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Autore: topstiel    30/07/2014    4 recensioni
Sei seduto in un letto, e la tua immagine sprofonda nel buio.
Accanto a te, dorme serenamente un bellissimo sconosciuto,
non lo conosci, ovvio, ma il modo in cui le tue dita scorrono lungo la sua pelle
ne tracciano i contorni e si arricciano in una soffice presa,
giuri di averlo fatto per anni.
{AU, Castiel è l’adorabile hipster più conosciuto di tutta Berkeley, ma nessuno sa quanto sia ridotto in pezzi. Dean, meccanico part time ed impertinente fratello maggiore, per fortuna, ha una buona scorta di colla e nastro adesivo.}
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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SUPERNATURAL FANDOM WE MEET AGAIN.
In realtà è una cosina che iniziai a scrivere meeesi fa, ma inizialmente volevo completarla prima di postarla. Sto attualmente scrivendo il terzo capitolo perché mi sono allontanat* dal fandom e sono succese altre cose e solo ieri ho finito la nona stagione e ho pensato "Perché no? Come potrei sputtanarmi peggio se non postando una fanfiction dove Castiel è un ridicolo hipsterboy?".
Detto questo, come al solito, sono mooolto gradite delle recensioni perché, sigh, nonostante abbia il supporto di diversi amici, più lo rileggo, più mi sembra banale. Dean è una merdina con l'informatica ma quello si sapeva. E Charlie e la mia bambina. Sam. Voglio che ci sia molto SamJess. E IL PROSSIMO CAPITOLO E' MOLTO CARINO IS2G.
Okay. Buona lettura. Non ridete di me.









✖ ETERNAL ✖

1. agg.
 che si estende infinitamente nel tempo,
che non ha principio né fine


Apparentemente tutti lo conoscono sotto il nome “Castiel”. E Dean non dovrebbe pensare che la cosa sia abbastanza forte, ma il modo in cui la parola scivola via dalle sue labbra, in un curioso sussurro rivelato al nulla, gli piace. Sa di giusto.

Ma cosa c’è di giusto in una patetica cotta verso un ragazzo pretenzioso e conosciuto da tutti?

Castiel è. Esiste nella vita di Dean, raffigurato come un affresco, sempre di fretta, con una cartella blu con qualche sporgente foglio sottomano, ed enormi maglioni dai colori strampalati, appena visibili sotto un vecchio trench che non va affatto ad abbinarsi con il resto dello stravagante abbigliamento; ad iniziare dagli anfibi verdi e i pantaloni troppo stretti, i larghi cardigan in lana e i berretti con sopra cucite orecchie da gatto.
Castiel è, corre nell’oceano di persone e si sistema svogliatamente gli occhiali sulla punta del naso, saluta con spigolosi sorrisi i compagni del campus e si ferma accanto a Dean ogni mattina, davanti alla fermata del treno, ignaro dei due studiosi occhi verdi che raccattano ogni minimo dettaglio.
Castiel è. Semplicemente è. Mare in tempesta, turbine di emozioni.


"Dean?" la voce di Charlie lo fa sussultare. Le rivolge un’occhiata smarrita, dopo aver distolto lo sguardo dalla fonte della sua distrazione, e, sospirando, beve un lungo sorso del suo espresso, ormai tiepido. La caffetteria è affollata da orde di universitari, durante l’ora di pranzo, ma Dean è sorpreso nel vedere Castiel, con i suoi capelli arruffati e la sua sciarpa a motivo natalizio, seduto su un tavolo disposto davanti la vetrina, con la compagnia di un ragazzo biondo, il quale porta una maglione con il collo esageratamente a V e dall’aspetto poco raccomandabile, equo a quello della ragazza intenta a leggere il menù con aria annoiata, seduta davanti a Castiel.

"Uh?"

Dean ha approfittato dell’occasione per chiedere a Charlie di Castiel, perché lei sa sempre tutto di tutti e, inoltre, ha conoscenze nell’Università di Berkeley. E’ anche grazie a lei se, almeno, conosce il suo nome. Oh Dio, si sta comportando come una ragazzina.

