Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: Therese    09/09/2008    5 recensioni
Questa breve one-shot song-fic è dedicata a tutti coloro che si sentono (o si sono sentiti) a terra per i più svariati motivi. E' dedicata a coloro che si sentono soli perchè vedono che tutti gli altri sono felici e contenti mentre loro stanno sprofondando nell'oblio, nella tristezza e nel dolore. E gli amici, beh, gli amici non hanno nè il tempo e nè la voglia di capirci, di ascoltarci e confortarci. Amici o partners che non ci sono quando invece ci dovrebbero essere e mollare tutti i loro affari e priorità per starci vicino e per non lasciarci qui da soli con il nostro dolore. Proprio per questo motivo la protagonista di questa storia è Kaori: lei è sola, triste, infelice, con un amore non ricambiato e nessuna amica che abbia il tempo di ascoltarla perchè troppo impegnata con la sua vita felice. Immagino che tutti in un certo momento della propria vita si sono trovati in questa situazione. Tutti sembrano essersi dimenticati di Kaori. Tutti... o quasi...
Genere: Triste, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo unico: Calde lacrime (Welcome To My Life - Simple Plan -)

Seduta sulla poltrona. Al buio. Raggomitolata e stretta al cuscino, guardava il temporale abbattersi sui vetri del soggiorno. Da sola. Lui sapeva che lei aveva paura del temporale. Lei sapeva che in quella dannatissima sera di sette anni prima, suo fratello era morto in un sottofondo simile. Lui sapeva, eppure non era lì a rassicurarla.

Ripensava alla sua vita, Kaori Makimura. Ventotto anni compiuti e vita di merda. Ed alla situazione attuale col suo socio, nonché unico amore della sua vita, che non era ricambiato. Peccato. Oramai ci aveva fatto l’abitudine. Ma con la mente pensava a tutto nel suo insieme.

Do you ever feel like breaking down?
(Ti sei mai sentito a pezzi?)

Do you ever feel out of place?
(Ti sei mai sentito come se fossi stato fuori posto?)

Like somehow you just don't belong
(Come se in qualche modo tu non ne facessi parte)

And no one understands you
(E nessuno ti riesce a capire)

A cominciare non solo da Ryo ma da quelli che le stavano intorno. Miki ed Eriko, ad esempio erano le sue migliori amiche. La sostenevano nei momenti più bui della sua vita, praticamente tutti quelli negli ultimi sette anni, ma non solo. Miki le diceva sempre che Ryo la amava e che era solo troppo timido per dimostrarlo.

Balle.

Il temporale le metteva una paura bestia e lui era andato in giro anche quella sera a bere. Per non pensare alla litigata e alle parole velenose che lui le aveva detto appena messo a tavola. Non si era ancora nemmeno vuotato da bere, che già aveva avuto qualcosa da dire sul vino.

Quella marca non gli piaceva.

Lei si era giustificata dicendo che il suo preferito era finito, che il commesso gli aveva detto che quello lì costava qualche yen in meno, però il sapore era lo stesso. Effettivamente era lo stesso. Ma lui non gli aveva creduto. Ed aveva schiantato a terra la bottiglia e tutto il suo contenuto: così ora avevano mille pezzettini di vetro sul pavimento da tagliarsi senza troppi complimenti e il parquet che puzzava di vino rosso.

L’apoteosi.

E questo era amore? Cazzo, se questo era amore. Allora l’odio come caspita era voltato? Non aveva nemmeno finito di mettere una fettina di torta salata in bocca, che già l’aveva sputata fuori in modo quasi animale come se fosse cosparsa di veleno. Invece semplicemente, Kaori si era dimenticata che Ryo era allergico alle melanzane.

Peccato che di melanzana ce ne fosse solo una mezza e tagliata fine quasi poltiglia.

C’era talmente tanta altra roba che bisognava proprio essere degli stronzi di merda plateali per sfoggiare una scenata del genere. E Kaori aveva trattenuto le lacrime fino quasi a farsi scoppiare il cuore. Perché la trattava sempre così? Perché tutti le mentivano? Ryo non la amava per niente!!! Chi mai avrebbe trattato così la donna che diceva di amare???

E poi era stanca anche di Miki. Lei e la sua bella vita!!!

Cosa ne poteva capire lei della sua sofferenza, dato che lei era felice col suo Umibozu e con un bel pupo in arrivo? Dopo aver scoperto di essere incinta camminava ad un metro da terra e tutte le volte che Kaori andava là per confidarsi: la prima mezz’ora parlavano dei suoi problemi e magicamente poi il discorso andava sempre a ricadere su che vestiti pre-maman era meglio comprare, come arredare la stanza del pupo, era meglio il verde chiaro acqua marina o l’azzurrino tenue? Era meglio far disegnare alle pareti l’allegra banda dei Looney Tunes, Qui Quo Qua e tutti gli altri paperi con Topolino e Pippo, o meglio Whinnie The Pooh con Tigro?

