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Autore: dragonsir96    01/08/2014    1 recensioni
è guerra! Galadrien ormai attorniato da alleati oscuri si prepara alla grande invasione contro Canterlot. Tra antiche profezie,personaggi dimenticati e battaglie furibonde il nostro eroe metterà a ferro e fuoco l'intera Equestria. Riuscirà a compiere la sua vendetta ed a vincere la guerra?
Scopritelo.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Image and video hosting by TinyPic Capitolo 1: Il ritorno del Re Nero
La neve cadeva pesante quel giorno,ricoprendo tutta la terra di uno spesso strato bianco.
Nessun ciuffo di qualche erbetta osava fare capolino oltre la distesa bianca,schiacciata dalla sua enorme mole. Solo le pietre anticipavano la loro presenza con cumuli sporgenti di neve ammassata sopra le loro fredde superfici.
Grigie nubi ricoprivano il cielo e nascondevano il sole lasciando trasparire solo una debole luminescenza;mentre il vento soffiava forti ululati spostando fiocchi di neve da una parte all'altra della distesa bianca.
 Ma quando esso cominciò veramente ad urlare con violenza e con rabbia allora anche le nubi si piegarono a lui lasciando il regno del cielo per essere attratte ed imprigionate sul regno della terra. 
Allora una fitta nebbia calò su quella desolazione immobile e tutto tacque. 
Solo il vento qualche volta alzava il tono della sua timorosa voce per farsi sentire ;ma nient'altro voleva sfidarlo o farsi rivelare da quel prepotente  e per un attimo tutta quella porzione di terra fu sotto il suo completo dominio. 
Poi però sbucò una lucina nella nebbia.

 All'inizio era un lumicino minuscolo che danzava nella labirintica e torbida nube azzurrina della vallata. Poi cominciò a crescere come se stesse avanzando nella foschia cercando di farsi spazio fra le nubi invadenti.
 Infine quella piccola fiammella divenne una palla di fuoco racchiusa in una sorta di gabbia di vetro: era una lanterna ed illuminata da quella luce ,che lottava con il freddo dell'esterno, c'era una figura incappucciata che avanzava nella neve.
 Era completamente avvolta in un mantello marrone e persino il volto era completamente nascosto nel cappuccio cercando di riparasi dal freddo pungente.
 L'intero indumento presentava sottili strati di neve mentre venature di ghiaccio si arrampicavano dal bordo per arrivare fino a metà del mantello.
 I suoi passi erano pesanti: gli zoccoli affondavano lentamente nella vastità bianca mentre un suono metallico,come di un oggetto mosso da parte a parte dal vento,accompagnava la difficile andatura della figura. 
Ad un tratto una forte folata di vento,che intimava all'intruso di uscire dal suo regno bianco, sbattè violentemente contro la figura scoprendo due orecchie verdi ed alzando il mantello da sotto.
 Il pony subito si risistemò velocemente il cappuccio perchè velocissimi fiocchi taglienti gli colpivano ripetutamente il volto lasciandogli da qualche parte anche dei lividi rosati.
 Il freddo cominciò veramente a farsi sentire in quella pianura tanto che persino sulle vetrate della lanterna stavano spuntando delle venature di ghiaccio ed i fiocchi si stavano accumulando selvaggiamente appannando la superficie.
Il pony alzò lentamente il mantello dando le spalle alle folate di vento e ne estrasse un vecchio libro fortunatamente scampato alla rabbia del vento e del freddo.
 La copertina era in cuoio e pelle di manticora,una vera rarità, mentre le pagine ormai vecchie avevano un colore sul marroncino con degli schizzi giallastri.
La scritta dorata sulla copertina frontale recitava così:
"Guida completa dell'Impero di Cristallo" mentre sul retro un'altra scritta solo il argento metallizzato avvertiva: "Attenzione:per le informazioni contenute ,questo volume è ristretto solo ai regnanti di Equestria.Ad altri è severamente proibito consultare questo manuale."