"Ti ho chiesto perché chiedi di Cassie." ripete lei, subito dopo aver premuto qualche tasto del proprio cellulare, rivelando un piccolo e giocoso sorriso - probabilmente si stava scambiando qualche messaggio con Gilda. Alza lo sguardo dallo schermo e, in un attimo, i lati delle sue labbra si piegano ulteriormente verso l’alto. "Oh! Capisco."

Dean inarca un sopracciglio, sentendosi immediatamente violato. Contrae il viso in una smorfia e scuote il capo, odiando la sensazione di calore sulle sue guance. E’ davvero pieno di gente. Magari hanno acceso troppo il riscaldamento. Ugh. “Non essere ridicola.” sputa tali parole velocemente, incrociandosi le braccia al petto dopo aver lasciato scivolare giù la zip della giacca di pelle, in modo da aprirla.

Charlie ride. “La tua faccia è ridicola.” afferma con sicurezza ed un ghigno malandrino, e il Winchester rotea gli occhi al soffitto con aria frustrata, per poi passarsi il palmo sul volto ed esclamare: “Davvero maturo da parte tua!”

L’amica fa spallucce, storcendo la bocca con noncuranza. Beve un sorso dalla propria tazza e si prende un momento per raggruppare i pensieri. Una sua mano va a giocare con la bustina di zucchero vuoto che giace sul piattino e, con l’altra, si cura di sistemarsi la frangia. Dean la osserva nervoso.

"Castiel, Castiel." inizia a parlare, infine, puntando gli occhi sul ragazzo di fronte a lui. Il suo tono ha una punta di malizia. "O lo ami, o lo odi. Vediamo— cosa posso dirti di lui? Non ci ho parlato molto spesso di persona. So che ha un blog abbastanza famoso su tumblr, ci ho chiaccherato lì e-" Charlie si blocca, notando l’aria persa sul volto di Dean. Si schiarisce la voce e si dà una veloce occhiata in giro, tenendo entrambi i palmi congiunti sulla tazza. "Tumblr è un social network." spiega.

"Tipo facebook?" domanda Dean, confuso. Charlie assume un’espressione stupefatta, quasi infastidita. Fa un gesto a mezz’aria con la mano, come a cacciar via la blasfemia appena detta dall’amico. "Meglio." replica lei.

"Ma dicevo. Si dice in giro che il suo vero nome sia James Novak, ma che preferisce farsi chiamare Castiel per motivi che mi sfuggono. Circolano diverse voci a riguardo. Devi sapere che Castiel è il nome di un angelo. Gli scettici dicono che si vuole far chiamare così per darsi qualche aria."

Dean fa uno sbuffo con il naso a quella teoria. Con la coda nell’occhio, può intravederlo mangiare un hamburger, mentre la ragazza che siede sul posto opposto a lui gli ruba qualche patatina, ridendo e scherzando con Collo-a-V al ricordo di una loro amica. Annuisce ogni tanto, intervenendo al discorso lontano alle orecchie di Dean.

"Alcuni pensano che sia dovuto a un personaggio dei libri di Carver Edlund e c’è chi dice che sia semplicemente perché Castiel è il suo url di tumblr-" all’ennesima occhiataccia di Dean, sospira. "E’ qualcosa come il nome che attribuisci al tuo blog.
Ma questo non importa. Quello che so su di lui è che ha una famiglia grande. Gilda ha un amico di un’amica di una sua sorella, Anna Novak. Non è male, sai? Affatto. Sarebbe anche del tuo tipo. Ma Losechester doveva prendersi una cotta proprio per il piccolo hipster più amato di tutta Berkeley. Adorabile.”

"Non ho una cotta." replica immediatamente Dean incrociandosi le braccia al petto, e Charlie fa finta di non sentirlo mentre fruga nella borsa in cerca del portafogli.
Non ricevendo alcuna risposta, se non un distratto mugolio, Dean sospira. “Lascia, pago io.” la avverte.

Quando entrambi si alzano, Dean diretto verso la cassa e Charlie intenta a sistemarsi il cappotto, Castiel alza lo sguardo, attirato da una voce familiare. Fa un cenno con il capo a Charlie, sollevando due dita in gesto di saluto, e la sua attenzione si dissolve subito, tornando all’hamburger che tiene tra le mani. Dean storce le labbra.

