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Autore: saramermaid    31/07/2014    3 recensioni
Thadastian | Rating: Arancione | Caratteri leggermente invertiti
Dal testo:
"Sebastian si mise a sedere di scatto scrutando la stanza con attenzione ma, a parte le coperte disfatte ed i vestiti che la sera prima aveva lasciato scivolare sul pavimento, non vi era traccia di Thad.
Sul suo volto comparve un’espressione incerta e sostanzialmente delusa mentre scostava le coperte dirigendosi verso la porta del bagno. Non gli importava di essere completamente nudo, aveva bisogno di una doccia e soprattutto di spegnere i propri pensieri. In poco tempo il suo corpo slanciato venne percorso da piccoli rivoletti d’acqua che gli scorrevano lungo la schiena e sul volto chinato ad osservare le piastrelle accanto ai suoi piedi."
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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More Than a Night









Alla mia gemellina,
A colei che mi sopporta ogni giorno,
E senza la quale non riuscirei a scrivere tutto questo.
Semplicemente a te Broken ❤






You and I go hard at each other like we're going to war
You and I go rough we keep throwing things and slamming the door
You and I get so damn dysfunctional we start keeping score
You and I get sick, yeah, I know that we can't do this no more

So I cross my heart and I hope to die
That I'll only stay with you one more night
And I know I said it a million times
But I'll only stay with you one more night






I raggi del sole che filtravano dalla finestra gli illuminavano il volto evidenziandone quei tratti perfetti; i capelli castani disposti disordinatamente sul cuscino, gli occhi verdi ancora chiusi a causa del sonno e le labbra sottili dischiuse leggermente. Sebastian era assolutamente bellissimo anche in quel frangente con la pelle nuda riscaldata dal sole e solo un misero lenzuolo a coprirgli i fianchi. All’ennesimo raggio impertinente, finalmente, quelle iridi verdi e profonde si spalancarono e la mano sinistra corse automaticamente nella parte di letto adiacente trovandola del tutto vuota. Sebastian si mise a sedere di scatto scrutando la stanza con attenzione ma, a parte le coperte disfatte ed i vestiti che la sera prima aveva lasciato scivolare sul pavimento, non vi era traccia di Thad.

Sul suo volto comparve un’espressione incerta e sostanzialmente delusa mentre scostava le coperte dirigendosi verso la porta del bagno. Non gli importava di essere completamente nudo, aveva bisogno di una doccia e soprattutto di spegnere i propri pensieri. In poco tempo il suo corpo slanciato venne percorso da piccoli rivoletti d’acqua che gli scorrevano lungo la schiena e sul volto chinato ad osservare le piastrelle accanto ai suoi piedi.

Nella sua testa rimbombavano ancora i gemiti, lo sfregarsi della pelle su quella dell’altro, la sensazione delle dita strette in quelle ciocche scure e soprattutto il calore concentrato nel bassoventre ad ogni spinta. Un pugno si abbatté con forza sul muro a causa di quelle immagini costantemente impresse nei suoi occhi e Sebastian non si curò affatto delle nocche scorticate e dell’acqua che si tingeva di rosa.

Nel petto sentiva improvvisamente uno strano senso d’inquietudine come se qualcosa si fosse irrimediabilmente spezzato di fronte alla consapevolezza di essere stato nient’altro che un passatempo di una notte. Normalmente non gli sarebbe importato e del resto quella era esattamente la sua filosofia di vita, un ragazzo diverso ogni sera, eppure aveva l’innaturale percezione di sentirsi sporco. E più si avvicinava alla sala mensa, più quella sensazione aumentava stringendogli lo stomaco in una morsa ferrea. Tuttavia si costrinse ad indossare la sua solita maschera impassibile mentre prendeva posto al primo tavolo libero per fare colazione. Le sue iridi verdi non poterono però impedirsi di percorrere la sala per intero fino a fermarsi a due tavoli di distanza dal suo dove Thad stava abilmente conversando con Flint.

Quei due sedevano fin troppo vicini e le risate divertite di Thad a causa delle battute di Flint lo colpivano come tanti spilli conficcati nella pelle. Automaticamente la forchetta cadde con un tonfo nel piatto e lui allontanò il vassoio con la mano; gli si era chiuso lo stomaco ed era certo di non aver più alcuna fame. Il desiderio di alzarsi e andarsene era forte ma era come se una forza invisibile lo tenesse bloccato lì. A malapena si accorse della presenza di Nick che si accingeva a sederglisi accanto prendendo a fissarlo con sguardo critico.