 Il pony scrutò con occhi stanchi il vecchio libro finchè non trovò un gruppo di pagine che faceva al caso suo ed allora ,scoprendo completamente le zampe,capovolse in velocità il volume.
 Per quell'attimo le zampe gli si erano fatte rosse e la pelle bruciava per la potenza del vento e della neve, così non appena l'ebbe girato ,prima di consultarlo nuovamente,il pony si rimise le povere zampe nel mantello strofinandole freneticamente per cercare un pò di calore.
 Con un brivido l'essere si rimise a consultare il librone scrutando stavolta ogni angolo di quella pagina: era una mappa.Gli occhi attenti del pony infine si soffermarono su un punto di essa segnato in verde con sopra una A ad indicare una specie di depressione del terreno.
 L'essere distolse lo sguardo dal libro,e rimettendolo di fretta nel mantello cominciò a guardare dietro di se. Non c'era niente oltre che a quella fitta nebbia azzurra ed ai fiocchi che correvano impazziti da tutte le parti.
 Ma nonostante questo il pony fece un respiro profondo e prima che l'aria fredda gli stroncasse la voce,urlò: "Galadrien! Abbiamo raggiunto il punto A, è proprio sotto di noi a due metri più in avanti!"

 A quelle parole sbucarono dalla nebbia diverse figure tutte incappucciate allo stesso modo del pony che avanzavano piano piano nell'alta neve.
 Tra di esse una,più alta di tutte, si avvicinò al pony verde aumentando il passo di marcia come se tutte quelle mini lame di ghiaccio non gli facessero niente. Quando essa raggiunse il pony incappucciato,non lo degnò neanche di uno sguardo ed invece guardò in avanti in mezzo a quella desolazione bianca. Quando finalmente vide quella depressione in mezzo alla pianura si scoprì il volto,abbassando il cappuccio: pelle nera come il carbone,occhi blu abissali,capelli neri incrostati dal ghiaccio ed un'espressione truce in volto.
 Era Galadrien di Canterlot.
L'alicorno avanzò scendendo nella neve fresca mentre Keyer ancora che reggeva la lanterna intimò alle altre figure di accelerare il passo. Arrivati alla depressione Galadrien si fermò in mezzo ed attese con sguardo vuoto.
 Subito le altre figure tirarono fuori degli enormi zaini da sotto i loro mantelli,ormai pesanti per la troppa neve, e cominciarono a creare un accampamento di fortuna: immediatamente tutti ne tirarono fuori un mucchio di bastoni lunghi più di un metro ciascuno ed enormi gomitoli di corda. Con questi crearono quattro enormi pali e li piantarono ai quattro lati della depressione scavando nella neve ormai ghiacciata. Infine quando l'ultimo palo fu piantato allora Keyer aprì il suo zaino e ne tirò fuori un telo enorme e con speciali funi lo agganciò tesò ai quattro angoli.
 Il vento soffiava molto forte ma i pali ,pur piegandosi,non si spezzavano e la neve,quando ormai il sole stava tramontando,aveva già creato sopra al telo un sottile strato bianco. 
Posizionati i sacco a pelo ed acceso un falò in mezzo la depressione ed il campo era pronto.Solo allora Galadrien si mosse e si rannicchiò vicino al fuoco. 
Keyer e gli altri ponies si misero davanti all'alicorno a fissare il fuoco ed a mangiare i tristi avanzi di una zuppa tiepida,ma nessuno osò dire una parola. Keyer fissava gli occhi vuoti di Galadrien che fissavano le fiamme del falò danzare di fronte a se: quanta sofferenza e quanta rabbia avevano vissuto quegli occhi e quella mente pensava il pony.E poi quell'espressione!
Non l'aveva cambiata da quando ritornò quel giorno da Canterlot dopo aver visitato Luna. Si ricordava molto bene Keyer di quel giorno ma soprattutto non dimenticò mai cosa successe al villaggio Perlawanan: come poteva dimenticarsi di quell'orrore. 
