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Autore: DauntlessBadWolf    01/08/2014    3 recensioni
Il ragazzo che gli aveva aperto la porta era poco più basso di lui, indossava una camicia bianca e un paio di jeans, portava gli occhiali e i suoi occhi erano azzurri, i capelli erano neri e lo stava guardando decisamente male, sì. –Dean Winchester, suppongo.- Disse il ragazzo guardando Dean dall'alto in basso. -Castiel Novak, il tuo compagno di stanza.-
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Au dove Castiel è un cacciatore.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Titolo: Hunters
Titolo capitolo: Cacciamo chi ci dà la caccia
Fandom: Supernatural
Rating: Giallo
Genere: Sovrannaturale, Angst, sentimentale
Avvertenze: AU /Dove Castiel è un cacciatore/, possibili OOC
Trama: Il ragazzo che gli aveva aperto la porta era poco più basso di lui, indossava una camicia bianca e un paio di jeans, portava gli occhiali e i suoi occhi erano azzurri, i capelli erano neri e lo stava guardando decisamente male, sì. –Dean Winchester, suppongo.- Disse il ragazzo guardando Dean dall’alto in basso. -Castiel Novak, il tuo compagno di stanza.-
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Au dove Castiel è un cacciatore.
Note: Mi scuso con tutti quelli che seguono la storia per averci messo una vita ad aggiornare, perdonatemi, ma sono andata al Rimini Comix (fiera del vino e del disagio-????-)e in quei giorni mi è stato impossibile scrivere qualche righa della storia, però ho pensato ad alcune idee che potrei sviluppare nei prossimi capitoli, sto ancora pensando a come far evolvere il rapporto fra Dean e Castiel e più leggo storie su di loro e più mi convinco di far nascere del tenero fra di loro, se avete dei parerei fateli pure presenti nelle recensioni.
Ci ho messo molto ad aggiornare anche perché ho fatto una maratona Teen Wolf e più volte ho pensato “Dove diavolo sono i Winchester quando servono?!”
Come avrete capito dal titolo del capitolo ho messo una citazione dello show sopracitato, chissà come verrà inserito nella storia, who knows?



Le ricerche di Dean furono vane, nessuno dei membri della squadra aveva qualche conto in sospeso con Logan e, a quanto raccontavano, il capitano era un ragazzo tranquillo e gentile, di quelli che fanno beneficenza e volontariato, e, quindi, nemmeno fuori dal college qualcuno poteva avercela con lui.
Il giovane Winchester si mise seduto sugli spalti rigirandosi fra le mani l’EMF, Logan non aveva scheletri nell’armadio, almeno stando a quanto dicevano i suoi amici, aveva una bella famiglia e una ragazza che era intenzionato a sposare. -Il ragazzo perfetto- Osò commentare sottovoce.
Dean sospirò, forse avrebbe avuto più successo controllando gli spogliatoi, con un po’ di fortuna avrebbe potuto trovare qualche segno di attività soprannaturale, anche se non ne era così sicuro, l’omicidio era avvenuto qualche giorno prima e le tracce, adesso, sarebbero state sicuramente deboli.
Accidenti, in quel momento gli avrebbe fatto veramente comodo l’aiuto di suo padre, ma visto la discussione che avevano avuto prima della sua partenza per Pontiac, John, non gli avrebbe dato nemmeno un insignificante consiglio.
Dean fece scivolare l’EMF nella tasca della giacca e si alzò dagli spalti, in campo i giocatori si stavano ancora allenando, ne avrebbe approfittato per dare una controllata agli spogliatoi, anche se poco avrebbe potuto trovare qualcosa su cui lavorare.
L’edificio adibito a spogliatoio era poco lontano dal campo da calcio e aveva un'aria abbastanza anonima, un piccolo giardino davanti, parcheggio per le biciclette e nient’altro.
L’unica cosa che in quel momento stonava con tutto il resto era la folla radunata davanti alla porta: che fosse avvenuto un altro omicidio?
Subito si avvicinò, la calca gli impediva di passare o vedere qualcosa, ma nessuno aveva lezione in quel dannato College?
-Cosa succede?- Chiese infine Dean.–Un ragazzo è stato aggredito e adesso si stanno occupando di lui.- Rispose semplicemente una ragazza sentendo la domanda posta dal giovane Winchester.
Un ragazzo era stato aggredito in quell’edificio?