Ma chi cazzo se ne frega! Pensava intanto Kaori!

Lei stava male dentro, l’indifferenza di Ryo e le sue continue sfuriate la facevano sprofondare sempre di più nel baratro del non-ritorno. E la sua amica non sapeva fare altro che parlarle di addobbi, pappette, girellini, tutine e scarpette.

Così da più di una settimana, Kaori non andava più al bar.

Ma sembrava che a nessuno importasse un fico secco, visto che la notizia che teneva banco era quella del pupino in arrivo: anche Kasumi, Kazue e Reika non riuscivano a pensare ad altro ed aiutavano ed assecondavano Miki nella sua euforia. Mentre Kaori si rinchiudeva sempre più in se stessa, non usciva quasi più e non mangiava quasi più. Ma nessuno l’aveva mai chiamata per chiederle se stesse bene o cosa avesse fatto.

Sembrava che si fossero dimenticati di lei. Come uno morto da molto tempo a cui nessuno va più a fare un saluto al cimitero o nessuno più si degna di portargli uno straccio di fiorellino.

Do you ever want to run away?
(Hai mai desiderato scappare via?)

Do you lock yourself in your room?
(Rinchiuderti nella tua stanza?)

With the radio on turned up so loud
(Con il volume della radio così alto)

That no one hears you screaming
(Che nessuno potesse sentire le tue urla)

Passava le sue giornate a piangere, ad aspettarlo. Ma lui non tornava. Lui non rincasava quasi più. Sembrava essere sempre più nervoso, come se attendesse la fine del mondo. Che cosa gli stava succedendo? Prima tra loro sembravano andare abbastanza bene. Piccoli gesti, ma sinceri e anche se rari, però le facevano capire quanto l’amasse. E poi all’improvviso il gelo più assoluto. Che avesse trovato un’altra donna?

No, non era possibile.

Sì, invece che era possibile! Eccome se era possibile!!! E lei che avrebbe fatto? In che via di servizio sarebbe caduta la sua vita se lui l’avesse lasciata per sempre per un’altra? Erano settimane che la situazione era così. E fra poco sarebbe stato un mese. Ryo si era dimostrato sempre di più freddo e scostante, nonostante lei fosse praticamente al suo servizio dalla mattina alla sera. Ma sembrava inquieto. Come se aspettasse un evento od una notizia che gli avrebbe cambiato la vita.

No you don't know what it's like
(No, tu non sai come ci si sente)

When nothing feels alright
(Quando niente va per il verso giusto)

You don't know what it's like
(Tu non sai come ci si sente)

To be like me
(Ad essere come me)

Tra l’altro non poteva contare nemmeno su Eriko perchè non solo era al settimo cielo con la nuova collezione da disegnare. Ma aveva trovato anche un fidanzato: carino, pieno di soldi e che l’amava.

Come mai capitavano a tutte tranne che a lei?

Perché le sue amiche erano sempre più felici di lei? Cosa aveva fatto lei per meritarsi di soffrire così tanto? Quali omicidi aveva commesso in una vita precedente per essere così tanto punita in quella attuale??? Non che fosse dispiaciuta perché la sua amica ora aveva trovato l’amore.

E’ che trovando l’amore sembrava essersi dimenticata dell’amicizia.

Lui era il figlio di un importante industriale che bazzigava in prodotti tessili: si erano incontrati la prima volta in una sfilata a New York di un famoso stilista l’anno precedente. Poi si erano persi di vista. Lui l’aveva rivista poi due mesi prima venendo a Tokyo per lavoro e lì era scoccata la scintilla. Fatto sta che Eriko era cambiata. Andava sempre in giro in macchine di lusso, frequentava a braccetto col suo Thomas, sempre persone dell’alta nobiltà e aristocrazia. Il padre di Thomas aveva talmente tanto potere che le stava facendo costruire un atelier in centro a Manhattan: il sogno proibito di tutti gli stilisti in erba come Eriko e anche poco conosciuti a livello mondiale. La manna dal cielo.

Ma con tutta questa euforia sembrava essersi dimenticata della sua amica Kaori.