Quel giorno Keyer si trovava nella piazza principale del palazzo e si guardava attorno circondato da fuliggine nera ed edifici in fiamme.
 I suoi compagni stavano completamente demolendo l'intero villaggio e su stretto ordine di Galadrien stavano facendo a pezzi l'intera popolazione. Uccidere, Galadrien non lo aveva mai fatto. L'alicorno aveva ricorso alla violenza in passato ma sempre tramortendo o mettendo fuori combattimento l'avversario ma senza mai ucciderlo. 
Ma quel giorno,senza contare l'episodio della foresta,la sua stessa anima voleva vedere il sangue ed assaporare lo spegnersi della vita sotto la sua lama. 
Non gliene importava più niente ne dei sentimenti,che lo avevano fatto soffrire, ne di chiunque gli passasse davanti: quel giorno erano tutti delle formiche e lui sarebbe stato la scarpa che le avrebbe schiacciate senza pietà.
 Keyer in quella confusione vide infine il suo signore in mezzo a quella fuliggine: si ergeva immobile,con l'armatura macchiata di sangue e la spada inondata da quel liquido rosso. 
Dietro di lui una fila di morti,pony di qualsiasi età distesi con la faccia rivolta per terra immersi nel loro stesso sangue;davanti c'era un piccolo alicorno,un ragazzino,che era in ginocchio ad implorare pietà all'alicorno.
 Galadrien aggrottò la fronte a quei lamenti e la rabbia gli salì fino agli occhi quando vide le prime lacrime uscire da quei piccoli occhi e la voce che cominciava ad interrompersi per la paura.
L'alicorno sbuffò infastidito e con furia e sprezzo raccolse una spada da una guardia morta lì vicino e gliela lanciò davanti all'unicorno.
Vedendo che l'unicorno non faceva nulla e che stava guardando la spada con terrore nero, Galadrien gli aveva infine gridato: "Avanti!Avanti! Codardo! Avanti prendi quella spada!" L'unicorno tremando aveva preso la spada e la aveva messa in orizzontale sopra la sua testa ,come per pararsi, anche se aveva il muso chino per terra,come un giustiziato alla ghigliottina, e con le lacrime che non smettevano di scendere. Galadrien per tutta risposta aveva abbozzato un ghigno e con un urlo di rabbia gli tirò un fendente potentissimo dall'alto con la sua spada da duello.
 Il colpo fu talmente potente che la spada del povero unicorno si ruppe in due lasciando che la lama dell'avversario affondasse nel suo tenero corpo.
 Keyer si ricordava inoltre che dopo aver ucciso quel ragazzo ,Galadrien si era inginocchiato sul corpo ormai senza vita del pony e molto lentamente lo aveva sollevato da terra per stringerlo tra le sue ali. 
Subito dopo ,in contemporanea,un pianto violento ed un urlo di dolore riecheggiarono nel villaggio ormai distrutto.
 Ma Keyer sapeva che ,nonostante le lacrime che il suo signore versava, da quelle ceneri sarebbe sorto un essere più oscuro e violento che li avrebbe perseguitati per sempre. E quando esso accadde,Keyer sentì solo il silenzio.
E così fu per tutti i successivi giorni. Keyer ebbe un brivido per quell'immagine e finalmente la sua mente ritorno al presente. Mangiò tutta la zuppa che aveva nella ciotola ed immediatamente si ficcò sotto un sacco a pelo,come tutti quanti. 
Quell'essere,o meglio Galadrien, se ne stava ancora li a fissare il fuoco,con quell'espressione truce sul volto e con la mente che stava di sicuro fantasticando su sogni di distruzione e morte.
A Keyer allora cominciarono a battergli i denti,non solo per il freddo,ma anche per l'inquietudine ed il terrore che Galadrien emanava in quella circostanza. Keyer inghiottì la paura e chiuse gli occhi a fatica,tentando di fuggire nel mondo dei sogni.
