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Autore: shirubiachan    02/08/2014    1 recensioni
[TENIMYU]
Mao ha solo 16 anni quando incontra per la prima volta Watanabe Daisuke, Daichan, che sarebbe diventato il suo amante. Recitano entrambi in Tenimyu, il musical del tennis. Daichan ha 25 anni, e vuole innamorarsi. Si sente attratto da Mao, ma il ragazzo è ancora troppo giovane e immaturo. Daichan inizia una relazione con un altro collega e nel frattempo il suo rapporto con Mao evolve, matura...
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
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        Mao aveva incontrato per la prima volta il nuovo buchou Watanabe Daisuke nella grande palestra dove gli attori del musical “Tenimyu” si allenavano quotidianamente, e il suo primo pensiero nel vederlo era stato:

“Questo ragazzo non è umano!”

La bellezza del nuovo Tezuka era sconvolgente: i suoi lineamenti perfetti ricordavano quelli delle antiche statue greche. Il passo era deciso, la falcata ampia... aveva le gambe muscolose di un calciatore e le movenze aggraziate di un ballerino. Spiccava tra tutti, attirava gli sguardi anche quando non faceva nulla. Aveva una padronanza assoluta del proprio corpo ed era consapevole del fascino che emanava, ma non era mai arrogante... anzi, Mao scoprì con piacere che Dai-chan, come lui amava farsi chiamare, era un ragazzo estremamente umile e simpatico.

La sua risata era piena, sonora, come quella di un bambino ancora privo di freni inibitori. Quando sorrideva, le sue labbra sensuali scoprivano due incisivi leggermente lunghi e sporgenti che Mao considerava estremamente kawaii.

Daisuke sembrava avere una passione per il contatto fisico, per cose come abbracci e pacche sulle spalle, che non sono esattamente tipiche del carattere giapponese.

Lavorava con estrema serietà, da vero professionista, ma era sempre il primo a scherzare con i compagni e tutti amavano la sua compagnia.

Chiunque stentava a credere che avesse già compiuto 24 anni.

 

Hamao Kyosuke, detto Mao, aveva 16 anni. Non era il più giovane del gruppo ma era comunque coccolato da tutti e anche Dai-chan lo trattava con tenerezza, come se fosse il fratellino minore che non aveva mai avuto.

Aveva occhi grandi, dal taglio quasi occidentale...un pregio a detta di tutti. Il suo sorriso era perfetto e i lineamenti ancora morbidi, infantili.

Si muoveva molto bene sul palcoscenico e maneggiava la racchetta da tennis con grande abilità.

I suoi tentativi di far divertire i compagni con scenette comiche, tuttavia, erano goffi e sembravano far ridere unicamente Dai-chan.

 

Mao non sapeva attribuire un significato all'attrazione che provava per quel bel ragazzo alto e sicuro di se. Gli piaceva tutto di lui, sicuramente lo invidiava, lo ammirava e sperava di poterlo eguagliare. Si sedeva sulle sue ginocchia, in modo del tutto innocente, si lasciava cingere dal suo braccio e si avvicinava al suo viso per un autoscatto col cellulare. Erano solo amici, nulla di più, anche se spesso Mao osservava l'amico con sguardo rapito inducendo i più maliziosi a pensare che fosse innamorato di lui.

 

Daisuke si trovava perfettamente a suo agio in quell'ambiente esclusivamente maschile. Aveva un debole per i ragazzi più giovani, dai lineamenti femminei, e il suo sguardo aveva indugiato più di una volta sul viso di Sakamoto Shogo, che però aveva solo 14 anni, e su quello dolcissimo di Mao.

Il suo interesse si era infine focalizzato su un giovane molto attraente, il ventenne Hirata.

Hirata Yuichiro, Yuuchan, interpretava il ruolo di Kaoru nel musical e indossava sempre una bandana verde in testa. Aveva uno sguardo intrigante, sopracciglia arcuate e labbra dalla curva sensuale. I suoi sorrisi riuscivano a mettere Dai-chan a disagio, erano fin troppo eloquenti.

Dai-chan e Yuichiro non avevano mai avuto modo di restare completamente da soli. In effetti c'erano state solo occhiate fugaci, ammiccamenti, scambi di battute ma nessun contatto fisico diretto. Le circostanze non lo avevano mai consentito.

