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Autore: ValeDowney    29/07/2014    1 recensioni
Cosa sarebbe successo dopo Aladdin e il Re dei Ladri ? Immaginate se Cassim e Iago, fossero tornati indietro ed aggiungete Casim ( la "s" si legge più come una "z"), l'unica figlia sempre in cerca di guai, di Aladdin e Jasmine: avrete un sequel della trilogia, che ho immaginato; con nuove avventure e personaggi che potreste anche aver visto nella serie televisiva del 1994
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Passarono le settimane ed Agrabah aveva ormai passato il brutto periodo di siccità; tutti erano ritornati alla loro routine quotidiana, persino gli abitanti del palazzo. Un giorno, la piccola Casim, si trovava nella stanza del Sultano, insieme a quest’ultimo, ed insieme stavano costruendo una piramide di soldatini ed animali: “Piano, piano, non dobbiamo farli cadere” disse il Sultano, mentre stava mettendo una giraffa sopra ad un elefante. “Sta venendo bene, vero nonno ? Speriamo non cada” disse Casim, mentre se ne stava seduta, come il Sultano, accanto alla “struttura”. “Ecco fatto, ora ne manca solo una e…” iniziò col dire il Sultano, mettendo la statuina del pavone su quella della giraffa ma, appena abbassò lo sguardo per prendere l’ultima statuina da mettere, finì col dire: “…ma non c’è ! L’ultima statuina non c’è”. “Come non c’è ?! Ero sicura di averle portate tutte” disse stupita Casim. “Eppure ne manca una: quella del gatto” disse il Sultano. “Allora cerchiamola, così possiamo finire la piramide” disse Casim ma, in quel momento, le porte sbatterono, facendo cadere la struttura ed entrò Razoul molto di fretta: “Vostra altezza, è successa una cosa terribile”. “Razoul, non ti permettere mai più di entrare in quel modo, soprattutto in un momento come questo” replicò il Sultano, alzandosi in piedi e guardandolo. “Ma vostra altezza io…” iniziò col dire Razoul, ma venne interrotto da Casim, che gli domandò, alzandosi anche lei in piedi: “Hai per caso visto un gatto ? Lo stiamo cercando, ma non riusciamo a trovarlo”. “Un gatto ?! Perché abbiamo gatti che girano nel palazzo ?” disse stupito Razoul. “Come vedi, Razoul, siamo impegnati, quindi ti consiglio di…” disse il Sultano, ma non fece in tempo a finire la frase, che si sentì una fortissima esplosione, che fece cadere tutti a terra. “Ma…ma…ma cosa sta succedendo ?” chiese preoccupato il Sultano. “Vostra altezza, era proprio per questo che ero venuto ad avvertirla: sta succedendo il finimondo qua fuori” spiegò Razoul. “Perché non lo hai detto subito ?!” replicò il Sultano ed uscì dalla stanza, seguito prima da Casim e poi da Razoul; camminarono a passo spedito lungo uno dei corridoi, finché non arrivarono al di fuori sul grosso balcone, dove vi erano già Aladdin, Jasmine, Tappeto, Iago ed Abù. Davanti a loro, vi era tanta polvere e non si riusciva a capire da chi fosse creata: “Qualcuno sa cosa sta succedendo ?” domandò il Sultano. “E’ un attacco, ma ancora non sappiamo di chi” rispose Aladdin, guardando davanti a se.