 Il vento ululava quella notte,come ad intimare a quei viaggiatori di andarsene dal suo regno bianco; e la neve ormai aveva formato pesanti blocchi sul telone che fecero inclinare i pali con un sinistro scricchiolio mentre il freddo tormentava i poveri pony costringendoli a girarsi continuamente nelle coperte per trovare calore.
 Quella notte fu un vero e proprio incubo. Quando riaprì gli occhi Keyer si accorse che era già mattina: la luce solare aveva illuminato tutta la distesa circostante ed aveva illuminato i blocchi di neve rivelando il tipico colore azzurro del ghiaccio. 
Il vento soffiava ancora ma già si stava attenuando;una cosa non andava bene: Galadrien non c'era. Keyer preoccupato,anche se un pò sollevato, cominciò a guardare dappertutto: infine uscendo dalla copertura del telo,Keyer lo ritrovò in piedi sul bordo della depressione a fissare l'orizzonte.
 Non aveva alcun mantello adosso ne altro vestito che lo potesse proteggere dal freddo e sempre quegli occhi concentrati a guardare di fronte a se.
 Keyer immediatamente ritornò dentro e prese un mantello di riserva. Arrivato di nuovo lì glielo mise attorno alle spalle e gli alzò il cappuccio.
 L'alicorno non si mosse minimamente ne per ringraziare ne per riprender il suo assistente;guardava solo davanti a se. Keyer incuriosito guardò anche lui davanti: la nebbia era scomparsa e finalmente si vedeva l'intera desolazione bianca davanti a loro:un intero mare di ghiaccio. 
All'orizzonte delle montagne azzurre e rosa facevano capolino tutte attorniate da bianche nubi ed illuminate dalla luce del sole.
 Il pony cercò di guardare esattamente lì dove Galadrien guardava ed alla fine si accorse che l'alicorno osservava una montagna in mezzo,abbastanza bassa, che però spiccava tra le altre perché la cima era completamente nera: quella era la loro meta finale. 
Keyer abbassò lo sguardo e con voce calma si rivolse all'alicorno guardandolo negli occhi: "So che siamo molto vicini,ma non puoi passare notti insonni ed uscire così senza niente addosso. Che c'è non ti importa più niente neanche della tua salute?" 
L'alicorno non si mosse:i suoi occhi continuavano imperterriti a puntare quella montagna e niente uscì ancora da quella bocca.
 Keyer rassegnato allora gli disse: "Ho capito. Dico agli altri di prepararsi."
In soli dieci minuti il campo venne smontato ed i pony si erano già messi in marcia per le montagne. 
Quella infinita distesa bianca nascondeva non poche insidie: oltre alle rocce nascoste sotto i cumuli di neve anche il ghiaccio non era un problema da poco: oltre ad essere scivoloso rendeva la neve ancora più compatta e molto difficile da attraversare. 
Ma nonostante tutto Galadrien continuava imperterrito ad affondare i suoi zoccoli in quella landa insidiosa senza dar nessun peso alla fatica,al freddo o alle scivolate. Infine arrivarono ad una distesa completamente coperta di ghiaccio instabile che li divideva dall'entrata della montagna. Immediatamente Keyer passò una corda molto lunga ed ognuno se la legò alla vita passandola al successivo,in questo modo se qualcuno fosse caduto al spezzarsi del ghiaccio tutti potevano riprenderlo con facilità. 
Iniziarono ad oltrepassarla con cura ed attenzione ma Galadrien era l'unico che ,con determinazione,procedeva a passo spedito. 
Ma a circa metà l'alicorno si sentì la corda alla vita tirare: Keyer era caduto. Immediatamente gli altri si fermarono impauriti e raggruppati sull'orlo del buco di ghiaccio ma Galadrien non si fermò.