 

Un giorno Yuichiro si era attardato nel camerino, non avendo ancora finito di prepararsi.

Il camerino si trovava al primo piano, al termine di una lunga rampa di scale debolmente illuminate da una luce al neon. Erano scesi tutti al piano di sotto, e le prove stavano già cominciando.

Dai-chan era dovuto tornare di sopra perché aveva scordato la racchetta, e trovò Yuichiro che litigava con la propria bandana.

“Non riesco ad annodarla, è la terza volta che ci provo!” - esclamò il giovane, seccato.

Dai-chan gli sorrise, gliela prese dalle mani e si offrì di aiutarlo.

“Ci penso io” - disse, nel suo consueto tono rassicurante... ma un paio di minuti più tardi non aveva ancora finito, e Yuichiro lo sentì ridacchiare. Cercò il suo riflesso in uno specchio e vide che Daisuke era in difficoltà. Si girò verso di lui e si trovarono faccia a faccia, vicinissimi.

“Stai molto meglio senza bandana!” - dichiarò il buchou, con un buffo sorriso imbarazzato.

“Sono d'accordo... tu invece stai molto bene anche con gli occhiali...Tezuka...” - rispose Yuuchan, cogliendo al volo l'occasione che gli si presentava.

I due giovani si guardarono negli occhi per un paio di secondi. Yuichiro non sorrideva più, e osservava Dai-chan con aria seduttiva. Lasciò cadere la bandana e appoggiò languidamente le mani sui suoi fianchi, quindi si avvicinarono impercettibilmente l'uno all'altro.

Anche Dai-chan si era fatto serio, i battiti del suo cuore stavano accelerando e aveva voglia di toccare quel bel ragazzo ma era allo stesso tempo preoccupato all'idea di lasciarsi andare.

“Non sono innamorato... però... sarebbe una bella scopata” - concluse tra se, e appoggiò la mano destra sul culo di Yuichiro, che ebbe un sussulto e socchiuse le palpebre per ricevere un bacio.

Proprio in quel momento, un fruscio inaspettato li costrinse a separarsi.

 

Mao era lì, nella stessa stanza, abbastanza vicino da poter vedere le mani che accarezzavano i fianchi e le natiche, abbastanza vicino da poter vedere quello che stavano per fare.

Daisuke e Yuichiro si separarono immediatamente e cercarono di comportarsi come se non fosse successo nulla.

“Ha... Hamao...! ” - la voce di Dai-chan tremava, tradendo il suo imbarazzo.

“Scusate... io... ero venuto a prendere la mia...”

Mao a sua volta balbettava indicando una bottiglia d'acqua, era molto nervoso e aveva il viso in fiamme.

Prese la sua bottiglia e uscì di corsa dalla stanza, senza mai alzare lo sguardo sui compagni.

Dai-chan lo seguì d'istinto, lasciando indietro Yuichiro, e lo raggiunse appena prima che finisse di scendere le scale.

Gli afferrò un braccio, lo trattenne, ma lui non si voltò a guardarlo.

“Daisuke-san, mi dispiace!” - esclamò Mao.

“Non avevo intenzione di disturbarvi...”

“Lo so Mao, lo so... non ti preoccupare, non è successo niente... non stavamo facendo niente.”

Mao scosse violentemente la testa, come se non fosse disposto a credere alle parole di Daisuke, poi finalmente parve calmarsi e si girò verso di lui, e Dai-chan liberò il suo esile braccio.

“Stiamo facendo tardi ” - disse il più giovane, sforzandosi di sorridere, quindi si allontanò lasciando l'amico da solo nell'oscurità.

Yuichiro, che aveva osservato la scena dall'alto, pensò che Dai-chan aveva agito bene cercando di rassicurare Mao.

Scese lentamente verso di lui, e nella fioca luce blu del neon lo baciò sulle labbra. Lo baciò come se l'avesse sempre fatto. Dai-chan era turbato e non si mosse, si abbandonò a quel bacio e quando sentì la lingua del compagno muoversi nella sua bocca riprese il controllo della situazione e lo spinse contro il muro. I loro corpi si muovevano con frenesia, le mani iniziavano a spingersi oltre il consentito... alla fine Yuichiro si rese conto che stavano esagerando e respinse dolcemente il suo senpai.

 

Mao non riposò bene quella notte. L'ingenuità nella quale aveva vissuto fino al giorno prima non esisteva più: aveva scoperto che i suoi compagni avevano una vita sessuale e aveva iniziato a interrogarsi circa la propria.