Non ha una cotta. Non importa.

 
 


Quando, quella sera, Dean fa ritorno nell'appartamento che condivide con due suoi amici, lo trova vuoto.
Sorpreso, si dà una veloce occhiata intorno, confermando mentalmente l'assenza di Victor e Ash. Soddisfatto di avere la dimora libera, almeno per il momento, si aggira per il disordinato salotto, dove lo attende un albero che deve ancora essere decorato e ghirlande abbandonate sul pavimento, qualche pallina che trema, mossa dal suo passaggio, e la televisione ancora accesa, lasciata in muto. 

Dean sospira alla vista di quel casino, troppo pigro per curarsene più di tanto. I suoi occhi vanno a finire sul tavolino piazzato davanti al divano, dove, tra le cartacce e i libri della facoltà di giurisprudenza di Victor, sta il suo laptop.
Sicuramente, Dean non è una persona che trascorre molto tempo al computer, si limita sempre ad usarlo nei momenti di vera noia, scaricando album inediti dei Pink Floyd e guardando anime (il fatto che essi includano tentacoli e scene sconsigliate ai minori non sono altro che dettagli). Al contrario di suo fratello Sam, a cui rivolge un breve pensiero, vedendolo già immerso tra i libri e illuminato dalla fioca luce del monitor del suo computer. Piccolo adorabile nerd

Dopo aver scansato un ammasso di briciole che giacevano sul divano da chissà quanto, Dean si siede su di esso ed afferra il suo pc. Scrutandosi attorno, come se i suoi coinquilini potessero comparire da un momento all'altro e ridergli in faccia per motivi che il ragazzo crea nella propria mente, preme il tasto di accensione, tamburellando con le dita sulla sezione vuota sotto alla tastiera. Le parole di Charlie gli invadono i pensieri, seguite immediatamente dalla figura di Castiel. Dean si morde il labbro inferiore, mormorando un: "Oh, al diavolo tutto."

Quando, finalmente, lo schermo mostra il suo sfondo - il logo dei Led Zeppelin -, Dean clicca sull'icona di internet, ritrovandosi a fissare con aria pensierosa la barra in alto che mostra l'url di ogni sito. 

Mettendo a tacere le voci che, nella sua testa, gli dicono quanto sia patetico, Dean digita sperimentalmente "tumblr" nella barra di ricerca - ignorando il fatto che prima sbaglia qualche volta a scrivere il nome del sito; trovandosi nella pagina del log-in, aggrotta le sopracciglia assumendo un'espressione accigliata e, dopo un momento di perplessità, decide semplicemente di cercare il nome del ragazzo affiancato a quello del sito, il quale si rivela essere troppo difficile per lui.
Spera che, almeno, Castiel non sia altrettanto difficile da capire. 

Dean ricorda precisamente la prima volta in cui aveva intravisto Castiel in mezzo al mondo, tutto capelli arruffati e labbra imbronciate.
Era l'autunno scorso, e nelle sue orecchie ancora riesce a sentire il borbottio di Bobby riguardo alle foglie che andavano a coprire i parabrezza delle auto del garage.
Capitò che un giorno si era svegliato prima del solito, solo una luce illuminava l'appartamento, e proveniva dalla camera di Ash, probabilmente intento a smanettare uno dei suoi aggeggi elettronici. O a masturbarsi. Ugh.
Aveva strascicato i piedi verso la cucina, e, per sua sfortuna, aveva trovato la credenza priva persino di uno scadente barattolo di polvere per caffè istantaneo. Si era vestito, maledicendo a bassa voce i propri coinquilini, entrambi troppo indaffarati a studiare o ubriacarsi per tener conto del luogo in cui vivevano, e, con le mani in tasca ed addosso una felpa che apparteneva a Sam - dimenticata lì dalla sua ultima visita, si era diretto verso il Walmart più vicino.
Fu lungo la strada che lo vide. Una chiazza di colore che faceva jogging. Dean ricorda il suo stupore nel vedere una t-shirt grigiastra con il logo degli AC/DC (perché hey-- ragazzo attraente con una maglia di un gruppo rock). Ricorda delle ridicole scarpe dai colori troppo accesi, e ricorda due cuffie che trattenevano della musica indie - probabilmente sconosciuta al resto del mondo-, dal disturbare la quiete mattutina con un volume troppo alto. Lo aveva visto fermarsi ed appoggiarsi ad una staccionata, il telefono tra le mani mentre cercava di cambiare canzone. Aveva sorriso, Dean, poi aveva continuato per la sua strada: la spesa, un buon caffè caldo, il treno, il lavoro da Bobby.
Quella notte, però, Dean sognò capelli scompigliati ed occhi blu, quando, in realtà, non si ricordava nemmeno di che colore fossero i suoi occhi, ma lasciò che la propria mente manipolasse la figura di quello sconosciuto adocchiato sulla strada per il Walmart.
Quando diversi giorni dopo lo rivide, in piedi ad aspettare il treno con uno zaino tappezzato di spille ed un'espressione da martire da primo giorno di università dopo le vacanze, seppe che dimenticarsi di quel volto sarebbe stato difficile.

