Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Geggy_    01/08/2014    4 recensioni
Castiel Novak è lo strano ragazzo dai capelli eternamente arruffati che ama dipingere e frequenta la Lawrence High School, nel Kansas. La sua vita è tutto sommato monotona, ma le cose cambiano drasticamente quando l'arrogante capitano della squadra di football, Dean Winchester, gli chiede di uscire. Castiel continua a rifiutarlo e a prendersi gioco di lui, ma dopo l'ennesimo invito accetta, quasi esasperato. Ma Dean nasconde un segreto.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La campanella della 8.15 annunciante l’inizio delle lezioni trillò impietosa e il suo suono rimbalzò fra le mura bianche ormai scolorite dal tempo della Lawrence High School, immediatamente seguita da un coro nascente di grugniti di disappunto proveniente dalla maggior parte degli studenti che ciondolavano nei corridoi, ancora assonnati e che come sempre non erano ansiosi di cominciare la loro giornata scolastica così presto, specie di lunedì, quando i postumi della baldoria del weekend appena passato erano ancora così vivi.
Quindici minuti dopo gli unici rumori erano l’allegro chiacchiericcio degli alunni riuniti nell’aula 12 che aspettavano l’arrivo del professor Shurley, in ritardo come sempre, e il ronzio di qualche mosca che si aggirava per i corridoi deserti senza meta. Cinque minuti ancora e il vociare sommesso dei ragazzi era sparito, rimpiazzato dal balbettio confuso di Mr. Shurley che si accingeva a spiegare appassionatamente la storie e le motivazioni della guerra fra Lucifero, la prediletta delle creature plasmate dal Signore e portatore della luce come diceva il suo stesso nome, e Dio, il suo Creatore.
 



 





Alle 8.50 la quiete che tutto sommato regnava sovrana nell’edificio venne bruscamente interrotta dal cigolio assordante del portone d’ingresso che veniva richiuso con violenza e dallo scalpicciare di passi in corsa.
Un ragazzo attraversò il corridoio principale correndo a perdifiato, con il cuore che gli batteva forte nel petto e i capelli neri come la notte arruffati dal vento gelido di dicembre, il trench beige che svolazzava dietro di lui come l’ala di un corvo e una tela da disegno accuratamente arrotolata in mano. Il ragazzo salì le scale che portavano al secondo piano e imboccò il lungo corridoio alla sua sinistra, percorrendolo con il cuore che batteva a ritmo con i suoi passi in corsa, simile ad un tamburo che minacciava di esplodergli nel petto. Si fermò soltanto quando giunse davanti alla porta dell’ultima aula che, come recitava il cartellino posto sull’architrave, era l’Aula 8 e, senza concedersi neppure un secondo per riprendere fiato, bussò con decisione, attendendo pazientemente che qualcuno aprisse.
Se qualcuno avesse provato a poggiare l’orecchio contro la porta nella speranza di captare qualche suono probabilmente avrebbe creduto che l’aula fosse vuota ma Castiel Novak sapeva che in realtà, nonostante non si udisse il minimo rumore, l’aula era piena di studenti assorti nel loro lavoro.
Fu un uomo dal naso aquilino, le guance scarne, la fronte spaziosa e gli occhi infossati ad aprire la porta, una mano ossuta che stringeva la maniglia rossa e l’altra posata sul pomello di un vecchio bastone da passeggio. Aveva l’aria di essere vecchio quanto il mondo se non di più, e quando Castiel piazzò i suoi spettacolari e profondi occhi blu nei pozzi neri del suo insegnante di pittura si ritrovò a pensare che il soprannome appioppatogli non avrebbe potuto essere più appropriato.
Mr. D. conosciuto come Mr. Morte si diceva fosse stato il primo a cominciare ad insegnare in quell’anonimo edificio che era Lawrence High School. Senza età e perennemente avvolto nel suo completo nero, Mr. Morte aveva fama di essere il più severo degli insegnanti, sebbene mai nessun alunno fosse stato punito durante le sue lezioni – gli studenti erano terrorizzati a morte dall’idea di irritarlo per tentare qualche bravata.
Castiel deglutì ma sostenne lo sguardo dell’insegnante con fierezza fino a quando questi non si fece da parte permettendogli di entrare. Ovviamente l’aula non era vuota. Fra le mura scolorite dal tempo erano stipati i dodici compagni di corso di Castiel, seminascosti dalle tele erette sui cavalletti di legno, silenziosi, tesi.
Castiel si piazzò davanti alla cattedra con la tela che aveva portato con sé stretta al petto e gli occhi che seguivano ogni momento di Mr. D. il quale, dal canto suo, finì per sparire dietro la cattedra e sedersi prima di parlare.
 

“Mr. Novak”, cominciò, e sebbene il suo non fosse stato più di un mormorio la sua voce lenta e profonda rimbombò cupamente nella piccola aula, facendo tremare alcuni studenti. Castiel avrebbe giurato di aver sentito una ragazzina seduta su uno sgabello in prima fila, Anna Milton, trattenere il fiato.
“Sarei contento di conoscere il motivo del suo ritardo.”