Si sentirono le grida degli abitanti di Agrabah: “Sono in pericolo: dobbiamo andarli a salvare” disse Casim. “Ed ecco che ritorna fuori la tua voglia di aiutare il prossimo, dimenticandoti di pensare alla tua vita ed a quella dei tuoi familiari” disse Iago; Casim lo guardò, dicendogli: “E’ vero che tu pensi sempre a te stesso, ma da quando hai in parte salvato Agrabah dalla siccità, supplicando Zondra, gli abitanti ti vedono con un occhio diverso”. “Diverso come se, l’altro giorno, quello della frutta mi ha lanciato addosso un cocomero ?! Secondo me, se tutti continuano a farsi gli affaracci propri, nessuno ci rimetterebbe le penne e parlo a favore mio” replicò Iago. Si sentirono altre grida e si levò altra polvere: “Aladdin, dobbiamo fare qualcosa, prima che qualcuno ci rimetta la vita” disse preoccupata Jasmine. “Allora escludete, fin da subito, me, perché in passato, ho già rischiato troppo la mia preziosa vita” disse Iago; gli altri lo guardarono malamente e Iago, dopo aver deglutito, aggiunse dicendo: “Ovviamente, in casi eccezionali, sono sempre disponibile per qualsiasi evenienza”. “Dobbiamo aspettare che ritornino il Genio e mio padre e, poi, vedremo come procedere” disse Aladdin. “Hai mandato il nonno e Genio là fuori ?! Ma è da pazzi !” disse stupita Casim, guardandolo. “Tuo nonno si è offerto volontario: non avrei potuto fermarlo” disse Aladdin. “Sì che, invece, avresti potuto, solo che non lo hai fatto” replicò Casim. “Credi che mi piaccia, aspettare in questo modo, senza avere nessuna notizia ?! Se non fosse così cocciuto, lo avrei di sicuro fermato” replicò Aladdin, guardandola. “Anche tu sei cocciuto, quindi ci saresti riuscito” replicò Casim. “Vi prego, smettetela di litigare: non è il momento più adatto” disse Jasmine, mettendosi in mezzo ai due; poi, guardò Aladdin ed aggiunse dicendogli: “Lo so che sei preoccupato per tuo padre, ma come hai detto, si è offerto volontario e, poi, non dimenticarti che, con lui, c’è anche Genio, che sicuramente lo starà aiutando”. “Siamo messi proprio bene” disse sarcasticamente Iago; Jasmine gli lanciò un’occhiataccia, ma poi guardò Casim e le disse: “ Non c’è motivo di arrabbiarsi con tuo padre, ma vedrai che il nonno ritornerà: sai quanto sia in gamba”. “Da quanto è lì fuori ?” domandò Casim. “Ecco…emmm…bè, l’importante è che torni, no ?” rispose titubante Jasmine. “ E’ fuori da tanto e voi ancora non siete andati da lui ?!” disse stupita Casim. “Stavamo aspettando un loro segnale” disse Aladdin. “Potrebbero essere pericolo. E se fosse successo loro qualcosa ? Non vi è passato questo per la testa ?” replicò Casim. “Ora non precipitiamo le cose: dobbiamo stare calmi ed agire nel momento più opportuno” disse Aladdin. “Come si fa a stare calmi in momenti come questi ?! C’è qualche pazzo o qualche strana creatura indemoniata, che sta attaccando Agrabah creando il caos, e tu dici di mantenere la calma ?! Questo non è l’eroe che ha salvato più volte la città e che ho sentito nelle storie della mamma e del nonno; l’eroe di cui ho sempre sentito parlare e che è mio padre, non se ne starebbe qua a dire queste cose, ma se ne andrebbe subito ad aiutare quella gente e la sua famiglia” spiegò Casim. Gli altri la guardarono; poi Aladdin guardò Tappeto e disse: “Tappeto, andiamo” e Tappeto fu subito al suo fianco: ci saltò su, ma vi saltarono su anche Jasmine ed Abù. “E voi dove credete di andare ?” chiese Aladdin, guardando prima la scimmia sulla sua spalla e poi la moglie accanto a se. “Veniamo con te, ovvio” gli rispose Jasmine ed anche Abù annuì con la testa. “Ma vi potrebbe…” iniziò col dire Aladdin, ma Jasmine lo interruppe dicendo: “…accadere qualcosa: stessa frase di sempre, ma sai benissimo che staremmo sempre al tuo fianco ed anche se provi a scacciarci, non ce la farai”. “Va bene, come vuoi” disse sospirando Aladdin; poi guardò i rimasti e domandò: “Iago, tu non vieni ?”. “Se non ti dispiace, io rimarrei ad osservare il tutto da qua: ho sentito dire che i balconi del palazzo sono un ottimo punto di vista per ogni cosa” rispose Iago. “Ok, allora, insieme al Sultano, vi occuperete di Casim” disse Aladdin. “Ma non è giusto: perché anche io non posso venire con voi ?” chiese Casim. “Perché ci sentiamo più al sicuro, se tu te ne rimarrai qua lontana dai guai” rispose Aladdin. “Mi avete sempre fatta venire: perché questa volta dovrebbe essere diverso ?” domandò Casim. “Casim, ti prego, per una buona volta fa la bambina ubbidiente e, poi, vedrai che ritorneremo presto” rispose Jasmine. “Va bene” disse tristemente Casim e Tappeto se ne volò via. “Uffa, è sempre la stessa storia: succede qualcosa ed io sono costretta a rimanere qua; perché la vita è così ingiusta con i piccoli ?” disse Casim, appoggiandosi, con le braccia al parapetto del balcone. “E’ la stessa identica cosa anche con noi pappagalli, solo che io cerco di non farmi questi problemi: basta godermi la vita un giorno alla volta, per sopravvivere più a lungo” disse Iago, andandosi a mettere sulla sua spalla destra. “Spero solo che il nonno stia bene” disse Casim. “Non ti preoccupare, nipote mia; tuo nonno è un uomo forte e valoroso: vedrai che se la sta cavando” disse il Sultano e Casim lo guardò sorridendo.

