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Autore: malecseal    31/07/2014    3 recensioni
Dopo un anno dalla sconfitta di Gea Jason, Frank e Hazel raggiungono i loro amici al campo Mezzosangue per un'allegra festicciola. Il figlio di Giove e il figlio di Efesto però voglio a tutti i costi fa rivelare a Nico la sua cotta per Percy, e questo avviene in modo decisamente... drastico! Cosa succederà?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una serata abbastanza tranquilla al campo mezzosangue. Era passato quasi un anno dalla sconfitta di Gea, e Nico di Angelo sedeva davanti alla finestra della cabina 13, osservando il cielo stellato. Aveva promesso che se ne sarebbe andato dovo aver aiutato i suoi amici, ma non ce l’aveva fatta. Non con gli irresistibili occhi di Percy che lo imploravano di rimanere al campo.  Ed ora lui era costretto a vedere le sue  continue effusioni con Annabeth. Il figlio di Ade stava maledicendo Percy, quando dei battiti fortissimi alla porta lo fecero sobbalzare. “C-checcosassuced?” Esclamò, afferrando istintivamente la sua spada di ferro dello stige. “Ehi amico! Apri questa porta” disse la voce di un figlio di Giove fin troppo allegro. Nico tirò un sospiro di sollievo e andò ad aprire la porta con la migliore delle sue facce accigliate. “Jason! Che cavolo…?” Si interruppe vedendo Leo, Jason, Piper, Hazel, Frank, Annabeth e soprattutto Percy che esibivano sorrisi a trentadue denti verso di lui. “Ciao fratellino!” Lo salutò Hazel schioccandogli un bacio veloce sulla guancia. “I nostri amici del campo Giove sono passati  per un salutino” spiegò allegra Piper “E vogliamo beh… festeggiare i vecchi tempi! Vieni con noi!”. Nico li guardò torvo “Lo sapete che odio le feste!” Jason fece per dargli una pacca sulla spalla con chissà quale invito allettante, ma quando intese il cenno di Nico verso Percy decise di desistere. “Sei impossibile” gli mimò con le labbra, poi alzò le spalle “Bene, se all’ultimo hai un moto di affetto verso di noi ci trovi nella cabina di Poseidone” disse, e si allontanò da Nico. Gli altri lo seguirono con la faccia dispiaciuta. Sapevano che non era il caso di insistere. L’ultimo a voltarsi fu Percy, che scoccò al figlio di Ade un’occhiata colma di dispiacere. Vedendo quegli occhi verdi smeraldo Nico arrossì fino alle orecchie “E va bene! Mi  hai convinto!” Sbottò. “Grandioso!” Cinguettò Percy e –lui a destra, Jason a sinistra- presero  a braccetto il povero figlio di Ade che da bianco mozzarella era diventato rosso pomodoro.
                                                                                          ***
Arrivati nella cabina tre, Nico notò che Frank e Leo portavano due enormi borsoni ciascuno. “Che cos’è quella roba?” chiese curioso. “Oh… beni di prima necessità!” disse soddisfatto il figlio di Marte  tirando  fuori panini e tramezzini dal suo  borsone. “Puoi dirlo forte ragazzone!” Ridacchiò Leo vuotando il contenuto  del suo borsone. “Leo! – esclamò Annabeth- quello è alcol! Tu e Nico siete ancora troppo piccoli per bere!” “Eddai sapientona” rise Percy circondandola affettuosamente con un braccio “Per stasera divertiamoci, non capita tutti di poter festeggiare la sconfitta della Grande Madre Terra”. Annabeth sbuffò ma poi fece un sorriso tirato. “Io non bevo” mormorò il re dei fantasmi. “Dai, zombie!” Esclamò Leo allegro, ignorando l’occhiataccia di Hazel per aver chiamato il fratello in quel modo “Solo un bicchierino!” Nico lo guardò torvo ma alla fine, forse per far star zitto il figlio di Efesto, afferrò il bicchiere che lui gli porgeva e bevve tutto d’un fiato. Evidentemente quella roba era più forte di quanto Nico avesse immaginato, notò Percy, perche divenne rosso e cominciò a tossire. “Ehi piano! Così vai a fuoco!” “Non mi dispiace! Posso averne un altro?”. Leo fu ben lieto di accontentarlo, mentre Jason ridacchiava e dava pacche sulla schiena del figlio di Ade. Perché quei due insistevano a far bere Nico? Si chiese Percy. Mah. La festicciola, tra chiacchiere e bicchieri, andava avanti tranquilla, finchè Jason si alzò in piedi e dichiarò “propongo di giocare a obbligo o verità! Chi è d’accordo?”