 Con tutta la forza che aveva si passò la corda attorno alle spalle ed alle ali e cominciò a tirare. La forza fu tale che non solo Keyer ritornò in superficie immediatamente ma anche tutti gli altri ponies furono strattonati con violenza finendo per terra goffamente.
Dopo pochi minuti l'intero gruppo ,tirato dall'alicorno, arrivò infine in salvo all'entrata del passo montuoso: due colonne antiche ne preannunciavano l'entrata ed un cartellone coperto di neve spuntava tra le due come avvertimento. Galadrien con un panno tirò giù la neve e Keyer avvicinandosi per vedere lesse lentamente la scritta: "Prigione di Blackmountain. Attenzione:barriera magica in funzione. Non oltrepassare."
Galadrien,appena il pony ebbe finito, prese una palla di neve e la tirò in direzione delle colonne.
 A metà della traiettoria si disintegrò rivelando con una luminescenza la superficie della barriera magica invisibile. Galadrien la continuò a guardare come per studiarla mentre Keyer con il fiatone per la fatica si era seduto sulla fredda neve.
 Infine Galadrien ,convinto, si girò e prese dallo zaino di Keyer una pala; si spostò diversi metri più a destra delle colonne ed iniziò a scavare nella neve. Gli altri confusi ,su ordine di Keyer, cominciarono a scavare tutto attorno all'alicorno.
 Dopo diversi metri di profondità l'alicorno cominciò a scavare davanti ad esso ed intimando con movimenti di pala di proseguire in quella direzione e senza andare oltre a dove scavava lui. 
Ad un certo punto l'alicorno cominciò a scavare di nuovo in alto e quando raggiunsero la superficie si ritrovarono diversi passi oltre l'entrata all'interno della zona della montagna. Keyer uscendo da quel tunnel gelato guardò Galadrien con meraviglia e rispetto: evidentemente l'alicorno aveva capito che quella barriera magica proteggeva solo fino allo strato di terra che la toccava;quindi scavando un tunnel abbastanza profondo,in modo da non smuovere la terra della barriera, avrebbero facilmente sorpassato la barriera difensiva senza farsi scoprire.
 I pony uscirono uno ad uno dal buco e ,pronti per percorre il sentiero della montagna, si misero gli zaini in spalla sbuffando.
 Ma l'alicorno li fermò improvvisamente tenendogli la pala davanti,come per ordinagli di stare fermi lì e di aspettarlo. Keyer provò a chiedere spiegazioni ma fu immediatamente spinto in avanti da una delle ali del suo capo come ad invitarlo a continuare il cammino con lui. 
I due ben presto si ritrovarono a percorrere una strada ghiacciata che portava su in alto verso la cima.

Lì la neve era più sottile e soffice ed il ghiaccio era presente solo al centro del sentiero,come una sorta di tappeto di benvenuto,con un particolare colorito azzurro acceso.
 Ai lati le rocce della montagna erano intervallate da colonne fatiscenti e strane tavolozze di pietra come per indicare che molto tempo prima ci fosse stata qualche strana costruzione,oramai distrutta.
Il cammino non fu difficile ,dato che il sentiero percorreva tutti i lati della montagna senza quasi mai salire di colpo, però fu molto lungo: in giro di tre ore i due arrivarono finalmente alla vetta. 
Tra i ghiacciai della montagna spuntava quell'immensa punta nera che a vista degli osservatori sembrava interamente fatta di un qualche cristallo che emanava strane scintille che percorrevano tutta la superficie. 
Davanti ai due una spaccatura preannunciava l'entrata all'interno della struttura mentre un cartello trasandato in legno marcio invitava chiunque a non farlo.
 Galadrien entrò con decisione mentre Keyer dietro di lui era ancora immobile ad osservare la punta. 
Vedendo che il suo signore continuava il cammino,però, il pony di corsa si risistemò lo zaino sulle spalle ed entrò con titubanza nella volta nera. 