«Diglielo.» Fu tutto quello che Nick esclamò continuando a gustare i pancakes al cioccolato.

«Non so a cosa diavolo ti riferisci, Duval.» Rispose automaticamente, stringendo però le nocche bendate sul bordo del tavolo.

«Sebastian stai praticamente schiumando di rabbia come un toro di fronte ad un drappo rosso», constatò l’altro lanciando uno sguardo eloquente alle due file più avanti, «devi parlare con Thad.» Concluse in modo risoluto prima di allontanarsi.

Fanculo! Pensò Sebastian ignorando il consiglio ed abbandonando finalmente la stanza, percependo comunque un paio di occhi cioccolato perforargli la schiena. Non sapeva nemmeno lui quando precisamente era iniziato quello strano rapporto basato sul sesso tra lui e Harwood, forse la sera in cui entrambi si erano ritrovati vulnerabili o probabilmente dopo la festa di compleanno di Wes. Comunque poco importava, a conti fatti erano settimane che continuavano ad andare a letto assieme salvo poi riprendere ad essere estranei la mattina dopo.

Nessuno però avrebbe nemmeno lontanamente immaginato che in tutta quella situazione fosse Sebastian quello ad uscirne ferito e dolorante. Puntualmente tra i due era lui quello bastardo, menefreghista e stronzo, eppure per la prima volta si sentiva uno straccio. Il fatto che Thad lo ignorasse gli bruciava sottopelle ed ogni giorno che passava una nuova lama gli si conficcava al centro del petto. In tutta risposta a quei pensieri le sue dita tremanti corsero frenetiche al nodo della cravatta allentandolo, mentre lui si rifugiava nell’aula di musica e si lasciava scivolare sul pavimento poggiando la schiena contro il legno della porta chiusa.

«Che diavolo mi succede?» Mormorò alla stanza vuota facendo scorrere le dita tra i capelli ordinati e sospirando sconsolato.

Non seppe di preciso quanto tempo rimase bloccato nella stessa posizione ma il sole si stava avviando al tramonto e lui aveva praticamente saltato tutte le lezioni. Le gambe gli si erano atrofizzate provocandogli un continuo formicolio che lo costrinse a fare qualche passo in direzione del pianoforte nero. Con fin troppa calma si sedette sullo sgabello in pelle e le dita si posarono in automatico sui tasti bianchi producendo qualche nota scoordinata.

Il rumore della maniglia che ruotava venne prontamente attutito da quella imprecisa melodia e Thad ebbe la possibilità di entrare e bloccare poi la serratura in modo che nessuno potesse disturbarli. A passo lento si avvicinò a Sebastian fermandoglisi alle spalle e, in un movimento fluido e ben calibrato, iniziò a torturargli con le labbra la pelle rimasta scoperta oltre il colletto della camicia. I suoni delle note si interruppero di colpo con un rumore sordo e Sebastian iniziò a mordersi le labbra con forza per evitare di farsi scappare ogni singolo sospiro.

La bocca di Thad seguiva un percorso ben preciso lungo la linea della mascella e della gola mentre in contemporanea le dita sfilavano i bottoni della camicia di Sebastian dalle rispettive asole. I primi indumenti ad essere tolti furono la cravatta a strisce seguita dalla giacca della divisa mentre Thad obbligava l’altro a voltarsi nella propria direzione sedendoglisi a cavalcioni sulle gambe. Le loro bocche si cercarono quasi in contemporanea approfondendo il bacio e rendendolo infuocato. Ad ogni frizione tra i loro bacini un indumento scivolava lungo il pavimento e la pelle del torace di Sebastian, ormai del tutto esposta, veniva torturata dai denti di Thad.