Doveva essere vuoto, la squadra si stava allenando e nessuno aveva lasciato il campo. In quel preciso istante un lampo illuminò la mente di Dean facendogli ricordare un fatto avvenuto poco dopo il suo arrivo al College: Castiel si era recato agli spogliatoi e non verso le aule, quindi poteva essere lui il ragazzo aggredito!
Il biondo cercò subito di crearsi un varco fra tutte quelle persone, anche se non conosceva Castiel da molto si stava preoccupando per lui quasi come fosse stato un suo fratello. Era quasi del tutto sicuro che l’aggressore fosse il fantasma al quale stava dando la caccia e adesso, Dean si sentiva responsabile dell’accaduto, perché avrebbe potuto evitare tutto questo se solo fosse andato con lui o avesse abbandonato il campo qualche minuto prima.
Doveva entrare, in tutti i modi, doveva assicurarsi che stesse bene e-
Perché gli importava così di tanto di Castiel?
Era un perfetto sconosciuto, lo aveva incontrato, solamente, la sera prima e già si preoccupava di lui quasi come fosse stato uno di famiglia: Stupido Cyberman.
Dopo alcuni tentativi riuscì a oltrepassare tutte quelle persone e quando entrò tirò un sospiro di sollievo vedendo che Castiel non sembrava aver riportato ferite gravi, seduta sulla panca, accanto al moro, un infermiera gli stava medicando un piccolo taglio sul braccio.
Il Winchester fece qualche passo in avanti ma si bloccò appena sentì qualcosa scricchiolare sotto i suoi piedi. –E’ il secondo specchio questo mese.- Disse l’Infermiera senza alzare la testa. Secondo specchio?
Quindi anche quando è morto Logan si era rotto uno specchio. –Il tuo amico è stato fortunato, le schegge lo hanno preso solo di striscio, dovevate vedere quel povero Cooper, aveva del vetro conficcato in ogni dove.- Amico?
Amico era una parola grossa, ancora, per definire la loro relazione.
Davvero sembravano così amici?
Castiel aveva alzato gli occhi verso il biondo, quegli occhi, di un blu non umano, mettevano il Winchester terribilmente a disagio, tanto che dovette sviare lo sguardo e spostarsi in un posto dove quegli occhi non lo avrebbero potuto raggiungere.
L’attenzione di Dean fu catturata da un oggetto che aveva trovato vicino ad alcuni frammenti di vetro, non ci vi volle molto per identificarlo: era una munizione, molto simile a quelle che usava suo padre.
Il biondo la raccolse e quando si rialzò il suo sguardo si incrociò, ancora una volta, con quello del suo compagno di stanza: sembrava sapere esattamente cosa l’altro avesse trovato.
Il resto della giornata passò senza altri problemi, Castiel, sotto il consiglio dell’infermiera, era  tornato al dormitorio, mentre Dean decise che avrebbe continuato le sue ricerche, se sia Logan che Castiel erano stati aggrediti dalla stessa cosa dovevano pur avere qualcosa in comune e il Winchester avrebbe fatto di tutto per scoprirlo.
Quel pomeriggio Dean andò a far visita alla madre di Logan, per fortuna la famiglia dell’ex capitano non abitava molto lontano da Pontiac.
La casa era veramente graziosa, il  giardino era ben curato, c’era, persino, un altalena Il biondo non sapeva che il calciatore avesse un fratello più piccolo, poiché i suoi amici non gli avevano detto niente.
Dopo aver raccolto alcune idee si decise, finalmente, a suonare il campanello. Ad aprirgli la porta era stata una piccola bambina con i capelli scuri e un ridicolo fiocco in testa. –Deve essere la sorella di Logan.- Pensò il Winchester. Poco dopo si udì un’altra voce femminile. –Allison, non devi aprire la porta.- La donna che si presentò sull’uscio aveva i capelli rossi, sembrava giovane, ma forse era tutto merito del trucco, aveva l’aria gentile. –Sono Dean, un amico di Logan, volevo farle le condoglianze.- Esordì Dean. La signora Cooper alzò un sopracciglio e stava per dire sicuramente qualcosa tipo Non ti ho mai visto nel gruppo di mio figlio, ma Allison afferrò un lembo della camicia di Dean e lo strattonò. –Stavamo per prendere il tea, vieni anche tu!-  Disse con insistenza. Al povero Winchester non restò altro che eseguire gli ordini di quella piccola dittatrice, se non altro aveva un motivo per entrare e fare qualche domanda, ora.
Allison lo aveva trascinato dentro l’abitazione e portato fino alla ‘sala da tea’.