Tappeto volò molto in basso, raggiungendo le strade della città: la gente correva da tutte le parti, gridando dalla paura e scappando da qualcuno, o qualcosa, che si camuffava nel gran polverone che si era creato. “Sembra che ci sia una guerra” disse Jasmine, mentre passavano in mezzo alla gente. “Non ci resta solo cercare chi sta causando tutto questo e…” disse Aladdin, ma non fece in tempo a finire la frase, che qualcosa li colpì, facendoli cadere a diversi metri di distanza ed a terra. Si sentì una risata quasi malefica: “Questa voce” disse Jasmine. “No, non può essere lui” disse Aladdin. “E perché mai non dovrei essere io ? Dimmi che vi sono mancato” disse la voce tra il polverone. “In effetti, era un po’ che non ti facevi vedere, vero…Mekanikos ?” disse Aladdin, rialzandosi in piedi e si rialzarono in piedi anche Jasmine, Abù e Tappeto. “Vedo che non ti sei dimenticato di me, Aladdin” disse, quello che pareva essere Mekanikos, vecchio nemico di Aladdin e già sconfitto più volte in passato dall’eroe e dai suoi amici. Lo strambo inventore, se ne stava in cima ad un enorme scarabeo dorato gigante, che in realtà altri non era un insetto meccanico: “Almeno potevi mandarci una lettera, avvisandoci del tuo arrivo” disse sarcasticamente Aladdin. “Noto, che sei sempre in vena di scherzare, ma questa volta ho preparato qualcosa di veramente speciale per te ed i tuoi amici” disse Mekanikos e rise. “Sono curioso di vederla, anche se posso già immaginare di cosa possa trattarsi” disse Aladdin. “Sicuramente, sarà uno dei suoi soliti insetti meccanici: ci attacca; noi lo distruggiamo e Mehanikos perde” aggiunse dicendo Jasmine. “Stessa storia di sempre: ormai è diventata di una noia mortale” disse Aladdin. “Adesso basta ! Finitela ! Non siete divertenti !” replicò arrabbiato Mekanikos. “Jasmine, senti per caso qualcuno che si sta arrabbiando ?” chiese Aladdin, facendo finta di nulla. “No, non sento nulla” rispose Jasmine. “E tu Abù ?” domandò Aladdin, guardando la scimmietta, la quale scosse negativamente la testa. Dalla gran rabbia, a Mekanikos fuoriuscì vapore dalle orecchie, come se fosse stato una pentola a pressione: “Che c’è Mekanikos, sei arrabbiato ?” chiese Aladdin. “Smettila di prendermi in giro, straccione che non sei altro !” replicò Mekanikos. “Straccione ?! Ormai, quella storia è passata: fra poco diventerò il nuovo sultano di Agrabah” disse Aladdin. “Addirittura il nuovo sultano: non mi sarei mai aspettato questi “progressi” da parte tua” disse Mekanikos. “Ci sono ancora tante altre cose che non sai di me” disse Aladdin. “Come, per esempio, che da pochi anni, hai appena ritrovato tuo padre ?” domandò Mekanikos; Aladdin e Jasmine rimasero a bocca aperta, ma poi Aladdin, cercando di mantenere la calma, chiese: “E se anche fosse così, a te cosa importerebbe ?”. “Nulla di diverso, di ciò che la mia mente diabolica abbia già pensato” rispose Mekanikos. “Come hai fatto a scoprirlo ?” domandò Jasmine. “A quanto pare, un membro della famiglia non riesce mai a tenere la bocca chiusa” rispose ridendo Mekanikos e, dopo aver azionato qualche leva del suo robot, un lato di metallo si abbassò, rivelando all’interno della “pancia” del robot, Cassim legato ad un palo di ferro con le braccia e, accanto a lui, Genio dentro ad un’ampolla, collegata al robot tramite un tubo. “Papà ! Genio !” gridò Aladdin, guardandoli; poi, guardò Mekanikos ed aggiunse replicando: “E’ con me che ce l’hai, quindi lasciali andare !”. “E perché mai dovrei lasciarli andare ? Mi sto così tanto divertendo a fare il cattivo” disse ridendo Mekanikos ed azionando altre leve, fece muovere lo scarabeo robot, creando caos sotto di se. “Aladdin, dobbiamo liberare tuo padre ed il Genio” disse Jasmine. “Ma prima, però, dobbiamo fermare Mekanikos” disse Aladdin e si guardò intorno, quando vide una corda appesa ad un catenaccio di un muro; quindi riguardò Jasmine, dicendole: “Coraggio, ho un piano” e dopo che Abù fu andato sulla sua spalla, i due saltarono su Tappeto: volarono verso la corda; la presero e poi incominciarono a volare velocemente intorno allo scarabeo robot. “Sei sicuro di sapere quello che stai facendo ?” chiese Jasmine. “Fidati di me” rispose Aladdin e srotolò la corda, finché non fu del tutto lunga; volavano sempre più velocemente e, mano a mano che giravano intorno allo scarabeo robot, Aladdin legava le zampe del robot con la corda.

