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Autore: cioshes    02/08/2014    3 recensioni
I quattro ragazzi della Samezuka si ritrovano a vivere una notte amara quasi quanto il sapore della vodka alla fragola, che sbiadisce tra le urla piccanti e le luci del quartiere che non dorme mai.
Genere: Angst, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Momotarou Mikoshiba, Nitori Aiichirou, Rin Matsuoka, Sosuke Yamazaki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Strawberry Vodka Night

Una notte al sapore di vodka alla fragola, nel quartiere che non dorme mai.


Quartiere di Shinjuku, Tokyo.
Ore 4:38.
Un Momotaro alquanto ubriaco irrompe nella camera da letto di Rin, barcollando e scacciando via dalla soglia della stanza d’albergo tre ragazze che probabilmente avrà conosciuto quella stessa sera.
E con questo, sono tutti al completo.
Con le voci stonate che si levano dai karaoke, e il K-Pop che trapana le strade del quartiere che non dorme mai, Sosuke, Aiichiro, Momotaro e Rin si guardano a vicenda con occhi rossi e liquidi.
«Allora, Mikoshiba» inizia Yamazaki, un sorriso beffardo si fa largo sul suo viso. «Scommetto che il tuo fratellone-tutto-casa-e-chiesa non sa niente di quest’uscita, mh?»
«Non ti azzardare a dirgli una parola» ciò che dice l’altro suona come una supplica, la voce nasale, l’alito che ti fa venir voglia di buttarti dal centoduesimo piano, e la mano che si muove svelta nella sacca per tirare fuori una bottiglia di vodka alla fragola senza farne uscire fuori un completino di lingerie.
Con un avido gesto Sosuke gli sfila di mano la bottiglia, ma prima che potesse toglierle il tappo, Rin gliela tira dalle mani con un ghigno.
Sono seduti a gambe incrociate, chi sul letto, chi sulla moquette.
Solo Momo, notando di non essere al centro dell’attenzione, per una volta, salta prima sul comodino, poi sulla scrivania di Rin, e infine si siede tranquillo (un ragazzo instabile e ubriaco come Momotaro Mikoshiba si può davvero definire “tranquillo”?) in cima all’armadio, rovinando una pila di libri inutili.
«Stamattina non sono andato a lavoro» confessa piano Nitori, che arrossendo aggiunge:«N-nessun fine, sia c-chiaro.»
«Non ci credo, ti abbiamo sentito tutti, al piano di sotto» Rin gli scompiglia la testa. «Certo che hai urlato più tu che la signorina Abe.»
«Almeno ho visto più tette io che te, senpai.» replica il ragazzo sottovoce, ma lo sentono tutti ugualmente, e ora tocca a Rin sentirsi in imbarazzo.
Inutile dire che le uniche tette che effettivamente Rin aveva visto erano gli abnormi pettorali del suo coinquilino, ma questa è un’altra cosa.
Con un movimento che quasi lo fa cadere dall’armadio, Momo scoppia in una fragorosa risata: «Oggi ho chiesto a un maid café di prendermi per lavoro!»
Quel ragazzo sa come saltare di palo in frasca.
«Ottimo, ma per vedere sotto quelle montagne di tulle e pizzo ce ne vuole!»
Momo ammicca, singhiozzando. «Basta calare l’amo e aspettare, senpai. Se sei carino e lavoratore come me, abboccano subito!»
Anche Rin singhiozza: un singhiozzo finto, che fa forzatamente roteare gli occhi. Che si finga ubriaco per non fare lo sfigato? Sanno tutti che è astemio, tanto.
«Momotaro, non sai né cucinare, né gestire qualcosa. Tantomeno i conti. Come vuoi che ti ammettano?»
«Col vestito da maid,» sorride. « ecco come mi ammettono! »
«Tu hai qualche problema.» replica Sosuke.
«E cosa mi dite di voi?» azzarda Nitori, un po’ torvo in viso, indicando con i suoi occhi di cristallo prima Rin, poi Sousuke.
I due si guardano rossi in viso, come se stessero parlando telepaticamente e stessero scegliendo se dir loro la verità o meno.
L’unico rumore in quella stanza, erano le ridacchiate del Mikoshiba jr. che delirava sulle gambe immacolate di una certa Yoshiko. Forse immacolate, ma sicuramente non inviolate.
«Sosuke se la fa con l’ex professoressa di diritto.» dice Rin tutto d’un fiato, il tono nervoso e le sopracciglia aggrottate.
Come per protesta, Sosuke, chiamato in questione, si alza dal letto rivelando la sua figura imponente: «Se è per questo tu te la fai con la segretaria della reception di quest’hotel solo per andare in giro a dire di essere etero
Il ragazzo, in evidente imbarazzo, decide subito di non aver bevuto abbastanza vodka per quell’uscita di gelosia, così afferra la lunga bottiglia trasparente con una manona e versa tutto il liquido nella sua bocca, con tanto di «Senpai, ma che cazzo!» da parte di Momotaro; la vodka che brucia la gola come lo stomaco, così forte da annullare tutto: pensieri, emozioni, realtà, finzioni.
Con un calcio rovescia il borsone del piccolo kohai, spargendo sul pavimento preservativi di tutti i tipi, il vestito da maid, lingerie, e costumini vari.
Altro che borsone della palestra!
«Rin, sono stanco della tua finzione.» prosegue Yamazaki, gli occhi come due oblò che affacciano sull’oceano.«Ti fingi questo, ti fingi quello, solo perché fa comodo a te e a questa società di merda. Non hai capito che a nessuno frega niente di te, del fatto che te la fai con le ragazze carine degli hotel, che ti ubriachi di mojito nei locali chic e che canti bene al Karaoke. Solo io me ne frego di te, di come sei, di come stai, di cosa fai. Okay? Una volta per tutte, accettalo.
«Accettami.
Rin sta zitto, fermo. Lo sguardo inchiodato a terra, le corde vocali chiuse in un silenzio che parla più di quanto avrebbe voluto.
La moquette sembra un punto abbastanza interessante da fissare, rispetto agli sguardi spiacevoli e compassionevoli che probabilmente gli stanno rivolgendo Nitori e la notte stessa, che li ingloba in quell’imbarazzante momento, e aspetta già di essere archiviata nei ricordi.
«Era una dichiarazione o il delirio di un assetato di potere?»
«Mikoshiba, questo è alquanto inappropriato.» sussurra Aiichiro.
Il silenzio dura a lungo, anche Momo riesce a zittirsi.
In lontananza ancora le brutte voci degli “uomini della notte” che sfogano la loro vita repressa nei karaoke, ancora le discoteche, ancora i locali “in” di Tokyo.
E qualcosa dovevano pur dire, si doveva rompere l’imbarazzo, no?
Così, guardando a terra i preservativi e la lingerie del borsone di Momotaro, a Nitori viene una grande idea.

