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Autore: cioshes    02/08/2014    2 recensioni
I tre fratelli Mikoshiba: da sempre sensibili alla bellezza dei Matsuoka.
Difetto genetico o pura casualità?

[Seijuurou scopre che la ragazza che piace a suo fratello Momotarou è proprio Gou. E anche alla sorellina piace ficcare il naso nelle questioni da uomini!]
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Momotarou Mikoshiba, Nuovo personaggio, Seijuro Mikoshiba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CHIAMASI ... GOUSESSUALITA'!
Mikoshiba: da sempre sensibili alla bellezza dei Matsuoka.
Difetto genetico o pura casualità?

 


Momotarō Mikoshiba adorava alla follia suo fratello.
Lo imitava per tutto e in tutto, per lui era una specie di esempio, una via maestra.
Anche Momo voleva essere bello, buono, bravo e “gettonato” come lui.
Per questo, ogni volta che gli accadeva qualcosa, non poteva fare a meno di confidarsi con lui, di lasciarsi guidare dal suo fratellone.
«Seijuuro!» urlò. «Seijuuro, non puoi immaginare!»
Dalla sua stanza, il grande Mikoshiba lo invitò ad entrare con voce allegra, ma un po’ stanca.
Aveva indosso degli occhiali neri da riposo, e stava tramortito sulla scrivania, troppo piccola per un ragazzo così grosso, aspettando che qualche Musa lo illuminasse sul significato di ciò che stava studiando.
«Allora, com’è andata oggi alla Samezuka? Hai incontrato il nuovo Capitano?»
Nonostante le occhiaie che gli marchiavano il volto, il maggiore dei Mikoshiba era sempre bello: quel giorno i suoi capelli rossi erano leggermente scompigliati, ma la pelle era rimasta abbronzata nonostante la sua reclusione dovuta ai primi esami universitari. Indossava una maglietta stropicciata, e un paio di bermuda scambiati, eppure così sembrava un bellissimo tipo da spiaggia, trasandato e super sexy.
Momo pensò che se fosse stato lui, a vestirsi così, sarebbe sembrato più un barbone che un tipo da spiaggia.
Non che si credesse brutto, eh: Momotarō sapeva di essere bello, ma il possente fratellone era una motivazione in più per continuare a provare in tutto. Nell’estetica, e ̶ perché no ̶ anche nel flirt.
«Matsuoka, dici? Sembra pretenzioso, ma abbiamo perso il relay!» esclamò, chiudendo i pugni e arricciando il naso in una smorfia di capriccio.
Seijuuro si distese sulla sedia ergonomica, si girò verso il fratellino e gli scompigliò i capelli con un sorriso.
«Allenati di più! Sei un bravo nuotatore, lo sai.»
Ma non era questo il punto.
«Non ero venuto a dirti questo, però.» Momotarō ricambiò il sorriso. «Perché oggi ho visto la ragazza più bella del mondo
Il volto di Seijuuro sembrò illuminarsi ancora di più; con la sedia che girava sulle rotelle, si avvicinò di più al fratello: «Oh, oh, oh! Chi è la ragazza che ha rubato il cuore a questo bimbo?» rise.
«E’ del Liceo Iwatobi, ma non so di che anno!»
Il primogenito sembrò pensarci su.
«Dell’Iwatobi, hai detto? Stava al relay, oggi?»
Momo annuì, felice.
«Fratellone, è super-carina! Ha degli occhi a mandorla grandi, cigliati e superbi, e dei lunghi capelli rossi!» sospirò, la mano chiusa in un gesto melodrammatico. «Rossi come la fiamma del mio amore che arde per lei!»
La risata di Seijuuro si fece più flebile.
«Stava con i nuotatori del suo liceo?»
Il piccolo rosso annuì.
L’altro chinò il capo.
«Per caso, Matsuoka ti ha riempito di botte?»
«Tentato strangolamento …»
Momotarō iniziava a non capire perché il fratello fosse diventato all’improvviso cupo in volto, sottotono, rigirandosi i pollici.
Alla fine, a voce bassa constatò: «E’ la sorella di Matsuoka Rin: Matsuoka Gō.»
Davvero non capiva perché Seijuuro avesse quella faccia: forse era una cattiva ragazza? Forse non era di buona famiglia? Forse era la nostra famiglia, ad essere di standard troppo basso?
Ma poi giunse all’unica conclusione plausibile: anche lui era innamorato della stessa ragazza.
«Fratellone … non dirmi che …»
Ma il fratello scattò in piedi, prendendogli i polsi: «Guarda, Momo: questo ce l’avevo nella mia stanza alla Samezuka.»
Con un gesto fulmineo aprì il suo grande armadio, scoprendo lo spettacolo più bello che lui avesse mai visto: lungo tutta l’anta era attaccato il più bell’arazzo di foto di Gō Matsuoka.
C’era Gō-kun in tutte le salse: con la divisa scolastica, al centro commerciale, all’Iwatobi, all’ospedale accanto al megane dello Swim Club con la caviglia ingessata, da piccola, con Rin, con la madre, con la migliore amica, in piscina, con la professoressa di letteratura, al mare, in montagna, alle nazionali, al Liceo Samezuka.
Momo si sentiva svenire, dinanzi a tanta bellezza.
«Fratellone,» gli disse. «Sei un artista!»
«Tutto merito della modella.» sospirò lui.
Per carità Momo preferì non approfondire la reazione del fratello della ragazza, quando scoprì che il suo ̶ ormai ex ̶ Capitano aveva una parete intera che ritraeva la sua amata sorellina.
«Posso portarle alla Samezuka?» gli chiese solo, con aria di supplica.
Il fratellone lo guardò scocciato: «Nitori Aiichiro è il tuo compagno di stanza, giusto? Quel ragazzino è molto devoto a Rin: non ti permetterà di avere foto di sua sorella senza dirlo prima a lui.»
«Le nascondo nell’armadietto! Così Nitori-senpai non farà la spia!»
Seijuuro era visibilmente irritato, ma si mantenne calmo.
«Gli armadietti sono troppo piccoli per una cosa così grande.»
Ma Momotarō non intendeva mollare: «Allora faremo a metà!»
Seijuuro trapelava furore.
«Non ti permetterò di dimezzare un arazzo di tale valore!»