“Maledetti ! State fermi ! Così non è divertente !” replicò arrabbiato Mekanikos e, azionando un’altra leva, lo scarabeo robot aprì la bocca, cercando di mangiare Aladdin e gli altri. “Figliolo, state attenti !” gridò Cassim. “Non mi scapperete !” replicò Mekanikos e Tappeto venne preso per la parte finale, dalla bocca dello scarabeo robot, facendo cadere a terra Aladdin, Jasmine ed Abù. “Dobbiamo aiutarli” disse Cassim, guardando Genio accanto a se. “Ottima proposta: provvedo subito” disse Genio, ma ogni trasformazione che compiva, non riusciva a farlo uscire da quell’ampolla. “E quello cosa sarebbe ?” domandò Cassim, guardando l’ultima trasformazione del Genio, che riguardava un insieme di un albero (il corpo); di una trombetta (il naso); una scimmia ( la lunga coda) ed una gallina (le zampe). “Io la chiamerei, una trasformazione a sorpresa” rispose Genio, guardandolo; Cassim alzò gli occhi al cielo, per poi guardare dove Aladdin, Jasmine ed Abù erano finiti e dire: “Spero solo che stiano bene”. “Come vedi Aladdin, la fortuna gira anche dalla mia parte” disse Mekanikos. Aladdin; Jasmine ed Abù si ripresero dalla caduta: “Aladdin non ha funzionato” disse Jasmine. “Funzionerà, fidati” disse Aladdin. “Aladdin non puoi nulla contro di me: sei rimasto lo stesso di anni fa. Perderai e dovrai dire addio a tutti coloro che ami” disse Mekanikos. “Allora coso blu ci sei riuscito ?” chiese Cassim, guardando il Genio, che si era trasformato in un cavatappi, rispondendogli: “Scusami capitano, ma proprio non ci riesco” e ritornò normale.  “Ora come faremo a salvare tuo padre ed il Genio ? Tappeto è bloccato” domandò Jasmine e guardarono Tappeto che, per metà, era bloccato sotto ad una pietra, caduta dopo l’attacco di Mekanikos. “Troveremo un modo e li salveremo” disse Aladdin.“Aladdin, preparati ad una dolorosa sconfitta” disse ridendo Mekanikos, ma appena azionò una leva per far muovere lo scarabeo robot, a causa della corda che gli legava le zampe, cadde a terra, con un forte tonfo, alzando altra polvere e causando altre macerie.

