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Autore: abhainnjees    01/08/2014    2 recensioni
Continuava a promettersi che dopo questa stronzata avrebbe preso Dorian per il braccio e sarebbero scappati nel New Messico, dove avrebbero vissuto in pace, senza dover sopportare il razzismo dei superiori. Avrebbero comprato una casa a due piani, uno per John e l’altro per Dorian, gli avrebbe insegnato a giocare a bocce e gli avrebbe fatto vedere tutti i western e i film brutti e violenti che conosceva.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Dorian, John Kennex, Rudy Lom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: abhainnjees (EFP) JeesLIZ (Forum)
Titolo: Equilibri Sottili
Fandom: Almost Human
Personaggi: Dorian – John Kennex – Rudy Lom – Valerie Stahl – Sandra Maldonado
Coppia: Dorian x John
Rating: Giallo
Generi: Introspettivo, Malinconico
Avvertimenti: Se può considerarsi un avvertimento, utilizzando la canzone ho dovuto, per problemi logistici, cambiare e aggiungere qualche parola. Dopo la lettura sarà più facile capirne il perché.
Canzone Utilizzata: Lonely Road -Everlast
Introduzione: nello svolgersi di un caso, John e Dorian impareranno che a volte andare per la strada nuova, se ben accompagnati, è piacevole.
Storia partecipante a [Multifandom & Originali "10 SONGS CONTEST REPRISE" (Flash)]

Equilibri sottili

E’ il 2049 e tutti gli agenti della Los Angeles Police Departement sono stati mobilitati per un nuovo caso. Questa volta, però ognuno è costretto ad agire in maniera diversa.
Essendoci stata una falla nella sicurezza interna del distretto, tutti sono potenziali indiziati, quindi si lavora uno contro uno, rapportandosi a Sandra. Le informazioni raccolte su ogni detective sono precise e scrupolose, condensate dalle indagini di più agenti interni, che a loro volta sono studiati dagli stessi sulla quale hanno indagato, e tali ricerche sono analizzate dal capo della sicurezza nazionale, venuto a indagare direttamente da Washington.
Il capitano Maldonado non ha mai pensato che tanto accanimento fosse necessario, ma i suoi colleghi sono convinti che consenziente o meno, ogni singolo individuo che mette piede al distretto avrebbe potuto manomettere i sistemi operativi, scavalcare la sicurezza elettronica e rendere disponibili ' al pubblico ’ certe informazioni. Quindi ogni detective, ogni persona che possa aver avuto la possibilità di entrare nell’edificio - dai testimoni agli operai delle macchinette automatiche- e persino gli androidi sono imputabili e punibili agli occhi della giustizia di Washington.

Sandra però si vergognava. Situazioni come questa, in cui bisogna sospettare della propria famiglia, le sono state raccontate negli anni da ex-capi dipartimento nelle chiacchierate intime che a volte le concedevano, premiando il suo acume. Queste figure paterne ma autoritarie le raccontavano con rassegnazione dell’angoscia che provavano quando a infrangere le regole erano gli stessi detective e dovevano obbligatoriamente abbandonare le vesti di guida per indossare quelle più scomode di superiore. Aveva giurato a se stessa che non avrebbe mai ceduto a quella rassegnazione ed era convinta che, qual ora episodi analoghi si fossero presentati, avrebbe potuto gestire la situazione con diplomazia, senza accusare e appesantire nessuno. Questa volta non poteva opporre resistenza, anzi aveva la sensazione che continuando a essere considerata un’indiziata, fosse trattata con gentilezza in nome di chissà quale infima malafede.
Analizzò la situazione nel buoi del suo ufficio, nel quale si era trattenuta dopo l’orario di chiusura pomeridiano. Gli ultimi aggiornamenti, comunicati a tutti i detective dal superiore di Washington, parlavano chiaro. Tra le tante informazioni visualizzate, chiunque si nascondesse dietro questo furto digitale, aveva prediletto i ricordi e gli archivi degli androidi. Erano state visualizzate con più insistenza le classificazioni di casi risolti, assieme ai profili personali delle persone coinvolte nelle singole indagini e a quelli dei detective affidati a ogni androide. Erano state manomesse le loro ‘memorie’ elettroniche, sabotati i loro database e secondo le statistiche molti erano stati anche mandati fuori circuito. Era abbastanza per escludere gli androidi dalla cerchia degli indiziati, se non fosse…
Se non fosse stato per Dorian, come segnalava l’ultimo file apertosi davanti agli occhi di Sandra, che non essendo classificabile secondo i canoni dei restanti androidi, restava ancora sospettabile.