                                                                                             ***
La bottiglia girò e puntò un Nico decisamente brillo. A Jason brillarono gli occhi di una luce maliziosa.  Piper gli scoccò un’occhiata del tipo “Tu e quel mascalzone di Leo vi eravate messi  d’accordo?” ma lui non ci fece caso. “Obbligo o verità?” Nico fece un singhiozzo da ubriaco che fece nascondere ad Hazel la faccia tra le mani poi biascicò “Obbligo” e scoppiò in una risatina isterica. Jason si sorprese che avesse scelto subito l’obbligo a cui lui avrebbe voluto arrivare in modo più soft, ma visto che Nico probabilmente non aveva scelto in modo cosciente e  dopo dodici ore non avrebbe ricordato nulla, decise di  fargli fare una cosa che non avrebbe MAI fatto da sobrio.  “Devi baciare la persona più sexy in questa stanza!” Disse. Leo fischiò “Mi vuoi vedere accoppiato con Di Angelo, amico!” Nico ridacchiò “So che speri in me, Grace, ma non mi interessi”. Si alzò barcollando, si mise davanti a Percy e lo baciò. Il figlio di  Poseidone sbarrò gli occhi ma non si ritrasse, anzi: fu Nico a staccarsi da lui. “… ti odio Jackson” mormorò guardandolo con gli occhi sbarrati, poi cadde addormentato. Il silenzio era imbarazzante, lo sguardo di trionfo di Jason si opponeva a quello confuso  di Percy. “Beh… è cascato come una pera” commentò Leo per smorzare la tensione “il piano del principe del cielo qui presente ha funzionato”. “Lo hai fatto apposta Jason!?” lo rimproverò Piper. “Quando si sveglierà il povero Nico si arrabbierà a morte, e gli darò ragione” “Ehi Piper, io volevo solo aiutarlo a…” “Forse è meglio che lo porti nella sua cabina” li interruppe Percy, sollevando il più piccolo addormentato.  Jason fece per accompagnarlo, ma Hazel lo trattenne, guardando teneramente il fratello.
                                                                                              ***
Percy camminava verso la Casa 13, guardando il viso di Nico tra le sue braccia. Entrò nella costruzione nera e posò il figlio di Ade sul letto con le coperte verdi. Nessuno l’avrebbe mai detto: l’interno di quella casa non tutto era nero, ma  le tende, le coperte, e altri oggetti erano di un verde intenso. Verde speranza. Senza chiedersi il perché Percy  si sdraiò accanto a Nico e cominciò a riflettere accarezzandogli i capelli neri. Fatta eccezione per l’odore di alcol, quel bacio… gli era piaciuto. Le labbra di Nico erano sorprendentemente morbide, calde e gradevoli… più di  quelle di Annabeth, pensò il figlio di Poseidone quasi con vergogna. Dopo un po’ (Percy non seppe dire quanto) Nico si svegliò e lo fissò con quegli enormi occhi neri e profondi. Percy gli sorrise, e dopo qualche istante  si ricordò tutto e si ritrasse bruscamente. Il più grande lo tranquillizzò stringendolo tra le braccia. “Va tutto bene” disse. “Non mi sono arrabbiato.” Nico si tranquillizzò in quell’abbraccio. “Quindi… non ti faccio schifo? Non mi odi? ”Chiese titubante. “Come potrei odiarti?” Sussurò Percy, sfiorandogli le labbra con le proprie. “Mi è piaciuto, Nico. Non so, perché, se è grave o no, non mi interessa. Ma è stato più piacevole che baciare Annabeth, devi credermi.” “Sei  sicuro? Come farai a… dirlo a tutti?” disse Nico, sempre piano, come se ci fosse qualcuno a spiarli nella cabina 13, e non ci  fossero solo loro due, sdraiati sul letto con i visi praticamente attaccati. “Non lo so, non voglio pensarci adesso. Adesso voglio pensare a stare qui con te”. 
  
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