Hydell cercò di convincere se stesso che non riusciva a
muoversi perché AVEVA DECISO di rimanere fermo, in realtà il terrore che lo
stava logorando dall’interno non gli permetteva neppure di pensare. Fu però in
un attimo che, forse per miracolo, forse semplicemente per l’altro se stesso
che cercava di scuoterlo, in un lampo di ragione riuscì a schivare quella sorta
di martello che di così grandi non ne aveva mai visti. Sgusciò tra le gambe del
demone toro e sfoderò deciso la spada come se volesse davvero provare a
combattere.
«Guarda che ti faccio alla brace! Al falò» disse cercando sicurezza. Il demone
non attese e partì con un altro colpo che fece tremare il lungo ponte in cui si
trovavano lui e il suo bersaglio. Il guerriero fu spiaccicato al suolo ma
rialzandosi riuscì a indietreggiare ancora di qualche passo.
«DICO IO, se invece di ‘sto stuzzicadenti, quel mercante del cazzo mi avesse
droppato uno spadone, ora ti farei il culo!» gridò schivando un altro colpo e
passando nuovamente tra le gambe del toro. Fu in quel preciso momento che vide
davanti a sé una piccola apertura nelle difese nemiche e decise di provare un
fendente. Il demone non lo sentì neppure.
«Eh ma IL CAZZO» disse mentre veniva mandato a fare amicizia con la
pavimentazione in pietra del ponte. Il demone balzò intanto all’indietro
studiando un altro attacco mentre Hydell si rialzò lentamente, ormai in fin di
vita.
«BAH impossibile» disse guardando il mostro, poi si toccò le tasche in cerca di
qualcosa, qualsiasi cosa.
«Ah sì, ste borracce. Boh io bevo».
Si gettò in faccia l’estus ma nel momento esatto in cui cominciava a sentire un
certo tepore rasserenante nel suo corpo, due frecce lo centrarono in testa,
lasciando al toro il colpo di grazia.
«BOOM, HEADSHOT!» avrebbero detto i non morti in cima alla torre se avessero
avuto ancora il senno…
SEI
MORTO…
Hydell trasalì, risvegliatosi dal torpore: era sempre li, la
morte non lo coglieva se non nell'aspetto fisico. Ricordò di esser perito in
maniera stupida contro un cavaliere fatto di pietra, e riprendendo coraggio
riprese il cammino. Ripercorse per l'ennesima volta quel borgo che iniziava ad
odiare con tutto il cuore, e tornato alla porta che lo avrebbe condotto al
luogo del precedente game over decise di ignorarla.
«Non sono ancora al tuo livello, ma tornerò a prenderti bastardo».
Ferito nell'orgoglio salì una rampa di scale a chiocciola e superata l'ennesima
nebbia sapeva che li lo avrebbe atteso una grande sfida. Vide sul ponte una
nuova pozza di sangue verdognola e non esitò a raccoglierla: un flash gli
percorse la testa e in qualche modo cominciava a capire il motivo di quei vuoti
di memoria. Ebbe la visione di un ragazzo con le sue fattezze, solo
estremamente nabbo e cagasotto rispetto a lui e seppe che a breve un enorme
demone lo avrebbe raggiunto in quello scenario. L'unica spiegazione che poté
darsi era che probabilmente egli condivideva il corpo con un'altra anima legata
anch'essa all'indistruttibile destino dei non-morti. Suppose che a ogni morte
tornava al falò, ma rimanendo incatenato a esso dava spazio alla sua
controparte nabba; solo alla morte di quest’ultimo avrebbe potuto a sua volta
riprendere coscienza di sé. Mentre ragionava su queste teorie il demone toro si
fece avanti e Hydell sembrò già conoscerne il moveset. Ciò facilitò le schivate,
ma per quanto la sua mente sapesse cosa fare il suo corpo non aveva ancora
l'esperienza necessaria per gestire uno scontro del genere, e a qualche
schivata seguiva inevitabilmente un colpo subito. Finì presto le fiaschette
d'estus e correndo verso la via d'uscita si ritrovò spalle al muro.
«Sto per perdere e non mi è permessa la fuga...»
Fu in quell'istante che dietro al demone toro gli fu evidente l'enorme torre
con tanto di scala sul lato, e così gli tornò in mente quella freccia scagliata
in precedenza contro il suo alter ego. Smise di pensare e iniziò a correre verso la torre passando da
sotto le gambe del demone, e una volta arrivatole di fronte scrisse un messaggio
per terra rivolto all'altro sé, che recitava: «attenzione scala, salto ownare
male». Per qualche motivo non riuscì a esprimersi come voleva, forse per la
fretta o forse boh. A quel punto il demone lo raggiunse e con un colpo gli levò
l'ultimo briciolo di vita.