Gli aggiornamenti furono inviati, per ragioni logistiche di risparmio di tempo, ai vari agenti del distretto direttamente ai loro pc privati. Raggiunsero John con la stessa velocità con la quale arrivarono a Sandra. Sino a poche ore prima anche lui era un semplice sospettato e adesso, mentre leggeva le statistiche, era cosciente del fatto che la cerchia si stava restringendo attorno alla sua categoria. Poi lesse che dal sabotaggio pochi erano gli androidi rimasti illesi completamente, e scottò. Si alzò saltellando su una gamba per raggiungere la protesi, sistemarla alla maglio e indossare qualcosa per uscire da casa, infastidito al rumore di sottofondo del pc che continuava a scaricare file. Mentre si chiuse la porta alle spalle, sullo schermo del laptop comparvero le parole ‘si chiede la supervisione dell’androide DRN-0167 “ Dorian” per confrontare il suo sistema operativo con quello degli androidi ora in dotazione. Potenzialmente pericoloso’

Mentre guidava verso il laboratorio di Rudy, John sbandò una o due volte. Aveva le mani troppo sudate per riuscire a impugnare saldamente il volante e il manubrio dei cambi. A volte si voltava alla sua sinistra e vedendo in posto insolitamente vuoto e l’automobile silenziosa, accelerava sorpassando spericolatamente qualunque vetture avesse davanti. Pensava solo a Dorian e a come avrebbe potuto reagire a un’intrusione del genere. Il suo partner era davvero troppo ‘nuovo’ per doverlo già cambiare. E poi non riusciva a immaginare un solo caso senza la professionalità di Dorian, i suoi commenti impertinenti e i suoi rimproveri per posticipare all’infinito il suo trasferimento a casa sua. Ormai era entrato in sintonia con logica asettica del suo collega, ne capiva i ragionamenti e rifletteva sulle pericolose domande che gli poneva. Androide o meno, il suo insolito compagno era diventato un amico e la sua saluta, anche se robotica, gli stava a cuore. Non sopportava l’idea di essere abbandonato da quel petulante e rigido ficcanaso che col tempo si era piegato sotto l’incudine del proprio caratteraccio. Se c’era un problema che includeva Dorian, lui non poteva essere tagliato fuori. Si sentiva responsabile del suo partner e aveva l’istinto di proteggere quel prezioso compagno. Perciò senza neppure parcheggiare, scese dall’auto e si affretto a entrare nel portone dello scienziato, accorgendosi di quanto l’aria fosse fredda e pungente.
Rudy, quando lo vide, trasalì. Si domandò come avesse fatto il detective a conoscere le precarie condizioni del suo partner senza che lui lo avesse avvisato. Certo lo avrebbe fatto a breve, ma...
<< Dorian? >>.
Rudy ascoltò quella richiesta senza avere il t€empo di rispondere, probabilmente non era affatto una domanda rivolta a lui, assomigliava di più a una vaga speranza che tutto andasse bene. Come al suo solito John non aspettò che il padrone di casa gli facesse strada, e Rudy dovette corrergli dietro per precederlo e avere il tempo di avvertirlo.
<< John, meglio che tu non entri. Dorian è.. uhm.. a riposo >>.
<< C’entra l’intrusione dell’altro giorno? E’ stato danneggiato dal ladro d’informazioni virtuali? >>.
<< ‘Ladro d’ informazioni virtuali’ ? Nome originale.. >>.
<< Ma smettila potresti essere persino tu per come la vedono i nostri superiori >>.
<< I tuoi superiori, John! Non i miei >>.
John infastidito, lo scansò e apri la porta che lo separava dalle agonizzanti e deliranti frasi di Dorian, il quale era disteso sul tavolo da lavoro dello scienziato, sgombrato alla meglio.

<< My heart, my mind, my soul, my body ache >>. Ripeteva dolorante.

<< Ecco ti avrei chiamato a momenti per spostare quel cliobastiomatico, da solo non ce la faccio >>.
Intervenne Rudy guardandosi infranto le braccia ossute. John non gli risparmiò un’occhiataccia e rivolgendosi a Dorian che si sforzava di restare lucido, aggiunse:

<< My back is strong, boy >>.

