Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club
Ricorda la storia  |      
Autore: monnezzakun    02/08/2014    5 recensioni
Ci sono solo tre cose che Seijuro si pente d'aver lasciato incompiute.
[NotteBianca#4 - SeiGou - "Non avevo mai notato che i tuoi bicipiti fossero così belli"]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gou Matsuoka, Seijuro Mikoshiba
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Blow me one last kiss
 



Ci sono solo tre cose che Seijuro si pente d'aver lasciato incompiute.
Le prime sono triviali, il genere di rimpianti che rimangono sulla lingua solo quando la nostalgia è più acuta. Ci ripensa mentre è seduto in camera, le valigie di nuovo piene a metà come prima della partenza per la Samezuka - e come quando la Samezuka l'ha lasciata, gli ricorda una vocina nel profondo della sua mente.
Il primo gli torna in mente guardando la foto sul comodino. È un ricordo che lo fa ridere, da solo sul materasso, le mutande che dovrebbe piegare e infilare in borsa sparse attorno a lui fra le lenzuola. C'è l'intera squadra della Samezuka stritolata in quella cornice, ammassata per riuscire ad entrare tutti nell'ultima foto con il loro capitano. Seijuro scorre con lo sguardo tutti i volti, carezzandone i tratti come fosse l'ultima volta - e forse lo è - che li vede tutti insieme, sorridenti e fradici. Si ritrova a elencare i loro nomi piano, sottovoce, scandendo le sillabe come per assicurarsi che la memoria non stia già iniziando a fare brutti scherzi. È allora che si accorge che mancano due sorrisi, ed allora il ricordo fa un rumore come di ramo che si spezza di netto in un bosco. C'è il viso rosso di Nitori, così tanto da confondersi con i capelli di Rin, che gli sta mordendo una guancia con fare scherzoso. Seijuro ride più forte, ripensando a tutte le litigate con Matsuoka per fargli capire che no, pomiciare al posto che presentarsi agli allenamenti non era concesso, nella sua squadra. È questo il suo primo rimpianto: non essere mai riuscito a trovare il loro nascondiglio e a scattare foto compromettenti con cui minacciarli.
Il secondo è di non aver mai chiesto a tutti mail e numero di cellulare, per poter scrivere ogni tanto, sapere come vanno gli allenamenti - sentirsi ancora parte della squadra, anche da lontano. Sa che è un rimpianto stupido, perché anche scrivere a Rin di tanto sta diventando difficile a mano a mano che il tempo passa. Però sarebbe bello aprire la rubrica del cellullare e leggere tutti quei nomi in fila, ordinati come soldatini - quelli che erano i suoi soldatini.
Il terzo rimpianto è quello più doloroso. Ed è quello che lo coglie impreparato ad ogni ora del giorno, insinuandosi sotto il cuscino mentre dorme, scivolando sul suo corpo come acqua sotto la doccia, facendogli passare l'appetito mentre si cucina il pranzo. È ciò che gli succede ora, mentre griglia lo sgombro nel modo che gli ricorda di Nanase-kun e quindi di tutti quanti. Lo colpisce al petto, secco come una pugnalata.
Non ha mai chiesto a Gou di uscire con lui.
Sospira, costringendosi a sedersi e a mangiare, masticando con la pigrizia di chi non ha appetito e non riesce a trovar la voglia di deglutire. Non gli è mai successo di sentirsi così per una ragazza. Se Momotarou fosse lì direbbe qualcosa come "Dovresti essere più deciso, fratellone! Se ti piace una ragazza le devi chiedere di uscire finché non accetta!"
Avrebbe dovuto. Voluto, più che altro.
Però è difficile farsi notare, in mezzo a così tanti ragazzi. Lo è ancora di più quando gli incontri sono casuali e brevi, sempre per motivi che con la conversazione hanno poco a che fare. Sono queste le due bugie che si ripete da tanto, tanto tempo. Anche se è chiaro che sono bugie, anche se non fa che rendere più evidenti occhi le occasioni che ha sprecato ogni volta. Quando si ritrova in strada, la valigia dimenticata nella camera da letto, gli occhi fissi su ogni angolo di quella città in cui sente vivida la sensazione da partenza, quell'affetto colloso che ti trattiene e rende nostalgico ancora prima di partire.
Tira fuori il cellulare dalla tasca, limitandosi ad illuminare lo schermo per guardare il blocco schermo. Spera di non perderlo mai nei dintorni di Matsuoka, quel cellulare, perché avere una foto di sua sorella come sfondo non lo metterebbe esattamente in una bella situazione. Forse è proprio eliminare quella foto il primo passo per lasciarsi indietro i rimpianti. Forse se non ci fosse Gou, lasciare la Samezuka sarebbe più semplice.
Ma senza Gou, sarebbero stati così belli questi anni?
Ennesimo sospiro. Ennesimo passo alla deriva sotto il sole cocente. Una notifica dal cellulare che non è l'ennesima, però.
