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Autore: Mirandolina    01/08/2014    9 recensioni
"-Sei geloso.-
-Io geloso? È una cosa ridicola, Kate.-
-Lo penso anch’io, però rimane il fatto che sei geloso.-"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Richard Castle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Se è destino
 
 
 
 
 

-Posso sapere perché sei voluto venire anche tu?-
-Ti do fastidio, per caso?-
-Sai cosa intendo.-
-Avrei dovuto lasciare la mia fidanzata tutta sola di sabato pomeriggio? Neanche per sogno.-
-Se non ti conoscessi bene, direi che sei sincero... ma io so il vero motivo per cui sei qui.-
-Mi piacciono le file..-
-Sei geloso.-
-Io geloso? È una cosa ridicola, Kate.-
-Lo penso anch’io, però rimane il fatto che sei geloso.-
-Bè magari, e non dico che hai ragione, se tu non avessi parlato per settimane di questo tizio ogni volta che ci vedevamo, forse non correrei il rischio di...-
-La fila avanza, svelto.-
-... sembrare geloso. Mi stai ascoltando?-
-Mh? Certo che ti ascolto ma non vedo il motivo di questa discussione: entriamo, stiamo un minuto, poi andiamo via e non se ne parlerà più.-
-Non ne sarei così sicuro. Ho visto casa tua: sei praticamente ossessionata.-
-Come hai detto, scusa?!- Se uno sguardo avesse potuto uccidere…
-Ok, però devi ammettere che è strano. - Un’altra occhiataccia lo fulminò.
-Non devo ammettere nulla! Io sono una fan del genere e si da il caso che il migliore scrittore di libri gialli vivente sia a meno di cinquanta metri da me e che io abbia la possibilità di stringergli la mano! Oltretutto non so quando ritornerà in città e la prossima volta chi mi assicura che non sarò di turno al distretto? Quindi si, è un’occasione più unica che rara e la voglio sfruttare perciò resterò qui ad aspettare anche tutto il giorno e tutta la notte per vederlo. Chiaro?! E ora muoviti, vedo l’ingresso.-
-...E poi non dovrei essere geloso, vero?-
-Zitto.-
-Andiamo Beckett, aiutami a capire. Col lavoro che fai, vedi tutti i giorni vere scene del crimine e veri assassini, mentre questo scrittore inventa tutto di sana pianta eppure non ti perdi un suo libro. Dovresti scriverli tu i best seller, non lui!-
-Sai, è proprio questo il punto, Will. Io saprei scrivere solo la parte del poliziotto. Nei suoi libri trovo qualcosa di più, il pezzo che mi manca sempre: la versione dell’assassino. Non ti chiedi mai cos’è che spinge un uomo ad uccidere? In che modo uno stronzo qualsiasi pensa di avere il diritto di strappar via qualcuno dal suo lavoro, dai suoi amici o dalla sua famiglia?!- La detective ora teneva gli occhi fissi su di lui, il respiro leggermente corto. Forse aveva detto troppo.

Non gli ci volle molto per mettere insieme i pezzi.

-Kate.. -
-Non dirlo.- lo interruppe lei.

Aveva decisamente parlato troppo.

Si era chiusa di nuovo a riccio, non lo guardava nemmeno in faccia, ma almeno Will Sorenson aveva la sua risposta: quei libri l’aiutavano ad affrontare il lutto.

Da quando si frequentavano, Beckett aveva accennato solo una volta alla morte di sua madre, più per informarlo che sarebbe stato un tabù che per renderlo partecipe. Ma lui era un detective ed indagare era il suo mestiere. Sapeva che il caso era stato archiviato senza un movente né un colpevole.
 
-Mi dispiace, io..-
-Possiamo non parlarne?-

Lui annuì semplicemente e per diversi minuti nessuno disse nulla tanto che Will fu quasi grato al telefono quando squillò, togliendoli dal gelo che era calato.
 