Daisuke e Yuichiro erano amanti, ma da quanto tempo? Facevano l'amore? E dove lo facevano? Questi pensieri lo turbavano, ma più cercava di allontanarli più questi si riproponevano affollando la sua mente.

Rivedeva la mano di Dai-chan sul corpo di Yuichiro, lo sguardo sensuale e compiaciuto di lui... si sentiva assurdamente agitato e pensava che nulla sarebbe più stato come prima.

Anche Dai-chan non riposò affatto bene ma per un motivo diverso. Era molto eccitato, pensava all'intraprendente Yuichiro e aveva voglia di masturbarsi. Avrebbe finito per fare sesso con lui lì alla fine delle scale se il giovane, saggiamente, non lo avesse fermato.

I suoi compagni di stanza dormivano, Daisuke infilò una mano nel pigiama e iniziò a toccarsi. Non aveva rapporti sessuali da troppo tempo. Pensò a quello che avrebbe voluto fare al suo giovane amante, e venne all'istante.

Poco prima di prendere sonno il suo pensiero andò a Mao, al suo viso sconvolto, alla sua corsa giù per le scale e al momento in cui lo aveva trattenuto per il braccio. Ricordò ogni istante e giunse alla conclusione che la sua reazione era stata piuttosto interessante.

“E' carino, davvero carino...” - pensò.

 

Nei giorni seguenti Daisuke fu allegro ed esuberante come al solito e Mao si sentì perfettamente a suo agio in sua presenza. Nessun imbarazzo, nessun turbamento.

Di tanto in tanto riaffiorava il ricordo di ciò che aveva visto, ma era come il ricordo di un sogno strano, surreale... Vedendoli ora, durante gli allenamenti con i compagni, gli sembrava impossibile che quei due fossero amanti.

Durante i pasti, Dai-chan e Yuichiro non sedevano mai vicini e Mao di tanto in tanto li osservava .

I due ragazzi evitavano accuratamente di scambiarsi languide occhiate ma, in compenso, Mao li sorprese più volte intenti a fissarlo. Lui studiava loro, loro facevano altrettanto.

 

“E' piccolo... non pensarci nemmeno...”

Yuichiro era appoggiato contro il muro del corridoio, e parlava a Daisuke senza guardarlo in viso.

Era molto tardi, tutti dormivano da un pezzo e i due ragazzi si erano dati appuntamento come altre volte in quel corridoio, a un piano diverso da quello occupato dai loro compagni.

“Di cosa parli Yuuchan? A chi ti riferisci?”

“Lo sai benissimo... ho visto come lo guardi. E' evidente che ti piace”

“Parli di Shogo? Dai, non scherzare... non sono un pedofilo!”

“Mi riferisco a MAO...”

Dai-chan alzò le sopracciglia per lo stupore e sogghignò in modo beffardo. Non aveva motivo di sentirsi colpevole, ma Yuichiro era riuscito a metterlo a disagio. Non sapeva cosa replicare, così prese il ragazzo e lo tirò a se, e lui si lasciò abbracciare con riluttanza.

“Vieni, ho voglia di farlo...” - gli sussurrò il buchou.

Si chiusero nel bagno di quel piano, come avevano fatto altre volte, e Dai-chan si calò in fretta i pantaloni della tuta. Yuichiro fece lo stesso, poi gli voltò le spalle e appoggiò le mani contro il muro spingendo il culo verso il suo sesso.

Dai-chan lo scopò in fretta, quasi con rabbia. I loro rapporti erano necessariamente frettolosi, perché c'era sempre il rischio di venire scoperti, ma a Yuichiro piaceva così. L'adrenalina di quei momenti era come una droga, si sentiva irresistibile ed era pronto a tutto pur di provare quel piacere estremo.

Dai-chan lo sbatteva forte, ansimando con voce roca, poi gli sborrava dentro e lui soffocava i gemiti fino al momento dell'orgasmo... quindi faceva un profondo sospiro e restava immobile, tremante.

Questa volta Daisuke lo baciò sul collo, lo accarezzò, e lui scoppiò in lacrime.

“Ti prego non innamorarti di lui... resta con me...”