Dall'entrata partiva una ripida scalinata fatta dello stesso cristallo dell'esterno ,solo di un colore violetto,che conduceva ad uno spazio circolare centrale composto dalla roccia della montagna. 
Qui sopra ad un trono di cristallo nero c'era una figura adagiata interamente ricoperta da uno spesso strato di ghiaccio luccicante color verde acqua;da cui però sbucava un corno con la punta rossa. 
Quello era King Sombra.
 Galadrien gli si avvicinò mentre Keyer assisteva impaurito alla scena: l'alicorno gli appoggiò delicatamente il corno contro e sprigionò una sfera di calore che sciolse l'intero rivestimento.
La reazione di Sombra fu veramente strana: subito dopo essere stato disciolto,sbadigliò come se avesse dormito per tutto quel tempo,si stiracchiò ed aggrottando la fronte subito brontolò: "Chi osa svegliarmi dal mio sonno secolare?"
 Keyer fece immediatamente diversi passi indietro per allontanarsi da quell'essere ma il suo cammino fu interrotto da un muro di cristalli che spuntarono dal pavimento e circondarono i due visitatori.
 Erano in trappola.
 Mentre Sombra aspettava con impazienza una risposta,Galadrien fece un passo avanti e per la prima volta dopo tanto tempo,con voce molto rauca,infine parlò: "Io!Il mio nome è Galadrien e sono qui per te." 
Immediatamente Sombra scoppiò in una risata malefica che si concluse con una replica sferzante: "Deve averti mandato Celestia mi pare. Che c'è ?ora quella principessa pazza vuole uccidermi. Ed ha mandato te per farlo? Credimi sono un osso molto più duro di quello che pensi." 
Ma prima che l'essere lanciasse qualsiasi sorta di invettiva violenta contro di loro,Galadrien battè con forza uno zoccolo a terra ed urlò con tutta la forza che aveva in corpo: "IO NON SONO DI CANTERLOT!"
 King Sombra si mise a ridacchiare un'altra volta poi tornando serio e minaccioso infine disse: "Un alicorno che non è di Canterlot? Ora le ho viste tutte. Senti figliolo la mia pazienza ha un limite: chi sei e cosa vuoi?"
 Galadrien aggrottò la fronte e con rabbia gli rispose: "Sono Galadrien ,come ti ho già detto.Vengo dalle grandi terre del nord e ,come ti ripeto,ho affrontato questo lungo viaggio per cercare te."
 King Sombra sorrise e malignamente aggiunse: "Beh mi hai trovato. Cosa vuoi da me?"
 Galadrien gli rispose prontamente: "Voglio che tu venga con noi ad assaltare Canterlot e per conquistarla."
 Sombra scoppiò in un'esagerata risata tanto forte,che dagli occhi fiammeggianti spuntarono alcune lacrime. 
Ripresosi il re nero aggiunse: "Un alicorno che vuole distruggere Canterlot?! Celestia voleva farmi ridere oggi!Ahahah"
Galadrien infastidito da quella affermazione con una rapidità impressionante sfoderò la spada e con altrettanta rapidità la conficcò ,vicinissimo alla guancia di Sombra,sullo schienale del trono.
 Il re era diventato serio e la rabbia gli stava salendo lungo la gola. Infine alzandosi dal trono e guardando il suo ospite dall'alto gli gridò: "Tu,razza di alicorno,forse non hai capito con chi hai a che fare!Io sono King Sombra,il Re Nero dell'Impero di Cristallo,schiavista e tiranno, male incarnato ed assassino!Provaci ancora e giuro che questa montagna sarà la tua tomba!" 
Galadrien si spostò dal re e con tutta calma riprese il discorso: "Io ho un conto in sospeso con Canterlot e Celestia: quella principessa ha preso più potere di quanto le spettasse e ha imprigionato la mia amata:la principessa Luna. E poi l'ha corrotta e l'ha cambiata con le sue illusioni. 