-Di bene in meglio..-
-È il distretto?-
-Già.- Ormai rassegnata, prese un respiro profondo. Poteva anche evitare di rispondere: passava con Esposito più di 40 ore alla settimana e se la chiamava di sabato pomeriggio non era di certo perché sentiva la sua mancanza.
-“Beckett...si, ma io… arrivo.”- ributtò il telefono nella borsa imprecando e dando un’occhiata sofferente alla gente ancora davanti a sé. -Non è giusto, era quasi il mio turno!-
 
Almeno pareva essersi dimenticata dello sfogo di pochi minuti prima.
 
-Dobbiamo tornare subito?-
-Non tu.- poi continuò -...in effetti Montgomery cercava solo me.-  
-Quindi è stata tutta una perdita di temp.. perché mi guardi così?- Sembrava una bambina che sta per fare una marachella: adorabile, ma bisogna stare attenti.
-Sai quanto ci tengo a farmi autografare questo libro e dato che ormai sei qui... non dovresti nemmeno aspettare tanto.-
 
Appunto.
 
-Non se ne parla! Io quello lì non lo sopporto!-
-...per favore.- Lo guardava porgendogli il volume che aveva tenuto stretto a sé per tutto il pomeriggio. Se solo nei suoi occhi non ci fosse stata tutta quella delusione...
-E va bene! Vai o ti licenziano.-   

Dopotutto, doveva rimediare al passo falso su sua madre e quello sarebbe stato il modo perfetto.

-Grazie, vado! Appena hai finito mi chiami? Grazie, grazie, grazie! Ci vediamo da me stasera? Mi farò perdonare, promesso!-
-Non ne dubito ma ora vai prima che ci ripensi.-
-Si, ciao!-
  
 
****
 
 
-A chi lo dedico?-

Proprio come se lo aspettava, Will si trovò davanti un uomo alto (o così sembrava), sulla trentina, capelli corti, occhi azzurri... insomma, uno che non doveva aver problemi con le donne.

-Alla mia ragazza, Katherine. Anzi, Kate.-
-Lasciami indovinare, sono un regalo di compleanno, eh? Ottima scelta!-
-No, a dire il vero lei...- gli costava ammetterlo- voleva davvero essere qui oggi ma ha avuto un’emergenza al lavoro perciò... eccomi qui.-
-Ah, si? Che peccato, preferisco fare autografi alle belle ragazze che agli uomini, senza offesa.-

Non era tanto quello che diceva ad infastidirlo, quanto la sfacciataggine con cui gli parlava. Sorenson ebbe la certezza che quel figlio di papà pieno di soldi sarebbe stato più affabile davanti ad una terza abbondante di reggiseno e fu quasi grato che Kate fosse stata richiamata al distretto.
 
Castle  intanto scriveva spedito, senza staccare gli occhi dal foglio se non dopo aver terminato. -Ecco a te.- 
Il tono fermo e freddamente cortese gli dicevano che il tempo era scaduto e doveva lasciare il posto al prossimo ammiratore adorante.
 
Ma che ci troverà Kate in questo pallone gonfiato?
 
 
****
 
  
A Katherine.
Anzi, a Kate.
Grazie per il tuo sostegno e non temere, se è destino un giorno ci incontreremo.

Richard Castle

 

 
 
 
 
 
Fine
 
 
 

Note di una Mirandolina:

Nella 1x09, Sorenson ricorda a Kate di come la ragazza una volta abbia aspettato un’ora davanti ad una libreria solo per un autografo dello scrittore.
È possibile quindi che Castle e Beckett si siano già incontrati in quell’occasione ma secondo me Rick avrebbe notato la sua futura musa e non se la sarebbe fatta sfuggire perciò ho pensato ad un altro modo per cui Kate avesse l’autografo senza però averlo mai visto.
Spero che la mia versione di questo missing moment vi sia piaciuta :)
Buona estate a tutte!!

 
  
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