Numero sconosciuto.
"Non avevo mai notato che i tuoi bicipiti fossero così belli".
Seijuro si ferma in mezzo alla strada, confuso. Chi manderebbe mai un messaggio del genere? Ha sentito di ragazze che si confessano ai loro senpai prima che loro partano per andare a studiare fuori città, però questa è tutto tranne il tipo di confessione normale. A dirla tutta non è nemmeno sicuro che sia una confessione.
«Dovresti vedere la faccia da scemo che hai adesso» ride una voce. Che non è una voce, è la voce, il suono che più vorrebbe sentire al mondo in quel momento.
Quando alza lo sguardo, Gou gli sorride dalla sua bicicletta, agitando la mano come per salutarlo da lontano. A Seijuro bastano tre passi per raggiungerla, con un sorriso da ebete che probabilmente è il motivo per cui Gou ride di nuovo.
«Gou-kun!» esclama, fermandosi davanti a lei. «Non ci eravamo ancora salutati, vero?»
Fa male dire una cosa come quella, però è l'unico motivo per cui Gou è lì, probabilmente. Lei sorride, scuotendo la testa. «Non potevamo lasciarti partire senza salutarti!» potevamo, plurale, prima persona. È lì a nome dell'Iwatobi, ovviamente. Seijuro non sa cosa si aspettasse, però il sorriso per un momento s'incrina lo stesso.
«A proposito, questi sono dei regali da parte di tutti» riprende, indicando il cestino carico di pacchettini della sua bicicletta «Non ho idea di cosa ti abbiano regalato gli altri, però a giudicare dalla puzza ti consiglio di aprirlo subito quello di Haru-kun, temo sia uno sgombro». Lo dice con un sospiro esasperato, così carina e perfetta che il suo cuore manca un battito. È assurdamente bella anche mentre parla di pesci che puzzano.
«Tsk, nessuno della mia squadra mi ha fatto un regalo» risponde, sentendosi completamente fuori luogo e fuori tempo. Probabilmente la sua risposta non ha nemmeno senso. «Siete stati fin troppo gentili, grazie».
Quando si ricorda del cellulare che ha ancora in mano, aperto sul messaggio assurdo che gli è arrivato, è solo perché Gou gli ha sfilato il cellulare di mano. Si sente arrossire e fa per levarle il cellulare di mano per impedirle di leggere, ma è troppo tardi.
«Ma come!» esclama lei, mettendo su un broncio che oh, cuore, be strong. «Numero sconosciuto? Non hai nemmeno salvato il mio numero?Non hai nemmeno salvato il mio numero?»
C'è un momento, un momento intensissimo, in cui il suo cervello si spegne. Però è l'istante dopo quello più difficile, perché mentre cerca di riaccenderlo e tornare a funzionare come un essere umano qualsiasi Gou inizia a ridere e cazzo, quello è un tentato omicidio.
«Questo... è il tuo numero?» balbetta, in piedi come un cretino davanti ad una ragazza che sta soffocando per le risate. Il suo fratellino sarebbe così tanto deluso.
«Sì, è il mio numero» risponde lei, asciugandosi le lacrime per le troppe risate. «E comunque il messaggio è vero, non l'ho ancora trovato un altro ragazzo con dei bicipiti così belli♥» e Seijuro riesce a sentirlo il cuoricino, dritto alle ginocchia che iniziano a cedere. Dev'essere un sogno. Decisamente un sogno.
Poi Gou prende il telefono e lo scrive da sé, il nome del contatto, con tanto di cuoricino affianco - e Seijuro prega che non esca dalla rubrica perché CAZZO, la sua foto come sfondo. Però il cellulare torna sano e salvo nella sua tasca, insieme ad un silenzio che pesa fra di loro quanto il pensiero di tornare a casa e finire la valigia, senza vedere quel visino per tanto, troppo tempo. Seijuro torna a parlare dopo un sospiro lungo un millennio. «Gou-kun, ti... andrebbe di fare un giro con me, adesso?».
L'ha detto. L'ha detto. L'hadettol'hadettol'hadettol'hadettol'hadetto...
Gou sorride, arrossendo appena. «B-be', perché n-»
Quando poi Seijuro la bacia, in bilico su quella bicicletta rosa a fiori, forse è il caso di ammettere che essere coraggiosi non è stato poi così complicato - e nemmeno ricevere uno schiaffone. Schiaffone che però è seguito da un bacio sulla guancia rossa, e da un pomeriggio passato a pedalare su un bici da donna con Gou stretta alla sua schiena, ridendo felice come se nulla fosse cambiato dai tempi della Samezuka.




Note conclusive
Io questa storia ve la schiaffo qui, non so nemmeno se la volete, però tié, eccovela. Trattatemela bene che è la mia prima SeiGou e c'è da esserne fieri, quando si scrive SeiGou, ricordatevelo sempre. A parte le sciocchezze, grazie con un super ritardo per la Notte Bianca, che è stata bellissima come sempre <3
Il titolo (che è il motivo per cui posto così tardi) fa cagare ed è una canzone di P!nk (che non fa cagare, credo XD). Grazie mille per aver letto!

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club / Vai alla pagina dell'autore: monnezzakun