SEI
MORTO…
«Mamma mia l’odio profondo che sto provando per questo posto!»
disse Hydell risvegliatosi nuovamente al falò del borgo dei non morti. Se la
fece malamente a corsa cercando di raggiungere la nebbia del demone toro. Ci
arrivò con non pochi problemi, aveva di fatto già finito le estus, ne era
rimasta forse una per combinazione, e sospirò pronto ad attraversare di nuovo
la nebbia.
«Stavolta gli faccio il culo, è una promessa» sussurrò a se stesso mentre il
suo corpo si mosse in un inchino non programmato.
«Ma che cazzo mi sta succedendo?» pensò, consapevole di stare perdendo la piena
consapevolezza del proprio corpo. Si gonfiò comunque il petto e partì con spada
e scudo contro il grosso toro che subito gli piombò davanti. Hydell titubò ma
al primo fendendo della creatura, riuscì a schivare ignorando totalmente il
messaggio lasciato dall’altro se stesso.
«Fatti sotto!» gridò impugnando la spada a due mani e colpendo il demone. Non
sembrava averci fatto troppo caso.
«Ma di cosa sei fatto?!».
Il toro effettuò un attacco in salto ma il cavaliere aveva ormai imparato quel
pattern di attacco: gli passò sotto le gambe e finalmente notò una strana roba
per terra che brillava di arancione.
«Che cazz…?». In un primo momento lesse sorpreso, poi alzò lo sguardo e trovò
la scala che saliva in cima alla torre. Ci si fiondò ignorando la pozza di
sangue con le anime e i ricordi dell’altro sé, e una volta giunto vide quei due
maledetti che l’avevano centrato in testa la volta scorsa.
«SURPRISE MOTHAFOCKA!!» gridò devastando i due arcieri, quindi si affacciò e
vide il demone toro sotto di lui incerto sul da farsi. Hydell deglutì e
prendendo la spada a due mani provò un poderoso attacco in salto: il danno fu
enorme e nello sguardo del nemico si lesse la sofferenza. Il non morto non
aveva intenzione di perdere altro tempo e ripeté il tutto un paio di volte:
senza neanche accorgersene aveva sconfitto il pericoloso avversario.
«Non ci credo, non ci posso credere» disse tra le lacrime, cadendo in ginocchio
e ringraziando il sole… un gesto che sembrò quasi l’avvento di una profezia.
Con le millantacinque anime sul groppone, proseguire poteva sembrare alquanto
pericoloso ma non per Hydell, che non aveva ancora neppure capito che al falò
poteva potenziarsi. Si introdusse nella zona più interna del borgo fino ad
arrivare a un punto con tre vie: una porta, un ponte lungo e inquietante e una
sorta di balconata. Andò alla porta:
«Chiusa, chissà perché A CASO lo
sospettavo» pensò.
Andò quindi a destra, sulla balconata e con stupore notò un tizio con una
strada armatura osservare il cielo.
«… ciao?» iniziò Hydell «io sono Hy-».
«SIA LODATO IL
SOLEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE»
gridò male il tipo, perdendosi in una… uhm… strana
posa.
«Ma che arciminchia hai?» chiese il non morto senza parole.
«Non vedi? Il sole è grande. Tutti dobbiamo lodare il sole, perché il sole fa
bene. Chi non prega il sole non è degno del sole, io prego il sole perché sento
che devo trovarlo» blaterò il tipo.
«… cosa?» chiese Hydell.
«Il sole» rispose il cavaliere facendo nuovamente quella posa.
«E certo, io pure coglione che chiedo».
«Cosa ci fai qui se non per lodare il sole? Sai che ti dico? Ho voglia a caso
di ringraziarti per esserti fermato a parlare con me e a lodare il sole, quindi
ti darò qualcosa» continuò quell’uomo.
«Ehm… veramente io non-» provò a dire Hydell.
«Ecco a te, una pietra bianca! Con questa potrai essere convocato per
combattere insieme ad altri valorosi guerrieri, in delle mitiche jolly
cooperation!» continuò imperterrito.
Hydell prese il dono inarcando un sopracciglio, quindi si allontanò lentamente.
«Ora vai per la tua strada, io rimarrò qui ad ammirare il sole… quanto vorrei
essere… … … GROSSLY INCANDESCENT *-*. Ah! Il mio nome è Solaire» disse infine
il cavaliere, tornando assorto in ciò che stava facendo.
«… BOH» disse Hydell andandosene, prendendo per la via del ponte. Purtroppo
però riuscì a fare giusto qualche passo, prima che una fiammata devastante lo
incenerisse. In qualche modo era diventato lui… “grossly incandescent”.
SEI
MORTO…