Il cliobastiomatico era pesante e freddo al tatto ma John si sforzò di porlo il più vicino possibile al tavolo nonostante sentisse le vene delle braccia inspessirsi sotto quel peso. Quando il cilindro metallico fu posato a terra e Rudy, vi si avvicino per controllare i valori indicati da uno specchietto rettangolare, il lavoro iniziò. Ci fu una breve disputa tra lo scienziato e John che voleva restare nella stanza anziché uscire come gli era stato consigliato.

<< Weep inside it’s killing me with pain >>.

Fu un lamento poco più che sussurrato, ma convinse John dell’urgenza dell’operazione e si ritirò a testa bassa sotto lo sguardo impaziente degli altri due. L’agonia gli fece compagnia per tutta la durata dell’attesa. Il silenzio che proveniva dalla ‘sala operatoria’ lo preoccupava più di qualunque grido. L’immagine di Rudy alle prese coll’accozzaglia elettronica di Dorian non lo rassicurò per niente. Si ricordò dello sguardo apatico che gli rivolse Dorian quando lo aggiustò con una cicca, e rise. Doveva imporsi di avere fede nella scienza. Dorian sarebbe ‘guarito’.
Quando finalmente il cervello, o meglio i circuiti di Dorian furono stabilizzati, John ricevette da Rudy il permesso di parlargli. L’androide cercava di esprimersi, ma nulla di più comprensibile di un lamento uscì dalla sua bocca. << Vuole sapere perché sei arrivato >>.

<< All the grinding time I pay the debt that’s owed >>.

Dorian rise incredulo e tossì. Poi rise di nuovo, stavolta con più forza e scuotendo la testa. John aggrottò la fronte, e poi picchietto delicatamente la mano sul petto di Dorian, accompagnando quel gesto con un’espressione idilliaca. Stavano giocando di nuovo a l’androide e all’umano. Poco dopo rise anche John, e si sedette su una sedia che trasportò vicino al tavolo, per vegliare sull’amico.
Il sonno di John però fu breve perché bruscamente interrotto dal suono secco di una tazza che poggiava sul tavolo, di fronte a lui. Rudy gli aveva preparato il caffè.
<< E’ vero quello che hai detto prima? Su fatto che siamo tutti indiziati ?>>.
<< Queste sono situazioni complicate, una falla nel sistema operativo equivale a una dichiarazione di guerra, è un attacco terroristico dalla portata globale. E i nostri superiori fanno solo il loro lavoro >>. La sua voce era stanca, ma la curiosità di Rudy fu più forte.
<< Dimmi di più! >>.
<< Secondo i nostri archivi non era mai accaduto un fatto simile da quando è stato eliminato il cartaceo per i segreti d’ufficio. Credo che ora come ora tutti i dipendenti del dipartimento non possano lasciare le proprie abitazioni, sai se dovessero fare una perquisizione.. sappiamo di essere tutti imputati >>.
<< Quindi adesso.. tu.. Oddio sto ospitando un latitante! >>.
<< Non preoccuparti, non sarebbe la prima inflazione che ti lasciamo correre >>.
<< Ma dovranno pur tener conto che se gli androidi si sono danneggiati non possono essere stati coinvolti! Non vorranno sospettare anche di loro! Immagino quali problemi potranno avere gli androidi al distretto! Chissà quali errori di serie.. secondo te dovrei passare a dare un’occhiata? >>.
<< No, aspetta che ti chiami Sandra, o aggraveresti la tua situazione >>.
<< La mia situazione? Ma se avevi appena detto che.. >>.
<< Rudy, stavo scherzando nessuno sospetterebbe di te. Quelli daranno del filo da torcere a quelli come me o.. >>.
<< O come Dorian. Non è di serie, devi stare attento. Non credo che perderanno l’occasione di accusare un DRN. Però credo sia improbabile, guarda com’è ridotto! >>.

