorando palesemente, per la sua sanità mentale, l’espressione affamata con cui Sebastian lo stava spogliando. In tutto quel trambusto soltanto Jeff era rimasto del tutto concentrato e vigile pur di non perdersi un solo movimento all’interno del ristorante.

«E’ appena arrivato Hunter!», mormorò quest’ultimo con gli occhi che scintillavano eccitati interrompendo quel siparietto, «ed ora tappatevi la bocca o giuro che userò la ghirlanda appesa alla finestra per strozzarvi.» Sibilò poi a bassa voce in un tacito ammonimento che gli altri colsero fin troppo bene.







Hunter si fermò davanti alla vetrina del BreadStix sistemandosi con un certo nervosismo il colletto del cappotto scuro. Il giorno prima aveva mandato un messaggio a Nixon per chiedergli un incontro e dopo una risposta affermativa avevano deciso di comune accordo di vedersi all’interno del ristorante più frequentato di Lima. C’era una cosa importante di cui dovevano discutere e questa volta non avrebbe commesso errori. Perso in quei pensieri diede una veloce occhiata al suo riflesso pressoché perfetto e si decise ad entrare chiudendosi la porta alle spalle. Non ci mise molto ad individuare la figura di Trent e con passo deciso gli si sedette di fronte posando le mani strette a pugno sul tavolo. Ora che poteva osservarlo negli occhi Hunter sentiva improvvisamente una leggera morsa allo stomaco ed i brividi che gli percorrevano la spina dorsale.

«So che siamo qui per parlare ma ti spiace se ordiniamo qualcosa?» Gli chiese Trent abbozzando un sorriso timido nella sua direzione.

«D’accordo.» Si limitò a dire acconsentendo a quella richiesta e facendo un cenno alla cameriera in modo che potesse prendere l’ordinazione.

Avrebbe voluto aggiungere molte altre cose ma stranamente quella sera era a corto di parole e preferì restare in silenzio per riordinare i pensieri confusi nella sua testa. Pur sentendosi leggermente a disagio, Hunter si concesse comunque il privilegio di memorizzare ogni singolo dettaglio del ragazzo sedutogli di fronte. I capelli corti dal taglio perfetto, il viso paffuto, gli occhi chiari incastonati nei suoi, le gote arrossate e le labbra rese lucide dalla saliva; fu certo che quella immagine gli sarebbe rimasta impressa in mente per sempre. Trent gli appariva sotto una luce diversa adesso ed aveva il vago sentore che non fossero stati gli abiti informali che indossava al posto della divisa a fargli accelerare il battito del cuore. Che diavolo mi sta succedendo? Pensò stringendo forte le dita attorno al bordo del tovagliolo.

«Hunter tutto bene?» Mormorò Trent con una leggera nota di apprensione nella voce a causa del comportamento fin troppo taciturno e strano dell’altro.

«Sto bene», rispose cercando di mascherare quel velo di agitazione che lo stava scuotendo dall’interno, «immagino che ti starai chiedendo perché ti ho chiesto di vederci.»

«Ad essere sincero si. Credevo che non volessi più vedermi dopo ciò che è successo tra noi.» Constatò con assoluta calma non potendo comunque impedire alle sue guance di assumere una leggera colorazione rosata per via di quel ricordo.

«Lo credevo anche io. La sera che sono andato via dalla Dalton dopo l’espulsione ero letteralmente furioso e quando ti ho trovato in camera pensavo ci saremmo presi a pugni. Non avevo assolutamente previsto una conclusione diversa e non avevo previsto né che ti avrei baciato né che l’avrei fatto con rabbia.» Ammise scuotendo la testa e posando poi la forchetta nel piatto semi vuoto.

«Quindi lo hai fatto per ripicca? E’questo che mi vuoi dire, Hunter?» Esclamò Trent con voce dura e tagliente sentendo improvvisamente la nausea colpirlo. Non era più sicuro di aver fatto bene ad accettare quell’incontro, non se le sue speranze erano quelle di una mezza possibilità che l’altro lo avesse cercato perché semplicemente gli mancava.