Do you remember? Quella sfigata che si veste con abiti banali, che ha un taglio di capelli decisamente mascolino, che convive con un uomo di cui non gliene frega un cazzo di lei e che la tratta come fosse una sua serva, fa la guardia del corpo - l’aiutante maldestra che non sa sparare - di chi chiede il loro aiuto. E la sua vita è talmente frizzante che passa il sabato sera in casa, in pigiama dalle sei di pomeriggio sprofondando nei film strappalacrime, a cavalcioni nel letto stringendo il Pupazzo di Ryo Antistress e trangugiando patatine rustiche da un sacchetto unto-bisunto.

Ma sembrava che della vita di Kaori Makimura non gliene fregasse uno stracazzo a nessuno.

Non parliamo poi di Saeko. Che poteva avere tutti gli uomini del mondo, tutto ciò che lei chiedeva nel giro di due secondi veniva esaudito. E che riusciva sempre ad ottenere ciò che voleva. Ancora fonte di mistero per la piccola Kaori.

Che intanto sprofondava sempre di più nella sua insicurezza, sia riguardo al suo aspetto fisico che quello mentale; non riusciva più ad essere sicura di se stessa, non si fidava più di nessuno. Anzi, la massa di gente che ruotava attorno a lei sembrava darle talmente fastidio che si rinchiudeva nella sua stanza e non faceva entrare nessuno. Ma nessuno in realtà, le chiedeva di entrare e di poterla tirare su di morale.

To be hurt, to feel lost
(Essere ferito, sentirsi perso)

To be left out in the dark
(Essere lasciato fuori in balia delle tenebre)

To be kicked when you're down
(Essere preso a calci quando sei già distrutto)

To feel like you've been pushed around
(Sentirsi come se ti avessero malmenato)

To be on the edge of breaking down
(Essere sull’orlo di una crisi di nervi)

And no one's there to save you
(E non c’è nessuno che ti possa salvare)

No you don't know what it's like
(No, tu non puoi sapere cosa si prova)

Welcome to my life
(Benvenuto nella mia vita)

E lui come al solito, non c’era. L’unica persona che pensava la potesse amare o voler bene più degli altri, in realtà era la prima a disinteressarsi della sua vita. Stava il più possibile fuori-casa già da un mesetto, ritornava solo per cena e poi usciva subito dopo aver disprezzato le pietanze che Kaori aveva diligentemente preparato per l’intero pomeriggio. Cena che, per la rabbia e la disperazione, dopo che lui se ne era andato, la metteva dentro a dei contenitori di alluminio e la portava al Centro Accoglienza per senza-tetto non tanto distante dalla stazione. Almeno sarebbe servita a far felice qualcuno. Almeno quello.

Do you wanna be somebody else?
(Hai mai voluto essere qualcun altro?)

Are you sick of feeling so left out?
(Sei stanco di sentirti così tagliato fuori?)

Are you desperate to find something more
(Hai ancora la speranza di trovare qualcosa di più)

Before your life is over?
(Prima che la tua vita finisca?)

Era talmente depressa in quel mese, in quegli anni - diciamo -, che aveva pensato più volte di togliersi la vita, almeno nei momenti più bui e di disperazione più viva. E ponendosi sempre la domanda: «Importerebbe a qualcuno se io me ne andassi per sempre da questo mondo?»

La risposta ce l’aveva tutti i giorni davanti agli occhi. Che lei avesse continuato a vivere o che no, le cose non sarebbero cambiate. Non valeva la pena di rovinarsi l’esistenza per la gente egoista che aveva attorno. Ryo che pensava sempre ai suoi affari personali, a sperperare in alcool e donnette a pagamento quel poco che riuscivano a racimolare ed ad risparmiare. Il lavoro era a zero da quasi quattro mesi. Miki era presa dalla sua prima gravidanza. Kasumi non faceva altro che assecondarla e parlare del nuovo ragazzo che aveva conosciuto in discoteca e con cui usciva. Kazue aveva finalmente, dopo anni di pressioni, convinto Mick a cominciare a costruire insieme un futuro più concreto e più maturo. Eriko era in trip paurosi con il suo Thomas e il suo nuovo atelier.

E a lei che cosa restava ora che l’amato fratello non era più con lei da svariati anni ormai?

Polvere? Cenere? Rametti secchi? Niente di tutto questo. Ma nemmeno di altro.

Are you stuck inside a world you hate?
(Sei imprigionato all’interno di un mondo che odi?)

Are you sick of everyone around?
(Sei stanco di tutta la gente che ti gira intorno?)