Dai-chan fu turbato da questa supplica. Mao era carino, gli piaceva come potevano piacergli altri ragazzi, ma non aveva mai pensato di potersi innamorare di lui. Sembrava che Yuichiro fosse in grado si scorgere in Dai-chan dei sentimenti di cui lui stesso ignorava l'esistenza.

 

Verso la fine dell'estate la tournee di Tenimyu fece tappa in Hokkaido e Daisuke si trovò a condividere la stanza con Mao.

Yuichiro era proccupato, ma soprattutto dispiaciuto del fatto di non poter modificare l'assegnazione delle stanze. Aveva perso anche questa volta l'occasione di dormire assieme a Dai-chan. Pensò di parlare a Mao per concordare uno scambio, ma si rese presto conto che questo avrebbe attirato troppi sospetti.

Mao andava sempre a letto prima di chiunque altro, e quella sera non aveva fatto eccezione. Quando Daisuke era tornato in camera, lui era già profondamente addormentato. Dai-chan lo scorgeva appena nella penombra ma non riusciva a smettere di guardarlo.

Quando lo vedeva seduto allo specchio, intento a pettinarsi e truccarsi, aveva sempre voglia di avvicinarsi a lui e di stuzzicarlo. Molto spesso lo faceva, altre volte si limitava ad osservarlo, inconsapevole dei sorrisi che si rincorrevano sulle proprie labbra.

Ora, nell'abbandono del sonno, così dolce e sereno, lo trovava ancor più adorabile.

Che si stesse sul serio innamorando di lui? Non pensava al sesso, ancora non ci riusciva, e non gli era mai capitata una cosa del genere.

Poteva essere amore anche se mancava l'attrazione sessuale? Poteva essere amore proprio perché non desiderava mai di scoparselo? Se l'avesse baciato, se l'avesse toccato in un certo modo, sarebbe forse stato in grado di dare un nome ai sentimenti che provava.

Si sollevò dal proprio letto e si avvicinò cautamente al letto dell'amico. Ebbe un attimo di esitazione, quindi decise di stendersi sopra di lui.. Mao, che come di consueto riposava a pancia in giù abbracciato al guanciale, si svegliò di soprassalto. Era incapace di reagire, di liberarsi dal peso che lo schiacciava.

Buchou!!! Ma che stai facendo?” - esclamò infine, quando si rese conto che si trattava di Dai-chan.

Non era mai stato tanto adirato. Dai-chan si rese conto che il ragazzo iniziava ad avere paura di lui, e abbandonò immediatamente i suoi propositi. Si mise a ridere divertito e si sollevò dal suo corpo, convertendo abilmente in uno scherzo quel goffo tentativo di seduzione.

Avrebbe voluto infilarsi nel suo letto, e restare sotto alle coperte con lui solo per abbracciarlo e per parlargli...ma si rese conto che doveva rinunciare.

Sentiva di non essergli del tutto indifferente, ma forse lui era davvero troppo giovane o, molto semplicemente, non gli piacevano i ragazzi.

 

Daisuke amava l'amore, amava sentirsi innamorato, e finalmente iniziava a provare qualcosa che non fosse puramente attrazione fisica.

Aveva passato i 25 anni, un quarto di secolo. Sentiva il bisogno di avere una relazione seria, ma Yuichiro non era la persona giusta. I suoi pensieri andavano sempre più spesso a Mao, lo desiderava, sentiva un dolore profondo nell'anima al pensiero che lui non potesse ricambiarlo.

Allo stato attuale faceva sesso appagante con un ragazzo che non amava, e amava perdutamente un ragazzo con il quale non poteva fare sesso.

 

I mesi passavano, presto la meravigliosa esperienza di Tenimyu sarebbe terminata e Daisuke temeva quel momento in cui avrebbe dovuto riporre la racchetta da tennis e gli occhiali. Si era affezionato al suo gruppo, avevano lavorato sodo per molto tempo vivendo sempre insieme, viaggiando, imparando, soffrendo, divertendosi e ottenendo grandi soddisfazioni.

La loro carriera era appena agli inizi, perciò guardavano fiduciosi al proprio futuro, ma la malinconia per la fine di quella avventura velava i loro occhi di lacrime.

Inoltre, la preoccupazione di Dai-chan era che non avrebbe più potuto frequentare Mao.