La stanza, seppur piccola, sarebbe potuta essere accogliente se tutte le cose non fossero state maledettamente rosa, per la prima volta in tutta la sua vita Dean Winchester si sentiva a disagio nella stanza di una ragazza.
La bambina lo invitò a sedersi su una di quelle ridicole sedie per nani, ma c’erano veramente genitori che si sedevano su quelle cose per giocare con i bambini?
La signora Cooper si accomodò su una poltrona davanti al tavolino, anche quello per nani, facendo attenzione a non urtare nessuna bambola. –Lei.- Iniziò la bambina. –E’ Madame, accanto c’è la signora Penny e, infine Lady Margaret Wilson.- Allison iniziò a guardare Dean sembrava dirgli Non ti presenti?, il ragazzo si lasciò sfuggire un sospiro, perché capitavano tutte a lui?
Si schiarì la voce e strinse la mano della prima bambola. –Dean Winchester, piacere di conoscerla Lady Margaret Wilson.- -Quella è Madame!- Lo corresse la bambina. –Sicura? Ha la faccia da Lady Margaret Wilson.- Allison si lasciò sfuggire una risata e iniziò a versare il ‘tea’ nella tazze di finta porcellana purissima. –Mi dispiace molto per suo figlio, signora Cooper.- Disse il biondo rompendo il silenzio che si era creato, la tazzina che la padrona di casa teneva in mano tremò appena al suono di quella frase, non aveva evidentemente superato la morte del figlio. –Grazie.- Mormorò appena la donna. Sembrava veramente scossa, a Dean dispiaceva infilare il coltello nella piaga, ma doveva scoprire di più sulla vita di Logan.
Le ore passarono e fra una tazza di tea e una delle battute esilaranti della signora Penny il biondo era riuscito a farsi dire qualcosa sulla vita dell’ex giocatore, anche se la madre era stata molto restia nel raccontare.
Quella era, forse, l’undicesima tazza di ‘tea’ che beveva, quella teiera era più grande all’interno di quanto apparisse da fuori, gli sembrava di essere il Cappellaio Matto imprigionato in un’eterna ora del tea, ma tutto sommato le battute della signora Penny erano veramente divertenti e Madame aveva un ottima capacità di conversazione, invece Lady Margaret Wilson avrebbe dovuto rivedere le sue priorità e dedicare più tempo alla famiglia invece che bere tea con le amiche del cricket.
Nel tardo pomeriggio i genitori di Allison passarono a prendere la bambina e a quel punto Dean decise di far ritorno nella sua stanza, voleva vedere come se la passava Castiel dopo l’aggressione.
Quando il Winchester tornò al dormitorio il sole stava per tramontare, era distrutto, quella piccola peste lo aveva costretto a giocare, però aveva scoperto alcune cose interessanti: Allison non era la figlia dei Cooper, ma dei vicini, il vero fratello dell’ex calciatore, Eric, era morto in un incidente domestico mentre era a casa con Logan. Non era molto, ma era certo meglio di niente.
Una volta entrato in camera si tolse la giacca e la buttò sul suo letto, aveva bisogno di una doccia, di una lunga e rilassante doccia, preferibilmente senza Castiel che faceva i suoi comodi in bagno.
Dean lanciò un occhiata al letto del compagno e lo trovò in disordine e quando notò una felpa poggiata ai piedi del letto la domanda gli venne spontanea. –Sei uscito?- -Sì.- Rispose semplicemente il moro continuando a scrivere sul suo diario, un giorno Dean avrebbe scoperto cosa diavolo ci scriveva, parola di Winchester!  -Dove sei andato?- Castiel roteò gli occhi, chiuse il diario e scostò la sedia dalla scrivania, il biondo giurò di aver intravisto una stella chiusa in un cerchio sopra la copertina del diario, simbolo che aveva visto scarabocchiato anche dentro a quello di suo padre. –In biblioteca, dovevo fare delle ricerche.- -Secchione.- Affermò il Winchester poco prima di chiudersi in bagno, questa volta a chiave, per farsi la doccia.
Castiel si massaggiò le tempie e ringraziò il cielo per il fatto che Dean non avesse proferito parola sugli avvenimenti di quella mattina, come poteva spiegare a una persona normale che il suo aggressore era un fantasma e che ha dovuto sparargli una pallottola di sale per allontanarlo?
Cacciamo chi ci dà la caccia”, queste erano le parole che gli venivano in mente ogni volta che guardava il diario di suo padre, erano anche scritte nella prima pagina, come a voler sottolineare il fatto che la loro era una famiglia di cacciatori e che avrebbero catturato la cosa che aveva dato loro la caccia la notte in cui tutto ebbe inizio.