Il castano si lasciò scappare un gemito mal trattenuto non riuscendo a resistere alla studiata sensualità con cui l’altro sapeva di farlo impazzire e lo sentì ghignare compiaciuto per quel piccolo risultato. Quello che stavano facendo era tutto tremendamente sbagliato e la sensazione di sentirsi macchiato non lo abbandonava mai del tutto. Nonostante la sua testa gli urlasse di fermarsi allontanando Thad e rivestendosi, diede ancora una volta ascolto al piacere che sentiva accumularsi oltre il bassoventre. Le dita dell’altro avevano appena slacciato la cintura dei suoi pantaloni e tirato giù la zip inoltrandosi oltre il tessuto dei boxer scuri.

Sebastian inarcò la schiena non appena Thad raggiunse la carne bollente e pulsante stringendo l’intera mano attorno al suo membro; il bacino che si muoveva automaticamente in risposta a quella stretta decisa chiedendo silenziosamente di più. Ma l’altro non aveva nessuna intenzione di accontentarlo, questo lui lo sapeva bene, finché non glielo avesse chiesto esplicitamente pregandolo. Il volto di Thad era infatti percorso da un sorrisino ammiccante ed altamente eccitante che contribuiva a minare il suo autocontrollo.

«Dimmi cosa vuoi, Sebastian, ed io ti accontenterò.» Gli mormorò questi all’orecchio scendendo a marchiargli ancora una volta la pelle sul collo.

«Thad» Mormorò reclinando la testa per permettergli maggiore accesso sul quel punto per lui tremendamente sensibile.

«Dimmelo.» Ordinò Thad in maniera decisa muovendo leggermente la mano per bearsi del sonoro gemito di Sebastian.

«Te. Voglio te.» Gli rispose a fatica incastrando le iridi verdi in quelle profonde pozze marroni mentre finalmente Thad iniziava a dargli piacere.

Sebastian si abbandonò completamente a quel contatto assecondando i movimenti veloci del polso con quelli del bacino e stringendo spasmodicamente le dita lunghe attorno al bordo dello sgabello su cui erano seduti, mentre le unghie ne graffivano leggermente il tessuto. Thad, nonostante i vestiti che gli ricoprivano ancora il corpo, contribuiva a portarlo al limite attraverso il movimento dei fianchi e Sebastian sapeva perfettamente di essere sulla via del non ritorno. I suoi gemiti aumentarono a dismisura quando le dita dell’altro andarono a stuzzicargli la punta già umida ed in un ultimo sforzo si riversò contro la mano di Thad.

Sebastian lo vide portarsi le dita alle labbra e leccare via i residui del suo orgasmo, ma questa volta non gli avrebbe permesso di scappare. Aveva tutta l’intenzione di restituirgli il favore ripagandolo con la stessa identica moneta. Con un ghigno bloccò i polsi di Thad tra le proprie mani trascinandolo verso la coda del pianoforte ed obbligandolo a stendersi sulla superficie liscia. Sadicamente si prese tutto il tempo del mondo per togliere quegli inutili strati di stoffa mettendo a tacere le proteste dell’altro con morsi sparsi un po’ ovunque.

Con un unico gesto gli sfilò i pantaloni ed i boxer godendosi la visuale di un Thad completamente nudo ed eccitato per mano sua. La sua lingua iniziò a tracciare un percorso lineare partendo dal ginocchio e proseguendo lungo l’interno coscia saltando volutamente il membro eretto e teso per risalire lungo il torace scolpito. I suoi denti morsero leggermente i capezzoli turgidi strappando a Thad un sonoro gemito e si fiondarono sul collo dove presero a mordere e succhiare. Voleva marchiarlo, lasciargli un segno ben visibile del fatto che appartenesse soltanto a lui e a nessun altro.

Sebastian si beò dei sospiri che pian piano solcavano quelle labbra carnose e ne approfittò per portare le dita a sfiorare finalmente il membro dell’altro. Thad boccheggiò per alcuni secondi strizzando gli occhi a causa del piacere e sollevando il bacino in cerca di sollievo. Era perfettamente cosciente del fatto che avessero iniziato un gioco alquanto pericoloso e Sebastian aveva tutta l’intenzione di torturarlo a dovere prima di concedergli qualsiasi cosa.

«Sebastian.» Mormorò frustrato portando le mani dietro quella schiena magra e conficcandoci le unghie per stringerlo maggiormente al proprio corpo.