Credimi se ti dico che voglio vedere Canterlot bruciare quanto te
." Sombra ritornando sul trono con un'aria più pensierosa disse con violenza: "E tu che ne sai dei miei desideri?"
Galadrien con molta calma e pazienza rispose: "Conosco la tua storia: vedere togliersi di mano il proprio regno,la propria casa, in giro di pochi secondi da due ragazzine è un dolore che anch'io condivido. 
Ma perdere per sempre l'amore della propria vita è una sofferenza pari o superiore a perdere la propria casa.
Ed io ,come vedi,non ho avuto altro per la testa in questi mille anni.E lo stesso dolore mi ha condotti qui da te."

Sombra attese in silenzio con aria incuriosita. Galadrien continuò: "Ma so anche che tu hai ancora dei contatti all'interno dell'Impero e che potrebbero essermi utili assieme a te. L'unico tuo problema era come uscire da questa prigione dato che una barriera magica ti teneva segregato in questa montagna per sempre.
 Beh io ho scavato un tunnel;se vuoi percorrerlo alla fine ritornerai nel mondo esterno."
 
Gli occhi di Sombra gli brillarono: finalmente una via di fuga,un modo per scappare da lì.
 Avrebbe anche potuto uccidere l'alicorno e usare il suo tunnel ma voleva vedere come quel pony avrebbe concluso il discorso. 
Galadrien riprese: "Insomma quello che voglio e che anche tu vuoi è vendetta! Vendetta contro quella città e quella principessa che ti strapparono la casa e che mi negarono l'amore. Pura e semplice vendetta!" 
Quella parola risuonò nella mente di Sombra come una dolce melodia.
Ah vendetta,che parola sublime che sentimento puro e crudo.
L'essere al trono sorrise:finalmente aveva trovato qualcuno che condivideva i suoi sentimenti.
 Ma senza mutare espressione chiese: "Comunque Canterlot rimane sempre Canterlot, come pensi di assaltarla?"
Galadrien abbassò il capo e molto piano cominciò a spiegare: "Io ho già assaltato Canterlot in un occasione ed una mia alleata la assalterà tra pochi giorni ma sono sicurissimo che non ce la farà.I nostri errori sono stati molti: innanzitutto non eravamo in tanti,eravamo disorganizzati e troppo sicuri di noi. Ho passato mille anni ad assemblare un esercito che almeno sia decente con armi e soldati disciplinati, e finalmente posso dire di esserci riuscito. Ma mi serve il tuo aiuto per riuscire nell'impresa,tuo e dei tuoi alleati. Più saremo e più dolce sarà la vittoria."
Sombra ascoltò con molta attenzione quelle parole: comunque quell'essere aveva fallito una volta però ne aveva imparato molto,una qualità che difficilmente si trova in un pony.
 Ma restava il fatto che comunque era stato sconfitto; però dall'altra parte Sombra non aveva nulla da perdere.
E poi poteva sempre tradirlo ed andarsene libero in giro per Equestria;un'idea molto allettante. 
Convintosi infine Sombra disse: "D'accordo mi unirò a te Galadrien del Nord a due condizioni: primo quando sarà finito tutto rivoglio il mio regno per sempre più qualche terra bonus; e secondo io non sotto sotto a nessuno! Sono un re non un soldato;prova a darmi ordini ed io ti polverizzo!"
 Galadrien con un sorriso beffardo in faccia concluse: "Bene, rispetterò le tue condizioni. 
Ma prima di attuare questa grande invasione vorrei che tu facessi una cosa." 

Sombra lo guardò malissimo e gli urlò: "Cosa ti avevo detto? Niente ordini!
Galadrien quasi scoppiò a ridere e sorridendo aggiunse: "Non è un ordine diciamo che è un favore tra amici." 
Sombra non mutò espressione e con voce tonante subito disse: "Noi non siamo amici! Cosa vuoi?"
 Galadrien con una sorriso maligno ed un espressione oscura dipinta in volto,gli rispose:
 "Voglio che tu muoia!"
  
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