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Autore: Amelia_Holmes    02/08/2014    1 recensioni
“Sherlock!!!”
“John. Cosa succede?” chiese il detective entrando nella stanza da letto che i due coinquilini condividevano.
“Sherlock, per l’amore di Dio, c’era una maledetta tarantola sul letto. Perché c’è una tarantola???”
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sherlock!!!”
“John. Cosa succede?” chiese il detective entrando nella stanza da letto che i due coinquilini condividevano.
“Sherlock, per l’amore di Dio, c’era una maledetta tarantola sul letto. Perché c’è una tarantola???”
“John. Calmati. Sarebbe un mio esperimento e tu l’hai solamente spaventato.”  Disse il detective sedendosi vicino al corpo svestito di John. Cercò la tarantola sotto al letto ma non c’era poi guardò sul comodino e la indicò col un piccolo cenno della testa.  Poi capì che era stato sgarbato e chinò il capo fissando le pieghe del lenzuolo che avvolgevano le gambe spoglie del blogger.  “Scusami John non volevo spaventarti. Sai che lo farei soltanto per un esperimento sull’emissione di ormoni che scarica il corpo quando…”
Non riuscì a finire la frase che il dottor Watson si avventò sulle sue labbra facendoli perdere l’equilibrio con il risultato di uno Sherlock che li cadde a dosso con una fragorosa risata e “Scusa” o “Sta zitto idiota” sussurrati tra i baci. John allungava le mani e anche Sherlock ci dava da fare ma dopo 5 minuti il cellulare del detective suono con un bip che in quel momento sembrò così stonato come se durante una delle sinfonie di Beethoven un asino fosse venuto là per rovinare la melodia. Fu così che la sinfonia dei due amanti rimase incompiuta  da un misero “bip”.
“Per l’amore del cielo. Sempre questo cellulare!” gridò di rimando Sherlock all’i-Phone.
“Scusa John caro arrivo fra un attimo” così Holmes junior si alzo da sotto le lenzuola facendo vedere ogni parte che di solito era nascosta dal completo elegante.
Non verrà perché è sicuro che è Greg che lo chiama per qualche crimine, pensò John.
Così vestendosi velocemente andò da Sherlock che era ancora nudo e vedendo il dottore vestito capì che il concerto era finito.
Il detective corse in camera e si mise il completo nero con la camicia di lino bianca.
“Era Greg.” disse deluso, avrebbe voluto mordere le labbra di John per ancora un po’.
“Non sei contento? Andiamo sulla scena del crimine allora!” lo incoraggiò John.
“Okay. Però prima dovremmo fare colazione e la signora Hudson non c’è perché il solito tè che ci prepara non è comparso come le altre volte.”
“Sherlock siamo a Londra per la miseria. Possiamo prendere un caffè qui allo Speedy’s”
“Okay.”
“Sherlock che c’è? Ti ecciti sempre per un omicidio. Come mai questa volta…” non fini la frase che il giovane consulente investigativo si alzo dalla poltrona e con la solita energia interruppe John da un suo errore.  “NON puoi dire che è un omicidio. Ancora non conosci i fatti magari e un suicidio o un incidente avvenuto casualmente. Non puoi costruire una casa se non hai i mattoni” e subito tutti e due aggiungerò un piccolo sorriso complice, “Sherlock era ritornato”.
“Beh, non credo ti dispiaccia se dopo finiamo quello che abbiamo iniziato.” intervenne John mentre prendeva il cappotto e si avvia verso la porta lasciando Sherlock con un dolce sorriso e una dolce risata trattenuta tra le pallide labbra.
 
   
 
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