«Allora se a voi due non va bene, me lo prendo tutto io.»
La loro sorellina era apparsa da dietro, le mani sui fianchi e il viso torvo.
«Come, scusa?» fece Momo, fingendo di sturarsi le orecchie.
«Hai capito bene, Momo.» replicò lei. «L’arazzo di questa Matsu-cosa me lo tengo io.»
«Matsuoka.» la corresse Seijuuro.
Lei scrollò le spalle: «L’importante è che è carina.»
I due fratelli restarono sbigottiti: «Davvero lo pensi?» dissero, all’unisono.
La piccola cercava di contenersi, schiarendosi la voce, ma poi guardò con occhioni brillanti il Mikoshiba più grande ed esclamò, con voce melensa: «E’ super-carina, fratellone!»
Mai tanta gioia ed orgoglio poterono attraversare l’animo del grande ragazzo in vita sua.
I suoi fratelli crescevano bene, eccome.

 
ANGOLO DELLA VERGOGNA AUTRICE

Et bien, oui: moi, et encore moi, pour rompre vous les palles.
Eh già, ancora io, Cioshes, ancora un altro prompt della NB4 di No ma Free lo guardo per la trama, eh , e ancora un'altra scusa per restare sveglia la notte a scrivere e a rompervi.
Magari vi rompo davvero, nel ripetervi sempre le stesse cose, ma se non le ripetessi la mia esistenza risulterebbe ancora più inutile e quindi vi ripeto: accetto qualsiasi tipo di critica/consiglio, quindi don't be shy e allenate i polpastrelli, 'ché lo so che sono più palestrati di Sousuke, sopratutto se allenati nella Palestra di Efp.

Detto questo: pace, amore e tanto fluff tanta demenza.
   
 
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