Automaticamente la mano di Hunter si sovrappose alla sua, allungandosi sul tavolo dove stavano cenando, e strinse forte la presa probabilmente per impedirgli di andar via o nel tentativo di calmarlo. Trent tentò di districarsi senza successo da quel contatto, nonostante lo desiderasse, perché non voleva rischiare di ritrovarsi ferito un’altra volta e con il cuore a pezzi. Era inutile negare il fatto che fin dal primo giorno in cui Hunter aveva messo piede alla Dalton ne era rimasto colpito. Giorno dopo giorno i sentimenti che provava si erano fatti più intensi e nessuno poteva immaginare quanto in realtà avesse sofferto prima di prendere la decisione di denunciare le illegalità compiute durante le regionali.

«Inizialmente mi ero convinto che fosse quella l’unica motivazione possibile, lo ammetto. Ma ho avuto abbastanza tempo per riflettere in questi mesi e-»

«Adesso basta Hunter. Non ho nessuna intenzione di sentire ancora una volta il tuo disprezzo nei miei confronti quindi se vuoi scusarmi io-»

«Dannazione Trent sto cercando di dirti che mi piaci!» Sbottò, infine, Hunter del tutto esasperato dalle continue interruzioni.

Già era difficile per lui anche solo lontanamente ammettere a se stesso di provare qualcosa per Trent, se poi l’altro non lo faceva finire di parlare era certo che si sarebbe dimenticato le parole da dire ed avrebbe di nuovo sprecato l’occasione di poter finalmente essere felice con qualcuno che amava. Con tutta la calma del mondo portò anche la mano sinistra a stringere quella di Nixon tra le sue ed iniziò a disegnarci sopra dei centri concentrici con il pollice come se quella fosse una lieve carezza e lui stesse cercando di fargli capire anche a gesti quanto gli fosse mancato. In ogni caso Trent parve intuirlo lo stesso perché, dopo aver assimilato quella confessione, le sue labbra si aprirono in un sorriso dolce che contagiò anche Hunter.

«Scusa», mormorò con tono dispiaciuto ricambiando la stretta ed intrecciando le dita con quelle dell’altro, «alle volte parlo troppo.»

«Per fortuna a questo piccolo inconveniente posso rimediare.» Sussurrò con voce volutamente sensuale Hunter sporgendosi per chiudere le labbra dell’altro tra le sue in un bacio tutt’altro che casto.

Trent sentiva il volto completamente in fiamme ed era certo che stessero dando spettacolo, ma la sensazione della lingua di Hunter intrecciata alla sua e l’espressione per la prima volta rilassata e serena dipinta su quel volto gli impedirono di replicare. Si lasciò invece andare a quel tocco essendo consapevole che, nonostante a conti fatti quello fosse il loro secondo bacio, lui l’avrebbe considerato comunque come il primo. Si staccarono a causa della necessità di prendere fiato dopo un tempo che parve indefinito ma non smisero di osservarsi.

Trent si azzardò a scrutare in profondità il volto che gli stava di fronte e dentro quegli occhi, chiari tanto quanto i suoi, parve scorgerci una nuova gamma di emozioni che credeva non potessero mai appartenere ad uno come Hunter. Sollievo, gioia, serenità, completezza ed anche amore. Si sentiva quasi sopraffatto da tutti quei sentimenti e nemmeno si rese conto del fatto che l’altro avesse pagato il conto di entrambi trascinandolo fuori dal locale mentre gli teneva ancora la mano. Tuttavia non ci pensò due volte a rifugiarsi in quelle braccia muscolose ispirando poi il profumo muschiato della pelle di Hunter e nascondendo il volto nell’incavo tra il collo e la spalla.

«Mi sei mancato.» Sussurrò Trent ancora stretto in quell’abbraccio confortevole che più volte aveva immaginato di ricevere.

