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Autore: Evillinnie    08/09/2008    6 recensioni
[ Sette drabbles pure, sette peccati capitali, sette frammenti di vetro di un bicchiere chiamato Vita. ]
Come se la vista fosse l'unica piccola consolazione per tenersi aggrappati al ricordo.
Genere: Generale, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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{ Gola
Mela di Biancaneve ~

Le dita di Al stringevano spasmodicamente il Bianco diventando bianche loro stesse.
Le labbra rosse - mela di Biancaneve ancora intatta, priva di morsi, sul bianco sempre troppo chiaro della polpa - circondavano una gomma scura, stringendosi e allargandosi attorno ad essa.
Emetteva mugolii strani (e gli occhi erano chiusi, e le labbra erano sporche).
Edward tese una mano verso il Bianco ed imitò il fratello.
Quando un liquido tiepido arrivò alla sua bocca fu incerto se inghiottire o meno; il piccolo Al scalciò nella sua direzione, aprendo gli occhi pieni di lacrime.
Poco dopo, Edward Elric allattava il suo otooto.
{ Invidia
Giocattolo nascosto ~

Il giocattolo di Ed era più bello (e più preciso, e più vivo).
Aveva un muso vero, e delle gambe vere, e una coda vera - piccolo animale fintamente vero.
Quando avevano fatto vedere i loro giocattoli alla kaa-san, lei li aveva amati con due differenti misure: fu per questo che Al, una notte, decise di rendere falso quel vero finto.
Il giorno dopo il giocattolo aveva un muso finto, e delle gambe finte, e una coda finta - piccolo animale finto con qualcosa di vero.
«Al?» (Il tempo di nascondere il falso) «Te lo regalo, se vuoi.» (e mostrare il vero).

{ Accidia
Cimitero ~

Le iridi erano seppellite nel marmo.
Erano quattro iridi che non piangevano, però guardavano immobili quella lapide chiara, tentando di scrutarvi attraverso.
(Come se la vista fosse l'unica piccola consolazione per tenersi aggrappati al ricordo)
I corpi erano legati al terreno e all'erba, parti del cimitero: non c'era nulla, nulla di ancora vivo in loro.
I loro cuori battevano per pura inerzia (avrebbero anche potuto smettere di battere, in fin dei conti).
«Rimaniamo qui, Al.»
Poi, un pensiero - piccolo e invisibile fulmine nascosto dalla tempesta.
«Riportiamo in vita la mamma.» (Avrebbero dovuto battere ancora un po’, i loro cuori.)

{ Avarizia
Aria ~

Erano in un angolo di buio fra tanti angoli bui.
Al sentì distintamente il peso della sua armatura, ed ebbe paura che crollasse a terra in tanti pezzi irrecuperabili.
Ed, al contrario, aveva il petto gonfio (leggero), come le parole schiuse a mezz'aria, private di voce.
«Solo io diventerò un cane dell'esercito.» (Non tu, Al. Non tu.)
«Riavrai il tuo corpo, otooto.» (Solo io, solo io lo farò.)
Gli occhi di Al - occhi che non c'erano - si fecero immensamente tristi.
Dentro l'armatura vuota - corpo che non c'era - si condensavano parole private di voce.
(Anche il tuo, nii-san.)

 { Superbia
Uccelli senza volo ~

Gli occhi di Al erano posati in alto, come due uccelli in attesa di spiccare il volo.
I suoi compagni - altri volatili come lui, con le ali tarpate - ammiravano e applaudevano il Miracolo.
«Il mio aniki è così, il mio aniki è forte.» (Batteva le mani in un applauso che non era applauso, e l'energia semplicemente esplodeva).
Edward, unico uccello con le ali spiegate, non era ancora sceso ad insegnar loro come volare.
(Era molto, molto, molto più semplice volare ed essere invidiati; molto, molto, molto più semplice)
E, ancora, le mani congiunte in una preghiera non vera.
 { Ira
Ferita ~

Strappare la carne (e il sangue, e la pelle) per permettere ad altra carne (e altro sangue, e altra pelle) di prendere vita era l'unico modo di riportare indietro la kaa-san.
Le dita affondavano nella stoffa e nell'acciaio, le unghie spezzate sfregavano contro di essi.
Alphonse leggeva freneticamente pagine fitte di nero e nero ancora - decorazioni prive di ghirigori.
«Rileggi, rileggi.» Una mano fredda si muoveva a rallentatore (una mano vera, fredda tanto quanto l'automail).
Quando le schegge di rabbia colpirono l'armatura, qualcosa penetrò il vuoto di Al.
(Vuoi diventare un assassino? La kaa-san non tornerà più indietro.)
{ Lussuria
Specchio ~

Quando Ed si specchiava vedeva un'armatura imponente, e provava a toccarsi, fingendo che la pelle fosse metallo.
Quando Al si specchiava vedeva due automail lucidi, e provava a toccarsi, fingendo che il metallo fosse pelle.
(E sembravano proprio due luci diverse di una stessa lampadina, dove l'una non poteva mai toccare l'altra)
Quando si guardavano (occhi sul corpo dell'altro, occhi che volevano quel corpo per redimere il peccato) tornavano nei loro corpi, desolati e sconfitti.
Quando un giorno l'interruttore di quella lampadina rimase ferma a metà (le luci, le luci si toccavano), il loro corpo non era più nulla di importante.


N/A:

Mmh. Sette drabbles più o meno collegate (se ci avete fatto caso, si svolgono seguendo la crescita dei fratelli Elric: da quand’erano bimbi al loro incontro nel film).
Sì, ho seguito l’anime e non il manga, anche perché di quest’ultimo sto seguendo la ristampa iper-costosa.
Mollo un paio di spiegazioni che mirano più a specificare che a chiarire: mi sono sempre chiesta cosa provasse Al quando, mostrando il suo giocattolo alla kaa-san, aggiunge “Ed ha fatto quell’animale tutto da solo, il mio, invece, è ancora un po’ bruttino.”
E’ tipico dei bambini rompere qualcosa che si vuole, e poi provare ad aggiustarlo quando si è resi conto del proprio gesto, pertanto la seconda drabble gira attorno a questa scena, fulcro dell’invidia.
Lo stesso per l’avarizia: ricordo bene la frustrazione di Al e la reazione di Ed.
Gli uccelli si riferiscono ovviamente all’incontro con il Papa: come dimenticare le parole di Al, nella folla, mentre Ed mostra il suo potere lì sopra, senza orologio? >w<
Infine l’ultima drabble si riferisce al loro voler stare insieme (sempre insieme, sempre), indipendentemente dal corpo. L’hanno capito, alla fine. <3
Insomma, scusate le spiegazioni lungherrime, ma ci tenevo a farle.
Dedicata al nuovo anno scolastico, sperando che vada decentemente bene e non debba studiare come una pazza senza trovare il tempo di scrivere.
Linnie
  
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