Ed eccolo lì, a fissare una singola foto comparsa sullo schermo del suo computer come un maniaco. Quasi non si è accorto della pagina che ha finito di caricarsi, perso nei propri pensieri tinti di blu, ed ora una canzone su una donna chiamata Arabella si diffonde per tutta la stanza. 
Sul lato sinistro della pagina, Castiel ha lo sguardo puntato sull’obiettivo ed una mano tra i capelli. Le sue labbra sono bloccate in un broncio e sul viso vi è la solita espressione accigliata. Ispida barba copre il suo viso e, dalle maniche del maglione indossato - che Dean riconosce subito -, fanno capolino lunghe dita che si intrecciano tra la massa scompigliata di ciocche more.
Dean si prende un lungo momento per studiare il ragazzo per cui ha una patetica cotta, lasciando che la canzone giunga al proprio termine con il cantante che confida agli ascoltatori su come la ragazza di cui è infatuato abbia lasciato un’impronta nella sua anima. Dean può capirlo.

Dopo aver esaminato il suo blog - il quale è pieno di foto insensate, come scritte motivanti con alberi o paesaggi innevati sullo sfondo -, Dean si rende conto che è possibile lasciargli messaggi anonimi. Le sue dita corrono lungo la tastiera non appena ne viene a sapere.
Prima di mandare, esita per un secondo, decidendo di firmarsi.

La risposta è quasi immediata.

Anonimo ha detto: forse te l’hanno chiesto in tanti ma ti ha fatto male quando sei caduto dal paradiso????? -W

castiel: Non capisco di cosa tu stia parlando. E la carenza del rispetto della punteggiatura della tua domanda mi preoccupa.

Dean strabuzza gli occhi, e subito dopo una piccola risata esce dalla sua bocca, perché quasi riesce a vederlo, seduto davanti al computer a fissare la sua domanda con il capo leggermente inclinato, confuso.

Anonimo ha detto: un viso come il tuo non può che appartenere ad un angelo -W

castiel: Mi dispiace avvisarti che l’immagine che ti sei fatto degli angeli è del tutto errata. Gli angeli sono combattenti fatti di luce e Grazia, dubito abbiano un aspetto umano.

Anonimo ha detto: era solo un modo di dire.. mai sentito parlare di flirt? -W

castiel: Perché mai dovresti flirtare con me?

Rilegge la risposta di Castiel più volte, e svariati motivi scorrono nella sua mente. Perché mi fai comportare come una dodicenne alle prese con la sua prima cotta. Perché ignori la mia esistenza. Perché vorrei affondare le mani nei tuoi enormi e ridicoli maglioni e scoprire cosa ci sia sotto. Perché sono un idiota.

"Perché sei interessante." digita sulla tastiera, non cercando nemmeno di nascondere il sorriso che si forma sulle sue labbra quando i suoi occhi finiscono per l’ennesima volta sulla foto di Castiel.

Immerso nei pensieri, non sente la serratura scattare e, al “Piantala di guardare porno, Winchester!” esclamato scherzosamente da Ash, sobbalza e chiude immediatamente il computer, rivolgendo all’amico un’occhiataccia.

È senza speranze.
   
 
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