John non rispose. Né parlò più in seguito. Pochi erano quelli che Rudy poteva chiamare amici, e ancor di meno era la sua voglia di accostare parole come “tristezza” ai loro nomi. John, col suo carattere autoritario e impicciato, era sempre stato per lo scienziato non solo un collaboratore. Dall’alto delle sue competenza, protetto dalla sua scienza, Ruby era un membro fondamentale dal distretto già da tempo, ma con l’arrivo di Dorian si sentì sempre di più parte della famiglia. Per lui, che viveva di formule e simboli chimici, una dichiarazione di guerra o un attacco terroristico significavano ben poco, ma lo sguardo grave del suo amico lo turbava profondamente. Avrebbe preferito una guerra al’infelicità dei suoi nuovi amici.
Di norma, considerava più importante il singolo individuo che la massa, poiché è nella mente di uno che nasce la soluzione al problema di molti. E applicava le sue teorie pseudofilosofiche anche alle questioni reali, con un azzardo imprudente. Se fosse stato ragionevole, o se avrebbe voluto esserlo, non avrebbe lasciato che John si addormentasse di nuovo al fianco di Dorian, lì sulla sedia; lo avrebbe spedito a casa senza troppe storie. Però, da bravo uomo di scienza il quale era, non gli sembrava giusto interrompere per mezzo della logica ciò che di più metafisico esiste al mondo. ‘Se due corpi dormono vicini, il calore dell’uno è trasmesso all’altro e il sonno diventa più piacevole’, così si diceva guardandoli. Ma quando uno dei due corpi è sprovvisto di sangue, vene e sistema circolatorio, cosa riscalda chi?

Nonostante Rudy li abbia visti litigare animatamente per una buona mezzora, le statistiche e i calcoli di probabilità di Dorian hanno vinto sull’irrazionale rabbia di John. Sono passati due giorni da quando Dorian avvertì il forte black out mentale che ha messo in ginocchio la metà degli androidi del dipartimento, ma adesso dopo essere stato curato a sufficienza, si sentiva pronto ad affrontare una situazione che si anticipava ostile. Da quello che ha potuto captare il suo sistema uditivo, era un sospettato ‘speciale’. La logica del ragionamento che non lo scagionerebbe fila liscia, ma la consapevolezza di essere del tutto innocente per qualche strana ragione aveva preso il sopravvento e lo spingeva a presentarsi a lavoro senza troppe paure inutili. Sperava però che Sandra lo chiamasse in disparte per addolcirgli la pillola, lasciando che John fosse presente. Sicuramente non si sarebbe immaginato di ritrovarsi circondato da supervisori sprovvisti di modi gentili appena entrato nel distretto. Aveva visto il capitano Maldonado alle spalle di un signore che sembrava il capo della banda d’intrusi autorizzata a interrogarlo. E John alle sue spalle era anch’esso inerme di fronte al sequestro.
<< Ho dovuto John >>.
<< Ma come puoi anche solo pensare che possa essere stato lui? Vive con Rudy ricordi? Quando avrebbe trovato il tempo per anche solo pensarlo un piano del genere? E poi anche lui ha avuto il black out, come tutti gli altri androidi, avete fatto sequestrare anche loro vero? >>.
<< E se ha bypassato le informazioni incurante delle conseguenze fisiche proprio perché sapeva che poi sarebbe stato curato? >>.
<< Lo credi davvero? Perché questo non sembra un ragionamento tuo! >>.
<< Ascolta lo faccio per il bene del dipartimento >>.
<< Spero che non sia per la reputazione del dipartimento! Perché non mi fai controllare casa allora! Sono un potenziale indiziato come lui! Sono al suo stesso livello >>.
<< No John non sei al suo stesso livello, chiunque potrebbe insediarsi nella sua testa o riprogrammarlo lo capisci? E smettila di fare tante storie per un interrogatorio di routine. Dovranno solo controllare la mappa del suo ‘cervello’ con quella degli androidi che sono usati adesso >>.
<< Spero che non sia discriminato per questo! >>.
<< Non lo so John, non da me sicuramente! E per tua informazione non ti mando i cani a casa solo per paura di quello che potrebbero trovare. E questo la dice lunga John su stante cose. Il mio lavoro consiste nel proteggere le persone su scala nazionale, ma parto sempre da voi. Quindi fammi fare il mio lavoro >>.
<< Proteggeresti anche un DRN? >>.
<< Dammi un po’ di fiducia John e lascia che te lo dimostri >>.
La voce di John si era finalmente calmata sulle battute finali dopo aver raggiunto i tratti più crudi e brutali, mentre quella di Sandra da bassa e concitata era diventata calma e decisa. L’autorità bonaria del capitano aveva vinto sulle inutili preoccupazioni del detective. E adesso avrebbe dovuto aspettare, di nuovo. Ora però si sentiva più arrabbiato e meno affranto. Continuava a promettersi che dopo questa stronzata avrebbe preso Dorian per il braccio e sarebbero scappati nel New Messico, dove avrebbero vissuto in pace, senza dover sopportare il razzismo dei superiori. Avrebbero comprato una casa a due piani, uno per John e l’altro per Dorian, gli avrebbe insegnato a giocare a bocce e gli avrebbe fatto vedere tutti i western e i film brutti e violenti che conosceva. Non avrebbe più permesso che Dorian fosse trattato come l’ultima ruota del carro, e avrebbe lodato le sue qualità tutti i giorni, se solo lui gli avrebbe promesso di non impicciarsi troppo nella sua solitaria vita sentimentale.