“Papà ! Genio !” gridò Aladdin e, insieme a Jasmine ed Abù, corse verso il robot a terra; spostò alcune pietre, per poi vedere Cassim, ancora legato e Genio, ancora dentro l’ampolla. “State bene ?” domandò Aladdin. “Starei meglio slegato da questa cosa” rispose Cassim. “Jasmine slega mio padre: io mi occuperò di liberare Genio” disse Aladdin e, mentre Jasmine slegava Cassim, Aladdin cercò di togliere l’ampolla dal robot. “Al, mi dispiace” disse il Genio. “A dopo con le scuse: dobbiamo andarcene da qua, prima che Mekanikos si riprenda” disse Aladdin e, con un ultimo forte strattone, riuscì a togliere l’ampolla dal robot e, dal buco, Genio uscì e, nello stesso momento, anche Jasmine riuscì a slegare del tutto Cassim, per poi sorreggerlo, visto che aveva un po’ di ferite. “Ok, ora liberiamo Tappeto e ritorniamo al palazzo” disse Aladdin, ma in quel momento, qualcosa si staccò dall’alto del robot: tutti alzarono lo sguardo, per vedere Mekanikos all’interno di uno scarabeo più piccolo di quello che aveva utilizzato fino a quel momento. “Ci rivedremo Aladdin” disse Mekanikos e se ne andò; calò il silenzio. “Che strano” disse Aladdin. “Che cosa che è strano ?” chiese Jasmine. “Se ne è andato, senza attaccarci” rispose Aladdin, guardandola. “E questo che vedi intorno a noi non lo chiami attacco ?! Tantissime case sono state distrutte; le persone erano in preda al panico; io e Genio siamo stati catturati. Questo è stato un attacco !” replicò Cassim. “Ci avrebbe riattaccato: questo non è da Mekanikos” disse Aladdin, guardandolo, ma dopo che Cassim lo guardò a sua volta con poca fiducia, aggiunse dicendogli: “Senti, tu non conosci Mekanikos, come lo conosciamo noi altri: lui non è il tipo da “attacco e fuggi”; quando attacca, lo fa sul serio e va fino alla fine”. “ Proprio come faceva un perfido Visir di nostra conoscenza” disse Genio e la sua faccia si trasformò in quella di Jafar, per poi ritornare normale. “Ritornerà, ne sono sicuro: non ha finito il suo obiettivo” disse Aladdin. “Ed il suo obiettivo saresti tu ?” domandò Cassim. “Sì: vuole uccidermi o, almeno, farmi soffrire: tutti i cattivi che ho sconfitto, lo vogliono” rispose Aladdin. “Bè, ora non importa, perché non sta qua” iniziò col dire Cassim, staccandosi da Jasmine e facendo qualche passo avanti; poi si fermò ed aggiunse chiedendo: “E Casim dove è ? Ho voglia di rivedere la mia dolce nipotina”. “E’ a palazzo: abbiamo deciso di lasciarla con il Sultano e Iago, così da tenerla fuori dai pasticci” rispose Aladdin. Cassim lo guardò, dicendo: “Ancora mi meraviglia il fatto che, almeno per una volta, vi abbia ubbidito e…”, ma non fece in tempo a finire la frase che svenne a terra. “Papà !” gridò Aladdin e, insieme a Jasmine, Abù e Genio fu subito al suo fianco. “Aladdin, ma che cosa ha ?” chiese preoccupata Jasmine; Aladdin mise un orecchio sul petto del padre, per poi dire: “Respira ancora”; poi guardò Genio e disse: “Libera Tappeto: dobbiamo tornare immediatamente a Palazzo” e Genio, dopo essere andato accanto alla roccia che intrappolava Tappeto, si trasformò in un crick e, con una leva, alzò la roccia, liberando Tappeto, il quale volò velocemente verso Aladdin; anche Genio andò da loro e, dopo aver aiutato Aladdin a mettere Cassim su Tappeto, si trasformò in un jet, dentro al quale ci salirono Jasmine ed Abù. “Aladdin, vieni” gli disse Jasmine. “No, vado con mio padre, così mi accerto che non cada, anche se mi fido di Tappeto” disse Aladdin, guardandola e, dopo che fu salito su Tappeto, questi partì a tutta velocità. “Si prega di rimanere sempre seduti durante tutta la durata del viaggio” disse Genio /Jet e partì a tutta velocità, superando Tappeto.





Note dell'autrice: finalmente ecco un nuovo capitolo. Lo so ci ho impiegato un pò a scriverlo, ma almeno come avete letto, la pace ad Agrabah, non è durata molto. Mekanikos, lo strambo scienziato greco, è ritornato per vendicarsi di tutte le sconfitte subite da Aladdin e company e quale modo migliore per vendircarsi se non catturare il papà del nostro eroe ed il Genio ? E chi, ovviamente, dei membri della famiglia, avrà spifferato che Cassim è il papà di Aladdin ? Come mai Cassim è svenuto così all'improvviso ? A causa delle ferite riportate durante la battaglia contro Mekanikos o c'è altro ? Al prossimo aggiornamento; grazie per eventuali recensioni e per chi segue o voglia seguire la mia storia. Qualunque cosa mi fa piacere

Un bacio, Vale
  
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