With their big fake smiles and stupid lies
(Con i loro grandi sorrisi falsi e le loro stupide bugie)

While deep inside you're bleeding
(Mentre nel più profondo tu stai sanguinando di dolore)

L’indomani recandosi alla lavagna per vedere se qualche cliente avesse avuto bisogno del loro aiuto, trovò un messaggio:

Per K.M. - Vieni sola al 258 di via Tokugai alle 23 di questa sera e saprai cosa è successo al tuo socio in tutto questo tempo. -

Inquietante. Il cuore le balzò in gola, pensava fosse uno scherzo, invece di Ryo non c’era l’ombra dalla sera precedente. Aveva paura. Tanta paura che fosse successo qualcosa al suo unico amore. Caricò nella sua Pandina scassata tutte le armi che poteva tenere nel baule e partì verso le 22.30 da casa. La zona in cui doveva recarsi era in periferia della città, con le colline alle spalle e il mare davanti. Uno dei quartieri più belli e più tranquilli ed anche più puliti che Tokyo potesse offrire.

No you don't know what it's like
(No, tu non sai come ci si sente)

When nothing feels alright
(Quando niente va per il verso giusto)

You don't know what it's like
(Tu non sai come ci si sente)

To be like me
(Ad essere come me)

To be hurt, to feel lost
(Essere ferito, sentirsi perso)

To be left out in the dark
(Essere lasciato fuori in balia delle tenebre)

To be kicked when you're down
(Essere preso a calci quando sei già distrutto)

To feel like you've been pushed around
(Sentirsi come se ti avessero malmenato)

To be on the edge of breaking down
(Essere sull’orlo di una crisi di nervi)

And no one's there to save you
(E non c’è nessuno che ti possa salvare)

No you don't know what it's like
(No, tu non puoi sapere cosa si prova)

Welcome to my life
(Benvenuto nella mia vita)

Fermò il suo sguardo davanti ad un casa modesta ma graziosa, con un bel parco davanti ed un’entrata indipendente, una specie di villetta. Ma sembrava ancora molto grezza perché si vedeva che la sua costruzione non era ancora stata completata per intero.

Il cancello era aperto.

C’erano ancora i fili a penzoloni forse per poi mettere a punto l’automatizzazione. L’ora era tarda. Il cielo era nuvoloso e minacciava di piovere da un momento all’altro. Sul campanello non c’era nessun nominativo recante indicazioni sui possibili proprietari.

Entrò poichè la porta era socchiusa.

Aveva una paura folle, anche se sapeva che i fantasmi non esistevano. Una candela profumata, piuttosto fuori posto in un luogo del genere, attirò la sua attenzione. Sotto a questa c’era un bigliettino. Lo lesse con mano tremante e il cuore che quasi smetteva di battere.

No one ever lied straight to your face
(Nessuno ti ha mai mentito dritto in faccia)

And no one ever stabbed you in the back
(E nessuno ti ha mai pugnalato alla schiena)

You might think I'm happy
(Tu potrai pensare che io sia felice)

But I'm not gonna be ok
(Ma non sto per niente bene)

Everybody always gave you what you wanted
(Tutti ti danno ciò che vuoi)

You never had to work
(Non hai mai dovuto lavorare)

It was always there
(Era già tutto pronto lì)

You don't know what it's like
(No, tu non sai come ci si sente)

What it's like
(Cosa si prova)

Perdonami per tutto il male che ti ho fatto in questi anni, Amore Mio. Ma sono pronto a ricominciare tutto daccapo. In una casa che non sia solo mia, ma anche tua. Che sia nostra. Non ho ancora deciso se smettere di fare questo lavoro di sweeper ma la cosa che mi interessa adesso è la tua felicità, trascurata da me ignobilmente da troppo tempo. Voglio che questa diventi casa nostra. Il nido della nostra vita matrimoniale. La nostra capanna d'amore. Ti prego perdonami, se puoi, di tutte le calde lacrime che ti ho fatto versare. Ed ora hai capito perchè sono stato assente per tutto queto tempo. E perdonami ancora per non averti mai detto niente, nè dimostrato concretamente l'amore assoluto che provo per te. Spero che questo possa essere un inizio, Kaori. Sempre se tu lo vorrai. Sempre se vorrai ancora condividere la tua vita con un uomo che è disposto anche domani a portarti all'altare. Sempre se potrai mai perdonarmi di tutto il male che ti ho fatto. Sempre se vorrai ancora che io sia tutto. Per tutta la vita.

Una figura nell’ombra si mosse, nascosta prima dietro ad una colonna per scrutare il volto della sua donna, rivelando il suo ciuffo di capelli corvini e un sorriso timido ma rassicurante. Ma gli occhi di Kaori erano troppo ricoperti dalle lacrime per riuscire a vederlo.

- FINE -

  
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