I loro bacini entrarono di nuovo in contatto, questa volta senza l’intralcio dei vestiti, ed entrambi sgranarono gli occhi al tocco diretto dei loro membri tesi e pulsanti. Sebastian non resistette oltre e con tocco esperto fece scorrere la mano in cerca dell’apertura di Thad stimolandola subito dopo con le proprie dita. Ne inserì due premurandosi di ruotarle ed allargarle per prepararlo a dovere mentre l’altro gli facilitava il compito schiudendo le gambe. Un gemito più roco degli altri fu sufficiente a fargli capire che Thad era pronto e con un’unica spinta affondò in lui.

Sebastian restò fermo per una manciata di secondi non volendo comunque rischiare di fargli del male nonostante la carne stretta e calda attorno al suo membro lo richiamava. Fu quando Thad mosse i fianchi che iniziò a spingere in profondità cercando pazientemente quel punto magico che avrebbe fatto urlare letteralmente il moro. Non ci mise molto ad individuarlo e quando iniziò a colpire la prostata seppe di aver fatto centro. Le braccia di Thad lo tirarono a sé permettendogli di sovrastarlo mentre quella danza continuava senza sosta.

«Tienilo bene a mente Harwood», riuscì a dire tra una spinta e l’altra, «tu sei soltanto mio.» Terminò aumentando il ritmo e portando entrambi all’orgasmo.

La sua fronte imperlata di sudore si posò automaticamente su quella di Thad che ora lo osservava con sguardo sorpreso ed allo stesso tempo consapevole. Sebastian era certo che stesse metabolizzando a pieno il significato di quelle parole e soprattutto di quel piccolo aggettivo possessivo. Aveva bisogno che Thad capisse, che comprendesse quanto per lui fosse necessario quasi quanto respirare averlo accanto sempre e non soltanto per dell’ottimo sesso. La sensazione di vuoto che sentiva al petto mentre attendeva una risposta era ancora pressante tanto da costringerlo a chiudere gli occhi verdi. Improvvisamente si sentiva vulnerabile e la sua corazza stava lentamente sgretolandosi mostrando le sue vere debolezze.

«Sebastian guardami.» Sussurrò Thad dopo interminabili minuti di silenzio in cui l’unico rumore era il battito frenetico dei loro cuori che pian piano stava tornando normale.

«No. Non voglio più specchiarmi nella tua solita espressione dura e fredda, non dopo questo. Non dopo aver ammesso di volere tutto.» Aggiunse scuotendo la testa e rifiutandosi di sollevare le palpebre.

«Vorrà dire che avremo tutto.» Cedette Thad tracciando con la punta delle dita il volto di Sebastian per memorizzarne ogni singola sfumatura prima di baciarlo.

I loro corpi erano ancora intrecciati l’uno nell’altro e per la prima volta entrambi erano certi che quello non fosse più solo sesso ma qualcosa che assomigliava di più al fare l’amore. Le loro labbra si sfioravano adesso con delicatezza e dolcezza; le mani strette saldamente in un’unica presa ed i cuori che battevano all’unisono. Da quel giorno ci sarebbe sempre stata un’altra notte in più, ma con la sola differenza che entrambi si stavano lentamente innamorando l’uno dell’altro.












A/N

Oh cielo! Finalmente ce l’ho fatta a concludere questa OS che mi ha dato non poche crisi esistenziali a causa di ben due fattori. Il primo è sostanzialmente quello dell’aver scritto per la prima volta sui Thadastian con un rating che supera altamente il sobrio verde per avvicinarsi al più passionale arancione. Il secondo, che è anche il punto centrale di tutto, è l’aver tentato di rompere gli schemi invertendo i ruoli tra i personaggi. Ho infatti volutamente deciso di rendere Thad più menefreghista/stronzo/freddo e Sebastian più sentimentale/vulnerabile pur prefiggendomi di mantenere comunque intatti i loro caratteri senza renderli troppo OOC. Non aggiungo altro. Ringrazio di cuore tutti i lettori che spulciano le mie storie pur senza commentare ed anche chi invece lo fa. Senza di voi non ci sarebbe la giusta ispirazione in me. Se avete dubbi, domande, richieste o volete farmi sapere cosa ne pensate lasciatemi una recensione e vi risponderò uno per uno. Vi lascio alla lettura!

Nota: La canzone utilizzata è One More Night dei Maroon 5

xoxo

Sara
  
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