«Mi sei mancato anche tu, Trent.» Gli rispose Hunter posandogli un lieve bacio sulla guancia mentre entrambi si allontanavano ancora teneramente abbracciati.







«Amore potresti spostarti leggermente? Tu sei più alto e dovresti riuscire a vedere meglio cosa succede.» Sussurrò Thad con sguardo languido posando volutamente un bacio sul collo di Sebastian.

«Chaton* il trucchetto del sesso te lo sei già giocato per stasera», sottolineò quest’ultimo, «ed anche se volessi quel nido di rondini che la signora davanti a noi spaccia per capelli mi impedisce la visuale.» Terminò con sguardo eloquente indicando con un cenno del capo il tavolo accanto.

Era da quando Clarington aveva fatto il suo ingresso che avevano teso le orecchie sperando di captare qualche frase o parola della discussione con Trent, ma all’ennesimo tentativo fallito ci avevano rinunciato accontentandosi comunque di osservare ogni movimento dei due. Jeff e Thad erano quelli più esaltati, tanto da rischiare di cadere più volte dalle rispettive sedie perché non riuscivano a star fermi per più di cinque secondi. Nick e Sebastian, invece, col passare dei minuti avevano ampiamente compreso di avere molte più cose in comune di quante pensassero ed ogni tanto si scambiavano un’occhiata rassegnata, del tutto certi di non poter assolutamente impedire ai rispettivi ragazzi di assomigliare a delle fan girl impazzite.

«Oddio Thad hai visto? Hunter ha preso per mano Trent! Lo sapevo che tra quei due c’era del tenero.» Esclamò Jeff all’improvviso del tutto eccitato come un bambino di fronte ad un negozio di caramelle.

«Jeff guarda! Oh santo cielo si stanno baciando!» Gli diede man forte Thad sporgendosi per battere il cinque che l’altro gli stava porgendo.

«Duval la prossima volta che dico di avere un piano geniale, ti prego, sparami.» Implorò Sebastian osservando con la faccia disgustata il bacio altamente pornografico che Clarington stava dando a Trent.

«Stranamente sono d’accordo con te, Smythe.» Concordò Nick cercando di impedire ad un Jeff fin troppo iperattivo di balzare in piedi saltellando.

All’ennesimo urletto isterico Sebastian decise di darci un taglio ed alzando gli occhi al cielo trascinò letteralmente Thad fuori dal locale dopo aver pagato il conto. Nick e Jeff li seguirono poco dopo nonostante le sonore proteste di quest’ultimo che continuava ad osservare Hunter e Trent con sguardo sognante. Tuttavia alla fine in completo silenzio si incamminarono per ritornare alla Dalton, mentre Sebastian intascava ghignando la banconota da cinquanta dollari che Nick gli aveva passato. Tutto sommato devo ringraziarti Clarington, mi hai appena fatto vincere una scommessa. Pensò mentre scortava Thad verso l’entrata dell’accademia.












A/N

Ok, partiamo dal presupposto che questa OS è nata in via del tutto casuale durante la sessione di sclero quotidiana tra me e la mia amata Broken a colpi di video strani sui Warblers. Non svelerò quali video abbiano davvero ispirato tutto questo, ma posso assolutamente affermare che è la prima volta che scrivo una Thadastian – Niff – Trunter. Devo ancora abituarmi a quest’ultimo pairing perché non ho mai scritto di Trent ed Hunter come coppia prima d’ora, quindi chiedo perdono se non sono riuscita ad essere all’altezza delle loro mamme fantagenitrici. Non ho altro da aggiungere e come sempre se avete dubbi, richieste, domande, scleri assurdi e cose senza senso da propormi o volete semplicemente farmi sapere cosa ne pensate lasciatemi una piccola recensione e vi risponderò uno per uno. Grazie di cuore a tutti i lettori che spulciano le mie storie ed il mio profilo e grazie infinitamente a tutti coloro che commentano. Vi lascio alla lettura!

*Chaton: Micetto

xoxo

Sara
  
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