Quella notte, insieme ai karaoke, alle discoteche, ai locali, si aggiunsero altre urla.
Ma più piccanti e vive di quelle degli uomini notturni.
 
ANGOLO AUTRICE

Ciao a tutti, ancora una volta è Cioshes che vi parla.
E ancora una volta vi presento un fill della Notte Bianca 4 di No ma Free lo guardo per la trama, eh che era originariamente un Sex&TheCity!AU.
Io, da brava svergognata che sono, non ho resistito e ho velocemente fillato questo mad!angry!Sosuke perché sentivo il dovere di farlo.
Io sento il dovere di fare tutto, in realtà.
Anche di contemplare Momo che si arrampica sugli armadi fino alla fine dei mei giorni.
Per scriverla mi ispirai alle notti passate sulla moquette del mio appartamento a Belfield (vicino Dublino), con i miei pochi amici scalmanati, e i bei ragazzi stranieri che suonavano le chitarre sotto la mia finestra (magari mi facessero la corte ...).
La vodka alla fragola? Un altro dei miei ricordi dublinesi: una sera, dei perfetti sconosciuti  ragazzi, mi si avvicinarono e mi chiesero di aiutarli a nascondere una bottiglia abnorme di vodka alla fragola dalle grinfie della loro insegnante.
Mi rifiutai categoricamente, ma quella sera organizzai un'imboscata nel loro appartamento per rubargli la cioccolata, perché per ripicca si erano svuotati tutto il distributore automatico situato sotto il mio appartamento.
Accetto consigli e qualsiasi tipo di recensioni, ma questo già lo sapete, solo: tenete conto che la scrissi di frettissima, quindi perdonate, perdonate sempre.

Pace, amore e tanto Sosuke.


 
   
 
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