Yanagishita Tomo, che condivideva con Yuichiro il ruolo di Kaoru e aveva interpretato uno studente omosessuale nel primo film della serie “Takumi-kun”, aveva deciso di non voler più recitare in quella produzione. Il suo collega Kato, che aveva interpretato il ruolo del suo amante, aveva preso la sua stessa decisione. I loro baci non erano convincenti, le loro scene d'amore risultavano appena accennate perché loro non acconsentivano ad andare oltre un certo limite. Il produttore aveva dovuto rassegnarsi a cercare due nuovi protagonisti che fossero, possibilmente, disponibili a girare scene più realistiche, più passionali.

 

Takahashi Yuuta, che come Mao e Daisuke stava per lasciare Tenimyu, aveva sostenuto un provino e aveva ottenuto il ruolo drammatico di Takeshi in quello che sarebbe stato il secondo film della serie:

Niji iro no garasu”.

Dai-chan sapeva che anche Mao era stato convocato e aveva già sostenuto il suo provino.

L'esito era ancora sconosciuto, ma Dai-chan era sicuro che Mao sarebbe stato un perfetto Takumi.

Quando il regista Yokoi convocò anche lui, Dai-chan fu estremamente sorpreso ed entusiasta.

Se lo avessero scelto per interpretare l'ambito ruolo di Saki Giichi, l'amante di Takumi, sarebbe sicuramente stata la sua ultima volta nei panni di un adolescente. Il primo ciak del nuovo film era previsto per ottobre, poco tempo prima del suo ventiseiesimo compleanno.

 

Una sera, mentre era steso sul suo letto e si rilassava ascoltando musica con le cuffiette, Daisuke ricevette l'inaspettata visita di Mao.

Il ragazzo era raggiante e saltellava per la stanza come un canguro, del tutto incapace di trattenere l'entusiasmo.

Si buttò a sedere sul letto dell'amico, che nel frattempo si era sollevato e lo stava fissando con aria divertita, e gli comunicò la grande notizia:

“Mi hanno scelto, sarò il prossimo Takumi!!!”

Dai-chan non ci pensò due volte e lo abbracciò stretto a se, congratulandosi. Mao ricambiò l'abbraccio con la stessa enfasi.

“Mao, è una notizia meravigliosa! Sono felice per te, fai del tuo meglio!”

Restarono uniti così per qualche secondo, poi Mao percepì gli sguardi attoniti dei compagni di stanza di Dai-chan e si staccò da lui.

“Bene, ecco... ci tenevo a dirtelo. L'ho appena saputo.”

E hai pensato subito a me, sei venuto a dirlo A ME” - pensò Dai-chan, sorridendo compiaciuto.

“Hai fatto anche tu il provino, non è vero?”

“Si, hanno chiamato anche il vecchio Tezuka...” - annuì il senpai, sempre meno convinto di poter ottenere quel ruolo.

Mao si alzò, visibilmente imbarazzato, e Dai-chan lo accompagnò alla porta camminando lentamente dietro di lui. Uscirono sul corridoio e restarono appoggiati al muro, in silenzio.

“Spero che scelgano te Dai-chan” - esordì all'improvviso Mao.

“Sarei davvero felice se fossi tu il mio Giichi.”

Daisuke ebbe un sussulto, poi Mao si affrettò ad aggiungere:

“... perché siamo amici e perché sei sempre stato tanto gentile con me... tu sapresti come farmi sentire a mio agio.”

 

Quando, pochi giorni dopo, Dai-chan ricevette la notizia che la parte era sua , che avrebbe dovuto interpretare l'amante di Takumi, la sua reazione fu bizzarra. Restò a lungo in uno stato di stupore, come se fosse svuotato di ogni emozione.

Non era una sensazione negativa, al contrario: era sereno, si sentiva pronto a chiudere un capitolo della propria vita e ad aprirne uno nuovo.

Socchiuse i suoi occhi a mandorla, liberò la mente da ogni pensiero e vide dipanarsi nitido il proprio destino: avrebbe interrotto definitivamente la relazione con Yuichiro, del quale non era innamorato, si sarebbe esibito nei panni di Tezuka per l'ultima volta, piangendo lacrime vere, e avrebbe atteso fiducioso l'inizio delle riprese di “Niji iro no garasu”.

Mao faceva ancora parte del suo presente, e avrebbe fatto parte del suo futuro. Lo avrebbe avuto ancora tra le sue braccia, e si sarebbero baciati. Non lo aveva perso, solo questo contava.

   
 
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