Dopo una lunga e agonizzante pausa pranzo John ritrovò Dorian seduto alla scrivania di Valerie.
<< Devono chiamare Rudy, è lui che decide, in un certo senso è il mio tutore >>.
<< Sono sicura che si farà valere! Non possono obbligargli di spegnerti! >>.
<>. << Non lo dire nemmeno per scherzo, e non farti sentire da John. Ops >>.
<< Non è divertente Valerie! >>.
Girandosi, Dorian si accorse che Valerie non scherzava per niente.

<< John, I hope this path brings me back where I belong >>.

<< I cry my eyes out every time I hear this bullish >>. Ringhiò John con ironia.

<< Diglielo anche tu Valerie, diglielo che non perderebbe i suoi amici neppure sotto tutte le accuse di questo mondo, diglielo che qui siamo tutti nella stessa situazione! E digli di smettere di fare la vittima! >>.
<< Forse è meglio che non m’intrometta. >> e Valerie discretamente e ben educatamente uscì da scena quasi inosservata, perché tanto John avrebbe potuto ripetere la frase precedente, scambiando ‘Valerie’ con’lampada’ e l’unico vero mittente sarebbe stato lo stesso Dorian.

<< Too much time thinking about everything that went wrong, too much time thinking about all of my mistake, I tired John>>.

<< And too much pride, for me to up and take the blame >>.

<< Non è colpa tua, non lo è mai stata >> . Piagnucolò Dorian smettendo di guardare John fisso negli occhi e puntando lo sguardo sul pavimento.

<< Every time I feel fear I call your name, don’t make me walk along the lonely road without you >>.

Molti erano i pensieri, tutti guidati da un filo logico invisibile ed elettronico, che stavano passando nelle retrovie della mente di Dorian. In quei giorni John si comportava in maniera così strana. Quei puntini lampeggianti nella sua mente riconducevano le sue azioni a uno stato d’animo chiamato “déjà vu”, non voleva cioè che un altro suo partner perdesse la vita per quelle che lui definiva colpe sue. Purtroppo per entrambi, Dorian era pazzo, e nella sua pazzia era convinto che potesse in qualche modo influenzare il percorso di quei puntini lampeggianti con le sue azioni. Una parte di lui voleva restare, voleva disperatamente credere che Rudy se la sarebbe cavata e che non avrebbe dovuto spegnarlo, anche se momentaneamente. E voleva che John gli chiedesse di restare. Non Rudy, non Valerie e al diavolo Sandra. John. Così, contrastando la logica che sempre considerava nelle sue decisioni, si sforzò di concentrarsi sui segnali luminosi che provenivano da un’altra aria del suo cervello. Si dedicò ai suoi desideri, o meglio sarebbe stato chiamarli ‘impulsi’. Voleva ricompensare John di tutta quella pazienza e devozione con un gesto semplice, eppure articolato. Voleva esprimergli la propria gratitudine e fargli sapere che voleva restare con lui, che se si fosse deciso di spegnerlo, esigeva di essere risvegliato da lui. Voleva dirgli che se seguiva i propri puntini luminosi, quel sentiero lo conduceva a parole che nessuno si sarebbe mai sognato di associare a un androide.

<< A hunger for, the loving arms of your embrace >>.

Aspettando la risposta o un gesto di John, Dorian si domandò quanto tempo potesse passare senza che a un essere sprovvisto miocardio battesse il cuore.



NdA: Tutte le parole che Dorian e John si scambiano guardandosi negli occhi sono estrapolate (e a volte modificate per problemi di contenuto) dal testo della canzone.
  
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