Castiel sospirò e si affrettò a spiegare con quella voce lenta e profonda come quella dell’insegnante ma anche terribilmente sexy che si ritrovava e che aveva fatto eccitare fin troppi ragazzi e sospirare di piacere alcune ragazze. Peccato che lui non fosse interessato né agli uni né alle altre. Buffo il numero sempre crescente di attenzioni che continuava a ricevere nonostante sul suo profilo Facebook avesse annunciato più e più volte che era asessuale.
“Non era affatto mia intenzione arrivare in ritardo questa mattina, Mr. D., si è trattato di un incidente. Il gelo ha bloccato il meccanismo che apre le porte del treno che prendo ogni giorno per venire a scuola, e ho dovuto aspettare che la sicurezza aiutasse i passeggeri ad uscire dalla porta sul tetto del vagone principale. Mi sono precipitato qui non appena mi sono liberato per non perdere un altro minuto di lezione”, affermò in un soffio il ragazzo con il respiro corto per la mancanza di fiato e gli occhi fissi in quelli dell’insegnate, che non lo aveva mai interrotto.
“Questo è quanto è accaduto, signore”, concluse Castiel, constatando per la prima volta come per cinque, interminabili minuti l’unico suono a regnare nell’aula fosse stato quello della sua voce unito al canto di un uccello che risuonava in lontananza come una melodia di sottofondo, vecchia e malinconica. E se prima era stata la giovane signorina Milton a trattenere il fiato, adesso anche il suo migliore amico Balthazar e quella ragazzina seduta accanto a lui e che non gli dava un attimo di tregua, Hael, erano nella sua stessa situazione. A Castiel non importava venir penalizzato per il resto del suo soggiorno alla Lawrence High School – diamine, avrebbero anche potuto privarlo della borsa di studio che sua madre sperava vincesse - purché Mr. D. non lo avesse esonerato dalle sue lezioni di pittura. Dipingere, disegnare, modellare, quelle erano le poche cose che lo facevano sentire completamente libero, svuotandolo della rabbia e lo stress accumulati durante il giorno. Lo scorrere del carboncino sul foglio, vedere dei semplici scarabocchi prendere vita assumendo i contorni definiti di un volto o uno scoiattolo incontrato in un sogno, per Castiel questo rappresentava l’ordine del tutto assente nella sua caotica vita.
Il suono della voce di Mr. Morte riportò il ragazzo alla realtà, strappandolo bruscamente dai tristi scenari che non si era accorto aver cominciato ad immaginare.
“Se questo è davvero ciò che è successo non vedo perché dovrei segnalare il suo ritardo al principale. Ma badi bene, Signor Novak, se la prossima volta il suo mezzo di locomozione le provocherà altri contrattempi non mi interessa se sarà costretto a passare attraverso le porte, arriverà in orario o non sarà così fortunato e riporterò l’accaduto. Sono stato chiaro?”
Castiel annuì, incredulo e lieto che per una volta la fortuna avesse girato dalla sua parte, mentre zigzagando fra cavalletti e sgabelli e con la tela ormai umidiccia ancora in mano prendeva posto in un angolo in seconda fila, accanto al suo migliore amico, che spiò ogni suo movimento con la coda dell’occhio.
Mr. D. restò in silenzio per qualche altro minuto prima di rialzarsi e cominciare ad aggirarsi tra le file per commentare il lavoro di ciascuno studente.
 

Castiel tirò un sospiro di sollievo mentre si riaggiustò l’informe maglione che era scivolato lungo la spalla, lasciando scoperta buona parte del collo e della clavicola.
L’aveva scampata bella. Si appuntò mentalmente di prendere la corsa delle 6.40 al posto di quella delle 7.30 per il resto della sua carriera da studente alla Lawrence High School mentre un largo ghigno irresistibile spuntava sul suo volto paffuto. Oh, per una volta quella stupida frase che una volta, quando era piccolo, aveva sentito dire da una donna bionda al suo bambino al supermercato e che non aveva mai dimenticato si era rivelata realtà. Forse gli angeli vegliavano davvero su di lui.

 

 


 







 

N. d. A.
 
Hey there, qui è l’autrice di questo scarabocchio insensato!
Lo so, ultimamente sono impegnata con la Gallavich che potete trovare qui (tranquilli, non la trascurerò perché essendo un lavoro ormai finito mi resta soltanto da aggiornare periodicamente), ma l’altra sera non riuscivo proprio a dormire e dopo aver avuto quest’idea non ho saputo resistere e ho deciso che dovevo scriverla e pubblicarla il prima possibile. Ebbene sì, si tratta di Destiel high school!AU con un (mezzo) hipster!Cas e un Dean che beh, nei prossimi capitoli scoprirete com’è fatto.
Al solito ringrazio Elena per avermi fatto da beta – davvero, non so cosa farei senza di lei – e vi ricordo che sono sempre bene accette critiche e consigli purché espressi con gentilezza.
Spero non rimarrete delusi da questo mio altro lavoro, al prossimo capitolo!
 
Geggy.

 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Geggy_