Quando Dean uscì dal bagno aveva un asciugamano poggiato sulle spalle e i capelli bagnati. –Se non ti asciughi i capelli ti ammalerai.- Borbottò Castiel poco prima di tornare sul libro che stava leggendo. Dean non lo considerò, chi era per dirgli una cosa simile: sua madre?
Il Winchester si mise una mano in tasca e toccò la cartuccia che aveva trovato negli spogliatoi quella mattina, si era completamente dimenticato di averla messa nei pantaloni puliti prima di farsi la doccia.
La sua curiosità aumentava ogni secondo di più, voleva sapere se quella cartuccia era del suo compagno di stanza, ma come poteva chiederglielo?
-Tu dove sei stato, Dean?- Il biondo sussultò un po’ sentendo il suo nome, Castiel aveva uno strano modo di pronunciarlo, non gli dava fastidio, lo metteva solo a disagio, come i suoi occhi, doveva smetterla di farlo sentire così! –A casa di un amico.- Rispose buttandosi sul letto, allungò un mano e afferrò il diario di suo padre, doveva controllare se erano avvenute altre strane aggressioni o morti in quel college.
-Hai dimenticato il telefono in stanza. Stamattina ha squillato ed io ho risposto.- Disse il moro come se non fosse niente di grave violare la privacy degli altri. –Quale sarà il prossimo passo? Unire la nostra collezione di dischi?- Rispose Dean lievemente irritato. –Cas, mi pare che avessimo già parlato di questo: spazio personale.- -Ma tu non c’eri e continuava a squillare.- Castiel sembrava proprio convinto di non avere fatto niente di male, il Winchester si spalmò, per la seconda volta nell’arco della giornata, la mano sul viso, era inutile discutere con quello che sembrava un bambino troppo cresciuto. –Chi era?- Chiese infine Dean. –Un certo Bobby, quando gli ho detto che non ero te mi ha chiamato idiota e ha riattaccato.- Ci fu un attimo di silenzio. –Mi piace il soprannome Cas.- Dean giurò di aver visto le labbra del compagno di stanza prendere un insolita piega che sembrava essere l’abbozzo di un sorriso, doveva segnarsi quel giorno sul calendario, il Cyberman aveva cambiato espressione!
Domani avrebbe richiamato Bobby, in quel momento era troppo stanco. –Chi è Bobby?- Chiese il moro iniziando a riordinare il suo letto, Dean si stava chiedendo da dove il ragazzo avesse tirato fuori tutta quella parlantina quando, fino al giorno prima, non apriva bocca se non per dire le cose essenziali. –Un amico di famiglia, si prende cura di me e di mio fratello quando nostro padre è in viaggio.-
Castiel non chiese altro per il resto della serata e Dean ringraziò il cielo: qualcuno/ o i fratelli di Castiel/ aveva ascoltato le sue preghiere!
Il Winchester continuava a pensare a quella dannata cartuccia e allo sguardo che Castiel gli ha aveva dato quando l’aveva raccolta, Cas sapeva e, adesso, faceva finta di niente.
Dean voltò la testa verso il letto di Castiel, stava ancora leggendo quello stupido diario.
Alcune volte gli ricordava suo padre: anche lui durante le poche serate in cui restava nella stanza del Motel aggiornava o leggeva il suo diario e poi c’era anche il fatto dell’aggressione e del collegamento fra lui e Logan: cosa diavolo avevano in comune?
Non poteva certo andare da lui e chiedergli “Ehy, Cas, ti è mai morta una persona davanti?”, sarebbe stato da pazzi e poi come poteva spiegargli del perché volesse quell’informazione?  Non poteva raccontargli del fatto che lui era un cacciatore e che stava dando la caccia a un fantasma!
Il tempo non sembrava passare mai quella sera, Castiel aveva riposto, finalmente, il diario nel suo zaino e aveva iniziato a pulire la macchina fotografica che gli aveva regalato sua madre. Ora che Dean guardava meglio la custodia di quell’affare notò delle piccole bruciature e certo le persone non danno fuoco alle macchine fotografiche così, per divertimento. Forse l’aveva recuperata dopo un incendio e a questo punto tanto valeva chiedere. –Cos’è successe alla custodia della macchina fotografica?.- Castiel si bloccò e strinse il panno che aveva in mano e in quel momento, Dean, capì di aver posto la domanda sbagliata.
   
 
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